Calcitriolo Eg - 30cps 0,25mcg

Dettagli:
Nome:Calcitriolo Eg - 30cps 0,25mcg
Codice Ministeriale:035238017
Principio attivo:Calcitriolo
Codice ATC:A11CC04
Fascia:A
Prezzo:4.37
Rimborso:3.97
Lattosio:Senza lattosio
Produttore:Eg Spa
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Capsule molli
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non conservare al di sopra di +30 gradi centigradi
Scadenza:36 mesi

Formulazioni

Calcitriolo Eg - 30cps 0,25mcg
Calcitriolo Eg - 30cps 0,50mcg

Indicazioni

Osteodistrofia renale in pazienti con insufficienza renale cronica, inparticolare in quelli sottoposti ad emodialisi. Ipoparatiroidismo, di tipo sia idiopatico che chirurgico. Pseudoipoparatiroidismo. Rachitis mo ipofosfatemico vitamina Dresistente. Rachitismo familiare vitamina D pseudodipendente. Osteoporosi postmenopausale: la diagnosi differenziale dovra' accuratamente escludere condizioni che presentano sintomatologie a carico dello scheletro similari, quali il mieloma multiplo e le osteolisi tumorali, per le quali il trattamento e' indicato.

Controindicazioni / effetti secondari

Stati di ipercalcemia: sintomi di intossicazione da vitamina D. Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. A causa del sorbitolo presente nella formulazione i soggetti con rare forme ereditarie di intolleranza al fruttosio non devono assumere questomedicinale. Nelle donne in stato di gravidanza il prodotto va sommini strato, nei casi di effettiva necessita', sotto il diretto controllo del medico. Allattamento: non si e' ancora accertato se il calcitriolo viene escreto col latte materno. Come regola generale, l'allattamento al seno dovrebbe essere sospeso per il periodo in cui si e' sotto terapie medicamentose in quanto molti farmaci sono eliminati con il latte.La sicurezza e l'efficacia del farmaco nel bambino al di sotto dei tr e anni di eta' non sono ancora state stabilite.

Uso / Via di somministrazione

Vitamina D ed analoghi: calcitriolo.

Posologia

La dose giornaliera ottimale va stabilita accuratamente in ogni paziente sulla base dei valori della calcemia. Osteodistrofia renale: l'efficacia del trattamento e' condizionata dalla contemporanea assunzione di calcio; nei soggetti adulti l'apporto supplementare di calcio deve essere di 600-1000 mg al giorno. La dose iniziale raccomandata e' di 0,25 microgrammi al giorno: nei pazienti con calcemia normale o solo leggermente ridotta, sono sufficienti dosi iniziali di 0,25 microgrammi ogni 2 giorni. Se dopo 2-4 settimane non si osservano miglioramenti delquadro clinico e dei parametri biochimici, la dose va aumentata di 0, 25 microgrammi al giorno ad intervalli di 2-4 settimane. Durante questo periodo, la calcemia va controllata almeno due volte la settimana e,se si riscontra ipercalcemia, la somministrazione del farmaco e quell a addizionale di calcio vanno immediatamente sospese sinche' la calcemia rientra nei limiti normali. La terapia sara' quindi ripresa con unaposologia giornaliera inferiore di 0,25 microgrammi rispetto alla pre cedente. La dose giornaliera ottimale, da stabilire secondo le modalita' prima indicate, e' nella maggior parte dei pazienti compresa tra 0,5 microgrammi e 1 microgrammo. Posologie piu' elevate possono rendersinecessarie in caso di contemporanea somministrazione di barbiturici o di anticonvulsivanti. Ipoparatiroidismo e rachitismo: la dose inizial e raccomandata e' di 0,25 microgrammi al giorno, da somministrarsi al mattino. Nel caso non si noti miglioramento nei parametri clinici e biochimici, la dose puo' essere aumentata ogni 2-4 settimane. Durante questo intervallo, la calcemia va determinata almeno 2 volte la settimana. Nei pazienti con ipoparatiroidismo, si puo' osservare talvolta una sindrome da malassorbimento: in questi casi possono occorrere dosi piu' elevate. Osteoporosi post-menopausale: si consiglia di iniziare con la somministrazione di 0,5 microgrammi due volte al giorno e, se i livelli calcemici non presentano variazioni significative, continuare conquesto dosaggio. A differenza dell'osteodistrofia renale, e' assoluta mente da evitare un apporto supplementare di calcio. Durante il primo mese di terapia la calcemia va controllata almeno una volta la settimana. In caso di ipercalcemia (maggiore di 11,5 mg/ 100 ml), la somministrazione del farmaco va sospesa sino al ripristino della normocalcemia. A giudizio del medico e' possibile l'associazione con la calcitonina. Informazioni di carattere generale: stabilita la posologia ottimale,e' sufficiente un controllo della calcemia una volta al mese. Nel cas o in cui il livello sierico del calcio superi di 1 mg per 100 ml i valori normali (mg 9-11/ 100 ml), la dose va ridotta considerevolmente o il trattamento va interrotto fino a quando si sia ristabilita la normale calcemia. Per favorire la rapida normalizzazione del calcio siericosi puo' anche cessare la somministrazione supplementare di calcio, pr evista nel trattamento dell'osteodistrofia renale, dell'ipoparatiroidismo e del rachitismo. Deve pure essere limitato il quantitativo di calcio introdotto con la dieta. Nel periodo di ipercalcemia, e' necessario eseguire quotidianamente il controllo dei livelli sierici del calcioe del fosforo. Ripristinati i valori normali, il trattamento puo' ess ere ripreso con la dose giornaliera piu' bassa di 0,25 microgrammi rispetto a quella precedente.

Interazioni

Va somministrato con cautela nei pazienti sotto trattamento con digitale, in quanto l'ipercalcemia puo' aggravare in tali pazienti un'aritmia cardiaca. La colestiramina puo' ridurre l'assorbimento intestinale delle vitamine liposolubili e quindi anche del farmaco. Il contemporaneo impiego di anticonvulsivanti con azione di induttori enzimatici (barbiturici, difenil-idantoina) puo' determinare una minore efficacia delprodotto e pertanto la necessita' di un incremento della posologia. P oiche' il prodotto influenza il trasporto dei fosfati nell'intestino, nel rene e nelle ossa, la contemporanea somministrazione di sostanze fosforofissatrici va adattata ai valori della fosfatemia (tassi normali: 2-5 mg/100 ml). I farmaci contenenti magnesio non debbono essere somministrati durante il trattamento onde evitare la comparsa d'ipermagnesiemia.

Effetti indesiderati

Se la posologia e' conforme alle effettive esigenze individuali, il farmaco e' ben tollerato. In caso contrario, poiche' il prodotto ha un'attivita' D-vitaminica, possono comparire effetti indesiderati che risultano analoghi a quelli dell'ipervitaminosi D, cioe' una sindrome ipercalcemica oppure manifestazioni tossiche da calcio (a seconda della gravita' e durata dell'ipercalcemia). Queste manifestazioni sono di tiposia acuto che cronico: le prime includono debolezza, cefalea, sonnole nza, nausea, vomito, secchezza delle fauci, stipsi, dolori ossei e muscolari. In fase successiva possono comparire disturbi della minzione, congiuntivite (da calcificazioni), fotofobia, pancreatite, nefrocalcinosi, nefrolitiasi, rinorrea, prurito, ipertermia, diminuzione della libido, albuminuria, ipercolesterolemia, aumento della SGOT e SGPT, calcificazioni ectopiche, ipertensione, aritmie cardiache e, raramente, psicosi. In soggetti predisposti possono manifestarsi reazioni di ipersensibilita'. Poiche' il calcitriolo e' il metabolita attivo finale della vitamina D3, la vitamina D cosi' come i suoi derivati non vanno somministrati durante il trattamento con il farmaco. Poiche' l'iperdosaggio puo' provocare ipercalcemia e in certi casi ipercalciuria, la calcemia va dosata almeno due volte la settimana nella fase di aggiustamentodella posologia. Una volta stabilita la dose giornaliera ottimale, e' sufficiente un controllo mensile della calcemia. La caduta dei valori della fosfatasi alcalina anticipa in genere la comparsa di ipercalcem ia e puo' quindi essere un sintomo premonitore di quest'ultima. Nelle pazienti affette da osteoporosi post-menopausale e' indispensabile un controllo accurato della funzionalita' renale e della calcemia prima di iniziare la terapia e ad intervalli regolari nel corso del trattamento. Il prodotto contiene metile para-idrossibenzoato ed etile para-idrossibenzoato, che possono provocare reazioni allergiche (eventualmentedi tipi ritardato).