Catapresan - 30cpr 150mcg

Dettagli:
Nome:Catapresan - 30cpr 150mcg
Codice Ministeriale:021502012
Principio attivo:Clonidina Cloridrato
Codice ATC:C02AC01
Fascia:C
Prezzo:8
Lattosio:Contiene lattosio
Produttore:Boehringer Ingelheim It.Spa
SSN:Non concedibile
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Compresse
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Nessuna particolare condizione di conservazione
Scadenza:36 mesi

Denominazione

CATAPRESAN 150 - 300 MCG COMPRESSE

Formulazioni

Catapresan - 30cpr 150mcg
Catapresan - 30cpr 300mcg

Categoria farmacoterapeutica

Sostanze antiadrenergiche ad azione centrale.

Principi attivi

Clonidina cloridrato.

Eccipienti

Amido di mais, calcio fosfato dibasico, lattosio monoidrato, silice colloidale anidra, amido solubile, povidone, acido stearico.

Indicazioni

Tutte le forme di ipertensione arteriosa.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' accertata al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti e a pazienti con bradiaritmia grave causata o da malattiadel nodo del seno o da blocco atrio-ventricolare di secondo o terzo g rado; controindicato in caso di rare condizioni ereditarie che possonoessere incompatibili con uno degli eccipienti del prodotto.

Posologia

Il trattamento dell'ipertensione richiede una costante supervisione medica. La dose deve essere individuata in funzione della risposta pressoria del singolo paziente. Compresse 150 mcg: indicato nell'ipertensione arteriosa lieve e moderata e, in particolare, nel trattamento dei pazienti anziani, che risultano piu' sensibili all'azione del farmaco. Si consiglia di iniziare il trattamento con mezza-1 compressa al di', preferibilmente la sera; tale posologia si e' dimostrata efficace nella maggior parte dei pazienti trattati. In caso di risposta insufficiente, aumentare gradualmente il dosaggio fino a 3 compresse al di'. Compresse 300 mcg: nelle forme di ipertensione arteriosa severa, come terapia di attacco, si ricorrera' invece al farmaco 300, somministrando inmedia 1 compressa 2-3 volte al di'. In casi estremamente resistenti s i possono impiegare dosi piu' elevate, da somministrarsi comunque sotto controllo medico e nell'ambito di un reparto ospedaliero. Insufficienza renale: la dose deve essere corretta in funzione della risposta individuale all'antiipertensivo, che puo' essere molto variabile nei pazienti affetti da insufficienza renale; in funzione del grado di compromissione renale. E' necessario un attento monitoraggio. Poiche' solo una minima frazione di clonidina viene eliminata mediante l'emodialisi routinaria, non vi e' alcuna necessita' di somministrare ulteriormenteil farmaco dopo la dialisi. Popolazione pediatrica: l'evidenza a supp orto dell'uso di clonidina in bambini ed adolescenti di eta' inferiorea 18 anni e' insufficiente. L'uso di clonidina non e' pertanto raccom andato nei soggetti pediatrici al di sotto dei 18 anni di eta'.

Conservazione

Questo medicinale non richiede alcuna particolare condizione di conservazione.

Avvertenze

Il medicinale deve essere somministrato con cautela in pazienti affetti da insufficienza coronarica di grado severo, insufficienza renale cronica, malattie cerebrovascolari, infarto miocardico recente e bradiaritmia lieve o moderata, stipsi. La somministrazione in pazienti affetti da polineuropatia, malattia di Raynaud ed altre affezioni di tipo ostruttivo del circolo periferico va effettuata con estrema cautela; analoghe precauzioni andranno osservate in pazienti depressi o che abbiano sofferto di disturbi depressivi, essendo stati segnalati casi di insorgenza o accentuazione di tali disturbi durante il trattamento con clonidina. Il farmaco non e' efficace nell'ipertensione da feocromocitoma. La clonidina, e i suoi metaboliti sono ampiamente escreti per via renale. In caso di insufficienza renale e' necessario un aggiustamento posologico particolarmente attento. Il trattamento, deve essere monitorato con particolare attenzione in pazienti con scompenso cardiaco o malattie coronariche gravi. Durante la prima settimana del trattamento,l'azione ipotensiva del medicinale puo' accompagnarsi ad un effetto s edativo. La sedazione di regola si attenua durante la prosecuzione della terapia. In caso di necessita' si deve procedere ad una riduzione della posologia. I pazienti devono essere informati che clonidina puo' potenziare l'azione di altri deprimenti del SNC, come agonisti oppiacei, analgesici, barbiturici, sedativi, anestetici o alcool. L'eventualesospensione del trattamento deve avvenire esclusivamente sotto contro llo medico e gradualmente con dosi a scalare, nell'arco di alcuni giorni, onde evitare un conseguente brusco aumento dei valori pressori conla classica sintomatologia (agitazione, palpitazioni, nervosismo, tre more, cefalea, nausea ecc.). Si devono pertanto avvertire i pazienti di non sospendere la terapia senza prima un consultato medico. Qualora si voglia interrompere la terapia, ridurre progressivamente la dose nell'arco di 2-4 giorni. Un aumento eccessivo della pressione sanguigna a seguito dell'interruzione del trattamento puo' essere revertito dalla somministrazione endovenosa di fentolamina o tolazolina. Se e' necessario interrompere un concomitante trattamento a lungo termine con beta-bloccanti, e' opportuno sospendere il beta-bloccante diversi giorni prima della graduale sospensione della clonidina. In pazienti che hanno manifestato reazioni cutanee locali al farmaco cerotto transdermico,il passaggio alla terapia orale con clonidina puo' comportare l'insor genza di rash diffuso. I pazienti che utilizzano lenti a contatto devono essere informati che il trattamento puo' ridurre la lacrimazione degli occhi. L'uso e la sicurezza d'impiego della clonidina nei bambini e negli adolescenti ha trovato scarso riscontro negli studi controllati, randomizzati; pertanto l'uso in questa popolazione di pazienti non puo' essere raccomandato. In particolare sono state osservate gravi reazioni avverse, compresa morte, quando la clonidina e' stata utilizzata "off-label" in associazione a metilfenidato nei bambini con ADHD (sindrome da deficit di attenzione ed iperattivita'). Pertanto, l'impiegodi clonidina in tale associazione non e' raccomandato. Le compresse c ontengono lattosio.

Interazioni

La riduzione nella pressione arteriosa indotta dalla clonidina puo' essere potenziata dalla somministrazione concomitante di altri farmaci ipotensivi. Cio' puo' essere sfruttato dal punto di vista terapeutico somministrando altri tipi di antiipertensivi come diuretici, vasodilatatori, beta-bloccanti, calcio-antagonisti ed ACE-inibitori, ma non alfa1 -bloccanti. I farmaci che inducono un aumento della pressione o una ritenzione idrica e di ioni sodio, come gli antinfiammatori non stero idei, possono ridurre l'efficacia della clonidina. Le sostanze con attivita' alfa 2 -bloccante, come la fentolamina o la tolazolina, possonoinibire gli effetti della clonidina mediati dai recettori alfa 2 in m odo proporzionale alla dose. La somministrazione concomitante di sostanze con attivita' cronotropa o dromotropa negativa come i beta-bloccanti o i glicosidi della digitale possono causare o potenziare i disturbi del ritmo nelle bradicardie. Non e' da escludersi che la somministrazione concomitante di un beta-bloccante possa causare o potenziare le disfunzioni vascolari periferiche. La somministrazione concomitante diantidepressivi triciclici o neurolettici con attivita' beta-bloccante puo' ridurre o annullare l'effetto antiipertensivo della clonidina e provocare o aggravare i fenomeni di alterazione della regolazione ortostatica. L'osservazione di pazienti in stato di delirio da alcol mostra che la somministrazione endovenosa di dosi elevate di clonidina puo'aumentare il potenziale aritmogeno (prolungamento del tratto QT dell' ECG e fibrillazione ventricolare) di elevate dosi di aloperidolo per via endovenosa. Non sono state stabilite relazione causale e rilevanza del trattamento antiipertensivo. Gli effetti depressivi sul S.N.C. di farmaci, come pure di alcoolici, possono risultare potenziati dalla somministrazione contemporanea di clonidina.

Effetti indesiderati

La maggior parte degli effetti indesiderati sono lievi e tendono a diminuire nel corso della terapia. Le reazioni avverse sono di seguito elencate per classificazione per sistemi e organi e per frequenza, secondo le seguenti categorie: molto comune (>= 1/10); comune (>= 1/100 < 1/10); non comune (>= 1/1.000 < 1/100); raro (>= 1/10.000 < 1/1.000); molto raro (< 1/10.000); non nota. Patologie endocrine. Raro: ginecomastia. Disturbi psichiatrici. Comune: depressione, disturbi del sonno; non comune: percezione delirante, allucinazioni, incubi; non nota: stato confusionale, riduzione della libido. Patologie del sistema nervoso.Molto comune: vertigini, sedazione; comune: cefalea; non comune: pare stesia. Patologie dell'occhio. Raro: riduzione del flusso lacrimale; non nota: disturbi dell'accomodazione. Patologie cardiache. Non comune:bradicardia sinusale; raro: blocco atrio-ventricolare; non nota: brad iaritmie. Patologie vascolari. Molto comune: ipotensione ortostatica; non comune: sindrome di Raynaud. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Raro: secchezza della mucosa nasale. Patologie gastrointestinali. Molto comune: secchezza delle fauci; comune: stipsi, nausea,dolore alle ghiandole salivari, vomito; raro: pseudo-ostruzioni del g rande intestino. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comune: prurito, rash, orticaria; raro: alopecia. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Comune: disfunzione erettile. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: stanchezza; non comune: malessere. Esami diagnostici. Raro: aumento della glicemia.

Gravidanza e allattamento

I dati relativi all'uso di clonidina in donne in gravidanza sono in numero limitato. Durante la gravidanza, il medicinale, va somministrato solo nei casi di effettiva necessita'. Si raccomanda un attento monitoraggio della madre e del bambino. La clonidina attraversa la barriera placentare e puo' ridurre il ritmo cardiaco del feto. Non vi sono datisufficienti riguardanti l'effetto a lungo termine dell'esposizione pr enatale al farmaco. Durante la gravidanza le forme orali di clonidina sono da preferirsi. La somministrazione endovenosa di clonidina deve essere evitata. Gli studi sugli animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti di tossicita' riproduttiva. Dopo il parto puo' verificarsi un transitorio aumento nella pressione arteriosa del neonato. Clonidina viene escreta nel latte materno. Tuttavia, esistono informazioni insufficienti relative agli effetti di clonidina sui neonati. L'uso del medicinale non e' quindi raccomandato durante l'allattamento. Non sono stati condotti studi clinici sull'effetto di clonidina sulla fertilita' umana. Gli studi con clonidina sugli animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti sull'indice di fertilita'.