Caprelsa - 30cpr Riv 300mg

Dettagli:
Nome:Caprelsa - 30cpr Riv 300mg
Codice Ministeriale:041873023
Principio attivo:Vandetanib
Codice ATC:L01XE12
Fascia:H
Prezzo:8252.05
Produttore:Astrazeneca Spa
SSN:Medicinale ospedaliero dispensabile in farmacia a totale carico del cittadino
Ricetta:RNRL - vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti art.93 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco ospedaliero esitabile in farmacia
Forma:Compresse rivestite
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non conservare al di sopra di +30 gradi centigradi
Scadenza:48 mesi

Denominazione

CAPRELSA 300 MG

Formulazioni

Caprelsa - 30cpr Riv 300mg

Categoria farmacoterapeutica

Antineoplastici.

Principi attivi

Vandetanib.

Eccipienti

Nucleo della compressa: calcio idrogeno fosfato diidrato; cellulosa microcristallina; crospovidone (tipo A); povidone (K 29-32); magnesio stearato. Rivestimento con film: ipromellosa; macrogol (300); titanio diossido (E171).

Indicazioni

Trattamento dei pazienti con carcinoma midollare della tiroide (MTC) aggressivo e sintomatico, non asportabile chirurgicamente, localmente avanzato o metastatico; per i pazienti in cui la mutazione del Rearranged during Trasfection (RET) non e' nota o e' negativa, deve essere preso in considerazione un possibile beneficio minore prima di decidere il trattamento individuale.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti; sindrome congenita del QTc lungo; pazienti con l'intervallo QTc superiore ai 480 msec; uso concomitante di vandetanib con i seguenti prodotti medicinali noti anche per prolungare l'intervallo QTc e/o indurre Torsione di punta: arsenico, cisapride, eritromicina endovenosa (IV), toremifene, mizolastina, moxifloxacina, antiaritmici di classe IA e III; allattamento al seno.

Posologia

Il trattamento deve essere iniziato e supervisionato da un medico esperto nel trattamento del MTC e nell'uso di medicinali anticancro ed esperto nella valutazione dell'elettrocardiogramma (ECG). E' consentita una sola fornitura per prescrizione. Per un'ulteriore fornitura e' richiesta una nuova prescrizione. La dose raccomandata e' di 300 mg al giorno, assunta con o senza cibo, ogni giorno circa alla stessa ora. Se si dimentica una dose, questa deve essere assunta non appena il paziente se ne ricorda. Se cio' avviene a meno di 12 ore dalla dose successiva, il paziente non deve assumere la dose dimenticata. Il paziente non deve assumere una dose doppia (due dosi allo stesso tempo) per recuperare la dose dimenticata. I pazienti trattati con il farmaco devono ricevere l'apposita scheda di allerta ed essere informati in merito ai rischi del medicinale. Durata: vandetanib puo' essere somministrato ai pazienti con MTC, fino a quando non sia piu' osservabile un beneficio clinico del trattamento. Aggiustamento della dose: l'intervallo QTc deve essere attentamente valutato prima di iniziare il trattamento. In caso di eventi avversi di grado 3 secondo i criteri terminologici comuniper gli eventi avversi (CTCAE) o tossicita' piu' elevata oppure in ca so di prolungamento dell'intervallo QTc dell'ECG, il trattamento con vandetanib deve essere almeno temporaneamente interrotto e ripreso ad una dose ridotta, quando la tossicita' e' stata risolta o migliorata algrado 1 CTCAE. La dose giornaliera di 300 mg puo' essere ridotta a 20 0 mg (due compresse da 100 mg) e fino a 100 mg, quando necessario. Il paziente deve essere monitorato in modo appropriato. A causa dell'emivita del farmaco pari a 19 giorni, le reazioni avverse incluso il prolungamento dell'intervallo QTc, possono non risolversi rapidamente. Popolazione pediatrica: la sicurezza e l'efficacia non sono state stabilite nei bambini. Pertanto, l'impiego di vandetanib non e' indicato nei pazienti pediatrici. Anziani: non e' richiesto alcun aggiustamento della dose iniziale nei pazienti anziani. I dati clinici con vandetanib inpazienti con MTC di eta' superiore a 75 anni sono limitati. Insuffici enza renale: uno studio di farmacocinetica condotto in volontari con insufficienza renale lieve, moderata e grave ha mostrato che l'esposizione a vandetanib dopo dose singola e' aumentata fino a 1,5, 1,6 e 2 volte rispettivamente nei pazienti con insufficienza renale al basale lieve, moderata (clearance della creatinina da >= 30 a < 50 ml/min) e grave (clearance inferiore a 30 ml/min). I dati clinici suggeriscono chenon e' necessario alcun aggiustamento della dose iniziale nei pazient i con insufficienza renale lieve. Ci sono dati limitati con 300 mg neipazienti con insufficienza renale di entita' moderata: e' stato neces sario ridurre la dose a 200 mg in 5 su 6 pazienti. La dose iniziale potrebbe essere ridotta a 200 mg nei pazienti con insufficienza renale di entita' moderata; la sicurezza e l'efficacia non sono comunque statestabilite con 200 mg. Vandetanib non e' raccomandato nei pazienti con insufficienza renale grave, poiche' i dati disponibili per questi sog getti sono limitati; la sicurezza e l'efficacia non sono state stabilite. Insufficienza epatica: vandetanib non e' raccomandato nei pazienticon insufficienza epatica (bilirubina sierica superiore di 1,5 volte rispetto al limite superiore dei valori normali), poiche' i dati disponibili per questi pazienti sono limitati e la sicurezza e l'efficacia non sono state stabilite. I dati di farmacocinetica provenienti da volontari, suggeriscono che non e' necessario alcun aggiustamento della dose iniziale nei pazienti con insufficienza epatica di entita' lieve, moderata o grave. Modo di somministrazione: per i pazienti che hanno difficolta' a deglutire, le compresse di vandetanib possono essere disperse in mezzo bicchiere d'acqua non frizzante. Non deve essere utilizzato alcun altro liquido. La compressa deve essere immersa in acqua, senza frantumarla, mescolando fino alla sua dispersione (circa 10 minuti) e la dispersione deve essere assunta immediatamente. Eventuali residui rimasti nel bicchiere devono essere mescolati in mezzo bicchiere diacqua e assunti. Il liquido puo' anche essere somministrato attravers o un sondino nasograstrico o per gastrostomia.

Conservazione

Non conservare a temperatura superiore a 30 gradi C.

Avvertenze

Alla luce dei rischi associati, e' importante limitare il trattamento con vandetanib ai pazienti che ne abbiano reale necessita'. Una malattia solamente sintomatica o solamente in progressione non e' sufficiente per rendere necessario il trattamento con vandetanib. Il tasso di variazione dei livelli di bio-marcatori quali calcitonina (CTN) e/o antigene carcinoembrionario (CEA) cosi' come il tasso di variazione del volume tumorale durante il periodo di attesa vigile potrebbe aiutare ad identificare non solo i pazienti che necessitano di trattamento ma anche il momento ottimale per iniziare il trattamento. Vandetanib alla dose di 300 mg e' associato con un sostanziale e concentrazione-dipendente prolungamento del QTc. I primi prolungamenti QT sono avvenuti piu' frequentemente nei primi tre mesi, ma hanno continuato a verificarsi come la prima volta anche dopo questo tempo. L'emivita di vandetanib (19 giorni) rende questo prolungamento dell'intervallo QTc particolarmente problematico. Il prolungamento del QTc dell'ECG sembra essere dose-dipendente. Torsioni di punta e tachicardia ventricolare sono state non comunemente riportate nei pazienti in trattamento con vandetanib 300mg al giorno. Il rischio di torsioni puo' aumentare in pazienti con s quilibrio elettrolitico. Non iniziare il trattamento nei pazienti in cui l'intervallo QTc dell'ECG e' maggiore di 480 msec. Non somministrare vandetanib a pazienti con storia di Torsioni di punta, a meno che tutti i fattori di rischio che hanno contribuito all'insorgenza della Torsioni siano stati corretti. Vandetanib non e' stato studiato nei pazienti con aritmie ventricolari o con infarto miocardico recente. Effettuare un ECG, e rilevati i livelli sierici di potassio, calcio e magnesio e ormone tireostimolante (TSH), al basale, dopo 1, 3, 6 e 12 settimane dall'inizio del trattamento e ogni 3 mesi, per almeno l'anno successivo. Applicare questo programma al periodo dopo la riduzione della dose dovuta al prolungamento del QTc e dopo l'interruzione della dose per piu' di due settimane. Effettuare ECG ed esami ematici durante e successivamente a questo periodo, quando clinicamente indicato. Si deve proseguire il monitoraggio frequente dell'intervallo QTc mediante ECG.Mantenere il livello sierico di potassio, di magnesio e di calcio a v alori nel range di normalita', al fine di ridurre il rischio di prolungamento del QTc dell'ECG. Un monitoraggio dell'intervallo QTc aggiuntivo, degli elettroliti e della funzionalita' renale e' richiesto specialmente nei casi di diarrea, incremento della diarrea/disidratazione, squilibrio elettrolitico e/o funzione renale compromessa. Se il QTc aumenta notevolmente, ma rimane inferiore a 500 msec, richiedere la consulenza di un cardiologo. La somministrazione di vandetanib insieme a sostanze che notoriamente possono prolungare l'intervallo QTc dell'ECG e' controindicata. L'uso concomitante di vandetanib e ondansetron non e' raccomandato. I pazienti che sviluppano un singolo valore dell'intervallo QTc di >=500 msec devono interrompere l'assunzione di vandetanib. Il farmaco puo' essere assunto nuovamente ad una dose ridotta dopo che si sia avuta conferma che l'intervallo QTc e' ritornato alle condizioni di pre-trattamento e che sia stata effettuata la correzione di unpossibile squilibrio elettrolitico. PRES e' una sindrome caratterizza ta da edema subcorticale vasogenico la cui diagnosi e' confermata da RMN al cervello ed e' stata osservata non frequentemente in pazienti intrattamento con vandetanib associato a chemioterapia. PRES e' stata o sservata anche in pazienti trattati con vandetanib in monoterapia. Considerare questa sindrome in ogni paziente che manifesta convulsioni, cefalea, alterazioni visive, confusione o funzioni mentali alterate (effettuare l'RMN al cervello). I pazienti senza mutazione del RET potrebbero avere un beneficio ridotto dal trattamento con vandetanib e il rapporto rischio/beneficio per questo gruppo di pazienti potrebbe pertanto differire da quello del gruppo con mutazioni del RET. Per i pazienti il cui stato di mutazione RET potrebbe essere negativo, considerare un possibile beneficio minore prima di decisioni sul trattamento individuale e valutare l'uso di vandetanib a causa dei rischi correlati al trattamento. Quindi un test di mutazione del RET e' raccomandato. Nello stabilire lo stato di mutazione del RET, ottenere campioni di tessuto, se possibile, al momento dell'inizio della terapia, piuttosto che al momento della diagnosi. Sono state osservate rash ed altre reazioni cutanee. Le reazioni cutanee da lievi a moderate possono essere gestite con un trattamento sintomatico o tramite riduzione o interruzione della dose. Le reazioni cutanee piu' severe possono richiedere un trattamento con glucocorticoidi per via sistemica e la sospensione definitiva di vandetanib. Si deve prestare attenzione all'esposizione solare. La diarrea e' un sintomo correlato alla malattia, cosi' come un noto effetto collaterale di vandetanib. Raggiunto il miglioramento, riprendere il trattamento ad una dose ridotta. Usare cautela nel somministrare vandetanib a pazienti con metastasi cerebrali, in quanto e' stata riportata emorragia intracranica. Nei pazienti trattati con vandetanib si e' osservata insufficienza cardiaca; puo' rendersi necessaria un'interruzione temporanea o permanente della terapia. L'insufficienza cardiaca puo' non essere reversibile all'interruzione di vandetanib. Alcuni casi sono stati fatali. In pazienti trattati con vandetanib si e' osservata ipertensione. Se l'elevata pressione arteriosa non puo' essere controllata tramite gestione medica, non riprendere il trattamento fino a quando la pressione arteriosa non sia stata normalizzata. Potrebbe essere necessaria una riduzione nella dose. Vandetanib non e' raccomandato nei pazienti con insufficienza renale moderata o grave. Vandetanibnon e' raccomandato nei pazienti con insufficienza epatica. Non e' ne cessario alcun aggiustamento della dose iniziale nei pazienti con insufficienza epatica di entita' lieve, moderata o grave. Si verificano comunemente innalzamenti di alanina aminotransferasi. La maggior parte degli innalzamenti si risolve nel corso della terapia; in altri casi solitamente si ha risoluzione dopo 1-2 settimane dall'interruzione dellaterapia. E' stata osservata malattia interstiziale polmonare (ILD) e alcuni casi sono stati fatali; interrompere il trattamento. Nel caso in cui sia confermata la diagnosi di ILD, interrompere il trattamento. Evitare l'impiego di vandetanib in concomitanza con induttori potenti del CYP3A4. Il beneficio del trattamento con vandetanib nei pazienti con un livello CTN inferiore a 500 pg/ml non e' stato stabilito, pertanto, l'impiego di questo farmaco nei soggetti con CTN < 500 pg/ml deve essere attentamente considerato, a causa dei rischi correlati al trattamento con vandetanib.

Interazioni

>>Interazioni farmacocinetiche. Effetto di vandetanib su altri prodotti medicinali: dati in vitro indicano che vandetanib e' un moderato induttore del CYP3A4. Pertanto, dal momento che non sono stati effettuatistudi clinici di interazione, si deve prestare attenzione quando vand etanib viene associato con substrati del CYP3A4, specialmente estroprogestinici, immunosoppressori come la ciclosporina o tacrolimus, o agenti antineoplastici come docetaxel e bortezomib. Vandetanib e' un inibitore debole della pompa di efflusso glicoproteina-P (P-gp). La co-somministrazione di vandetanib e prodotti medicinali escreti dalla P-gp, fra cui dabigatran o digossina, puo' causare l'aumento delle concentrazioni plasmatiche di questi prodotti medicinali. I pazienti trattati con dabigatran o digossina e vandetanib possono richiedere un aumento della sorveglianza clinica e biologica e aggiustamenti appropriati delladose, se necessario. Vandetanib e' un inibitore del trasportatore dei cationi organici 2 (OCT2). Pertanto, vandetanib potenzialmente puo' r idurre l'eliminazione di prodotti medicinali escreti notoriamente dall'OCT2 e aumentare l'esposizione del paziente a questi medicinali. Metformina e' un substrato dell'OCT2 e i pazienti trattati con vandetanib e metformina (o altre sostanze dell'OCT2) possono richiedere un monitoraggio piu' accurato e un possibile aggiustamento della dose di metformina. L'effetto degli inibitori della pompa protonica sull'assorbimento gastrointestinale di vandetanib non e' stato stabilito. Vandetanib ha evidenziato una solubilita' pH-dipendente; pertanto, la somministrazione contemporanea di vandetanib e inibitori della pompa protonica puo' ridurre l'esposizione del paziente a vandetanib. L'uso concomitante di queste classi terapeutiche non e' pertanto raccomandato. Effetti dialtri prodotti medicinali su vandetanib: in uno studio clinico effett uato su volontari sani, la co-somministrazione di vandetanib (una dosesingola di 300 mg) e itraconazolo (dosi ripetute di 200 mg una volta al giorno), un potente inibitore del CYP3A4, ha mostrato un aumento dell'esposizione plasmatica di vandetanib di circa il 9%. Poiche' la dose di itraconazolo era inferiore rispetto alla dose minima necessaria per inibire il CYP3A4 (cioe' 400 mg una volta al giorno), si deve prestare cautela quando itraconazolo e altri potenti inibitori del CYP3A4 (es. ketoconazolo, ritonavir e claritromicina) vengono somministrati inassociazione a vandetanib. In uno studio clinico effettuato su volont ari sani di sesso maschile, l'esposizione di vandetanib e' stata ridotta del 40% quando somministrato insieme ad un potente induttore del CYP3A4, rifampicina. Pertanto, deve essere evitato l'uso concomitante divandetanib con rifampicina e altri potenti induttori del CYP3A4 (es. carbamazepina, fenobarbital ed erba di San Giovanni). Interazioni farmacodinamiche: l'escrezione biliare di vandetanib non modificato, rappresenta una delle vie di escrezione del farmaco. Vandetanib non e' un substrato della proteina 2 di resistenza multifarmaco (MRP2), della glicoproteina-P (Pgp) o della proteina di resistenza del carcinoma mammario (BCRP). Prodotti medicinali che prolungano l'intervallo QTc: vandetanib ha dimostrato di avere un effetto sul prolungamento dell'intervallo QTc dell'ECG, Torsioni di punta sono state non comunemente riportate. Pertanto l'uso concomitante di vandetanib con prodotti medicinali noti anche per prolungare l'intervallo QTc e/o indurre Torsioni di punta e' controindicato o non raccomandato in considerazione delle terapiealternative esistenti. >>Associazioni controindicate: cisapride, erit romicina endovenosa (IV), toremifene, mizolastina, moxifloxacina, arsenico, antiaritmici di Classe IA e III. >>Associazioni non raccomandate: metadone, alloperidolo, amisulpride, clorpromazina, sulpiride, zuclopentixolo, alofantrina, pentamidina e lumefantrina. Se non esiste una terapia alternativa appropriata, le associazioni non raccomandate con vandetanib devono essere accompagnate da ECG aggiuntivo per monitorarel'intervallo QTc, una valutazione degli elettroliti e controlli ulter iori all'esordio della diarrea o al suo peggioramento. I risultati di uno studio di interazione farmacodinamica e farmacocinetica hanno evidenziato che la co-somministrazione con ondansetron in pazienti sani aveva apparentemente un effetto scarso sulla farmacocinetica di vandetanib, mentre produceva un modesto effetto supplementare sul prolungamento dell'intervallo QTc di circa 10 ms. Pertanto, l'uso concomitante di ondansetron e vandetanib non e' raccomandato. In caso di somministrazione di ondansetron in associazione con vandetanib, e' richiesto un monitoraggio attento degli elettroliti sierici e degli ECG e la gestione aggressiva di ogni anormalita'. Antagonisti della vitamina K: a causa dell'aumentato rischio di trombosi nei pazienti affetti da tumore, l'uso di anticoagulanti e' frequente. In considerazione della elevata variabilita' individuale della risposta alla terapia anticoagulante, e della possibilita' di interazione tra antagonisti della vitamina K e chemioterapia, si raccomanda un aumento della frequenza di monitoraggio dell'INR se si e' deciso di trattare il paziente con antagonisti della vitamina K.

Effetti indesiderati

Le reazioni avverse al farmaco piu' frequentemente riportate sono state diarrea, rash cutaneo, nausea, ipertensione e cefalea. Negli studi clinici condotti in pazienti trattati con vandetanib per il MTC, sono state osservate le seguenti reazioni avverse. Reazioni avverse al farmaco, in accordo al Council for International Organizations of Medical Sciences ( CIOMS III), elencate secondo la classificazione MedDRA per sistemi e organi (SOC), secondo il termine preferito e in base alla frequenza. La frequenza di insorgenza degli effetti indesiderati e' classificata come: molto comune (>= 1/10); comune (>= 1/100, < 1/10); non comune (>= 1/1.000, < 1/100); rara (>= 1/10.000, < 1/1.000); molto rara(< 1/10.000), non nota. Questo paragrafo include solo i dati derivant i da studi completati con esposizione dei pazienti nota. Disturbi da infezioni ed infestazioni. Molto comune: nasofaringite bronchite, infezioni delle vie respiratorie alte, infezioni del tratto urinario; comune: polmonite, sepsi, influenza, cistite, sinusite, laringite, follicolite, foruncolo, infezioni fungine, pielonefrite; non comune: appendicite, infezione da stafilococco, diverticolite, cellulite, ascessi dellaparete addominale. Patologie endocrine. Comune: ipotiroidismo. Distur bi del metabolismo e della nutrizione. Molto comune: appetito ridotto,ipocalcemia; comune: ipopotassiemia, ipercalcemia, iperglicemia, disi dratazione, iponatriemia; non comune: malnutrizione. Disturbi psichiatrici. Molto comune: insonnia, depressione; comune: ansia. Patologie del sistema nervoso. Molto comune: cefalea, parestesia, disestesia, vertigini; comune: tremore, sonnolenza, perdita di coscienza, disturbi dell'equilibrio, disgeusia; non comune: convulsioni, clono, edema cerebrale. Patologie dell'occhio. Molto comune: offuscamento della vista, cambiamenti strutturali corneali (compresi depositi corneali e opacita' corneale); comune: indebolimento della vista, visione di aloni, fotopsia, glaucoma congiuntivite, secchezza oculare, cheratopatia; non comune: cataratta, disturbi dell'accomodazione. Patologie cardiache. Molto comune: prolungamento dell'intervallo QTc dell'ECG; non comune: insufficienza cardiaca, insufficienza cardiaca acuta, disturbi della frequenza e del ritmo, disturbi della conduzione cardiaca, aritmia ventricolare e arresto cardiaco. Patologie vascolari. Molto comune: ipertensione;comune: crisi ipertensiva, condizioni cerebrovascolari ischemiche. Pa tologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: epistassi, emottisi, polmonite; non comune: insufficienza respiratoria, polmonite ab ingestis. Patologie gastrointestinali. Molto comune: dolori addominali, diarrea, nausea, vomito, dispepsia; comune: colite, secchezza delle fauci, stomatite, disfagia, stipsi, gastrite, emorragia gastrointestinale; non comune: pancreatite, peritonite, occlusione intestinale, perforazione dell'intestino, incontinenza fecale. Patologie epatobiliari. Comune: colelitiasi. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto comune: reazioni di fotosensibilita', rash cutaneo e altre reazioni cutanee (fra cui acne, cute secca, dermatite, prurito), alterazioni ungueali; comune: sindrome da eritrodisestesia palmo-plantare, alopecia; non comune: dermatite bollosa. Patologie renali e urinarie. Comune: proteinuria, nefrolitiasi; comune: disuria, ematuria, insufficienza renale, pollachiuria, urgenza della minzione; non comune: cromaturia, anuria. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comune: astenia, affaticamento, dolore, edema; comune: piressia; non comune: difficolta' di cicatrizzazione. Esami diagnostici. Molto comune: prolungamento dell'intervallo QTc dell'ECG; comune: aumento dei livelli sierici di ALT e AST, calo ponderale, aumentodel livello ematico di creatinina; non comune: aumento dell'emoglobin a, aumento dell'amilasi sierica. Nei pazienti trattati con vandetanib in monoterapia si sono verificati eventi quali Torsioni di punta, sindrome di Stevens-Johnson, eritema multiforme, malattia interstiziale polmonare (in alcuni casi fatale) e PRES (RPLS). Si prevede che queste reazioni avverse siano non comuni nei pazienti trattati con vandetanib per MTC. Nei pazienti trattati con vandetanib per MTC gli eventi oculari, come visione offuscata, sono comuni. Esami programmati con biomicroscopio hanno evidenziato opacita' corneali (cheratopatie verticillate) nei pazienti trattati; tuttavia, nei pazienti in trattamento con vandetanib non e' richiesto l'esame periodico con biomicroscopio. A diversa durata di esposizione, i livelli medi di emoglobina nei pazienti trattati con vandetanib erano aumentati di 0,5-1,5 g/dl rispetto al basale.

Gravidanza e allattamento

Le donne in eta' feconda devono utilizzare adeguate misure contraccettive durante la terapia e almeno nei quattro mesi successivi all'ultimadose somministrata. Ci sono dati limitati sull'uso di vandetanib dura nte la gravidanza. Come previsto dalla sua attivita' farmacologica, vandetanib ha mostrato effetti significativi su tutte le fasi della riproduzione femminile nei ratti. In caso di somministrazione di vandetanib durante la gravidanza o se si instaurasse una gravidanza durante il trattamento con vandetanib, si deve informare la paziente circa la potenziale anormalita' del feto o di un possibile aborto. Nelle donne in gravidanza il trattamento va proseguito solo nei casi in cui il potenziale beneficio per la madre superi il rischio per il feto. Non vi sonodati sull'uso di vandetanib in donne che allattano al seno. Nei ratti , vandetanib e/o i suoi metaboliti vengono escreti nel latte e a seguito dell'allattamento sono stati ritrovati nel plasma della prole. Durante il trattamento con vandetanib e' controindicato l'allattamento al seno. Nei ratti, vandetanib non ha mostrato alcun effetto sulla fertilita' maschile, mentre compromette la fertilita' femminile.