Leustatin - Infus 7fl 10ml 10mg

Dettagli:
Nome:Leustatin - Infus 7fl 10ml 10mg
Codice Ministeriale:029005016
Principio attivo:Cladribina
Codice ATC:L01BB04
Fascia:C
Prezzo:4658.44
Produttore:Janssen Cilag Spa
SSN:Non concedibile
Ricetta:OSP1 - uso ospedaliero art.92 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco solo uso ospedaliero
Forma:Soluzione per infusione
Contenitore:Flacone monodose
Iva:10%
Temp. Conservazione:Da +2 a +8 gradi
Scadenza:24 mesi

Denominazione

LEUSTATIN 10 MG/10 ML SOLUZIONE PER INFUSIONE

Formulazioni

Leustatin - Infus 7fl 10ml 10mg

Categoria farmacoterapeutica

Antimetaboliti.

Principi attivi

Cladribina (1 mg/ml).

Eccipienti

Eccipienti: sodio cloruro, acido fosforico e/o sodio fosfato bibasico eptaidrato come regolatori del pH; acqua per preparazioni iniettabili.

Indicazioni

Trattamento di pazienti affetti da leucemia a cellule capellute (LCC);trattamento di pazienti affetti da leucemia linfatica cronica (LLC) d ella linea B che non hanno risposto o la cui malattia e' progredita durante o dopo il trattamento con almeno un protocollo terapeutico standard contenente un agente alchilante.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' alla cladribina o ad uno qualsiasi degli eccipienti.

Posologia

LCC: la posologia consigliata prevede un singolo ciclo di trattamento,della durata di 7 giorni consecutivi, con somministrazione per infusi one endovenosa continua di 0,09 mg/kg/die di cladribina. Scostamenti da questo schema posologico non sono consigliati. I pazienti che non rispondono dopo il primo ciclo di trattamento e' improbabile che possanotrarre beneficio da successivi trattamenti. LLC: la dose consigliata e' di 0,12 mg/Kg/die (4.8 mg/m^2/die) somministrata per infusione endovenosa continua di 2 ore per 5 giorni consecutivi ogni 28 giorni. Si consiglia di sottoporre i pazienti responder fino ad un massimo di 6 cicli di trattamento. Nei pazienti non - responder si consiglia di non superare i due cicli di trattamento. Modo di somministrazione: il contenuto del flacone dovra' essere diluito con appropriato diluente prima della somministrazione. Poiche' il preparato non contiene alcun conservante ad attivita' batteriostatica o battericida, la preparazione della soluzione deve essere fatta in condizioni asettiche e adottando idonee precauzioni ambientali.

Conservazione

Conservare in luogo refrigerato (2 gradi C-8 gradi C) ed al riparo dalla luce.

Avvertenze

Il farmaco e' un potente agente antineoplastico e puo' determinare gravi effetti tossici, quali mieloimmunosoppressione, linfocitopenia persistente ed infezioni opportunistiche. Esso deve essere somministrato sotto stretto controllo di clinici qualificati ed esperti nell'uso di farmaci antineoplastici. LLC: i pazienti che hanno mostrato progressione della malattia durante il trattamento con fludarabina, difficilmentepossono rispondere al trattamento con cladribina. L'uso in questi paz ienti e', pertanto sconsigliato. Sono stati segnalati effetti indesiderati gravi (ad esempio, infezioni respiratorie, polmonite ed infezionivirali della pelle), comprese le infezioni fatali (per esempio sepsi) . Eventuali infezioni concomitanti devono essere risolte prima di iniziare il trattamento. In caso di positivita' al test di Coombs, i pazienti devono essere attentamente monitorati per possibile emolisi. Pazienti con conta leucocitaria iniziale elevata devono essere trattati conallopurinolo ed adeguatamente idratati per alleviare i potenziali eff etti della sindrome da lisi tumorale. I pazienti con infezioni concomitanti da Herpes devono essere trattati con acyclovir. Il medicinale contiene 35,4 mg di sodio per flaconcino: da prendere in considerazione nei pazienti con un regime privo di sodio. I pazienti anziani devono essere trattati dopo valutazione individuale e attuando un attento monitoraggio della conta ematica e della funzione renale ed epatica. Il rischio richiede una valutazione caso per caso. Depressione midollare: l'effetto depressivo sull'attivita' midollare, consistente in neutropenia, anemia e trombocitopenia deve essere sempre considerato. Questo e'di solito reversibile e sembra essere dose-dipendente. La mielosoppre ssione e' particolarmente rilevabile durante il primo mese successivo al trattamento. Durante e dopo il trattamento i parametri ematologici dei pazienti dovranno quindi essere controllati regolarmente (in particolare durante i primi 2 mesi) al fine di valutare l'entita' della depressione ematopoietica. Si consiglia cautela nei pazienti con gravi disfunzioni midollari di qualsiasi origine. A causa della prolungata immunosoppressione associata con l'uso di analoghi nucleosidici, esiste il rischio potenziale di insorgenza di tumori secondari. Anche le neoplasie primarie ematologiche sono un fattore di rischio per l'insorgenzadi tumori secondari. LCC: durante le prime due settimane di trattamen to, le concentrazioni di emoglobina, piastrine e neutrofili diminuiscono e successivamente si normalizzano entro i due mesi successivi all'inizio del trattamento. La mielosoppressione e' stata rilevata particolarmente durante il primo mese successivo al trattamento. Si raccomandail controllo dei parametri ematologici dei pazienti durante i primi 2 mesi successivi al trattamento. LLC: durante i primi due cicli di tra ttamento le concentrazioni di emoglobina, piastrine e neutrofili raggiungono il nadir solitamente osservato nel secondo ciclo. Non sembra svilupparsi tossicita' cumulativa in seguito a cicli successivi di terapia. Si raccomanda il controllo dei parametri ematologici durante il trattamento. Neurotossicita': con l'uso di dosaggi molto elevati (da 4 a9 volte quelli consigliati per LCC), si sono manifestati segni di tos sicita' neurologica irreversibile (paraparesi/tetraparesi). La neurotossicita' sembra essere dose-correlata; tuttavia, nei pazienti trattaticon le dosi consigliate (0,09 mg/kg/die per 7 giorni) si sono manifes tati raramente segni di neurotossicita'. Il medico dovra' considerare di ridurre o sospendere il trattamento qualora compaiano segni di neurotossicita'. Dal momento che la maggior parte degli episodi febbrili si e' verificata in pazienti neutropenici, questi soggetti dovranno essere tenuti sotto attento controllo durante il primo mese e dovranno essere sottoposti a terapia antibiotica, se indicato clinicamente. Gli episodi febbrili dovranno essere valutati con appropriate indagini di laboratorio e radiologiche. Il medico dovra' valutare con molta attenzione i rischi ed i benefici derivanti dalla somministrazione del farmaco a pazienti con infezioni in atto. Poiche' la febbre puo' essere accompagnata da una aumentata perdita di liquidi, i pazienti devono esseretenuti ben idratati. Sindrome da lisi tumorale: sono stati segnalati rari casi di sindrome da lisi tumorale in pazienti affetti da altre emopatie maligne ad elevato carico di cellule tumorali e trattati con cladribina. Effetto sulla funzione epatica e renale: insufficienza renale acuta e' comparsa in alcuni pazienti trattati con dosi elevate. Datoche non vi sono dati adeguati sul trattamento di pazienti con insuffi cienza renale od epatica, dovra' essere usata cautela nella somministrazione a questi pazienti. Come per altri potenti chemioterapici, dovra' essere eseguito il monitoraggio delle funzioni epatica e renale se clinicamente adeguato, soprattutto in pazienti con concomitanti disfunzioni al rene e/o al fegato. In caso di tossicita' renale, si dovra' posticipare od interrompere il trattamento. Esami di laboratorio: durante e dopo il trattamento i parametri ematologici dei pazienti dovranno essere controllati regolarmente al fine di valutare l'entita' della depressione ematopoietica. La sicurezza e l'efficacia nei bambini non sono state determinate.

Interazioni

Particolare attenzione e' necessaria qualora venga somministrato dopo o in associazione con altri farmaci mielotossici. In seguito alla somministrazione, deve essere usata particolare cautela prima di iniziare altre terapie immunosoppressive o mielosoppressive. A causa del potenziale aumento degli effetti immunosopressori che possono favorire il rischio di infezioni, non e' raccomandata la somministrazione concomitante del medicinale e di vaccini vivi attenuati. A causa del simile metabolismo intracellulare puo' verificarsi resistenza crociata con altri analoghi dei nucleotidi come fludarabina o 2'-desossicoformicina. Si sconsiglia pertanto la somministrazione contemporanea di analoghi dei nucleotidi con cladribina. Dal momento che possono verificarsi interazioni con medicinali che subiscono fosforilazione intracellulare, quali ad esempio antivirali o inibitori della captazione di adenosina (ad esempio didanosina, tenofivir, adefovir), l'uso concomitante con cladribina non e' raccomandato.

Effetti indesiderati

Frequenze reazioni avverse: molto comune (>= 1/10), comune (>= 1/100 a<1/10), non comune (>= 1/1, 000 a <1/100), rara (>= 1/10, 000 a < 1 / 1, 000), molto rara (<1/10, 000), non nota (non puo' essere stimata d ai dati disponibili). >>LCC. Disfunzione sanguigna e del sistema linfatico. Comune: neutropenia febbrile, anemia. Disturbi psichiatrici. Comune: insonnia, ansia. Patologie del sistema nervoso. Molto comune: mal di testa; comune: vertigini. Patologie cardiache. Comune: tachicardia. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: tosse, dispnea, suoni respiratori anomali, rantoli. Patologie gastrointestinali. Molto comune: nausea; comune: vomito, diarrea, dolore addominale, costipazione, flatulenza. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto comune: rash; comune: iperidrosi, ecchimosi, petecchie, prurito. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: dolore, mialgia, artralgia. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comune: piressia, affaticamento, reazione del sito di somministrazione; comune: astenia, malessere generale, brividi, edema periferico, debolezza muscolare, perdita dell'appetito. Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura. Comune: contusione. >>LLC. Infezione ed infestazioni. Comune: polmonite, batteriemia, celluliti, infezione localizzata. Disfunzione sanguigna e del sistema linfatico. Comune: trombocitopenia. Patologie delsistema nervoso. Molto comune: mal di testa. Patologie vascolari. Com une: flebiti. Patologie respiratorie toraciche e mediastiniche. Comune: tosse, dispnea, suoni respiratori anomali, rantoli. Patologie gastrointestinali. Comune: nausea, vomito, diarrea. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: rash, iperidrosi, porpora. Patologie delsistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: dolore. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comune: piressia, reazione del sito di somministrazione, affaticamento; comune: edema periferico, astenia, edema, crepitii, edema localizzato, debolezza muscolare. Le seguenti reazioni avverse sono state riportate in pazienti sottoposti a piu' cicli di trattamento. Infezioni e infestazioni: shock settico (comune). Si sono verificate nella fase acuta del trattamento infezioni opportunistiche (non comune). Tumori: tumori secondari sono un rischio potenziale a causa della prolungata immunosoppressione associata all'uso di analoghi nucleosidici. Anche le neoplasie ematologiche primarie sono un fattore di rischio per tumori secondari. Disfunzioni del sangue e del sistema linfatico: depressione midollare con prolungata pan citopenia (non comune), compresi alcuni casi di anemia aplastica (non comune); in pazienti con linfomi maligni, durante le prime settimane successive al trattamento e' stata riportata anemia emolitica(comune); ipereosinofilia (non comune). Sono stati riportati rari casi di sindrome mielodisplastica (non comune). Disturbi del sistema immunitario: ipersensibilita' (comune). Disturbi del metabolismo e della nutrizione: sindrome da lisi tumorale (non comune). Disturbi psichiatrici: confusione (incluso disorientamento) (comune). Patologie del sistema nervoso: basso livello di coscienza (non comune); tossicita' neurologica (compresi neuropatia sensoriale periferica, neuropatia motoria (paralisi), polineuropatia, paraparesi); inogni caso neurotossicita' grave e' stata raramente riportata durante la somministrazione di dosaggi standard di cladribina. Patologie dell'occhio: congiuntivite (comune). Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: infiltrati interstiziali polmonari (comune) (tra cui infiltrazione polmonare, malattia polmonare interstiziale, polmonite e fibrosi polmonare), di eziologia sconosciuta nella maggior parte dei casi. Patologie epatobiliari: reversibile, generalmente mite, aumenti della bilirubina (non comune) e delle transaminasi (non comune). Patologiedella cute e del tessuto sottocutaneo: orticaria (comune), Sindrome d i Stevens-Johnson (non comune). Patologie renali e urinarie: insufficienza renale (non comune) (inclusa insufficienza renale acuta, compromissione renale).

Gravidanza e allattamento

Il farmaco non deve essere utilizzato durante la gravidanza. Le donne in eta' fertile devono utilizzare misure contraccettive efficaci durante il trattamento e per 6 mesi dopo l'ultima dose. Qualora venga somministrato in gravidanza, o la paziente diventi gravida durante il trattamento, questa dovra' essere informata dei possibili rischi per il feto. Il prodotto e' teratogeno nel topo e nel coniglio. Non esistono studi adeguati e ben controllati su donne gravide. Non e' noto se la cladribina sia escreto nel latte. L'allattamento non deve essere intrapreso durante il trattamento e per 6 mesi dopo l'ultima dose. Gli uomini in trattamento devono essere avvisati di non concepire un bambino fino a 6 mesi dopo l'ultima dose. La pianificazione familiare dovrebbe essere discussa con i pazienti a seconda dei casi.