Enyglid - 90cpr 0,5mg

Dettagli:
Nome:Enyglid - 90cpr 0,5mg
Codice Ministeriale:042238030
Principio attivo:Repaglinide
Codice ATC:A10BX02
Fascia:A
Prezzo:7.8
Rimborso:7.8
Produttore:Krka Farmaceutici Milano Srl
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Compresse
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Al riparo dalla luce
Scadenza:36 mesi

Denominazione

ENYGLID 0,5 MG

Formulazioni

Enyglid - 90cpr 0,5mg

Categoria farmacoterapeutica

Ipoglicemizzanti, escluse le insuline.

Principi attivi

Repaglinide.

Eccipienti

Cellulosa microcristallina (E460); calcio idrogeno fosfato anidro; croscarmellosa sodica; povidone K25; glicerolo; magnesio stearato; meglumina; polossamero.

Indicazioni

La repaglinide e' indicata per gli adulti con diabete mellito tipo 2 la cui iperglicemia non puo' essere controllata in maniera soddisfacente tramite dieta ed esercizio fisico; indicata anche in combinazione con metformina negli adulti con diabete mellito tipo 2 che non sono controllati in maniera soddisfacente con la sola metformina; iniziare il trattamento in aggiunta alla dieta e all'esercizio fisico per ridurre ilivelli di glicemia correlati ai pasti.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' accertata alla repaglinide o ad uno qualsiasi degli eccipienti; diabete mellito tipo 1, peptide C negativo; chetoacidosi diabetica, con o senza coma; gravi disfunzioni epatiche; assunzione concomitante di gemfibrozil.

Posologia

La repaglinide va somministrata prima dei pasti e va dosata individualmente al fine di ottimizzare il controllo della glicemia. Occorre controllare periodicamente la glicemia per stabilire la dose minima efficace per il singolo paziente, in aggiunta al normale automonitoraggio domiciliare della glicemia e/o della glicosuria effettuato dal paziente stesso. Per controllare la risposta terapeutica possono essere utilizzati anche i livelli di emoglobina glicosilata. E' necessario effettuare il controllo periodico della glicemia per individuare i casi nei quali non sia stata raggiunta una adeguata riduzione dei livelli glicemici nonostante la somministrazione di dosi massimali di farmaco (fallimento primario) e per individuare i casi nei quali si ha una perdita della capacita' di controllare adeguatamente la glicemia dopo un primo periodo in cui il farmaco e' stato efficace (fallimento secondario). La somministrazione di repaglinide per un breve periodo puo' essere sufficiente in caso di perdita transitoria del controllo della glicemia neipazienti con diabete Tipo 2 normalmente ben compensati con la dieta. Dose iniziale: il dosaggio deve essere determinato dal medico in base al fabbisogno del paziente. La dose iniziale raccomandata e' di 0,5 mg. Tra le fasi di aggiustamento della dose devono trascorrereda una a due settimane circa (in base alla risposta glicemica). Se i pazienti sono trasferiti da un altro ipoglicemizzante orale, la dose iniziale raccomandata e' 1 mg. Mantenimento: la massima dose singola raccomandata e' di 4 mg, assunta ai pasti principali. La massima dose giornaliera totale non deve superare i 16 mg. Anziani: non sono stati effettuati studi clinici in pazienti con piu' di 75 anni. Insufficienza renale: la repaglinide e' escreta principalmente per via biliare e quindi l'escrezione non e' influenzata dalle malattie renali. L'otto per cento di una dose di repaglinide e' escreta attraverso i reni e la clearance plasmatica totale del prodotto e' ridotta nei pazienti con insufficienza renale. Poiche' la sensibilita' all'insulina e' piu' elevata nei diabetici con insufficienza renale, in questi pazienti, e' opportuno porre attenzione nell'aggiustare la dose. Insufficienza epatica: non sono stati effettuati studi clinici in pazienti con insufficienza epatica. Pazienti debilitati o malnutriti: nei pazienti debilitati o malnutriti, la dose iniziale e quella di mantenimento devono essere conservative ede' richiesto un attento aggiustamento della dose allo scopo di evitar e reazioni ipoglicemiche. Pazienti trattati con altri ipoglicemizzantiorali: i pazienti trattati con altri ipoglicemizzanti orali possono p assare direttamente al trattamento con la repaglinide, sebbene non esista un'esatta relazione di dosaggio tra repaglinide e gli altri ipoglicemizzanti orali. La massima dose iniziale raccomandata per i pazientiche passano al trattamento con la repaglinide e' di 1 mg da assumere subito prima dei pasti principali. La repaglinide puo' essere somministrata in associazione con la metformina, quando la glicemia non e' sufficientemente controllata con la sola metformina. In questo caso il dosaggio della metformina deve essere lasciato invariato e la repaglinide va somministrata contemporaneamente. La dose iniziale della repaglinide e' di 0,5 mg da assumere prima dei pasti principali; l'aggiustamento della posologia deve essere stabilito sulla base della risposta glicemica come per la monoterapia. Popolazione pediatrica: la sicurezza el'efficacia di repaglinide nei bambini al di sotto di 18 anni non son o state stabilite. Non ci sono dati disponibili. Modo di somministrazione: la repaglinide deve essere assunta subito prima dei pasti principali (cioe' somministrazione preprandiale). Le dosi di solito sono assunte circa 15 minuti prima del pasto ma il tempo puo' variare in un intervallo che va da immediatamente prima a 30 minuti precedenti il pasto(prima di 2, 3 o 4 pasti al giorno). I pazienti che saltano un pasto (o fanno un pasto in piu') devono essere istruiti a saltare (o aggiungere) una dose in relazione a quel pasto.

Conservazione

Conservare nella confezione originale, per proteggere il medicinale dalla luce.

Avvertenze

La repaglinide deve essere prescritta solo nel caso in cui, nonostanteadeguati tentativi di dieta, attivita' fisica e riduzione di peso, pe rsistano un controllo glicemico insufficiente e sintomi di diabete. Ipoglicemia: la repaglinide, come gli altri secretagoghi dell'insulina, puo' causare ipoglicemia. Combinazione con secretagoghi dell'insulina:con il passare del tempo, in molti pazienti, la capacita' di ridurre la glicemia da parte di un ipoglicemizzante orale diminuisce. Questo evento puo' dipendere da un peggioramento del diabete o da una ridotta capacita' di risposta al medicinale. Questa situazione, conosciuta come fallimento secondario, va distinta dal fallimento primario nel qualeil medicinale e' inefficace sin dall'inizio. Prima di classificare un paziente come soggetto in fallimento secondario bisogna aggiustare la dose e valutare l'aderenza alla dieta e all'esercizio fisico. La repa glinide agisce attraverso uno specifico sito di legame con un'azione breve sulle cellule beta. Non sono stati effettuati studi clinici sull'uso della repaglinide in caso di fallimento secondario ai secretagoghidell'insulina. Non sono stati effettuati studi clinici sulla combinaz ione con altri secretagoghi dell'insulina. Combinazione con insulina Protamina Neutra di Hagerdon (NPH) o con tiazolidindioni: sono stati effettuati studi sulla terapia combinata con insulina NPH o con tiazolidindioni. Tuttavia, rimane ancora da definire il profilo beneficio/rischio in confronto con altre terapie combinate. Combinazione con metformina: il trattamento concomitante con metformina e' associato ad un aumento del rischio di ipoglicemia. Quando un paziente stabilizzato con un qualsiasi ipoglicemizzante orale va incontro a stress quali febbre, traumi, infezioni o interventi chirurgici, si puo' verificare una perdita del controllo glicemico. In tali casi, puo' essere necessario sospendere la repaglinide e trattare transitoriamente il paziente con insulina. Sindrome coronarica acuta: l'uso di repaglinide potrebbe essere associato ad un aumento di incidenza di sindrome coronarica acuta, (adesempio infarto del miocardio). Uso concomitante: la repaglinide deve essere usata con cautela o evitata in pazienti che assumono medicinal i che influenzano il metabolismo della repaglinide. Se e' necessario l'uso concomitante, la glicemia deve essere controllata accuratamente cosi' come deve essere eseguito un attento monitoraggio clinico.

Interazioni

Numerosi medicinali sono noti influenzare il metabolismo della repaglinide. I dati ottenuti da studi in vitro indicano che la repaglinide viene metabolizzata prevalentemente dal CYP2C8, ma anche dal CYP3A4. Dati clinici da volontari sani confermano che CYP2C8 e' il piu' importante enzima coinvolto nel metabolismo della repaglinide mentre CYP3A4 gioca un ruolo minore, ma il suo contributo relativo puo' essere aumentato se CYP2C8 e' inibito. Di conseguenza il metabolismo, e con questo laclearance della repaglinide, puo' essere alterato da sostanze che inf luenzano questi enzimi del citocromo P-450 sia per via inibitoria che induttiva. Un'attenzione speciale va prestata quando entrambi gli inibitori del CYP2C8 e del 3A4 sono cosomministrati con la repaglinide. Sulla base di dati ottenuti da studi in vitro, la repaglinide sembra essere un substrato per l'assorbimento epatico attivo (proteina OATP1B1 trasportatore di anioni organici). Le sostanze inibitrici dell'OATP1B1 potrebbero aumentare le concentrazioni plasmatiche di repaglinide, come e' stato mostrato per la ciclosporina. La cosomministrazione di gemfibrozil (600 mg due volte al giorno), un inibitore del CYP2C8, e di repaglinide (una dose singola di 0,25 mg), ha aumentato di 8,1 volte l'area sotto la curva (AUC) della repaglinide e di 2,4 volte la C max in volontari sani. L'emivita e' stata prolungata da 1,3 a 3,7 ore con il risultato di un possibile aumento e prolungamento dell'effetto ipoglicemizzante della repaglinide e la concentrazione plasmatica della repaglinide a 7 ore e' aumentata di 28,6 volte dall'assunzione di gemfibrozil. L'assunzione concomitante di gemfibrozil e repaglinide e' controindicata. La cosomministrazione di trimetoprim (160 mg due volte al giorno), un debole inibitore del CYP2C8, e di repaglinide (una dose singola di 0,25 mg), aumenta l'AUC, la C max e t 1/2 della repaglinide (1,6 volte, 1,4 volte ed 1,2 volte rispettivamente) senza effetti statisticamente significativi sulla glicemia. Tale mancanza di effetto farmacodinamico e' stata osservata con una dose di repaglinide inferiore alla dose terapeutica. Poiche' il profilo di sicurezza di questa combinazione non e' stato stabilito con dosaggi superiori a 0,25 mg per la repaglinide e 320 mg per il trimetoprim, evitare l'uso concomitante del trimetoprim con la repaglinide. Se si rende necessario l'uso concomitante, controllare la glicemia cosi' come deve essere eseguito un attento monitoraggio clinico. La rifampicina agisce sia come un induttore che come inibitore nel metabolismo della repaglinide. Un pre-trattamento disette giorni con rifampicina (600 mg), seguito da cosomministrazione di repaglinide (una dose singola di 4 mg) al settimo giorno ha diminuito del 50% la AUC (effetto induttivo e inibente combinati). Quando la repaglinide e' stata data 24 ore dopo l'ultima dose di rifampicina, e'stata osservata una riduzione dell'AUC della repaglinide dell' 80% (e ffetto solo induttivo). L'uso concomitante di rifampicina e repaglinide potrebbe pertanto rendere necessario un aggiustamento posologico della repaglinide da definirsi tramite monitoraggio accurato della glicemia sia all'inizio del trattamento con rifampicina (inibizione acuta), sia alle dosi successive (insieme di inibizione e induzione) sia alla sospensione del trattamento (solo induzione) e fino ad approssimativamente due settimane dopo la sospensione della rifampicina quando l'effetto induttivo della rifampicina non e' piu' presente. Non si puo' escludere che altri induttori, possano avere un effetto simile. L'effetto del ketoconazolo, sulla farmacocinetica della repaglinide e' stato studiato in volontari sani. La cosomministrazione di 200 mg di ketoconazolo aumenta l'AUC e la C max della repaglinide di 1,2 volte, con i profili glicemici alterati di meno dell'8%, quando somministrato in modo concomitante (una dose singola di 4 mg di repaglinide). La cosomministrazione di 100 mg di itraconazolo, e' stata studiata anche in volontarisani ed ha evidenziato un aumento dell'AUC di 1,4 volte. Non si e' os servato alcun effetto significativo sui livelli di glucosio in volontari sani. In uno studio sulla interazione tra medicinali condotto in volontari sani, la cosomministrazione di 250 mg di claritromicina, a livello del meccanismo d'azione, aumenta lievemente l'AUC della repaglinide di 1,4 volte e la C max di 1,7 volte, ed aumenta l'incremento mediodell'AUC dell'insulina sierica di 1,5 volte e la concentrazione massi ma di 1,6 volte. Non e' ancora chiaro l'esatto meccanismo di tale interazione. In uno studio condotto su volontari sani, la cosomministrazione di repaglinide (una dose singola da 0,25 mg) e di ciclosporina (dosi ripetute da 100 mg) ha aumentato l'AUC e la C max rispettivamente dicirca 2,5 volte e 1,8 volte. Non essendo stata stabilita l'interazion e con dosaggi di repaglinide piu' alti di 0,25 mg, evitare l'uso concomitante di ciclosporina con repaglinide. Se tale associazione e' ritenuta necessaria, effettuare un attento monitoraggio clinico e della glicemia. In uno studio di interazione condotto su volontari sani, la co-somministrazione di deferasirox (30 mg/kg/giorno, 4 giorni), e di repaglinide (dose singola, 0,5 mg) ha determinato un aumento dell'esposizione sistemica alla repaglinide (AUC) fino a 2,3 volte il controllo della C max e un aumento esiguo, ma significativo, dei valori glicemici. Poiche' non e' stata stabilita l'interazione con dosaggi piu' alti di 0,5 mg di repaglinide, evitare l'uso concomitante di deferasirox e repaglinide. Se e' necessario l'uso combinato, effettuare un attento monitoraggio clinico e dei livelli glicemici. I farmaci beta-bloccanti possono mascherare i sintomi dell'ipoglicemia. La cosomministrazione di cimetidina, nifedipina, estrogeni o simvastatina con la repaglinide, non ha alterato significativamente i parametri farmacocinetici della repaglinide. La repaglinide, quando somministrata a volontari sani, non ha determinato effetti clinici di rilievo sulle proprieta' farmacocinetiche della digossina, della teofillina o del warfarin allo stadio stazionario. Quindi in caso di cosomministrazione della repaglinide con questi medicinali, non e' necessario eseguire aggiustamenti del dosaggio. L'effetto ipoglicemizzante della repaglinide puo' essere ridotto dalle seguenti sostanze: contraccettivi orali, rifampicina, barbiturici, carbamazepina, tiazidi, corticosteroidi, danazolo, ormoni tiroidei e simpaticomimetici. Quando questi medicinali sono aggiunti o eliminati dalla terapia di un paziente trattato con la repaglinide e' necessario controllare attentamente il paziente per verificare eventuali modifiche del controllo glicemico. Considerare una potenziale interazione quando la repaglinide e' usata con altri medicinali anch'essi secreti soprattutto attraverso la bile.

Effetti indesiderati

Le reazioni avverse piu' frequentemente riportate sono variazioni dei livelli di glucosio nel sangue, ad esempio ipoglicemia. Il verificarsidi queste reazioni dipende da fattori individuali, quali abitudini al imentari, il dosaggio, l'esercizio fisico e lo stress. Sulla base dell'esperienza con la repaglinide e con altri ipoglicemizzanti, sono state osservate le reazioni avverse elencate di seguito. La frequenza e' definita come: comune (da >=1/100 a <1/10); non comune (da >=1/1.000 a <1/100); rara (da >=1/10.000 a <1/1.000); molto rara (<1/10.000) e nonnota. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: ipoglicemi a; non nota: coma ipoglicemico e incoscienza ipoglicemica. Disturbi della vista. Molto rara: disturbo della rifrazione. Patologie cardiache.Rara: malattia cardiovascolare. Patologie gastrointestinali. Comune: dolore addominale, diarrea; molto rara: vomito, stipsi; non nota: nausea. Alterazioni del sistema epatobiliare. Molto rara: funzionalita' epatica anormale, aumento degli enzimi epatici. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non nota: ipersensibilita'. Reazioni allergiche: reazioni di ipersensibilita' generalizzata (ad es. reazioni anafilattiche), o reazioni immunologiche come la vasculite. Disturbo della rifrazione: si e' osservato che le variazioni dei livelli di glicemia possono provocare disturbi transitori della vista, specialmente all'inizio del trattamento. Questi disturbi sono stati riportati solo in rarissimi casi dopo l'inizio del trattamento con la repaglinide e in corsodi sperimentazioni cliniche non hanno mai richiesto interruzione del trattamento con repaglinide. Funzione epatica anormale, aumento degli enzimi epatici: durante il trattamento con la repaglinide sono stati riportati casi isolati di aumento degli enzimi epatici. La maggior parte dei casi erano lievi e transitori e solo pochissimi pazienti sono stati costretti ad interrompere la terapia. In casi molto rari, e' statariportata una grave disfuzione epatica. Ipersensibilita' Possono veri ficarsi reazioni di ipersensibilita' cutanea come eritema, prurito, rash cutanei e orticaria. Non c'e' tuttavia motivo di sospettare un'allergia crociata con le sulfaniluree a causa della diversita' nella struttura chimica.

Gravidanza e allattamento

Non vi sono studi riguardanti l'uso della repaglinide in donne in gravidanza. La repaglinide deve essere evitata durante la gravidanza. Non vi sono studi riguardanti l'uso della repaglinide in donne che allattano. La repaglinide non deve essere usata durante l'allattamento. Gli studi sugli animali hanno mostrato tossicita' riproduttiva.