Levodopa Car Ent Aur - 100cpr150

Dettagli:
Nome:Levodopa Car Ent Aur - 100cpr150
Codice Ministeriale:043550185
Principio attivo:Levodopa/Carbidopa/Entacapone
Codice ATC:N04BA03
Fascia:A
Prezzo:57.86
Produttore:Aurobindo Pharma Italia Srl
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Compresse rivestite
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Nessuna particolare condizione di conservazione
Scadenza:24 mesi

Denominazione

ARNALEVOCAP COMPRESSE RIVESTITE CON FILM

Formulazioni

Levodopa Car Ent Aur - 100cpr75+
Levodopa Car Ent Aur - 100cpr100
Levodopa Car Ent Aur - 100pr125+
Levodopa Car Ent Aur - 100cpr150

Categoria farmacoterapeutica

Sostanze dopaminergiche.

Principi attivi

Levodopa, carbidopa (come monoidrato) e entacapone.

Eccipienti

Nucleo della compressa: sodio croscarmellosa; idrossipropilcellulosa; trealosio diidrato; cellulosa in polvere; solfato di sodio anidro; cellulosa microcristallina; stearato di magnesio. Rivestimento della compressa: alcool polivinilico parzialmente idrolizzato; talco; biossido di titanio (E171); macrogol; ossido di ferro rosso (E172); lecitina (soia) (E322); ossido di ferro giallo (E172).

Indicazioni

Trattamento di pazienti adulti affetti da malattia di Parkinson e fluttuazioni motorie di fine dose non stabilizzate con il trattamento a base di levodopa/inibitore della dopa-decarbossilasi (DDC).

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo, alla soia, alle arachidi o a unoqualsiasi degli eccipienti elencati; grave alterazione della funziona lita' epatica; glaucoma ad angolo chiuso; feocromocitoma; somministrazione concomitante del farmaco e inibitori delle monoaminossidasi (MAO-A e MAO-B) non selettivi (ad es. fenelzina, tranilcipromina); somministrazione concomitante di un inibitore MAO-A selettivo e un inibitore MAO-B; anamnesi positiva per sindrome maligna da neurolettici (NMS) e/orabdomiolisi non traumatica.

Posologia

La dose giornaliera ottimale deve essere determinata attraverso un'attenta titolazione della levodopa in ciascun paziente. La dose giornaliera deve essere preferibilmente ottimizzata utilizzando una delle setteconcentrazioni in cui sono disponibili le compresse. Istruire i pazie nti ad assumere una sola compressa per ogni somministrazione. I pazienti che ricevono una dose di carbidopa inferiore a 70-100 mg al giorno hanno una probabilita' maggiore di accusare nausea e vomito. Mentre l'esperienza relativa all'uso di una dose giornaliera complessiva di carbidopa superiore a 200 mg e' limitata, la dose massima giornaliera raccomandata per entacapone e' di 2000 mg; pertanto, la dose massima e' pari a 10 compresse al giorno per le concentrazioni da 50 mg/12,5 mg/200 mg, 75 mg/18,75 mg/200 mg, 100 mg/25 mg/200 mg, 125 mg/31,25 mg/200 mg e 150 mg/37,5 mg/200 mg. Dieci compresse da 150 mg/37,5 mg/200 mg corrispondono a 375 mg di carbidopa al giorno. Sulla base di tale dose giornaliera di carbidopa, la dose massima giornaliera raccomandata peril farmaco 175 mg/43,75 mg/200 mg e' pari a 8 compresse al giorno, me ntre per il farmaco 200 mg/50 mg/200 mg e' pari a 7 compresse al giorno. In generale, utilizzare il medicinale in pazienti in corso di trattamento con dosi corrispondenti di levodopa/inibitore della dopa-decarbossilasi in una formulazione a rilascio standard ed entacapone. Come effettuare il passaggio al farmaco nei pazienti in terapia con levodopa/inibitore della DDC (carbidopa o benserazide) e compresse di entacapone: nei pazienti in corso di trattamento con entacapone e con levodopa/carbidopa in una formulazione a rilascio standard in dosi equivalentialle concentrazioni delle compresse e' possibile passare direttamente alla somministrazione delle compresse di medicinale con dosaggio corr ispondente. Per esempio, un paziente che assume una compressa da 50 mg/12,5 mg di levodopa/carbidopa e una compressa di entacapone da 200 mgquattro volte al giorno puo' assumere una compressa di farmaco 50 mg/ 12,5 mg/200 mg quattro volte al giorno al posto della dose consueta dilevodopa/carbidopa ed entacapone. Quando si inizia la terapia con il prodotto in pazienti in corso di trattamento con entacapone e levodopa/carbidopa in dosi non equivalenti al farmaco 50 mg/12,5 mg/200 mg (o 75 mg/18,75 mg/200 mg o 100 mg/25 mg/200 mg o 125 mg/31,25 mg/200 mg o150 mg/37,5 mg/200 mg o 175 mg/43,75 mg/200 mg o 200 mg/50 mg/200 mg) , la titolazione della dose del farmaco deve essere regolata con attenzione per una risposta clinica ottimale. All'inizio la dose deve essere corretta in modo da corrispondere quanto piu' possibile alla dose giornaliera complessiva di levodopa attualmente usata. Quando si inizia la terapia in pazienti in corso di trattamento con entacapone e levodopa/benserazide in una formulazione a rilascio standard, e' opportuno interrompere la somministrazione di levodopa/benserazide la sera precedente e iniziare la somministrazione del farmaco il mattino successivo.La dose iniziale deve contenere la medesima quantita' di levodopa o u na quantita' leggermente (5-10%) superiore. Come effettuare il passaggio al farmaco nei pazienti non in corso di terapia con entacapone: il trattamento puo' essere avviato con un dosaggio equivalente a quello della terapia in corso in alcuni pazienti affetti da malattia di Parkinson e fluttuazioni motorie di fine dose, non stabilizzati con il trattamento in corso a base di levodopa/inibitore della DDC in una formulazione a rilascio standard. Tuttavia, il passaggio diretto da levodopa/inibitore della DDC al farmaco non e' raccomandato per i pazienti che presentano discinesie o che assumono una dose giornaliera di levodopa superiore a 800 mg. In tali pazienti e' consigliabile introdurre la terapia con entacapone come trattamento a parte (compresse di entacapone)e, se necessario, correggere la dose di levodopa prima di passare al farmaco. Entacapone potenzia gli effetti della levodopa. Pertanto, puo' rivelarsi necessario, in particolare nei pazienti che presentano discinesie, ridurre la dose di levodopa del 10-30% nei primi giorni o nelle prime settimane dopo l'inizio del trattamento. La dose giornaliera di levodopa puo' essere ridotta prolungando gli intervalli tra le dosie/o riducendo la quantita' di levodopa a ogni somministrazione in bas e alle condizioni cliniche del paziente. Correzione della dose duranteil trattamento: quando si rende necessaria una quantita' maggiore di levodopa, considerare un aumento della frequenza di somministrazione e/o l'uso di una concentrazione diversa del farmaco, nei limiti delle dosi raccomandate. Quando si rende necessaria una minore quantita' di levodopa, la dose giornaliera complessiva deve essere diminuita riducendo la frequenza di somministrazione attraverso un prolungamento dell'intervallo tra le dosi, oppure diminuendo la concentrazione del medicinale a una somministrazione. In caso di uso concomitante del farmaco compresse e di altri prodotti a base di levodopa, e' necessario seguire le raccomandazioni relative alla dose massima. Interruzione della terapia con il medicinale: se si interrompe il trattamento e si fa passareil paziente a una terapia con levodopa/inibitore della DDC senza enta capone, occorre correggere il dosaggio delle altre terapie antiparkinsoniane, in particolare della levodopa, per raggiungere un sufficiente controllo dei sintomi parkinsoniani. Popolazione pediatrica: nei bambini e negli adolescenti di eta' inferiore a 18 anni la sicurezza e l'efficacia del prodotto non sono state stabilite. Non ci sono dati disponibili. Pazienti anziani: non e' necessario attuare alcuna correzione della dose. Pazienti con alterazione della funzionalita' epatica: si raccomanda di prestare cautela nella somministrazione del farmaco ai pazienti con alterazione della funzionalita' epatica da lieve a moderata.Potrebbe essere necessario ricorrere a una riduzione della dose. Pazi enti con danno renale: il danno renale non interferisce con la farmacocinetica di entacapone. Poiche' non sono stati segnalati particolari studi sulla farmacocinetica di levodopa e carbidopa in pazienti con insufficienza renale, la terapia a base di farmaco deve essere somministrata con cautela ai soggetti affetti da grave danno renale, ivi compresi i pazienti sottoposti a dialisi. Modo di somministrazione: ogni compressa deve essere assunta per via orale con o senza cibo. Una compressa contiene una dose di trattamento. Le compresse possono essere somministrate esclusivamente intere.

Conservazione

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.

Avvertenze

Il medicinale non e' raccomandato per il trattamento delle reazioni extrapiramidali indotte da farmaco. Somministrare la terapia a base di medicinale con cautela ai pazienti affetti da cardiopatia ischemica, pneumopatia o malattia cardiovascolare grave, asma bronchiale, malattia renale o endocrina, anamnesi positiva per ulcera peptica o convulsioni. Nei pazienti con anamnesi positiva per infarto miocardico affetti daaritmie nodali residue atriali, o ventricolari, la funzionalita' card iaca deve essere monitorata con particolare attenzione nel periodo delle correzioni iniziali della dose. Tutti i pazienti trattati con il farmaco devono essere controllati attentamente per lo sviluppo di alterazioni psichiche, depressione con propositi suicidi e altri gravi comportamenti antisociali. I pazienti con episodi di psicosi passati o in atto devono essere trattati con cautela. La somministrazione concomitante di farmaci antipsicotici con proprieta' bloccanti dei recettori dopaminergici, in particolare gli antagonisti dei recettori D2, deve essere eseguita con cautela e il paziente deve essere osservato attentamente per la perdita dell'effetto antiparkinsoniano o per l'aggravamento dei sintomi della malattia. I pazienti affetti da glaucoma cronico ad angolo aperto possono essere trattati con il medicinale con cautela, purche' la pressione intraoculare sia ben controllata e il paziente siaseguito attentamente per eventuali variazioni nella medesima. Il prod otto puo' provocare ipotensione ortostatica. Pertanto, il medicinale deve essere somministrato con cautela ai pazienti che stanno assumendo altri medicinali potenzialmente in grado di causare questa condizione.Entacapone combinato a levodopa e' stato associato a sonnolenza e a e pisodi di sonno improvviso in pazienti affetti da malattia di Parkinson. Pertanto, si deve prestare cautela durante la guida o l'uso di macchinari. Negli studi clinici le reazioni avverse di tipo dopaminergico sono risultate piu' frequenti nei pazienti in trattamento con entacapone e agonisti dopaminergici, selegilina o amantadina, rispetto a quelli in trattamento con placebo e la stessa combinazione. Quando si passaalla somministrazione del medicinale in un paziente non in corso di t rattamento con entacapone potrebbe essere necessario correggere le dosi degli altri medicinali antiparkinsoniani. In pazienti affetti da malattia di Parkinson si e' osservata raramente l'insorgenza di rabdomiolisi secondaria a gravi discinesie o a sindrome neurolettica maligna (NMS). Pertanto, qualsiasi brusca riduzione della dose o sospensione deltrattamento con levodopa deve essere tenuta sotto stretta osservazion e, in particolare nei pazienti trattati contemporaneamente con neurolettici. La NMS, compresa la rabdomiolisi e l'ipertermia, e' caratterizzata da sintomi motori (rigidita', mioclonia, tremore), cambiamenti dello stato mentale, ipertermia, disfunzioni del sistema nervoso autonomoed elevati livelli serici di creatinfosfochinasi. In singoli casi sol o alcuni di questi sintomi e/o riscontri possono risultare manifesti. Per una gestione appropriata della NMS la diagnosi precoce e' importante. Dopo la brusca interruzione della somministrazione di agenti antiparkinsoniani e' stata segnalata una sindrome che assomiglia alla sindrome neurolettica maligna e che comprende rigidita' muscolare, innalzamento della temperatura corporea, alterazioni psichiche e aumento dellacreatinfosfochinasi nel siero. Negli studi clinici controllati in cui la somministrazione di entacapone e' stata interrotta improvvisamente non sono stati riportati casi ne' di NMS, ne' di rabdomiolisi in asso ciazione al trattamento con entacapone. Dall'immissione in commercio di entacapone sono stati segnalati casi isolati di NMS, in particolare dopo una brusca riduzione o interruzione del trattamento con entacapone e altri farmaci dopaminergici concomitanti. Se necessario, la sostituzione del medicinale con levodopa e inibitore della DDC senza entacapone o altri medicinali dopaminergici deve avvenire gradualmente e potrebbe risultare indispensabile un incremento della dose di levodopa. Incaso di necessita' di un'anestesia generale, la terapia con il farmac o puo' proseguire fino a quando al paziente sara' consentito di assumere liquidi e medicinali per bocca. In caso di necessita' di sospensione temporanea della terapia, il trattamento potra' essere ripreso con la medesima dose giornaliera non appena il paziente sara' nuovamente ingrado di assumere medicinali per via orale. Durante una terapia prolu ngata con il medicinale e' consigliabile un controllo periodico della funzionalita' epatica, emopoietica, cardiovascolare e renale. Nei pazienti che abbiano manifestato episodi diarroici si raccomanda il monitoraggio del peso corporeo per evitare l'eventualita' di un eccessivo calo ponderale. La diarrea persistente o prolungata che si manifesta durante l'uso di entacapone puo' essere un segno di colite. In caso di diarrea persistente o prolungata la somministrazione del medicinale deveessere sospesa e occorre valutare l'eventualita' di procedere con ind agini e una terapia medica appropriate. I pazienti devono essere regolarmente monitorati per rilevare lo sviluppo di disturbi del controllo degli impulsi. I pazienti e le persone che li assistono devono essere consapevoli che nei pazienti trattati con agonisti della dopamina e/o altri trattamenti dopaminergici contenenti levodopa, incluso il farmaco, possono manifestarsi sintomi comportamentali indicativi di questa patologia, quali gioco d'azzardo patologico, aumento della libido, ipersessualita', shopping compulsivo, alimentazione incontrollata e compulsiva. Qualora si sviluppino tali sintomi, si raccomanda di rivedere iltrattamento. Per i pazienti che manifestano anoressia progressiva, as tenia e diminuzione di peso in un arco di tempo relativamente breve sideve valutare l'eventualita' di effettuare un controllo medico genera le, comprensivo dell'esame della funzionalita' epatica. La combinazione di levodopa/carbidopa puo' essere responsabile di risultati falso-positivi al test su striscia reattiva per i chetoni urinari. Tale reazione non cambia portando a ebollizione il campione di urina. L'uso di metodi con glucosio-ossidasi puo' determinare risultati falso-negativi per la glicosuria.

Interazioni

Altri medicinali antiparkinsoniani: ad oggi non vi e' alcuna indicazione di interazioni che possano precludere l'uso dei medicinali antiparkinsoniani standard in concomitanza con il farmaco. Sebbene in dosi elevate l'entacapone possa interferire con l'assorbimento della carbidopa, non e' stata osservata alcuna interazione tra quest'ultima e il regime di trattamento raccomandato (200 mg di entacapone fino a 10 volte al giorno). Le interazioni fra entacapone e selegilina sono state esaminate in studi con dosi ripetute condotti su pazienti affetti da malattia di Parkinson trattati con levodopa/inibitore della DDC. In tali studi non e' stata riscontrata alcuna interazione. Se associata al farmaco, la dose giornaliera di selegilina non deve superare i 10 mg. E' necessario prestare particolare attenzione con la somministrazione concomitante dei seguenti principi attivi e la terapia con levodopa. Antipertensivi: l'aggiunta di levodopa al trattamento di pazienti gia' in terapia con antipertensivi puo' determinare ipotensione posturale sintomatica. E' possibile che si debba ricorrere a una correzione della dose degli antipertensivi. Antidepressivi: con l'uso concomitante di antidepressivi triciclici e levodopa/carbidopa sono state riportate, in raricasi, reazioni fra cui ipertensione e discinesia. Negli studi a dosi singole condotti su volontari sani sono state studiate le interazioni tra entacapone e imipramina, e tra entacapone e moclobemide. Non si e'osservata alcuna interazione farmacodinamica. Un numero significativo di pazienti affetti da malattia di Parkinson e' stato trattato con l' associazione levodopa, carbidopa ed entacapone e diversi altri principi attivi, tra cui inibitori delle MAO-A, antidepressivi triciclici, inibitori della ricaptazione della noradrenalina, come desipramina, maprotilina e venlafaxina, e medicinali che vengono metabolizzati dalla COMT. Non e' stata riscontrata alcuna interazione farmacodinamica. Tuttavia, si deve prestare particolare attenzione con l'uso concomitante diquesti medicinali e il farmaco. Altri principi attivi: gli antagonist i dei recettori dopaminergici, la fenitoina e la papaverina possono diminuire l'effetto terapeutico della levodopa. I pazienti trattati con tali medicinali in concomitanza con il farmaco devono essere tenuti sotto stretta osservazione per la perdita della risposta terapeutica. A causa dell'affinita' di entacapone dimostrata in vitro nei confronti del citocromo P450 2C9, il medicinale puo' potenzialmente interferire con i principi attivi il cui metabolismo dipende da questo isoenzima, quali l'isomero S-warfarin. Tuttavia, in uno studio di interazione condotto su volontari sani entacapone non ha modificato i livelli plasmatici di S-warfarin, mentre il valore dell'AUC per l'isomero R-warfarin e' aumentato in media del 18% [IC90 11-26%]. I valori di INR sono cresciuti in media del 13% [IC90 6- 19%]. Pertanto, nei pazienti in terapiacon warfarin, si raccomanda di effettuare i controlli del valore di I NR quando si inizia la somministrazione del prodotto. Altre forme di interazione: poiche' la levodopa compete con alcuni aminoacidi, l'assorbimento del farmaco puo' essere deficitario in alcuni pazienti in regime dietetico altamente proteico. Levodopa ed entacapone possono formare chelati con il ferro nel tratto gastrointestinale. Pertanto, il medicinale e le preparazioni a base di ferro devono essere assunti a distanza di almeno 2-3 ore. Dati in vitro: l'entacapone si lega al sito di legame II dell'albumina umana a cui si legano anche diversi altri medicinali, compresi diazepam e ibuprofene. In base agli studi in vitro non si prevedono spiazzamenti significativi alle concentrazioni terapeutiche dei medicinali. Inoltre, ad oggi non e' risultata alcuna indicazione di interazioni di questo tipo.

Effetti indesiderati

Le reazioni avverse segnalate con maggiore frequenza con levodopa/carbidopa/entacapone sono discinesie, sintomi gastrointestinali tra cui nausea e diarrea, dolore muscolare, muscoloscheletrico e del tessuto connettivo e innocua colorazione rosso-brunastra delle urine. Dagli studiclinici condotti con levodopa/carbidopa/entacapone o entacapone in as sociazione a levodopa/inibitore della DDC sono emersi gravi eventi di emorragia gastrointestinale (non comune) e angioedema (raro). Il trattamento con levodopa/carbidopa/entacapone puo' determinare epatite grave con caratteristiche principalmente colestatiche, rabdomiolisi e sindrome neurolettica maligna, sebbene i dati emersi dagli studi clinici non abbiano evidenziato casi di questo tipo. Le seguenti reazioni avverse, sono state tratte sia dai dati aggregati di undici studi clinici in doppio cieco condotti su 3230 pazienti (1810 trattati con levodopa/carbidopa/entacapone o entacapone in associazione a levodopa/inibitore della DDC e1420 trattati con placebo in associazione a levodopa/inibitore della DDC o cabergolina in associazione a levodopa/inibitore dellaDDC) sia dai dati post-marketing a partire dall'introduzione di entac apone sul mercato per l'uso in associazione a levodopa/inibitore dellaDDC. Le reazioni avverse sono suddivise in classi di frequenza e ripo rtate in ordine decrescente di frequenza, secondo la seguente convenzione: molto comune (>=1/10), comune (>=1/100, <1/10), non comune (>=1/1.000, <1/100), raro (>=1/10.000, <1/1.000), molto raro (<1/10.000), non nota. Patologie del sistema emolinfopoietico. Comune: anemia; non comune: trombocitopenia. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: calo ponderale, diminuzione dell'appetito. Disturbi psichiatrici. Comune: depressione, allucinazioni, stato confusionale, alterazioni dell'attivita' onirica, ansia, insonnia; non comuni: psicosi, agitazione; non nota: comportamento suicida. Patologie del sistema nervoso. Molto comune: discinesia; comune: parkinsonismo aggravato (ad es. bradicinesia), tremore, fenomeni on-off, distonia, alterazione delle facolta' mentali (ad es. compromissione della memoria, demenza), sonnolenza, capogiri, cefalea; non nota: sindrome maligna da neurolettici (NMS). Patologie dell'occhio. Comune: offuscamento della vista. Patologie cardiache. Comune: eventi ischemici diversi dall'infarto del miocardio (ades. angina pectoris), ritmo cardiaco irregolare; non comune: infarto del miocardio. Patologie vascolari. Comune: ipotensione ortostatica, ipertensione; non comune: emorragia gastrointestinale. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: dispnea. Patologie gastrointestinali. Molto comune: diarrea, nausea; comune: stipsi, vomito, dispepsia, dolore e disturbi addominali, secchezza delle bocca; non comune: colite, disfagia. Patologie epatobiliari. Non comune: alterazione dei valori di funzionalita' epatica; non nota: epatite con caratteristiche principalmente colestatiche. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: rash, iperidrosi; non comune: alterazioni del colore diverso dalle urine ad es. della cute, delle unghie, dei capelli/peli, del sudore; raro: angioedema; non nota: orticaria. Patologie del tessuto muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Molto comune: dolore muscolare, muscoloscheletrico e del tessuto connettivo; comune: spasmi muscolari, artralgia; non nota: rabdomiolisi. Patologie renali e urinarie. Molto comune: cromaturia; comune: infezione delle vie urinarie; non comune: ritenzione urinaria. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: dolore toracico, edema periferico, cadute, disturbi della deambulazione, astenia, affaticamento; non comune: malessere. Alcune di queste reazioni avverse sono correlate all'aumento dell'attivita' dopaminergica (ad es. discinesia, nausea e vomito) e si manifestano piu' comunemente all'inizio del trattamento. La riduzione della dose di levodopa diminuisce la gravita' e la frequenza di tali reazioni dopaminergiche. Sono poche le reazioni avverse notoriamente e direttamente attribuibili al principio attivo entacapone. Tra queste figurano diarrea e colorazione rosso-brunastra delleurine. Entacapone puo' talvolta determinare anche alterazione del col ore ad es. della pelle, delle unghie, dei capelli/peli e del sudore. Con l'uso di levodopa/carbidopa si sono manifestate raramente convulsioni; non e' stata tuttavia stabilita una relazione causale con la terapia a base di levodopa/carbidopa. Disturbi del controllo degli impulsi:nei pazienti trattati con agonisti della dopamina e/o altri trattamen ti dopaminergici contenenti levodopa, incluso il farmaco, possono manifestarsi gioco d'azzardo patologico, aumento della libido, ipersessualita', shopping compulsivo, alimentazione incontrollata e compulsiva. Entacapone combinato a levodopa e' stato associato a casi isolati di eccessiva sonnolenza diurna ed episodi di sonno improvviso. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale e' importante, in quanto permette un monitoraggiocontinuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.

Gravidanza e allattamento

Non sono disponibili dati adeguati sull'uso combinato di levodopa/carbidopa/entacapone nelle donne in gravidanza. Gli studi condotti sull'animale hanno evidenziato tossicita' a livello della riproduzione con i composti separati. Il rischio potenziale per gli esseri umani non e' noto. Il farmaco non deve essere utilizzato in gravidanza a meno che i benefici per la madre superino i possibili rischi per il feto. La levodopa viene escreta nel latte materno. Alcune evidenze mostrano che il trattamento con levodopa sopprime la produzione di latte. Negli animali, la carbidopa e l'entacapone sono escreti nel latte ma non e' noto se siano escreti nel latte materno. La sicurezza di levodopa, carbidopao entacapone nei neonati non e' nota. Durante il trattamento le donne non devono allattare al seno. Negli studi preclinici con entacapone, carbidopa o levodopa in monoterapia non sono state osservate reazioni avverse sulla fertilita'. Non sono stati condotti studi di fertilita' sull'animale con l'associazione di entacapone, levodopa e carbidopa.