Entyvio - Iv 1fl 300mg

Dettagli:
Nome:Entyvio - Iv 1fl 300mg
Codice Ministeriale:043442019
Principio attivo:Vedolizumab
Codice ATC:L04AA33
Fascia:H
Prezzo:3360.28
Produttore:Takeda Italia Spa
SSN:Medicinale ospedaliero dispensabile in farmacia a totale carico del cittadino
Ricetta:RRL - vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti art.93 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco ospedaliero esitabile in farmacia
Forma:Polvere per concentrato per soluzione per infusione
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Da +2 a +8 e al riparo dalla luce
Scadenza:36 mesi

Denominazione

ENTYVIO 300 MG POLVERE PER CONCENTRATO PER SOLUZIONE PER INFUSIONE (Medicinale sottoposto a monitoraggio addizionale).

Formulazioni

Entyvio - Iv 1fl 300mg

Categoria farmacoterapeutica

Immunosoppressori.

Principi attivi

Vedolizumab.

Eccipienti

L-istidina; l-istidina monocloridrato; l-arginina cloridrato; saccarosio; polisorbato 80.

Indicazioni

Colite ulcerosa: il farmaco e' indicato per il trattamento di pazientiadulti con colite ulcerosa attiva da moderata a grave, che hanno mani festato una risposta inadeguata, hanno perso la risposta o sono risultati intolleranti alla terapia convenzionale o alla somministrazione diun antagonista del fattore di necrosi tumorale alfa (TNFalfa). Malatt ia di Crohn: il medicinale e' indicato per il trattamento di pazienti adulti con malattia di Crohn attiva da moderata a grave, che hanno manifestato una risposta inadeguata, hanno perso la risposta o sono risultati intolleranti alla terapia convenzionale o alla somministrazione di un antagonista del fattore di necrosi tumorale alfa (TNFalfa).

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati; gravi infezioni attive come tubercolosi, sepsi, citomegalovirus, listeriosi e infezioni opportunistiche come la leucoencefalopatia multifocale progressiva (PML).

Posologia

Il trattamento con il farmaco deve essere iniziato dietro indicazione e portato avanti sotto la supervisione di operatori sanitari specializzati nella diagnosi e nel trattamento della colite ulcerosa o della malattia di Crohn. Ai pazienti deve essere consegnato il foglio illustrativo e la scheda di allerta del paziente. Colite ulcerosa: il regime posologico raccomandato e' 300 mg da somministrarsi mediante infusione endovenosa a zero, due e sei settimane e successivamente ogni otto settimane. Se non si osserva un beneficio terapeutico entro la Settimana 10 si deve rivalutare attentamente se proseguire la terapia nei pazienti con colite ulcerosa. Alcuni pazienti che hanno fatto osservare una riduzione della risposta potrebbero trarre beneficio da un aumento della frequenza di somministrazione fino ad arrivare a 300 mg ogni quattro settimane. Nei pazienti che hanno risposto al trattamento con il medicinale, la somministrazione di corticosteroidi puo' essere ridotta e/o interrotta in base allo standard di cura. Ripresa del trattamento: se la terapia viene interrotta e vi e' la necessita' di riprendere il trattamento con il medicinale, si puo' valutare la somministrazione ogni quattro settimane. Il periodo di interruzione del trattamento negli studi clinici e' arrivato fino a un anno. Durante la ripresa del trattamento con vedolizumab l'efficacia e' stata ripristinata senza un evidente aumento degli eventi avversi o delle reazioni correlate all'infusione. Malattia di Crohn: il regime posologico raccomandato e' 300 mg da somministrarsi mediante infusione endovenosa a zero, due e sei settimane e successivamente ogni otto settimane. I pazienti con malattia diCrohn che non manifestano una risposta potrebbero trarre beneficio da lla somministrazione di una dose di farmaco alla Settimana 10. Nei pazienti che rispondono al trattamento, proseguire la terapia ogni otto settimane a partire dalla Settimana 14. La terapia nei pazienti con malattia di Crohn non deve essere proseguita se non si osserva un beneficio terapeutico entro la Settimana 14. Alcuni pazienti su cui e' stata osservata una riduzione della risposta potrebbero trarre beneficio da un aumento della frequenza di somministrazione fino ad arrivare a 300 mg ogni quattro settimane. Nei pazienti che hanno risposto al trattamento con il farmaco, la somministrazione di corticosteroidi puo' essereridotta e/o interrotta in base allo standard di cura. Ripresa del tra ttamento: se la terapia viene interrotta e vi e' la necessita' di riprendere il trattamento con il farmaco, si puo' valutare la somministrazione ogni quattro settimane. Il periodo di interruzione del trattamento negli studi clinici e' arrivato fino a un anno. Durante la ripresa del trattamento con vedolizumab l'efficacia e' stata ripristinata senzaun evidente aumento degli eventi avversi o delle reazioni correlate a ll'infusione. Popolazione pediatrica: la sicurezza e l'efficacia di vedolizumab nei bambini di eta' compresa tra 0 e 17 anni non sono state stabilite. Non ci sono dati disponibili. Pazienti anziani: non sono necessari aggiustamenti della dose. Le analisi di farmacocinetica di popolazione non hanno mostrato alcun effetto del fattore eta'. Pazienti con compromissione renale o epatica: il medicinale non e' stato studiato in queste popolazioni di pazienti. Non possono essere quindi forniteraccomandazioni sulla dose. Modo di somministrazione: il farmaco e' s olo per uso endovenoso. Prima della somministrazione endovenosa deve essere ricostituito e ulteriormente diluito. Il medicinale si somministra mediante infusione endovenosa della durata di 30 minuti. I pazientidevono essere monitorati durante e dopo l'infusione.

Conservazione

Conservare in frigorifero (2 gradi C - 8 gradi C); tenere il flaconcino nell'imballaggio esterno per proteggere il medicinale dalla luce.

Avvertenze

La somministrazione di vedolizumab deve avvenire in strutture sanitarie adeguatamente attrezzate. Durante la somministrazione di vedolizumabdevono essere prontamente disponibili all'uso idonee misure di monito raggio. Osservare tutti i pazienti durante ogni infusione. Per le prime due infusioni devono anche essere posti sotto osservazione per circadue ore dopo il completamento dell'infusione per rilevare segni e sin tomi di reazioni di ipersensibilita' acuta. Per tutte le infusioni successive, i pazienti devono essere posti sotto osservazione per circa un'ora dopo il completamento dell'infusione. Reazioni correlate all'infusione: negli studi clinici sono state riferite reazioni all'infusione(IRR) e reazioni di ipersensibilita', la maggior parte delle quali di intensita' lieve o moderata. In presenza di una IRR grave, di una rea zione anafilattica o di altra reazione grave, la somministrazione del farmaco deve essere interrotta immediatamente e si deve istituire un trattamento appropriato. Se si verifica una IRR lieve o moderata, si puo' ridurre la velocita' di infusione o interrompere l'infusione e istituire un trattamento appropriato. Si potra' proseguire l'infusione unavolta che la IRR lieve o moderata sara' cessata. Nei pazienti con pre cedenti di IRR lievi o moderate al vedolizumab, valutare l'opportunita' di somministrare un pretrattamento prima dell'infusione successiva per minimizzarne i rischi. Infezioni: vedolizumab e' un antagonista dell'integrina selettiva per l'intestino senza evidenze di attivita' immunosoppressiva sistemica. Bisogna essere consapevole del potenziale aumento di rischio di infezioni opportunistiche o infezioni per le quali l'intestino rappresenta una barriera difensiva. Non iniziare il trattamento con il medicinale in pazienti con infezioni attive gravi fino a quando tali infezioni siano poste sotto controllo e valutare l'opportunita' di sospendere il trattamento nei pazienti che sviluppano un'infezione grave durante la terapia cronica con il farmaco. Usare cautela nel valutare l'impiego di vedolizumab in pazienti con un'infezione cronica controllata o precedenti di infezioni gravi ricorrenti. Monitorarei pazienti per rilevare eventuali infezioni prima, durante e dopo il trattamento. Il medicinale e' controindicato nei pazienti con tubercolosi attiva. Prima di iniziare il trattamento con vedolizumab, sottoporre i pazienti a screening per la tubercolosi in base alla prassi locale. Di fronte alla diagnosi di tubercolosi latente si deve istituire un'appropriata terapia anti- tubercolosi in conformita' con le raccomandazioni locali prima di iniziare la terapia con vedolizumab. Nei pazienti che ricevono una diagnosi di tubercolosi durante la terapia con vedolizumab tale terapia deve essere interrotta fino alla risoluzione dell'infezione da tubercolosi. Alcuni antagonisti dell'integrina e alcuniagenti immunosoppressivi sistemici sono stati associati a leucoencefa lopatia multifocale progressiva (PML), un'infezione opportunistica rara e spesso fatale provocata dal virus di John Cunningham (JC). Legandosi all'integrina alfa 4 beta 7 espressa sui linfociti gut-homing, vedolizumab esercita un effetto immunosoppressivo sull'intestino. Sebbene non siano stati osservati effetti immunosoppressivi sistemici in soggetti sani, gli effetti sulla funzionalita' del sistema immunitario sistemico in pazienti con malattia infiammatoria intestinale non sono noti. Anche se negli studi clinici sull'uso di vedolizumab non sono stati riferiti casi di PML, gli operatori sanitari devono monitorare i pazienti in terapia con vedolizumab per rilevare un'eventuale nuova insorgenza o un peggioramento dei segni e sintomi neurologici, come evidenziato nel materiale educazionale per i medici, e valutare in questo caso l'opportunita' di un consulto neurologico. Al paziente deve essere consegnata la scheda di allerta del paziente. Se si sospetta la PML, il trattamento con vedolizumab deve essere sospeso; in caso di conferma della diagnosi, il trattamento deve essere interrotto in via permanente.Neoplasie: il rischio di neoplasie risulta aumentato nei pazienti con colite ulcerosa e malattia di Crohn. I medicinali immunomodulatori po ssono aumentare il rischio di sviluppare neoplasie. Utilizzo precedente e concomitante di prodotti biologici: non sono disponibili dati da studi clinici sull'uso di vedolizumab in pazienti precedentemente trattati con natalizumab o rituximab. Usare cautela nel valutare l'uso del prodotto in questi pazienti. I pazienti precedentemente esposti a natalizumab devono attendere normalmente almeno 12 settimane prima di iniziare la terapia con il farmaco, salvo diversa indicazione basata sullecondizioni cliniche del paziente. Non sono disponibili dati clinici s ull'uso concomitante di vedolizumab e di immunosoppressori biologici. L'uso del medicinale in questi pazienti non e' pertanto raccomandato. Vaccini vivi e orali: in uno studio controllato con placebo condotto su volontari sani, una singola dose di vedolizumab da 750 mg non ha abbassato i tassi di immunita' protettiva verso il virus dell'epatite B in soggetti che avevano ricevuto tre dosi di vaccino per via intramuscolare con l'antigene di superficie ricombinante dell'epatite B. I soggetti esposti a vedolizumab hanno fatto osservare tassi di sieroconversione inferiori dopo aver ricevuto un vaccino orale inattivato contro ilcolera. L'impatto su altri vaccini orali e nasali non e' noto. Si rac comanda che tutti i pazienti effettuino le dovute vaccinazioni e i richiami previsti dalle attuali linee guida per l'immunizzazione prima diiniziare la terapia con il farmaco. I pazienti sottoposti al trattame nto con vedolizumab possono continuare a ricevere vaccini non vivi. Non vi sono dati sulla trasmissione secondaria di infezioni mediante vaccini vivi in pazienti in terapia con vedolizumab. La somministrazione del vaccino influenzale deve avvenire mediante iniezione, in linea conl'abituale prassi clinica. E' possibile somministrare altri vaccini v ivi in concomitanza con vedolizumab soltanto se i benefici sono chiaramente superiori ai rischi. Induzione della remissione nella malattia di Crohn: l'induzione della remissione nella malattia di Crohn in alcuni pazienti potrebbe richiedere fino a 14 settimane. I motivi di cio' non sono del tutto noti e sono forse correlati al meccanismo d'azione. Questo dato si deve tenere in considerazione, soprattutto nei pazientiche presentano al basale una malattia grave attiva non precedentement e trattata con antagonisti del TNFalfa. Le analisi esplorative di sottogruppi condotte negli studi clinici sulla malattia di Crohn suggeriscono che la somministrazione di vedolizumab a pazienti non trattati allo stesso tempo con corticosteroidi potrebbe rivelarsi meno efficace per l'induzione della remissione nella malattia di Crohn rispetto ai pazienti gia' in trattamento con corticosteroidi.

Interazioni

Non sono stati effettuati studi d'interazione. Vedolizumab e' stato studiato in pazienti adulti con colite ulcerosa e malattia di Crohn in terapia concomitante con corticosteroidi, immunomodulatori (azatioprina, 6-mercaptopurina e metotressato) e aminosalicilati. Le analisi di farmacocinetica di popolazione suggeriscono che la somministrazione concomitante di tali agenti non ha un effetto clinicamente significativo sulla farmacocinetica di vedolizumab. L'effetto di vedolizumab sulla farmacocinetica di composti medicinali comunemente somministrati in concomitanza non e' stato studiato. Vaccinazioni I vaccini vivi, in particolare i vaccini vivi orali, devono essere utilizzati con cautela in concomitanza con il farmaco.

Effetti indesiderati

Le reazioni avverse riportate nel seguente elenco si basano su studi clinici e sono suddivise secondo la classificazione per sistemi e organi. All'interno di ciascuna classificazione per sistemi e organi le reazioni avverse sono elencate per frequenza in base alle seguenti categorie: molto comune (>=1/10), comune (>=1/100, <1/10) e non comune (>=1/1.000, <1/100). Infezioni ed infestazioni. Molto comune: rinofaringite; comune: bronchite, gastroenterite, infezione delle prime vie respiratorie, influenza, sinusite, faringite; non comune: infezione delle vierespiratorie, candidosi vulvovaginale, candidosi orale. Patologie del sistema nervoso. Molto comune: cefalea; comune: parestesia. Patologie vascolari. Comune: ipertensione. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: dolore orofaringeo, congestione nasale, tosse. Patologie gastrointestinali. Comune: ascesso anale, ragadi anali, nausea, dispepsia, stipsi, distensione addominale, flatulenza, emorroidi. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: rash, prurito, eczema, eritema, sudori notturni, acne; non comune: follicolite. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Molto comune: artralgia; comune: spasmi muscolari, mal di schiena, debolezzamuscolare, affaticamento, dolore agli arti. Patologie sistemiche e co ndizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: piressia; noncomune: reazione nel punto di infusione (che include dolore alla sede di infusione e irritazione alla sede di infusione), reazione all'infu sione, brividi, sensazione di freddo. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinalee' importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rappor to beneficio/rischio del medicinale.

Gravidanza e allattamento

Nelle donne in eta' fertile e' fortemente raccomandato l'utilizzo di un metodo di contraccezione adeguato per prevenire la gravidanza, da proseguire per almeno 18 settimane dopo l'ultimo trattamento con il farmaco. I dati relativi all'uso di vedolizumab in donne in gravidanza sono in numero limitato. Gli studi sugli animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti di tossicita' riproduttiva. Il medicinale deve essere usato durante la gravidanza soltanto se i potenziali beneficigiustificano i potenziali rischi per la madre e il feto. Non e' noto se vedolizumab sia escreto nel latte materno o assorbito per via sistemica dopo ingestione. Dati farmacodinamici/tossicologici disponibili in animali hanno mostrato l'escrezione di vedolizumab nel latte. Poiche' gli anticorpi materni (IgG) sono escreti nel latte materno, deve essere presa la decisione se interrompere l'allattamento o interrompere la terapia/astenersi dalla terapia con il farmaco tenendo in considerazione il beneficio dell'allattamento per il bambino e il beneficio della terapia per la donna. Non sono disponibili dati relativi agli effetti di vedolizumab sulla fertilita' umana. Gli effetti sulla fertilita' maschile e femminile non sono stati formalmente valutati in studi sull'animale.