Atenololo Pensa - 42cpr 100mg

Dettagli:
Nome:Atenololo Pensa - 42cpr 100mg
Codice Ministeriale:029533027
Principio attivo:Atenololo
Codice ATC:C07AB03
Fascia:A
Prezzo:5.53
Rimborso:5.53
Doping:Proibito solo in particolari sport
Lattosio:Senza lattosio
Produttore:Pensa Pharma Spa
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Compresse
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Nessuna particolare condizione di conservazione
Scadenza:36 mesi

Formulazioni

Atenololo Pensa - 42cpr 100mg

Categoria farmacoterapeutica

Beta-bloccante selettivo, non associato.

Indicazioni

Ipertensione arteriosa, compresa quella di origine renale. Angina pectoris. Aritmie. Intervento precoce nell'infarto miocardico acuto.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' verso il principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Bradicardia, shock cardiogeno, ipotensione, acidosi metabolica, gravi disturbi della circolazione arteriosa periferica, blocco atrioventricolare di 2 e 3 grado, malattia del nodo del seno, feocromocitoma non trattato, insufficienza cardiaca non controllata da una terapia adeguata. Non deve essere associato a terapia con verapamil e diltiazem. Gravidanza e allattamento.

Posologia

Adulti. Ipertensione arteriosa (compresa quella di origine renale): una compressa (100 mg) al giorno. Di solito il pieno effetto antiipertensivo si raggiunge dopo una o due settimane di terapia. Se necessario, e' possibile ottenere una ulteriore riduzione dei valori pressori associandolo ad altri farmaci antiipertensivi. In particolare la somministrazione contemporanea con un diuretico determina un effetto antiipertensivo superiore a quello prodotto dai singoli farmaci. Angina pectoris: una compressa (100 mg) al giorno. Aumentando la posologia non si ottiene generalmente un ulteriore beneficio. Aritmie: terapia di mantenimento: 50-100 mg/die. Intervento precoce nell'infarto miocardico: deve essere iniziato entro le 12 ore dall'insorgenza del dolore precordiale nell'infarto miocardico acuto con una formulazione iniettabile di Atenololo. Dopo 15 minuti dall'iniezione in bolo, somministrare 50 mg di questo farmaco per via orale seguiti da altri 50 mg dopo 12 ore dall'iniezione. Successivamente si consiglia una terapia di mantenimento per via orale alla dose da 100 mg/die che dovrebbe essere iniziata dopo altre 12 ore. Qualora compaia bradicardia e/o ipotensione (di entita' tale da richiedere un intervento terapeutico) o altri gravi effetti indesiderati, deve essere sospeso. Anziani. Puo' rendersi necessario ridurre la posologia, particolarmente nei pazienti con compromissioni della funzionalita' renale. Non esistono esperienze cliniche relative all'impiego pediatrico e pertanto se ne sconsiglia la somministrazione ai bambini. Poiche' e' escreto per via renale e' necessario ridurre il dosaggio nei pazienti con grave compromissione della funzionalita' renale. Non si verifica accumulo significativo nei pazienti che hanno una clearance della creatinina superiore a 35 ml/min (il limite normale e' 100-150 ml/min). Nei pazienti con clearance creatininica di 15-35 ml/min (equivalenti a 3,4-6,8 mg % di creatininemia) la posologia deve essere di 50 mg al giorno o 100 mg a giorni alterni. Per i pazienti con clearance creatininica minore di 15 ml/min (equivalenti a 6,8 mg % di creatininemia) la posologia deve essere di 50 mg a giorni alterni o 100 mg ogni 4 giorni. Ai pazienti in emodialisi il farmaco deve essere somministrato per via orale alla dose di 50 mg dopo ogni seduta; la somministrazione deve essere effettuata in ambiente ospedaliero, in quanto possono verificarsi marcate riduzioni della pressione arteriosa.

Avvertenze

La sospensione del trattamento deve essere graduale, specialmente nei pazienti affetti da cardiopatia ischemica. Puo' essere somministrato, con la dovuta cautela, ai pazienti con una riserva cardiaca scarsa, mentre il suo impiego deve essere evitato nei pazienti affetti da insufficienza cardiaca conclamata; il farmaco puo' tuttavia essere usato nei pazienti con insufficienza cardiaca controllata da terapia adeguata. Nei pazienti affetti da angina di Prinzmetal, puo' aumentare il numero e la durata delle crisi anginose tramite vasocostrizione arteriosa coronarica mediata dagli alfa recettori. Tuttavia, seppur con la massima cautela, puo' essere considerato il suo impiego in questi pazienti, in quanto Atenololo e' un beta-bloccante beta-1 selettivo. Particolare cautela nella somministrazione va rivolta ai pazienti con blocco atrioventricolare di 1 grado, a causa del suo effetto negativo sul tempo di conduzione. La riduzione della frequenza cardiaca e' una delle azioni farmacologiche indotte dall'atenololo; qualora compaiano sintomi attribuibili all'eccessiva riduzione della frequenza cardiaca, il dosaggio del farmaco deve essere ridotto. La cardioselettivita' posseduta dal prodotto permette il suo impiego, con cautela, nei pazienti con malattie ostruttive croniche delle vie aeree. Tuttavia a volte nei pazienti asmatici puo' indurre un aumento della resistenza delle vie respiratorie. In caso di broncospasmo, la somministrazione deve essere interrotta e, se necessario, deve essere instaurata una terapia con preparati broncodilatatori quali il salbutamolo o l'isoprenalina, ai dosaggi comunemente utilizzati. Nei pazienti diabetici, in particolare in quelli affetti da diabete labile, e in pazienti soggetti ad ipoglicemia il farmaco, a causa della propria attivita' bloccante beta-adrenergica, puo' prevenire la comparsa dei segni e dei sintomi premonitori dell'ipoglicemia acuta quali le modificazioni della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa. Puo' mascherare i segni di tireotossicosi. Non deveessere somministrato a pazienti affetti da gravi disturbi della circolazione arteriosa periferica. Durante il suo impiego, in pazienti affetti da disordini vascolari periferici di modesta entita', si puo' anche verificare un aggravamento di tali disturbi. Nei pazienti in terapia e con una storia di reazioni anafilattiche a diversi allergeni, si puo' verificare un aggravamento delle reazioni allergiche in occasione di ripetuti stimoli da parte dell'allergene. Questi pazienti possono non rispondere adeguatamente alle dosi di adrenalina comunemente impiegate nel trattamento delle reazioni allergiche. Se un paziente in trattamento dovesse essere sottoposto ad anestesia generale, occorre che l'anestesista sia informato di tale terapia in quanto il blocco beta-adrenergico puo' ridurre l'effetto inotropo richiesto da quegli anestetici che necessitano di una adeguata mobilizzazione catecolaminica per il mantenimento della funzionalita' cardiaca. Dovra' essere pertanto impiegato un agente anestetico con una minima attivita' inotropa negativa.

Interazioni

Particolare cautela richiede la somministrazione a pazienti in terapia con farmaci antiaritmici appartenenti alla prima classe di Vaughan Williams come la disopiramide per possibile rischio di depressione miocardica e bradicardia. Non deve essere somministrato a pazienti in terapia con calcio-antagonisti con effetto inotropo negativo (es. verapamil, diltiazem); e' necessario che siano trascorse almeno 48 ore dalla sospensione di uno di questi farmaci prima di iniziare la terapia. Poiche' i beta-bloccanti possono aggravare il brusco rialzo dei valori pressori che puo' verificarsi dopo sospensione della clonidina, occorre particolare cautela nella sostituzione della clonidina con il beta-bloccante; pertanto l'inizio del trattamento con il beta-bloccante deve avvenire parecchi giorni dopo l'interruzione della terapia con clonidina. Se vengono somministrati contemporaneamente, il beta-bloccante deve essere sospeso parecchi giorni prima di interrompere la terapia con l'altro. L'uso concomitante con diidropiridine (es. nifedipina) puo' aumentare il rischio di ipotensione e possono verificarsi casi di insufficienza cardiaca in pazienti con insufficienza cardiaca latente. L'uso concomitante di farmaci ACE inibitori potenzia l'effetto ipotensivo. L'uso dei beta-bloccanti con agenti anestetici puo' provocare un'attenuazione della tachicardia riflessa e aumentare il rischio di ipotensione. E' da evitare l'uso di agenti anestetici che causano depressione miocardica. L'uso concomitante di farmaci che inibiscono la sintesi di prostaglandine (es. ibuprofene-indometacina) puo' diminuire l'effetto ipotensivo dei beta-bloccanti. L'uso concomitante di glicosodi digitalici, puo' aumentare il tempo di conduzione atrioventricolare. L'uso concomitante di alcool aumenta l'effetto ipotensivo. L'uso concomitante dei beta-bloccanti con i farmaci antidiabetici puo' potenziare l'effetto ipoglicemizzante di questi ultimi. I beta-bloccanti dovrebbero essere evitati nei pazienti diabetici; qualora risultassero indispensabili la glicemia dovrebbe essere attentamente monitorata. I farmaci simpaticomimetici, come l'adrenalina, possono contrapporsi all'effetto dei beta-bloccanti se usati contemporaneamente.

Effetti indesiderati

Cardiovascolari: bradicardia, ipotensione, ipotensione posturale che puo' essere associata a sincope, freddo alle estremita'. Raramente nei pazienti sensibili si puo' aggravare un blocco cardiaco, puo' verificarsi una claudicazione intermittente, Fenomeno di Raynaud. Sporadiche segnalazioni di deterioramento della funzionalita' cardiaca in pazienti affetti da insufficienza cardiaca. Sistema nervoso centrale: capogiri, cefalea, cambiamenti dell'umore, incubi notturni, psicosi e allucinazioni visive, aggravamento di sindromi nervose con depressione mentale, catatonia, confusione e turbe della memoria, raramente sono stati segnalati disturbi del sonno del tipo osservato con altri beta-bloccanti. Gastrointestinali: secchezza della bocca, disturbi gastrointestinali. Ematologici: trombocitopenia, porpora, granulocitopenia. Cute e annessi: alopecia, comparsa di reazioni cutanee di tipo psoriasico o aggravamento della psoriasi, rash cutanei e/o secchezza agli occhi, la cui incidenza e', peraltro, modesta, eruzioni eritematose. Neurologici: parestesia. Sistema respiratorio: in pazienti con asma bronchiale o con una storia di problemi asmatici puo' verificarsi broncospasmo. Sensi: disturbi visivi. Altri: affaticamento; e' stato osservato un incremento di anticorpi antinucleo, tuttavia non e' chiara la rilevanza clinica. L'eventuale comparsa occasionale di trombocitopenia, porpora, granulocitopenia, eruzioni eritematose, richiede l'interruzione del trattamento. Qualora, secondo il giudizio clinico, la qualita' di vita del paziente venisse negativamente interessata dalla presenza di un qualsiasi effetto indesiderato sopraelencato, deve essere considerata la sospensione del trattamento.

Gravidanza e allattamento

L'atenololo attraversa la barriera placentare e si sono riscontrati livelli ematici nel cordone ombelicale. Non sono stati effettuati studi sull'impiego dell'atenololo nel 1 trimestre di gravidanza e pertanto non puo' essere esclusa la possibilita' di un danno fetale. L'uso in donne gravide, per il trattamento dell'ipertensione lieve-moderata, e' stato associato a un ritardo della crescita intrauterina. L'uso dell'atenololo, in donne che sono in gravidanza o che possono iniziarla, richiede un'attenta valutazione dei benefici indotti dalla terapia rispetto ai possibili rischi, particolarmente nel 1 e 2 trimestre di gestazione. Si riscontra un accumulo significativo dell'atenololo nel latte materno quindi deve essere adottata cautela quando viene somministrato a donne che allattano.