Epirubicina Sand - Ev 10fl 100ml

Dettagli:
Nome:Epirubicina Sand - Ev 10fl 100ml
Codice Ministeriale:038462127
Principio attivo:Epirubicina Cloridrato
Codice ATC:L01DB03
Fascia:H
Prezzo:3309.65
Produttore:Sandoz Spa
SSN:Non concedibile
Ricetta:OSP1 - uso ospedaliero art.92 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Soluzione iniettabile
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Da +2 a +8 gradi, in frigorifero
Scadenza:24 mesi

Denominazione

EPIRUBICINA SANDOZ 2 MG/ML SOLUZIONE INIETTABILE E PER INFUSIONE

Formulazioni

Epirubicina Sand - Ev 5fl 5ml
Epirubicina Sand - Ev 10fl 5ml
Epirubicina Sand - Ev 1fl 25ml
Epirubicina Sand - Ev 5fl 25ml
Epirubicina Sand - Ev 10fl 25ml
Epirubicina Sand - Ev 1fl 50ml
Epirubicina Sand - Ev 5fl 50ml
Epirubicina Sand - Ev 10fl 50ml
Epirubicina Sand - Ev 1fl 100ml
Epirubicina Sand - Ev 5fl 100ml
Epirubicina Sand - Ev 10fl 100ml

Categoria farmacoterapeutica

Antibiotici citotossici e sostanze correlate.

Principi attivi

Epirubicina cloridrato.

Eccipienti

Sodio cloruro di acido cloridrico (per l'aggiustamento del pH), acqua per preparazioni iniettabili.

Indicazioni

L'epirubicina e' usata in una serie di condizioni neoplastiche che comprendono: carcinoma della mammella; cancro gastrico. Somministrata pervia intravescicale, l'epirubicina si e' dimostrata utile nel trattame nto di: carcinoma papillare della vescica a cellule transizionali; carcinoma in situ della vescica; profilassi intravescicale delle recidivedel carcinoma superficiale della vescica dopo resezione transuretrale .

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti; con marcata mielodepressione indotta da precedenti trattamenti con altri farmaci antitumorali e dalla radioterapia; trattati con dosi cumulative massime di altre antracicline quali doxorubicina o daunorubicina; con compromissione cardiaca in atto o pregressa [tra cui insufficienza cardiaca di grado IV della New York Heart Association (NYHA), infarto miocardico acuto o pregresso infarto con residuata insufficienza cardiaca di grado III e IV NYHA, cardiopatie infiammatorie acute, aritmia con conseguenze emodinamiche gravi]; con infezioni sistemiche acute; con grave compromissione epatica; con mucosite severa della bocca, della faringe, dell'esofago, e del tratto gastrointestinale; che allattano al seno. Per somministrazione intravescicale, l'epirubicina e' controindicata: nelle infezioni delle vie urinarie; - nei tumori invasivi che infiltrano la vescica; quando esistono difficolta' di cateterizzazione; nelle infiammazioni della vescica; in presenza di un voluminoso residuo urinario; nella vescica contratta.

Posologia

L'epirubicina va somministrata esclusivamente per via endovenosa o intravescicale. Sicurezza ed efficacia dell'epirubicina nei bambini non sono state dimostrate. Somministrazione endovenosa: e' consigliabile somministrare l'epirubicina attraverso il tubolare di una fleboclisi di soluzione fisiologica, dopo essersi accertati che l'ago sia perfettamente in vena. Occorre evitare con cura lo stravaso. In caso di stravaso, la somministrazione va immediatamente arrestata. Dose convenzionale:quando l'epirubicina e' usata in monoterapia, la dose raccomandata e' 60-90 mg/m^2 di superficie corporea. L'epirubicina va iniettata endov ena in 3-5 minuti. La somministrazione va ripetuta a intervalli di 21 giorni, a seconda dello stato ematologico e della funzione midollare del paziente. Se si verificano segni di tossicita', incluse neutropenia/neutropenia febbrile e piastrinopenia severe (che al giorno 21 possono essere ancora presenti), puo' essere necessario modificare la dose orimandare la successiva somministrazione. Alte dosi: nel trattamento ad alte dosi, l'epirubicina puo' essere somministrata endovena in boloin 3-5 minuti oppure per infusione della durata fino a 30 minuti. Can cro della mammella: nel trattamento adiuvante del cancro della mammella iniziale con linfonodi positivi, sono consigliate dosi di epirubicina endovena variabili da 100 mg/m^2 (quale dose unica al giorno 1) a 120 mg/m^2 (in due dosi divise ai giorni 1 e 8), ogni 3-4 settimane, in combinazione con ciclofosfamide e 5-fluorouracile endovena e tamoxifene orale. Dosi piu' basse (60-75 mg/m^2 per il trattamento convenzionale, e 105-120 mg/m^2 per quello ad alte dosi) sono consigliate nei pazienti con funzione midollare compromessa da precedenti chemio- o radioterapie, dall'eta', o da infiltrazione neoplastica. La dose totale per ciclo puo' essere suddivisa in 2-3 giorni successivi. Dosaggi per la somministrazione endovenosa: le seguenti dosi di epirubicina sono comunemente usate in monoterapia e in chemioterapia di associazione per vari tumori. Cancro gastrico: in monoterapia 60-90 mg/m^2; terapia di associazione: 50 mg/m^2. Le dosi sono somministrate in genere al giorno 1o ai giorni 1, 2 e 3, a intervalli di 21 giorni. Terapia di combinazi one: se l'epirubicina e' usata in associazione con altri farmaci citotossici, la dose va ridotta di conseguenza. Nel determinare le dosi cumulative massime di epirubicina (in genere: 720-1000 mg/m^2 ), bisogna tener conto di qualsiasi terapia concomitante con farmaci potenzialmente cardiotossici. Funzione epatica compromessa: la principale via di eliminazione dell'epirubicina e' il sistema epatobiliare. Nei pazienti con funzione epatica compromessa, la dose deve essere ridotta, sulla base dei livelli sierici di bilirubina, come segue: bilirubinemia dose 24-51 mcmol/l; riduzione della dose 50%; bilirubinemia >51 mcmol/L; riduzione della dose 75%. Funzione renale compromessa: una moderata compromissione della funzione renale non sembra richiedere una riduzione della dose, data la quantita' limitata di epirubicina escreta attraverso questa via. Tuttavia, un aggiustamento posologico puo' essere necessario nei pazienti con creatinina sierica >5 mg/dl. Somministrazione intravescicale: l'epirubicina puo' essere somministrata per via intravescicale nel trattamento del cancro superficiale e del carcinoma in situdella vescica. Essa non va somministrata per via intravescicale nel t rattamento di tumori invasivi che sono penetrati nella parete della vescica, nelle quali condizioni sono piu' appropriati la terapia sistemica o l'intervento chirurgico. L'epirubicina intravescicale e' stata usata con successo anche dopo resezione transuretrale di tumori superficiali quale agente profilattico per prevenire la recidiva. >>Dosi per la somministrazione intravescicale. Cancro della vescica. In monoterapia: 50 mg/50 ml oppure 80 mg/50 ml (carcinoma in situ); profilassi: 50 mg/50 ml una volta la settimana, per 4 settimane, poi una volta al mese per 11 mesi. Nel trattamento del cancro superficiale della vescica e' consigliato il seguente regime: 8 instillazioni settimanali di 50 mg/50 ml (diluiti con soluzione fisiologica o acqua distillata sterili).Se si osserva tossicita' locale: e' consigliata una riduzione della d ose a 30 mg/50 ml. Carcinoma in situ : fino a 80 mg/50 ml (a seconda della tollerabilita' del singolo paziente). Nella profilassi: 4 somministrazioni settimanali di 50 mg/50 ml, seguite da 11 somministrazioni mensili con la stessa dose. Diluizioni per le soluzioni da instillare in vescica. Dose di epirubicina necessaria 30mg; volume di epirubicina 2 mg/ml da iniettare 15 ml; volume di diluente (acqua sterile per pre parazioni iniettabili o soluzione fisiologica 0,9% sterile) 35 ml; volume totale da instillare in vescica 50 ml. Dose di epirubicina necessaria 50 mg; volume di epirubicina 2 mg/ml da iniettare 25 ml; volume didiluente (acqua sterile per preparazioni iniettabili o soluzione fisi ologica 0,9% sterile) 25 ml; volume totale da instillare in vescica 50ml; dose di epirubicina necessaria 80 mg; volume di epirubicina 2 mg/ ml da iniettare 40 ml; volume di diluente (acqua sterile per preparazioni iniettabili o soluzione fisiologica 0,9% sterile) 10 ml; volume totale da instillare in vescica 50 ml. La soluzione deve essere trattenuta nella vescica per 1-2 ore. Per evitare una indebita diluizione con urina, il paziente va istruito a non bere alcun liquido nelle 12 ore che precedono l'instillazione. Durante l'instillazione, il paziente deve essere a volte ruotato, e va istruito a urinare alla fine del periodo della instillazione.

Conservazione

Conservare a 2 - 8 gradi C.

Avvertenze

L'epirubicina va somministrata solo con la supervisione di un medico qualificato, con esperienza nell'uso di farmaci chemioterapici. Devono essere prontamente disponibili attrezzature diagnostiche e di trattamento per la gestione della terapia e delle possibili complicanze dovutealla mielodepressione, specialmente dopo impiego di alte dosi di epir ubicina. Durante il trattamento e per 6 mesi dopo la sua fine, sia gliuomini che le donne devono usare un efficace metodo contraccettivo. L o stravaso di epirubicina dalla vena durante l'iniezione puo' causare gravi lesioni e necrosi dei tessuti. Puo' verificarsi flebosclerosi inseguito a iniezione nei piccoli vasi o a ripetute iniezioni nella ste ssa vena. Un accurato monitoraggio basale di vari parametri di laboratorio e della funzione cardiaca deve precedere il trattamento iniziale con epirubicina. Durante il trattamento con epirubicina, vanno accuratamente monitorati globuli rossi, globuli bianchi, neutrofili e piastrine, sia prima che durante ogni ciclo di terapia. Leucopenia e neutropenia sono di solito transitorie con gli schemi convenzionali e ad alte dosi, raggiungendo un massimo tra il decimo e il quattordicesimo giorno, e al ventunesimo giorno i valori devono essere tornati normali; esse sono piu' severe con gli schemi ad alte dosi. La piastrinopenia (<100.000/mm^3) e' presente in pochissimi pazienti, anche dopo alte dosi di epirubicina. Prima di iniziare il trattamento con epirubicina, i pazienti devono avere recuperato in maniera adeguata da stomatite e mucosite gravi. Nello stabilire le dosi cumulative massime di epirubicina occorre tener presenti le eventuali terapie concomitanti con altri farmaci potenzialmente cardiotossici. Una dose cumulativa di 900-1000 mg/m^2 va superata solo con estrema cautela sia con le posologie di epirubicina convenzionali che con quelle elevate. Oltre questi livello, il rischio di insufficienza cardiaca congestizia irreversibile aumenta notevolmente. Si raccomanda di eseguire un ECG prima e dopo ogni ciclo ditrattamento. Alterazioni del tracciato ECG, quali appiattimento inver sione dell'onda T, depressione del segmento S-T, o comparsa di aritmia, generalmente transitorie e reversibili, non vanno prese necessariamente come indicazioni per interrompere il trattamento. Con dosi cumulative <900 mg/m^2, e' dimostrato che raramente si verifica cardiotossicita'. Tuttavia, per ridurre al minimo il rischio di insufficienza cardiaca del tipo descritto per altre antracicline, la funzione cardiaca vaattentamente monitorata. In caso di insufficienza cardiaca, il tratta mento con epirubicina va sospeso. La cardiomiopatia indotta dalle antracicline si associa a riduzione persistente del voltaggio del QRS, ad aumento oltre i limiti normali del tempo di intervallo sistolico [PEP/LVET, Pre-Ejection Phase/Left Ventricle Ejection Fraction (Fase di pre-eiezione/Tempo di eiezione del ventricolo sinistro)] e a una diminuzione della frazione di eiezione del ventricolo sinistro. Il monitoraggio cardiaco dei pazienti trattati con epirubicina e' di grande importanza, ed e' consigliabile valutare la funzione cardiaca con tecniche noninvasive. Le modificazioni elettrocardiografiche (ECG) possono essere indicative di cardiomiopatia indotta dalle antracicline, ma l'ECG non e' un metodo sensibile e specifico per seguire la cardiotossicita' co rrelata a queste sostanze. Il rischio di grave compromissione cardiacapuo' essere ridotto con il regolare monitoraggio della frazione di ei ezione del ventricolo sinistro (LVEF, Left Ventricle Ejection Fraction) nel corso del trattamento, interrompendo prontamente l'epirubicina al primo segno di alterata funzione. Il metodo preferibile per determinazioni ripetute della funzione cardiaca e' la valutazione della LVEF mediante angiografia radioisotopica multigated (MUGA, MUltiGated radioisotopic Angiography ) o ecocardiografia. Specialmente nei pazienti con fattori di rischio di aumentata cardiotossicita', si consiglia una valutazione cardiaca basale con un ECG e una angiografia MUGA o un ecocardiogramma. Soprattutto per le dosi cumulative piu' elevate di antracicline vanno eseguite determinazioni ripetute MUGA ed ecocardiografiche. La tecnica di valutazione impiegata deve essere la stessa nel corsodell'intero follow-up. Nei pazienti con fattori di rischio, particola rmente prima di impiegare un'antraciclina o un antracenedione, il monitoraggio della funzione cardiaca deve essere particolarmente stretto. Al pari di altri farmaci citotossici, l'epirubicina puo' indurre iperuricemia secondaria a rapida lisi delle cellule neoplastiche. I livelliematici di acido urico vanno quindi controllati, in modo che questo f enomeno possa essere riconosciuto e adeguatamente trattato. Il potenziale rischio di cardiotossicita' puo' aumentare nei pazienti contemporaneamente o precedentemente trattati con radioterapia in sede mediastinica pericardica e/o in terapia medica con farmaci potenzialmente cardiotossici. Prima di iniziare la terapia con epirubicina, e se possibilenel corso del trattamento, va valutata la funzione epatica (SGOT, SGP T, fosfatasi alcalina, bilirubina). L'epirubicina puo' conferire alle urine un colore rosso per 1-2 giorni dopo la somministrazione.

Interazioni

Si sconsiglia di miscelare con altri medicinali l'epirubicina cloridrato 2 mg/ml per iniezioni. Tuttavia, l'epirubicina puo' essere usata inassociazione con altri farmaci antitumorali. Interazioni farmacologic he con l'epirubicina sono state osservate con cimetidina, dexverapamil, dexrazoxano, docetaxel, interferone alfa-2b, paclitaxel e chinina. Il dexverapamil puo' alterare la farmacocinetica dell'epirubicina, e forse aumentare i suoi effetti mielodepressivi. La precedente somministrazione di dosi piu' elevate (900 mg/m^2 e 1200 mg/m^2) di dexrazoxano puo' aumentare la clearance sistemica dell'epirubicina e causare una diminuzione dell'AUC. Uno studio ha trovato che il docetaxel puo' aumentare le concentrazioni plasmatiche dei metaboliti dell'epirubicina, quando viene somministrato immediatamente dopo di questa. La co- somministrazione di interferone alfa-2b puo' causare sia la riduzione dell'emivita di eliminazione terminale che quella della clearance totale dell'epirubicina. Il paclitaxel puo' influenzare la farmacocinetica dell'epirubicina e del suo metabolita epirubicinolo. In uno studio, la tossicita' ematologica era maggiore quando il paclitaxel veniva somministrato prima dell'epirubicina, rispetto a quando veniva somministrato dopo. Uno studio ha dimostrato che la clearance del paclitaxel e' ridotta dall'epirubicina. La chinina puo' accelerare la distribuzione inizialedell'epirubicina dal sangue ai tessuti e influenzarne la ripartizione nei globuli rossi. La cimetidina (400 mg, 2 volte al giorno) somminis trata prima dell'epirubicina (100 mg/m^2 ogni 3 settimane) ha prodottoun aumento del 50% dell'AUC dell'epirubicina e del 41% di quella dell 'epirubicinolo (in quest'ultimo caso, P <0,05). L'AUC dell'aglicone 7-desossidoxorubicinolo e il flusso sanguigno epatico non erano ridotti,e pertanto i risultati non sono spiegati da una ridotta attivita' del citocromo P-450. L'epirubicina impiegata in associazione con altri ag enti citotossici puo' dare origine a una tossicita' additiva. In caso di (pre-) trattamento con farmaci che influenzano il midollo osseo (cioe', composti citostatici, sulfamidici, cloramfenicolo, difenilidantoina, derivati aminopiridinici, agenti antiretrovirali) va tenuta presente la possibilita' di un marcato disturbo dell'ematopoiesi Il potenziale rischio di cardiotossicita' puo' aumentare nei pazienti trattati contemporaneamente con agenti cardiotossici (ad es., 5-fluorouracile, ciclofosfamide, cisplatino, taxani) o con radioterapia sull'area mediastinica. Se l'epirubicina viene usata contemporaneamente ad altri farmaci che possono causare insufficienza cardiaca, ad es. a calcioantagonisti, allora la funzione cardiaca va monitorata nel corso dell'intero trattamento. L'epirubicina viene metabolizzata principalmente nel fegato; qualsiasi farmaco somministrato contemporaneamente che influenzi la funzione epatica puo' influenzarne anche metabolizzazione o farmacocinetica e, di conseguenza, efficacia e/o tossicita'. Questo farmaco e' in genere sconsigliato in associazione con vaccini vivi attenuati.

Effetti indesiderati

Le frequenze degli effetti avversi sono state classificate come segue:molto comuni (>1/10); comuni (>1/100, <=1/10); non comuni (>1/1000, < =1/100); rari (>1/10.000, <=1/1000); molto rari (<=1/10.000, incluse le segnalazioni isolate). Esami diagnostici. Rari: aumento dei livelli delle transaminasi. Patologie cardiache. Rare: cardiotossicita' [modificazioni ECG, tachicardia, aritmia, cardiomiopatia, insufficienza cardiaca congestizia (dispnea, edemi, epatomegalia, ascite, edema polmonare, versamento pleurico, ritmo di galoppo), tachicardia ventricolare, bradicardia, blocco atrio-ventricolare, blocco di branca]. Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comuni: mielodepressione (leucopenia, granulocitopenia, neutropenia, neutropenia febbrile, piastrinopenia,anemia). Possono verificarsi emorragie e ipossia tessutale (quale ris ultato della mielodepressione). Dosi elevate di epirubicina sono statesomministrate in sicurezza in un gran numero di pazienti non trattati con vari tumori solidi, e hanno causato eventi avversi che non sono d ifferenti da quelli osservati alle dosi convenzionali, ad eccezione della neutropenia febbrile reversibile (<500 neutrofili>/m^3 per <7 giorni), che si e' verificata nella maggior parte dei pazienti. Solo in pochi pazienti trattati con alte dosi si sono resi necessari il ricoveroin ospedale e la terapia di supporto per gravi complicanze infettive; non comuni: piastrinopenia. Patologie gastrointestinali. Comuni: naus ea, vomito, diarrea, che possono causare disidratazione, perdita dell'appetito e dolori addominali. Possono verificarsi anche esofagite e iperpigmentazione della mucosa orale. Patologie renali e urinarie. Moltocomuni: cromaturia (urine di colore rosso). Patologie della cute e de l tessuto sottocutaneo. Molto comuni: alopecia, in genere reversibile,si manifesta nel 60-90% dei casi trattati; nei maschi essa si accompa gna ad assenza di crescita della barba; comuni: vampate di calore; noncomuni: iperpigmentazione della cute e delle unghie. Arrossamento cut aneo. Rare: orticaria. Infezioni e infestazioni. Frequenza non nota: febbre, infezioni, polmonite, sepsi e shock settico possono verificarsiquale risultato della mielodepressione. Traumatismi, avvelenamenti e complicazioni da procedura. Comuni: dopo somministrazione intravescicale e' stata osservata cistite chimica, talora emorragica. Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi). Rari: leucemia mieloide acuta secondaria, con o senza fase preleucemica, in pazienti trattati con epirubicina in combinazione con farmaci antineoplasticiche danneggiano il DNA. Queste leucemie hanno una breve (1-3 anni) la tenza. Patologie vascolari. Non comuni: tromboflebite; frequenza non nota: occasionalmente si sono verificati eventi tromboembolici fortuiti[tra cui embolia polmonare (ad esito fatale in casi isolati)]. Patolo gie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comuni: mucosite - puo' comparire 5-10 giorni dopo l'inizio del trattamento, e usualmente comporta stomatite con aree di erosioni dolenti, ulcerazione e sanguinamento, principalmente ai lati della lingua e nella mucosa sublinguale; comuni: arrossamento lungo le vena in cui viene praticata l'infusione. Flebite locale, flebosclerosi. Possono verificarsi dolore locale e necrosi dei tessuti (dopo iniezione accidentale paravenosa). Non comuni: cefalea; rari: febbre, brividi, disturbi dell'equilibrio, amenorrea, azoospermia, iperuricemia (conseguenza dellarapida lisi delle cellule neoplastiche). Sono stati descritti anche i perpiressia, malessere, debolezza e aumento dei livelli delle transaminasi. Disturbi del sistema immunitario. Comuni: reazioni allergiche dopo somministrazione intravescicale; non comuni: fotosensibilita' o ipersensibilita' in caso di radioterapia ("recall phenomenon"); rari: anafilassi (reazioni anafilattiche/anafilattoidi con o senza shock, comprendenti rash, prurito, febbre e brividi). Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Rare: amenorrea, azoospermia.

Gravidanza e allattamento

Mancano informazioni definitive su eventuali influenze negative dell'epirubicina sulla fertilita' umana o sulla sua teratogenicita'. Dati sperimentali indicano tuttavia che l'epirubicina puo' risultare dannosa per il feto. Al pari della maggior parte degli altri farmaci antitumorali, l'epirubicina ha dimostrato negli animali proprieta' mutagene e carcinogene. Uomini e donne trattati con epirubicina devono essere informati del rischio potenziale di effetti avversi sulla riproduzione, e durante il trattamento e nei successivi 6 mesi devono usare un metodo contraccettivo efficace. Ai pazienti di sesso maschile trattati con epirubicina deve essere consigliato di non concepire figli durante il trattamento e nei 6 mesi successivi, e di chiedere informazioni, prima del trattamento, riguardo alla conservazione dello sperma, a causa della possibilita' di infertilita' dovuta alla terapia con epirubicina. Ledonne potenzialmente fertili devono essere pienamente informate dei p ossibili rischi per il feto, e se dovessero rimanere incinte durante la terapia con epirubicina va presa in considerazione la consulenza genetica. Nella chemioterapia dei tumori, l'epirubicina non deve essere usata nelle donne gravide o in quelle potenzialmente fertili che potrebbero diventarlo, a meno che i benefi'ci potenziali per la madre non superino i possibili rischi per il feto. Prima e durante la terapia con epirubicina, l'allattamento al seno va interrotto.