Lisinopril Id Doc - 14cpr20+12,5

Dettagli:
Nome:Lisinopril Id Doc - 14cpr20+12,5
Codice Ministeriale:038706040
Principio attivo:Lisinopril Diidrato/Idroclorotiazide
Codice ATC:C09BA03
Fascia:A
Prezzo:2.8
Rimborso:2.8
Doping:Proibito in e fuori gara
Glutine:Senza glutine
Produttore:Doc Generici Srl
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Compresse
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non superiore a +25 gradi
Scadenza:36 mesi

Denominazione

LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE DOC GENERICI

Formulazioni

Lisinopril Id Doc - 14cpr20+12,5

Categoria farmacoterapeutica

ACE inibitori e diuretici.

Principi attivi

Lisinopril biidrato e idroclorotiazide.

Eccipienti

Mannitolo, calcio idrogeno fosfato diidrato, amido di mais pregelatinizzato, croscarmellosa sodica, magnesio stearato. Il farmaco 10 + 12,5 mg e 20 + 25 mg contengono in aggiunta ferro ossido giallo (E172) e ferro ossido rosso (E172).

Indicazioni

Trattamento dell'ipertensione essenziale. E' indicato in pazienti per i quali la pressione sanguigna non e' adeguatamente controllata dal lisinopril da solo.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' al lisinopril o agli altri ACE-Inibitori; ipersensibilita' all'idroclorotiazide o alle altre sulfonammidi o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Edema angioneurotico correlato ad un trattamento precedente con un ACE-inibitore. Edema angioneurotico ereditario o idiopatico. Anuria. Secondo e terzo trimestre di gravidanza. Insufficienzarenale o epatica grave.

Posologia

Uso Orale. Le compresse devono essere assunte con una sufficiente quantita' di liquido (ad es. un bicchiere d'acqua) L'associazione a dose fissa non e' adatta all'inizio della terapia. E' raccomandata una titolazione individuale della dose dei componenti. Quando clinicamente appropriato, puo' essere considerato un passaggio diretto dalla monoterapia alla associazione fissa. Adulti: la dose abituale al dosaggio 10 + 12,5 mg compresse e' di 1 compressa una volta al giorno. La dose abituale al dosaggio 20 + 12,5 mg compresse e' di 1 compressa una volta al giorno. La dose abituale al dosaggio 20 + 25 mg compresse e' di 1 compressa una volta al giorno. Come per tutti gli altri medicinali assunti una volta al giorno, deve essere assunto approssimativamente alla stessa ora ogni giorno. Dose nella compromissione renale: l' associazione di lisinopril/idroclorotiazide e' controindicata nei pazienti con compromissione renale grave (clearance della creatinina < 30 ml/min). Nei pazienti con clearance della creatinina tra 30 e 80 ml/min puo'essere usato solo dopo titolazione dei singoli componenti. La dose iniziale di lisinopril raccomandata in monoterapia e' 5-10 mg. Terapia diureticaprecedente: dopo la dose iniziale puo' verificarsi ipotensione sinoma tica; cio' e' piu' probabile che accada nei pazienti che hanno subito una perdita volume e/o sale in conseguenza di una precedente terapia diuretica. La terapia diuretica deve essere interrotta 2 o 3 giorni prima dell'inizio della terapia. Se cio' non fosse possibile, il trattamento deve essere iniziato con una dose di 5 mg di lisinopril da solo. Uso in bambini e adolescenti: l'uso non e' raccomandato nei bambini o adolescenti a causa della mancanza di dati sulla sicurezza e sull'efficacia. Uso negli anziani: negli studi clinici l'efficacia e la tollerabilita' di lisinopril e idroclorotiazide (somministrati in concomitanza) sono identiche nei pazienti ipertesi anziani e nei piu' giovani.

Conservazione

Non conservare a temperatura superiore a 30 gradi C.

Avvertenze

Lisinopril. Ipotensione sintomatica. Si osserva raramente ipotensione sintomatica. Nei pazienti ipertesi e' piu' probabile che si verifichi ipotensione in pazienti che hanno subito una perdita di volume. Se si verifica ipotensione il paziente deve essere posto in posizione supinae, se necessario, deve ricevere un infusione endovenosa di soluzione fisiologica. Una risposta ipotensiva transitoria non costituisce una controindicazione a dosi ulteriori, che possono essere somministrate solitamente senza difficolta' una volta che la pressione sanguigna e' aumentata dopo l'espansione del volume ematico. Stenosi della valvola aortica e mitralica/cardiomiopatia ipertrofica: deve essere somministrato con cautela in pazienti con stenosi della valvola mitralica e ostruzione del flusso in uscita dal ventricolo sinistro come stenosi aorticao cardiomiopatia ipertrofica. Compromissione della funzionalita' rena le: nei casi di compromissione renale, la dose iniziale deve essere aggiustata in accordo con la clearance della creatinina del paziente e in seguito in funzione della risposta del paziente al trattamento. Il monitoraggio di routine del potassio e della creatinina e' parte di unanormale pratica medica per questi pazienti. Nei pazienti con insuffic ienza cardiaca, l'ipotensione che segue l'inizio della terapia con ACEinibitori puo' causare una compromissione aggiuntiva della funzionali ta' renale. Alcuni pazienti ipertesi senza un'apparente patologia vascolare renale preesistente hanno sviluppato aumenti in azotemia e dellacreatinina sierica, di solito modesti e transitori, specialmente quan do e' stato somministrato in associazione con un diuretico. Ipersensibilita'/Angioedema: raramente nei pazienti trattati con gli inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina, sono stati segnalati angioedema del viso, delle estremita', delle labbra, della lingua, della glottide e/o della laringe. Gli inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina causano una frequenza piu' alta di angioedema nei pazienti neri rispetto ai pazienti di altre razze. Pazienti con un'anamnesi di angioedema non correlata alla terapia con un ACE inibitore possono essere ad aumentato rischio di angioedema per tutto il tempo che ricevono un ACE inibitore. Reazioni anafilattoidi nei pazienti in emodialisi: sono state riportate nei pazienti dializzati con membrane ad altoflusso e trattati contemporaneamente con un ACE inibitore. Reazioni a nafilattoidi durante aferesi delle lipoproteine a bassa densita' (LDL): raramente, i pazienti che assumono gli ACE inibitori durante l'aferesi delle lipoproteine a bassa densita' con destrano solfato hanno avuto reazioni anafilattoidi a rischio per la vita. Queste reazioni sono state evitate attraverso la sospensione temporanea della terapia con ACE inibitori prima di ogni aferesi. Negli stessi pazienti, tali reazioni sono state evitate sospendendo temporaneamente gli ACE inibitori ma sono ricomparse dopo aver usato involontariamente l'ACE-inibitore. Insufficienza epatica: molto raramente, gli ACE inibitori sono stati associati a una sindrome che esordisce con ittero colestatico e progredisce verso una necrosi fulminante e (talora) alla morte. I pazienti in trattamento che sviluppano ittero o marcati incrementi degli enzimi epatici devono interrompere il trattamento e ricevere un appropriato controllo medico. Neutropenia/Agranulocitosi: in pazienti trattati con ACE inibitori sono state segnalate neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia e anemia. Alcuni di questi pazienti sviluppano gravi infezioni, che in pochi casi non hanno risposto a una terapia antibiotica intensiva. Se e' usato in questi pazienti, e' raccomandato un monitoraggio periodico della conta dei globuli bianchi e i pazienti devono essere avvertiti di segnalare qualsiasi indicazione di infezione. Razza: gli inibitori degli enzimi di conversione dell'angiotensina causano una frequenza piu' elevata di angioedema in pazienti di razza nera rispetto a quelli di altre razze. Tosse: con l'uso di ACE-inibitori e' stata segnalata tosse. Chirurgia/Anestesia: in pazienti sottoposti a chirurgia maggiore o durante l'anestesia con agenti che causano ipotensione, puo' bloccare la formazione dell'angiotensina II secondaria alla secrezione compensatoria di renina. Iperkaliemia: in alcuni pazienti trattati conACE-inibitori, sono stati osservati aumenti del potassio sierico. Tra i pazienti a rischio di sviluppare iperkaliemia ci sono quelli con in sufficienza renale, diabete mellito o quelli che usano contemporaneamente diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio o quei pazienti che assumono altrifarmaci associati ad aumenti del potassio sierico. Se l'uso concomita nte dei summenzionati agenti e' considerato appropriato, si raccomandaun regolare monitoraggio del potassio sierico. Pazienti diabetici: ne i pazienti diabetici trattati con agenti orali antidiabetici o con insulina, i livelli di glicemia devono essere attentamente monitorati durante il primo mese di trattamento con un ACE-inibitore. Litio: generalmente non e' raccomandata l'associazione del litio. >>Idroclorotiazide. Insufficienza renale: nei pazienti con patologia renale, le tiazidi possono precipitare l'azotemia. Nei pazienti con compromissione della funzionalita' renale possono svilupparsi effetti cumulativi del principio attivo. Compromissione epatica: le tiazidi devono essere utilizzate con cautela nei pazienti con funzionalita' epatica compromessa o malattia epatica progressiva, poiche' modeste alterazioni dell'equilibrioidrico e dell'equilibrio elettrolitico possono degenerare in coma epa tico. Effetti metabolici ed endocrini: la terapia con tiazidi puo' compromettere la tolleranza al glucosio. Nei pazienti diabetici puo' essere richiesto un aggiustamento della dose di insulina o di agenti ipoglicemici orali. Il diabete mellito latente puo' diventare evidente durante la terapia con tiazidi. Aumenti dei livelli di colesterolo e dei trigliceridi sono stati associati ad una terapia diuretica con tiazidi.Test antidoping: l'idroclorotiazide contenuta in questo medicinale pu o' causare un risultato positivo alle analisi dei test antidoping. Altro: possono verificarsi reazioni di ipersensibilita' nei pazienti con o senza un'anamnesi di allergia o asma bronchiale. E' stata segnalata la possibilita' di esacerbazione o attivazione del lupus eritematoso sistemico. >>Associazione Lisinopril /Idroclorotiazide. Rischio di ipokaliemia: non si esclude che si possa verificare ipokaliemia. Litio: non e' raccomandato in associazione con litio a causa del potenziamento della tossicita' del litio.

Interazioni

>>Lisinopril. Diuretici: quando si aggiunge un diuretico alla terapia di un paziente che riceve il farmaco l'effetto antiipertensivo e' di solito additivo. I pazienti che sono gia' in terapia con diuretici e specialmente quelli con terapia diuretica iniziata recentemente, possonooccasionalmente essere soggetti ad un'eccessiva riduzione della press ione sanguigna quando si aggiunge il medicinale. La possibilita' di ipotensione sintomatica puo' essere minimizzata dalla interruzione del diuretico prima dell'inizio del trattamento. Integratori di potassio, diuretici risparmiatori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio: sebbene negli studi clinici, il potassio sierico di solito sia restato entro i normali limiti, in alcuni pazienti puo' verificarsi iperkaliemia. I fattori di rischio per lo sviluppo di iperkaliemia includono insufficienza renale, diabete mellito, e uso concomitante di diuretici risparmiatori di potassio (ad es. spironolattone, triamterene o amiloride), integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio. Se e' somministrato con un diuretico che previene la perdita di potassio, l'ipokaliemia indotta da diuretici puo' essere migliorata.Altri agenti antiipertensivi: l'uso concomitante di questi agenti puo ' incrementare gli effetti ipotensivi del farmaco. L'uso concomitante con gliceril trinitrato e altri nitrati, o altri vasodilatatori, puo' ridurre ulteriormente la pressione sanguigna. Antidepressivi triciclici/Antipsicotici/Anestetici: l'uso concomitante di alcuni medicinali anestetici, antidepressivi triciclici e antipsicotici con gli ACE inibitori puo' causare una ulteriore riduzione della pressione sanguigna. Simpaticomimetici: possono ridurre gli effetti antiipertensivi degli ACEinibitori. Antidiabetici: studi epidemiologici hanno suggerito che la somministrazione concomitante di ACE inibitori e medicinali antidiabe tici puo' causare un aumentato effetto di diminuzione di glucosio nel sangue con rischio di ipoglicemia. Sembra che questo fenomeno si verifichi piu' probabilmente durante le prime settimane di trattamento combinato e in pazienti con compromissione renale. Allopurinolo: la somministrazione concomitante di ACE inibitori con allopurinolo aumenta il rischio di danni ai reni e puo' causare un aumentato rischio di leucopenia. Ciclosporina: la somministrazione concomitante di ACE inibitori eciclosporina aumenta il rischio di insufficienza renale e iperkaliemi a. Lovastatina: la somministrazione concomitante di ACE inibitori con lovastatina aumenta il rischio di iperkaliemia. Citostatici, immunosoppressori, procainammide La somministrazione concomitante di ACE inibitori puo' causare un aumentato rischio di leucopenia. >>Idroclorotiazide. Amfotericina B (per via parenterale), carbenoxolone, corticosteroidi, corticotropina (ACTH) o lassativi stimolanti: l'idroclorotiazide puo' intensificare lo squilibrio elettrolitico, in particolar modo l'ipokaliemia. Sali di calcio: se somministrati in associazione a diureticitiazidici, possono verificarsi aumenti nei livelli sierici di calcio a causa della diminuzione nella loro escrezione. Glicosidi cardiaci: rischio aumentato di tossicita' da digitalici e' associata a ipokaliemia indotta da tiazidi. Colestiramina e colestipolo: possono ridurre o ritardare l'assorbimento di idroclorotiazide. Percio', i diuretici sulfonamidici devono essere assunti almeno 1 ora prima o da 4 a 6 ore dopoquesti medicinali. Rilassanti muscolari non depolarizzanti (ad es. tu bocurarina cloruro): gli effetti di questi agenti possono essere potenziati dall'idroclorotiazide. Medicinali associati a torsioni di punta:a causa del rischio di ipokaliemia, deve essere usata cautela quando vi e' una somministrazione concomitante di idroclorotiazide e medicinali associati a torsioni di punta, per es. alcuni antiaritmici, alcuni antipsicotici e altri medicinali noti per indurre torsioni di punta. Sotalolo: l'ipokaliemia indotta da tiazidici puo' aumentare il rischio di aritmia indotta da sotalolo. >>Associazione lisinopril/idroclorotiazide. Litio: i diuretici possono aumentare il rischio della tossicita'del litio e accrescere il gia' aumentato rischio della tossicita' del litio in associazione con gli ACE inibitori. L'associazione di lisino pril e idroclorotiazide con litio non e' percio' raccomandata e si deve eseguire un attento monitoraggio dei livelli sierici del litio se l'associazione si dimostra necessaria. FANS: e' stato descritto che la somministrazione concomitante dei FANS con gli ACE inibitori esercita un effetto additivo sull'aumento del potassio sierico, mentre la funzionalita' renale puo' diminuire. Questi effetti sono all'inizio reversibili. Raramente, puo' verificarsi una insufficienza renale acuta, particolarmente in pazienti con funzionalita' renale compromessa come neglianziani o nei pazienti disidratati. La somministrazione cronica di FA NS puo' ridurre gli effetti antiipertensivi di un ACE inibitore. La somministrazione di FANS puo' ridurre gli effetti diuretici, natriuretici e antiipertensivi dei diuretici tiazidici. Trimetoprim La somministrazione concomitante di ACE inibitori e tiazidi con trimetoprim aumentail rischio di iperkaliemia.

Effetti indesiderati

I seguenti effetti indesiderati sono stati osservati e segnalati durante il trattamento. >>Lisinopril. Esami diagnostici. Non comune: aumento dell'azotemia, aumento della creatinina sierica, aumento degli enzimi epatici, iperkaliemia; Raro: aumento della bilirubina sierica, iponatriemia. Patologie cardiache e vascolari. Comune: effetti ortostatici (inclusa ipotensione); Non comune: infarto del miocardio o ictus, probabilmente secondari ad eccessiva ipotensione in pazienti ad alto rischio, palpitazioni, tachicardia, fenomeno di Reynaud. Patologie del sistema emolinfopoietico. Raro: diminuzione dell'emoglobina e diminuzione dell'ematocrito; Molto raro: depressione midollare, anemia, trombocitopenia, leucopenia, neutropenia, agranulocitosi, anemia emolitica, linfoadenopatia, malattie autoimmuni. Patologie del sistema nervoso e disturbi psichiatrici. Comune: capogiri, cefalea; Non comune: alterazioni dell'umore, parestesia, vertigini, alterazione del gusto, disturbi delsonno; Raro: confusione mentale. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: tosse; Non comune: rinite; Molto raro: broncospasmo, sinusite, polmonite alveolite allergica/eosinofila. Patologie gastrointestinali. Comune: diarrea, vomito; Non comune: nausea, dolore addominale e indigestione; Raro: secchezza delle fauci; Molto raro: pancreatite, angioedema intestinale, epatite sia epatocellulare che colestatica, ittero e insufficienza epatica. Patologie renali e urinarie. Comune: disfunzione renale; Raro: uremia, insufficienza renale acuta; Molto raro: oliguria/anuria. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comune: eruzione cutanea, prurito; Raro: ipersensibilita'/angioedema: angioedema del viso, delle estremita', delle labbra, della lingua, della glottide, e/o della laringe, orticaria, alopecia, psoriasi; Molto raro: diaforesi, pemfigo, necrolisi epidermica tossica, sindrome di Stevens-Johnson, eritema multiforme. E' stato segnalato un complesso di sintomi che possono includere uno o piu' dei seguenti: febbre, vasculite, mialgia, artalgia/artrite, anticorpi anti-nucleo positivi (ANA), innalzamento dei livelli di eritrosedimentazione VES, eosinofilia e leucocitosi, eruzione cutanea, fotosensibilita' o altre manifestazioni dermatologiche. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Molto raro: ipoglicemia. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Non comune: affaticamento, astenia. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Non comune: impotenza; Raro: ginecomastia Idroclorotiazide. Patologie cardiache. Non comune: ipotensione posturale, aritmia cardiaca. Patologia del sistema emolinfopoietico. Non comune: trombocitopenia; Raro: leucopenia, depressione del midollo osseo; Molto raro: neutropenia/agranulocitosi, anemia aplastica, anemia emolitica. Patologia del sistema nervoso. Non comune: parestesia, perdita di appetito; Raro: stordimento. Patologie dell'occhio. Raro: xantopsia, offuscamento transitorio della vista. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Non comune: vertigini. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Non comune: sofferenza respiratoria(comprese polmonite ed edema polmonare). Patologie gastrointestinali. Non comune: irritazione gastrica, diarrea, stipsi; Raro: pancreatite. Patologie renali ed urinarie. Raro: nefrite interstiziale, disfunzion i renali. Patologia della cute e del tessuto sottocutaneo. Raro: reazioni di fotosensibilita', eruzione cutanea, orticaria, reazioni anafilattiche, necrolisi epidermica tossica; Molto raro: reazioni simili a lupus eritematoso cutaneo, riattivazione di lupus eritematoso cutaneo. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Non comune: spasmi muscolari. Disturbi del metabolismo e della nutrizione.Comune: squilibrio elettrolitico (comprese iponatriemia e ipokaliemia ), iperuricemia, iperglicemia, glicosuria, innalzamento dei livelli dicolesterolo e trigliceridi; Non comune: anoressia. Infezioni e infest azioni. Non comune: sialadenite. Patologie vascolari. Raro: angioite necrotizzante (vasculite, vasculite cutanea). Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Non comune: debolezza; Raro: febbre. Patologie epatobiliari. Raro: ittero (ittero colestatico intraepatico). Disturbi psichiatrici: Non comune: disturbi del sonno, depressione; Raro: irrequietezza.

Gravidanza e allattamento

E' controindicato durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza. L'uso non e' raccomandato nel primo trimestre di gravidanza. Il trattamento con ACE inibitori non deve essere iniziato durante la gravidanza. A meno che non sia considerata essenziale una terapia continuativa con gli ACE inibitori, quando le pazienti pianificano una gravidanza deve essere usato un trattamento antiipertensivo alternativo che abbia un profilo di sicurezza affermato per l'uso in gravidanza. Quando e' diagnosticata una gravidanza, il trattamento con gli ACE inibitori deve essere interrotto immediatamente, e, se appropriata, deve essere iniziata una terapia alternativa. Non sono stati eseguiti studi controllaticon ACE inibitori nella specie umana, ma l'esposizione di un numero l imitato di casi al primo trimestre di gravidanza, non ha mostrato malformazioni come la fetotossicita' come descritto sotto. Se vengono somministrati a donne durante il secondo o terzo trimestre, gli ACE inibitori possono causare morbilita' e mortalita' fetale e neonatale. L'uso degli ACE inibitori durante questo periodo e' stato associato a danni fetali e neonatali, incluse ipotensione, insufficienza renale, iperkaliemia e/o ipoplasia del cranio del neonato. E' stato osservato oligoidramnios materno, presumibilmente a causa della diminuita funzionalita'renale fetale, e puo' risultare nell'accorciamento degli arti, deform azioni del cranio e sviluppo di polmoni ipoplastici. Questi effetti indesiderati sugli embrioni e sui feti sembrano non risultare dall'esposizione intrauterina agli ACE inibitori limitata al primo trimestre. L'uso abituale di diuretici nelle donne in gravidanza per il resto sane non e' raccomandato, poiche' la madre e il feto sarebbero inutilmente esposte a pericoli che includono ittero fetale neonatale, trombocitopenia e probabilmente altri effetti indesiderati visti negli adulti. Se il lisinopril e' usato durante il primo trimestre di gravidanza, la paziente deve essere informata sul potenziale rischio di danni al feto. Quando viene usato durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza, deve essere eseguita ripetutamente una ecografia per valutare le condizioni del liquido amniotico. Se si osserva oligoidramnios, la terapia con lisinopril deve essere interrotta a meno che essa non sia di vitale importanza per la madre. Il paziente e il medico devono comunquetener presente che l'oligoidrammios puo' verificarsi dopo che il feto e' stato irreversibilmente danneggiato. I neonati la cui madre ha ass unto lisinopril devono essere strettamente monitorati per l'ipotensione, oliguria e iperkaliemia. Il lisinopril che attraversa la placenta, e' stato rimosso dalla circolazione del neonato mediante dialisi peritoneale con qualche beneficio clinico, ma puo' teoricamente essere rimosso da trasfusione. Non c'e' esperienza sulla eliminazione dell'idroclorotiazide, che passa anch'essa attraverso la placenta, dalla circolazione del neonato. Allattamento. Non e' noto se il lisinopril sia escreto nel latte materno; tuttavia, le tiazidi sono escreti nel latte materno. Il lisinopril e' escreto nel latte materno dei ratti che allattano. L'assunzione del lisinopril non e' raccomandata nelle donne che stanno allattando. L'idroclorotiazide viene escreta nel latte materno in quantita' tali che si suppone possano riguardare i bambini, anche con dosi terapeutiche. A causa della possibilita' di reazioni gravi da idroclorotiazide nei bambini allattati al seno, deve essere presa una decisione se interrompere l'allattamento al seno o interrompere il trattamento, tenendo conto dell'importanza del medicinale per la madre.