Herceptin - Ev 1fl 150mg

Dettagli:
Nome:Herceptin - Ev 1fl 150mg
Codice Ministeriale:034949014
Principio attivo:Trastuzumab
Codice ATC:L01XC03
Fascia:H
Prezzo:1004.08
Produttore:Roche Spa
SSN:Medicinale ospedaliero dispensabile in farmacia a totale carico del cittadino
Ricetta:RNRL - vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti art.93 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco ospedaliero esitabile in farmacia
Forma:Polvere per concentrato per soluzione per infusione
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Da +2 a +8 gradi
Scadenza:48 mesi

Denominazione

HERCEPTIN 150 MG

Formulazioni

Herceptin - Ev 1fl 150mg

Categoria farmacoterapeutica

Agenti antineoplastici, anticorpi monoclonali.

Principi attivi

Trastuzumab.

Eccipienti

L-istidina cloridrato, L-istidina, diidrato di alfa,alfa-trealoso, polisorbato 20.

Indicazioni

Carcinoma mammario metastatico: il farmaco e' indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma mammario metastatico HER2 positivo in monoterapia per il trattamento di pazienti che hanno ricevuto almeno dueregimi chemioterapici per la malattia metastatica. La chemioterapia p recedentemente somministrata deve aver contenuto almeno una antraciclina e un taxano, tranne nel caso in cui il paziente non sia idoneo a tali trattamenti. I pazienti positivi al recettore ormonale devono inoltre non aver risposto alla terapia ormonale, tranne nel caso in cui il paziente non sia idoneo a tali trattamenti. In associazione al paclitaxel per il trattamento di pazienti che non sono stati sottoposti a chemioterapia per la malattia metastatica e per i quali non e' indicato il trattamento con antracicline. In associazione al docetaxel per il trattamento di pazienti che non sono stati sottoposti a chemioterapia per la malattia metastatica. In associazione ad un inibitore dell'aromatasi nel trattamento di pazienti in postmenopausa affetti da carcinoma mammario metastatico positivo per i recettori ormonali, non precedentemente trattati con trastuzumab. Carcinoma mammario in fase iniziale: il farmaco e' indicato nel trattamento di pazienti con carcinoma mammario in fase iniziale HER-2-positivo dopo chirurgia, chemioterapia (neoadiuvante o adiuvante) e radioterapia (se applicabile). Il farmaco deveessere utilizzato soltanto in pazienti con carcinoma mammario metasta tico o in fase iniziale i cui tumori presentano iperespressione di HER2 o amplificazione del gene HER2 come determinato mediante un test accurato e convalidato. Carcinoma gastrico metastatico: il farmaco in associazione a capecitabina o 5-fluorouracile e cisplatino e' indicato nel trattamento di pazienti con adenocarcinoma metastatico dello stomacoo della giunzione gastroesofagea HER2-positivo, che non siano stati p recedentemente sottoposti a trattamento antitumorale per la malattia metastatica. Il farmaco deve essere somministrato soltanto a pazienti con carcinoma gastrico metastatico i cui tumori presentano iperespressione di HER2, definita come un risultato IHC2+ e confermata da un risultato SISH o FISH, o definita come un risultato IHC3+. Devono essere utilizzati metodi di determinazione accurati e convalidati.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' nota al trastuzumab, alle proteine murine o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Pazienti con dispnea a riposo grave, dovuta a complicanze di neoplasie avanzate, o pazienti che necessitano di ossigeno-terapia supplementare.

Posologia

La misurazione dell'espressione di HER2 e' obbligatoria prima di iniziare la terapia. Il trattamento con Herceptin deve essere iniziato esclusivamente da un medico esperto nella somministrazione di chemioterapia citotossica. Carcinoma mammario metastatico: somministrazione ogni tre settimane. La dose di carico iniziale consigliata e' di 8 mg/kg di peso corporeo. La dose di mantenimento consigliata a intervalli di tresettimane e' di 6 mg/kg di peso corporeo, con inizio tre settimane do po la dose di carico. Somministrazione settimanale: la dose di carico iniziale di farmaco consigliata e' di 4 mg/kg di peso corporeo. La dose di mantenimento settimanale di farmaco consigliata e' di 2 mg/kg di peso corporeo, con inizio una settimana dopo la dose di carico. Somministrazione in associazione a paclitaxel o docetaxel: negli studi registrativi (H0648g, M77001), paclitaxel o docetaxel sono stati somministrati il giorno successivo all'assunzione della prima dose di farmaco e immediatamente dopo le dosi successive di medicinale se la dose precedente del farmaco e' stata ben tollerata. Somministrazione in associazione ad un inibitore dell'aromatasi: nello studio registrativo (BO16216) il farmaco e anastrozolo sono stati somministrati dal giorno 1. Non sono state previste restrizioni relativamente al tempo di somministrazione del farmaco e anastrozolo. Carcinoma mammario in fase iniziale: somministrazione ogni tre settimane. Nella terapia adiuvante, oggetto dello studio BO16348 (HERA), il faramco e' stato somministrato al completamento della chemioterapia standard (piu' comunemente regimi contenenti antracicline o antracicline associate a un taxano). La dose iniziale di carico del farmaco consigliata e' di 8 mg/kg di peso corporeo. La dose di mantenimento consigliata del medicinale a intervalli di tre settimane e' di 6 mg/kg di peso corporeo, con inizio tre settimane dopo la dose di carico. Somministrazione settimanale: nella terapia adiuvante, il farmaco e' stato anche valutato come somministrazione settimanale (dose di carico di 4 mg/kg seguita da 2 mg/kg ogni settimana per un anno) in concomitanza con paclitaxel (somministrato settimanalmente(80 mg/m^2) o ogni 3 settimane (175 mg/m^2) per un totale di 12 setti mane) dopo 4 cicli di AC (doxorubicina 60 mg/m^2 e.v. contemporaneamente a ciclofosfamide 600 mg/m^2 per 20-30 minuti). Carcinoma gastrico metastatico: somministrazione ogni tre settimane. La dose di carico iniziale consigliata e' di 8 mg/kg di peso corporeo. La dose di mantenimento consigliata a intervalli di tre settimane e' di 6 mg/kg di peso corporeo, con inizio tre settimane dopo la dose di carico. Carcinoma mammario metastatico e in fase iniziale e carcinoma gastrico metastatico:durata del trattamento. I pazienti con carcinoma mammario metastatico o carcinoma gastrico metastatico devono essere trattati con Herceptin fino alla progressione della malattia. I pazienti con carcinoma mamma rio in fase iniziale devono essere trattati con Herceptin per 1 anno (18 cicli, un ciclo ogni tre settimane) o fino a comparsa di recidiva. Riduzione del dosaggio: non sono state effettuate riduzioni di dosaggio del farmaco nel corso degli studi clinici. I pazienti possono continuare la terapia con il farmaco durante i periodi di mielosoppressione reversibile indotta da chemioterapia, ma devono essere attentamente monitorati durante questo periodo per la comparsa di complicazioni legate alla neutropenia. Dosi dimenticate: se il paziente dimentica una dose di farmaco per una settimana o meno, in seguito la dose usuale di mantenimento del medicinale (somministrazione settimanale: 2 mg/kg, somministrazione ogni 3 settimane: 6 mg/kg) deve essere somministrata il prima possibile. Non attendere il successivo ciclo pianificato. Le successive dosi di mantenimento del farmaco (somministrazione settimanale:2 mg/kg, somministrazione ogni 3 settimane: 6 mg/kg, rispettivamente) devono essere somministrate seguendo lo schema precedente. Se il pazi ente dimentica una dose di farmaco per piu' di una settimana, si deve somministrare una nuova dose di carico di farmaco in 90 minuti circa (somministrazione settimanale: 4 mg/kg, somministrazione ogni 3 settimane: 8 mg/kg). Le successive dosi di mantenimento del medicinale (somministrazione settimanale: 2 mg/kg, somministrazione ogni 3 settimane: 6mg/kg, rispettivamente) devono essere somministrate da quel punto in poi (somministrazione settimanale: ogni settimana; somministrazione trisettimanale: ogni tre settimane). Particolari popolazioni di pazienti: i dati clinici mostrano che la disponibilita' del farmaco non e' alterata in funzione dell'eta' o della creatinina sierica. Negli studi clinici i pazienti anziani non hanno ricevuto dosi ridotte di farmaco. Non sono stati condotti studi di farmacocinetica negli anziani e nei soggetti con disfunzione renale o epatica. Tuttavia, in una analisi di farmacocinetica di popolazione, l'eta' e l'insufficienza renale non sono risultate modificare la disponibilita' di trastuzumab. Popolazione pediatrica: l'uso del farmaco non e' raccomandato nei bambini al di sotto di 18 anni di eta' a causa della insufficienza di dati sulla sicurezza ed efficacia. Modo di somministrazione: la dose di carico del farmaco deve essere somministrata mediante infusione endovenosa della durata di 90 minuti. Non somministrare come iniezione endovenosa o bolo endovenoso. L'infusione endovenosa del medicinale deve essere somministrata da personale sanitario preparato a gestire l'anafilassi e in presenza di strumentazione di emergenza. I pazienti devono essere tenuti sotto osservazione per almeno sei ore dopo l'inizio della prima infusione e per due ore dopo l'inizio delle successive infusioni per rilevare sintomi, quali febbre e brividi o altri sintomi correlati all'infusione. Tali sintomi possono essere controllati interrompendo l'infusione orallentandone la velocita'. L'infusione puo' essere ripresa una volta che i sintomi si sono alleviati. Se la dose iniziale di carico e' ben tollerata, le dosi successive possono essere somministrate in infusio ne da 30 minuti.

Conservazione

Conservare in frigorifero (2 gradi C - 8 gradi C).

Avvertenze

Il test per HER2 deve essere effettuato in un laboratorio specializzato che possa garantire una adeguata validazione delle procedure analitiche. Cardiotossicita': e' stata osservata insufficienza cardiaca nei pazienti trattati con il farmaco in monoterapia o in terapia di associazione a paclitaxel o docetaxel, in particolare dopo chemioterapia con antraciclina. Questa puo' essere da moderata a grave ed e' stata associata a decesso. Tutti i pazienti, ma in particolare quelli precedentemente esposti a trattamento con antraciclina e ciclofosfamide (AC), devono essere sottoposti a valutazione basale dello stato cardiaco, comprendente anamnesi ed esame fisico, ECG, ecocardiogramma o angiocardiografia radioisotopica o risonanza magnetica. Prima di decidere per il trattamento con il farmaco deve essere effettuata una attenta valutazione del rapporto rischio-beneficio. Attualmente il medicinale non deve essere somministrato in combinazione con le antracicline, eccetto che in studi clinici controllati con monitoraggio cardiaco. Anche i pazienti che hanno precedentemente ricevuto antracicline sono a rischio di cardiotossicita' con il trattamento con il farmaco. Poiche' l'emivita del farmaco e' di circa 3-4 settimane, il medicinale potrebbe permanere in circolo fino a 24 settimane dopo l'interruzione del trattamento conil farmaco. I pazienti che ricevono antracicline dopo la fine del tra ttamento con il farmaco potrebbero essere a maggior rischio di cardiotossicita'. I medici devono evitare una terapia a base di antracicline fino a 24 settimane dopo l'interruzione del farmaco. Se sono utilizzate antracicline, la funzione cardiaca del paziente deve essere monitorata attentamente. Il trattamento non puo' essere raccomandato nei pazienti con documentata storia di insufficienza cardiaca congestizia aritmie incontrollate ad elevato rischio, angina pectoris che richiede trattamento farmacologico, patologie valvolari clinicamente significative,infarto transmurale rilevabile all'elettrocardiogramma, ipertensione scarsamente controllata. La funzionalita' cardiaca deve essere ulteriormente monitorata durante il trattamento. Il monitoraggio puo' essere di aiuto nella identificazione di pazienti che sviluppano disfunzione cardiaca. Per i pazienti con carcinoma mammario in fase precoce, la valutazione cardiologica, deve essere ripetuta ogni 3 mesi durante il trattamento e 6, 12 e 24 mesi dopo la fine della terapia. I pazienti chesviluppano disfunzione cardiaca asintomatica possono beneficiare di u n piu' frequente monitoraggio. In caso di pazienti che riportano continua diminuzione della funzionalita' del ventricolo sinistro, ma rimangono asintomatici, si deve prendere in considerazione l'interruzione della terapia se non sono stati osservati benefici clinici della terapiacon il farmaco. I pazienti con insufficienza cardiaca sintomatica, st oria di ipertensione o documentata arteriopatia coronarica, nonche' quelli affetti da carcinoma mammario in fase iniziale, con frazione di eiezione del ventricolo sinistro (LVEF) uguale o inferiore al 55%, devono essere trattati con cautela. Se la LVEF si riduce di 10 punti di frazione di eiezione (EF) rispetto ai valori basali e scende al di sottodel 50%, si deve sospendere la somministrazione e ripetere la valutaz ione della LVEF a distanza di 3 settimane circa. Se la LVEF non migliora o fa registrare un'ulteriore riduzione, si deve seriamente considerare l'interruzione del farmaco, a meno che non si ritenga che i benefici per il singolo paziente siano superiori ai rischi. Se durante la terapia con il medicinale insorge insufficienza cardiaca sintomatica, occorre trattarla con le terapie standard convenzionali. L'interruzione della terapia con il farmaco deve essere seriamente presa in considerazione per i pazienti che sviluppano insufficienza cardiaca clinicamente significativa, a meno che i benefici valutati individualmente per ciascun paziente non superino l'entita' del rischio. La sicurezza della continuazione o risomministrazione del farmaco in pazienti che sviluppano cardiotossicita' non e' stata studiata con studi prospettici. Tuttavia, la maggior parte dei pazienti che hanno sviluppato insufficienzacardiaca negli studi registrativi e' migliorata con la terapia medica standard. Tale terapia ha incluso diuretici, glicosidi cardiaci, beta -bloccanti e/o inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina.Reazioni all'infusione, reazioni di tipo allergico e ipersensibilita' : le reazioni avverse gravi all'infusione del farmaco riportate poco frequentemente includono: dispnea, ipotensione, respiro sibilante, ipertensione, broncospasmo, tachiaritmia sopraventricolare, ridotta saturazione dell'ossigeno, anafilassi, distress respiratorio, orticaria e angioedema. In presenza di una reazione all'infusione, l'infusione del medicinale deve essere interrotta oppure la velocita' di infusione rallentata e il paziente deve essere monitorato fino alla risoluzione di tutti i sintomi osservati. Le reazioni gravi sono state trattate con successo con una terapia di supporto, quale ossigeno, beta-agonisti e corticosteroidi. In casi rari queste reazioni si sono associate a un decorso clinico culminato in un esito fatale. I pazienti che manifestano dispnea a riposo, dovuta a complicanze di tumori avanzati e comorbilita', possono correre un rischio piu' elevato di manifestare una reazione fatale all'infusione. Questi pazienti non devono pertanto essere trattati con il farmaco. Sono stati anche riportati miglioramenti iniziali seguiti da peggioramento clinico e reazioni ritardate con rapido deterioramento clinico. Si sono verificati decessi entro ore e fino ad una settimana dopo l'infusione. In occasioni molto rare, pazienti hanno sperimentato l'insorgenza di reazioni all'infusione o sintomi polmonari oltre sei ore dopo l'inizio dell'infusione del farmaco. I pazienti devono essere avvertiti della possibilita' di una simile insorgenza ritardata e devono essere istruiti a contattare il loro medico nel caso in cui questo accada. Eventi polmonari: eventi polmonari gravi sono stati riferiti con l'uso del farmaco nel contesto post-commercializzazione. Questi eventi sono risultati occasionalmente fatali. Sono stati inoltre riferiti casi di infiltrati polmonari, sindrome da distress respiratorio acuto, polmonite, versamento pleurico, distress respiratorio, edema polmonare acuto e insufficienza respiratoria. Questi eventi possono verificarsi nel contesto di una reazione all'infusione oppure avere un'insorgenza ritardata. I pazienti che manifestano dispnea a riposo, dovuta a complicanze di tumori avanzati e comorbilita', possono correre un rischio piu' elevato di manifestare eventi polmonari. Questi pazienti non devono pertanto essere trattati con il medicinale. In presenza di polmonite occorre osservare cautela, specialmente in pazienti trattati in concomitanza con taxani.

Interazioni

Non sono stati effettuati studi di interazione. Non puo' essere escluso il rischio di interazione con farmaci somministrati in concomitanza.

Effetti indesiderati

Tra le reazioni avverse piu' gravi e/o comuni riferite vi sono: cardiotossicita', reazioni all'infusione, ematotossicita' ed eventi avversi polmonari. >>Infezioni e infestazioni. Comune: polmonite, sepsi neutropenia, cistite, herpes zoster, infezione, rinofaringite, sinusite, infezione della cute, rinite, infezione delle vie respiratorie superiori,infezione delle vie urinarie, erisipela, cellulite. Non comune: sepsi . >>Tumori benigni, maligni e non specificati. Non nota: progressione di tumore maligno, progressione tumorale. >>Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comune: neutropenia febbrile. Comune: anemia, neutropenia, trombocitopenia, riduzione della conta lei leuciti/leucopenia. Non nota: ipoprotrombinemia. >>Disturbi del sistema immunitario. Comune: ipersensibilita'. Non nota: reazione anafilattica, shock anafilattico. >>Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: riduzionedi peso/perdita di peso, anoressia. Non nota: iperkaliemia. >>Disturb i psichiatrici. Comune: ansia, depressione, insonnia, pensieri anomali. >>Patologie del sistema nervoso. Molto comune: tremore, capogiri, cefalea. Comune: neuropatia periferica, parestesia, ipertonia, sonnolenza, disgeusia, atassia. Rara: paresi. Non nota: edema cerebrale. >>Patologie dell'occhio. Comune: secchezza oculare, aumento della lacrimazione. Non nota: papilledema, emorragia retinica. >>Patologie dell'orecchio e del labirinto. Non comune: sordita'. >>Patologie cardiache. Moltocomune: riduzione della pressione sanguigna, incremento della pressio ne sanguigna, irregolarita' del battito cardiaco, palpitazioni, flutter cardiaco. Comune: insufficienza cardiaca congestizia, tachiaritmia sopraventricolare, cardiomiopatia, riduzione della frazione di eiezione. Non comune: versamento pericardico. Non nota: shock cariogeno, pericardite, bradicardia, ritmo di galoppo presente. >>Patologie vascolari.Comune: ipotensione, vasodilatazione. >>Patologie respiratorie, torac iche e mediastiniche. Molto comune: respiro sibilante, dispnea. Comune: asma, tosse, epistassi, affezione polmonare, faringite, rinorrea. Non comune: versamento pleurico. Rara: polmonite. Non nota: fibrosi polmonare, distress respiratorio, insufficienza respiratoria, infiltrato polmonare, edema polmonare acuto, sindrome da distress respiratorio acuto, broncospasmo, ipossia, riduzione della saturazione d'ossigeno, edema laringeo, ortopnea, edema polmonare. >>Patologie gastrointestinali.Molto comune: diarrea, vomito, nausea, rigonfiamento delle labbra, do lore addominale. Comune: pancreatite, dispepsia, emorroidi, stipsi, bocca secca. >>Patologie epatobiliari. Comune: epatite, dolorabilita' epatica. Raro: ittero. Non nota: insufficienza epatica, danno epatocellulare. >>Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto comune:eritema, rash, rigonfiamento del viso. Comune: acne, alopecia, cute s ecca, ecchimosi, iperidrosi, rash maculo papulare, problemi alle unghie, prurito. Non nota: angioedema, dermatite, orticaria. >>Patologie del sistema muscolo scheletrico e del tessuto connettivo. Molto comune: artralgia. >>Patologie renali e urinarie. Molto comune: tensione muscolare, mialgia. Comune: artrite, dorsalgia, dolore osseo, spasmi muscolari, mal di collo, disordini renali. >>Patologie della gravidanza, puerperio e perinatali. Non nota: glomerulo nefrite membranosa, glomerulonefropatia, insufficienza renale, oligoidramnios. >>Patologie dell'ap parato riproduttivo e della mammella. Comune: infiammazione del seno/mastite. >>Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comune: astenia, dolore toracico, brividi, affaticamento, sintomi similinfluenzali, reazioni all'infusione, dolore, piressia. Comune: edema periferico, malessere, infiammazione delle mucose,edema. >>Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura. Com une: contusione. Le seguenti reazioni avverse sono state riferite negli studi clinici registrativi con frequenza >= 1/10%: letargia, ipoestesia, dolore alle estremita', dolore orofaringeo, congiuntivite, linfedema, aumento ponderale, tossicita' ungueale, dolore muscolo scheletrico, faringite, bronchite, fastidio al torace, dolore all'addome superiore, gastrite, stomatite, vertigini, vampate di calore, ipertensione, singhiozzo, sindrome da eritrodisestesia palmo-plantare, dolore mammario, onicorressi, dispnea da sforzo e disuria. Cardiotossicita': e' una reazione avversa comune associata all'impiego del farmaco ed e' stata associata ad esito fatale. Reazioni all'infusione, reazioni di tipo allergico e ipersensibilita': si stima che il 40% circa dei pazienti trattati con il farmaco manifestino una qualche forma di reazione all'infusione. Tali reazioni includono, ma non si limitano, a brividi, febbre, rash, nausea e vomito, dosane e cefalea. Gravi reazioni anafilattiche possono verificarsi durante sia la prima che la seconda infusione del farmaco e sono state associate ad esito fatale. Ematotossicita': neutropenia febbrile si e' osservata molto comunemente. Reazioni avverse che si sviluppano comunemente hanno incluso: anemia, leucopenia, trombocitopenia e neutropenia. La frequenza degli episodi di ipoprotrombinemia non e' nota. Eventi polmonari: reazioni avverse polmonari gravi siverificano in associazione all'uso del farmaco e sono state associate ad esito fatale. Queste comprendono infiltrati polmonari, sindrome da distress respiratorio acuto, polmonite, versamento pleurico, distress respiratorio, edema polmonare acuto e insufficienza respiratoria.

Gravidanza e allattamento

Gravidanza: studi sulla riproduzione sono stati condotti nella scimmiacynomolgus con dosi fino a 25 volte superiori alla dose di mantenimen to settimanale nell'uomo di 2 mg/kg di farmaco e non hanno rivelato alcuna evidenza di alterata fertilita' o di danno fetale. E' stato osservato passaggio placentare di trastuzumab durante il periodo di sviluppo fetale precoce (giorni 20-50 di gestazione) e tardivo (giorni 120-150 di gestazione). Non e' noto se il farmaco possa provocare danni al feto se somministrato in donne in gravidanza o se possa avere effetti sulla capacita' riproduttiva. Dato che gli studi sulla riproduzione nell'animale non sono sempre predittivi degli effetti nell'uomo, il medicinale somministrato deve essere evitato in gravidanza a meno che i potenziali benefici per la madre siano superiori ai potenziali rischi peril feto. Dopo la commercializzazione, sono stati riportati casi di ol igoidramnios in donne in gravidanza trattate con Herceptin. Allattamento: uno studio condotto su scimmie cynomolgus durante l'allattamento, con dosi 25 volte superiori alla dose di mantenimento settimanale nell'uomo di 2 mg/kg di farmaco, ha dimostrato che il trastuzumab e' secreto nel latte. La presenza di trastuzumab nel siero della scimmia neonata non e' stata associata ad alcun effetto avverso sulla crescita o sullo sviluppo dalla nascita fino a 1 mese di eta'. Non e' noto se il trastuzumab sia secreto nel latte materno umano. Poiche' le IgG1 umane sono secrete nel latte materno umano e non e' noto il rischio potenziale di danno per il neonato, le donne non devono allattare al seno durante la terapia con il farmaco e durante i 6 mesi successivi alla somministrazione dell'ultima dose.