Carin - 20cpr Eff 330mg+200mg

Dettagli:
Nome:Carin - 20cpr Eff 330mg+200mg
Codice Ministeriale:020197051
Principio attivo:Acido Acetilsalicilico/Acido Ascorbico
Codice ATC:N02BA51
Fascia:C
Prezzo:5.4
Lattosio:Senza lattosio
Produttore:Farmakopea Spa
SSN:Non concedibile
Ricetta:SOP - ricetta non richiesta art.96 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Compresse effervescenti
Contenitore:Tubetto
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non superiore a +25 gradi
Scadenza:36 mesi

Denominazione

CARIN^(R) - Compresse Effervescenti

Formulazioni

Carin - 20cpr Eff 330mg+200mg

Categoria farmacoterapeutica

Analgesici ed antipiretici.

Principi attivi

Acido ascorbico 200 mg ed acido acetilsalicilico 330 mg.

Eccipienti

Sodio bicarbonato, acido citrico, glicocolla, sodio benzoato.

Indicazioni

Terapia sintomatica delle forme influenzali, raffreddori, cefalee, emicranie, dolori muscolari e reumatici, nevralgie, dolori periodici.

Controindicazioni / effetti secondari

Malattia ulcerosa gastro-duodenale. Ipersensibilita' all'acido acetilsalicilico ed ai salicilati. Diatesi emorragiche. Bambini e ragazzi di eta' inferiore ai 16 anni. Dosi superiori a 100 mg/die durante il terzo trimestre di gravidanza. Severa insufficienza cardiaca.

Posologia

Adulti e ragazzi di eta' superiore ai 16 anni : 1 o 2 compresse ogni tre ore, secondo necessita'. Non superare 8 compresse nelle 24 ore. Neltrattamento di pazienti anziani la posologia deve essere attentamente stabilita valutando un'eventuale riduzione dei dosaggi sopraindicati.

Conservazione

Chiudere accuratamente il tubetto dopo l'uso. Conservare a temperaturanon superiore a 25 gradi C.

Avvertenze

L'assunzione delle preparazioni per uso orale deve avvenire a stomaco pieno. Utilizzare con prudenza nei casi di asma e gotta. E' richiesta cautela (discutere con il proprio medico o farmacista) prima di iniziare il trattamento nei pazienti con anamnesi positiva per ipertensione e/o insufficienza cardiaca poiche' in associazione al trattamento con i FANS sono stati riscontrati ritenzione di liquidi, ipertensione ed edema. Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati con l'uso della piu' bassa dose efficace per la piu' breve durata possibile di trattamento che occorre per controllare i sintomi. Effetti cardiovascolari e cerebrovascolari: studi clinici e dati epidemiologici suggerisconoche l'uso di alcuni FANS (specialmente ad alti dosaggi e per trattame nti di lunga durata) puo' essere associato ad un modesto aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (per esempio infarto del miocardio o ictus). Non sono attualmente disponibili dati sufficienti per escludere un rischio simile per l'acido acetilsalicilico, quando esso e' somministrato alla dose giornaliera di 330-2640 mg. Questa specialita'medicinale non deve essere utilizzata nei bambini e nei ragazzi di et a' inferiore ai 16 anni.

Interazioni

Puo' interagire con anticoagulanti, uricosurici, sulfaniluree e ipoglicemizzanti.

Effetti indesiderati

Disturbi otovestibolari (ronzii, ecc.), gastrointestinali (dolori, ecc.), fenomeni emorragici (epistassi, gengivoraggie), fenomeni di ipersensibilita' (eruzioni cutanee, ecc.). In associazione al trattamento con i FANS sono stati riscontrati ritenzione di liquidi, ipertensione ededema. Studi clinici e dati epidemiologici sugggerisono che l'uso di alcuni FANS (specialmente ad alti dosaggi e per trattamenti di lunga durata) puo' essere associato ad un modesto aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (per esempio infarto del miocardio o ictus).

Gravidanza e allattamento

L'impiego in gravidanza per lunghi periodi e la somministrazione negliultimi tre mesi della gravidanza devono avvenire soltanto dietro pres crizione medica poiche' l'acido acetilsalicilico puo' provocare fenomeni emorragici nel feto e nella madre, ritardi di parto e, nel nascituro, precoce chiusura del dotto di Botallo. Gli studi clinici indicano che le dosi fino a 100 mg/die possono essere considerate sicure limitatamente ad un impiego in ambito ostetrico, che richiede un monitoraggiospecialistico. Ci sono insufficienti ati clinici relativi all'uso di dosi superiori a 100 mg/die fino a 500 mg/die. Quindi le raccomandazioni di seguito riportate per le dosi di 500 mg/die ed oltre si applicano anche a questo range di dosaggio. L'inibizione delle sintesi delle prostaglandine puo' interessare negativamente la gravidanza e/o lo sviluppo embrio/ fetale. Risultati di studi epidemiologici suggeriscono unaumentato rischio di aborto e di malformazione cardiaca e di gastrosc hisi dopo l'uso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine, nelle prime fasi della gravidanza. Il rischio assoluto di malformazioni cardiache era aumentato da meno dell'1% fino a circa l'1,5%. E' stato stimato che i rischio aumenta con la dose e la durata della terapia. Negli animali la somministrazione di inibitori della sintesi di prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita di pre e post impianto e di mortalita' embrione/fetale. Inoltre, un aumento di incidenza delle varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, e' stato riportato in animali a cui erano stati somministrati inibitori disintesi delle prostaglandine, durante il periodo organogenetico. Se l 'acido acetilsalicilico e' usato da una donna in attesa di concepimento o durante il primo e secondo trimestre di gravidanza, la dose e la durata del trattamento devono essere mantenute le piu' basse possibili.Durante il terzo trimestre di gravidanza tutti gli inibitori della si ntesi delle prostaglandine possono esporre: il feto a tossicita' cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare) e disfunzione renale (che puo' progredire in insufficienza renale con oligo-idroamnios); e la madre e il neonato, alla fine dellagravidanza, a possibile prolungamento del tempo di sanguinamento ed e ffetto antiaggregante (che puo' occorrere anche a dosi molto basse) edinibizione delle contrazioni uterine risultanti in ritardo o prolunga mento del travaglio. Conseguentemente l'acido acetilsalicilico a dosi superiori a 100 mg/die e' controindicato durante l'ultimo trimestre digravidanza.