Migracin - Im Iv 1f 1g/4ml 4ml

Dettagli:
Nome:Migracin - Im Iv 1f 1g/4ml 4ml
Codice Ministeriale:025568080
Principio attivo:Amikacina Solfato
Codice ATC:J01GB06
Fascia:A
Prezzo:6.88
Rimborso:6.88
Produttore:Genetic Spa
SSN:Concedibile esente per patologia
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Soluzione iniettabile
Contenitore:Fiale
Iva:10%
Temp. Conservazione:Nessuna particolare condizione di conservazione
Scadenza:36 mesi

Denominazione

MIGRACIN SOLUZIONE INIETTABILE

Formulazioni

Migracin - Im Iv 1f 1g/4ml 4ml
Migracin - Iniet 5f 500mg/2ml

Categoria farmacoterapeutica

Aminoglicosidi.

Principi attivi

Amikacina solfato.

Eccipienti

Sodio citrato, sodio metabisolfito, acqua per preparazioni iniettabili.

Indicazioni

Trattamento a breve termine di infezioni gravi da ceppi sensibili di germi Gram-negativi, comprese le specie di pseudomonas, e.coli, proteusindolo+ e indolo-, di providencia, del gruppo Klebsiella-enterobacter -serratia, e di acinetobacter. Questo antibiotico si dimostra efficace: - nella terapia delle battiriemie, delle setticemie e delle sepsi neonatali; - nella terapia delle infezioni gravi delle vie respiratorie;delle ossa e delle articolazioni; del SNC (inclusa la meningite); del le infezioni intra addominali (inclusa la peritonite); delle ustioni edelle infezioni post-operatorie (incluse quelle della chirurgia vasco lare); - nella terapia delle infezioni gravi, complicate e ricorrenti,delle vie urinarie, causate da germi Gram negativi. Per contro, come gli altri aminoglicosidi, l'amikacina non e' indicata negli episodi infettivi iniziali non complicati del tratto urinario, quando l'agente eziologico e' sensibile ad antibiotici potenzialmente meno tossici; - nella terapia delle infezioni da stafilococco; percio' si puo' adottarecome terapia d'attacco in caso di infezioni stafilococciche accertate o presunte, quando il paziente e' allergico ad altri antibiotici, od e' presente un'infezione mista da stafilococchi e Gram negativi; - nella terapia delle sepsi neonatali, quando il test di sensibilita' indica che altri aminoglicosidi non si possono impiegare. In tali casi puo'essere indicata anche una terapia concomitante con un antibiotico di tipo penicillinico, a causa della possibilita' di sovrainfezione da Gram positivi (streptococchi o pneumococchi). Il prodotto e' in grado dicombattere le infezioni da germi Gram negativi resistenti alla gentam icina ed alla tobramicina, particolarmente da proteus rettgeri, providencia stuartil, serratia mercescens e pseudomonas aeruginosa.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Un'anamnesi di ipersensibilita' o di gravi reazioni tossiche agli aminoglicosidi puo' controindicare l'uso di qualsiasi aminoglicoside acausa della elevata sensibilita' dei pazienti a questa classe di farm aci.

Posologia

Per la via intramuscolare di somministrazione, la posologia consigliata, sia per bambini di qualsiasi eta' che per gli adulti (quando la funzionalita' renale sia normale) e' di 15 mg/kg/die. La quantita' giornaliera totale di antibiotico stabilita su questa base, che in un adultodi peso normale corrisponderebbe ad 1 grammo di amikacina, va riparti ta nelle 24 ore in 2-3 dosi, da somministrare a intervalli regolari. Ipazienti con peso corporeo molto elevato non devono comunque ricevere piu' di 1,5 g al di'. Nei neonati si consiglia di iniziare con una do se d'attacco di 10 mg/kg seguita da 7,5 mg/kg ogni 12 ore. La durata media del trattamento con amikacina dovrebbe andare dai 7 ai 10 giorni,alla posologia stabilita nell'adulto o nel bambino; con tale schema l e infezioni, se non complicate da germi sensibili, dovrebbero rispondere favorevolmente entro 48 ore. Se dopo 4-5 giorni non si manifesta larisposta clinica desiderata, si dovrebbe sospendere la terapia e cont rollare nuovamente la sensibilita' del germe in causa. La mancata risposta puo' essere dovuta a resistenza del germe o alla presenza di focisettici, che richiedono un drenaggio chirurgico. Quando e' necessario un periodo di trattamento superiore ai 10 giorni , si dovrebbe contro llare quotidianamente la funzionalita' renale ed acustica. Nei pazienti con funzionalita' renale compromessa, nei limiti del possibile si dovrebbe sempre controllare la concentrazione sierica di amikacina, ed adeguare la posologia: a) somministrando le dosi per un soggetto con funzionalita' normale, ad intervalli piu' lunghi; oppure b) somministrando dosaggi ridotti rispetto alla norma e mantenendo fissi gli intervalli di tempo. In entrambi i casi si deve controllare la CC ed i livellisierici di creatinina, in quanto questi dati sono correlati, nel pazi ente con funzione renale ridotta, con emivita dell'antibiotico. In particolare: a) se non si conosce il tasso di CC (clearance della creatinina) e le condizioni del paziente sono stabili, l'intervallo tra le somministrazioni si calcola moltiplicando il valore del tasso di creatinina sierica per 9 (es.: 2 ml/100 ml di creatinina X 9 = 18 ore di intervallo); b) se e' preferibile somministrare l'amikacina ad intervalli fissi, occorrerebbe innanzitutto controllare le concentrazioni sieriche dell'antibiotico, per essere sicuri che non eccedano i 35 gamma/mt. Se cio' non e' possibile, e le condizioni del paziente sono stabili, avendo a disposizione i valori della CC e della creatininemia, si puo' iniziare con una dose di attacco di 7,5 mg/kg e stabilire l'intervalloin 12 ore. La dose da somministrare successivamente, ogni 12 ore, ver ra' calcolata secondo la seguente formula: CC calcolata nel paz X dosed'attacco (= 7,5 mg x peso corp), CC teorica nel normale. Alternativa mente, se si conosce il valore "steady-state" della creatininemia, si puo' dividere la dose normale per questo valore ed ottenere cosi' il dosaggio ridotto da somministrare ogni 12 ore. Per la via endovenosa disomministrazione, la dose iniziale, il dosaggio giornaliero e la quan tita' totale di amikacina da somministrare, restano uguali a quelli riferiti per la via intramuscolare, cosi' come uguale la modalita' di somministrazione (2-3 somministrazioni al di' ad intervalli regolari). Nell'adulto l'antibiotico va somministrato diluendo la fiala da 500 mg in 200 ml di soluzione fisiologica o di soluzione glucosata al 5%; il tempo di infusione deve andare da 30 a 60 minuti. La fiala da 1 g va diluita sempre in 200 mg di soluzione fisiologica o di soluzione glucosata al 5% ed infusa in 60 minuti. Nei bambini la quantita' di fluido e' da usare in stretta relazione con la quantita' di antibiotico che ilbambino deve assumere. Il liquido di infusione deve essere somministr ato in un periodo di 30 o 60 minuti; nei bambini piu' piccoli l'infusione dovrebbe durare da 1 a 2 ore. L'amikacina non dovrebbe essere unita ad altre sostanze da infondere, ma somministrata da sola, secondo loschema posologico stabilito.

Conservazione

Il prodotto non ha particolari precauzioni per la conservazione. Se diluito, con concentrazioni di 2,5 mg/ml di principio attivo, puo' essere utilizzato entro 24 ore se conservato in frigorifero o comunque non al di sopra dei 25 gradi C.

Avvertenze

I pazienti trattati con somministrazione di aminoglicosidi per via parenterale devono essere tenuti sotto stretta osservazione clinica a causa della potenziale ototossicita' e nefrotossicita' associata al loro utilizzo. La sicurezza del farmaco non e' stata dimostrata per i periodi di trattamento superiori a 14 giorni. E' consigliabile effettuare un antibiogramma prima di iniziare la terapia. L'amikacina puo' essere adottata come terapia iniziale, quando in una infezione si sospetti l'eziologia da Gram-negativi e non siano ancora a disposizione i risultati dell'antibiogramma. Tuttavia la decisione di continuare la terapia con questo antibiotico potrebbe basarsi sui risultati dei test di sensibilita', sulla gravita' dell'infezione, sulla risposta del paziente, e tenendo presente le avvertenze riportate piu' avanti. Il prodotto contiene sodio bisolfito: tale sostanza puo' provocare in soggetti sensibili e particolarmente negli asmatici reazioni di tipo allergico ed attacchi asmatici gravi. Neuro/Ototossicita': nei pazienti trattati con aminoglicosidi si puo' verificare neurotossicita' che si manifesta come ototossicita' uditiva vestibolare e/o bilaterale. Il rischio di ototossicita' indotta da aminoglicosidi e' maggiore nei pazienti con funzionalita' renale compromessa o in quelli la cui terapia e' prolungata oltre 5-7 giorni di trattamento, anche in pazienti sani. La sordita' inizia in genere verso le onde acustiche ad alta frequenza, per cui si puo' determinare solo mediante test audiometrici. Possono comparire anche vertigini che sono indice di danno vestibolare. I pazienti che sviluppano danno cocleare o vestibolare durante la terapia possono non avvertire l'insorgenza di sintomi relativi allo sviluppo della tossicita'dell'VIII nervo e della sordita' bilaterale irreversibile parziale o totale, o l'insorgenza di vertigini invalidanti che puo' verificarsi dopo la sospensione del farmaco. L'ototossicita' indotta dagli aminoglicosidi e' di solito irreversibile. Puo' manifestarsi ototossicita' siadel ramo acustico che di quello vestibolare nei pazienti trattati con dosi elevate e per periodi di tempo piu' lunghi rispetto a quelli con sigliati, il rischio di ototossicita' e' maggiore nei pazienti con danno renale. Non e' nota la potenziale ototossicita' dell'amikacina nei bambini. Finche' non sara' disponibile una maggiore quantita' di dati,questo antibiotico si deve usare, in pediatria, solo quando i test di sensibilita' indicano che altri aminoglicosidi non possono essere imp iegati e quando il bambino puo' essere controllato strettamente circa l'insorgenza della tossicita' a quel livello. Tossicita' neuromuscolare: in seguito ad iniezione parenterale, instillazione topica e uso orale di aminoglicosidi sono stati riportati blocco neuromuscolare e paralisi respiratoria. Una possibile paralisi respiratoria deve essere presa in considerazione qualsiasi sia la via di somministrazione degli aminoglicosidi, specialmente in pazienti trattati con anestetici, miorilassanti. In caso di blocco neuromuscolare, i sali di calcio possono invertire la paralisi respiratoria, ma puo' essere necessaria assistenzarespiratoria meccanica. Con dosi elevate di amikacina sono comparsi i n animali da laboratorio blocco neuromuscolare e paralisi muscolare. Gli aminoglicosidi devono essere usati con cautela in pazienti con malattie muscolari come miastenia gravis o parkinsonismo poiche' questi farmaci possono aggravare la debolezza muscolare a causa del loro potenziale effetto curaro-simile sulla giunzione neuromuscolare. Tossicita' renale: gli aminoglicosidi sono potenzialmente nefrotossici. La tossicita' renale e' indipendente dalla concentrazione plasmatica di picco (C max). Il rischio di nefrotossicita' e' maggiore in pazienti con funzionalita' renale compromessa, in quelli che ricevono dosi elevate o inquelli la cui terapia e' prolungata. Nei pazienti con nota o sospetta compromissione della funzionalita' renale al momento del principio de lla terapia ed anche nei pazienti con funzionalita' inizialmente normale ma nei quali questa si e' alterata nel corso del trattamento, si dovrebbero controllare costantemente la funzionalita' renale e quella dell'VIII paio di nervi. Nei limiti del possibile le concentrazioni sieriche di amikacina devono essere monitorate per evitare di mantenere a lungo tassi superiori ai 35 gamma/ml e per assicurare livelli adeguatie quindi evitare livelli potenzialmente tossici. L'acido urico, la cr eatinina sierica o la clearance della creatinina devono essere misurate periodicamente. L'evidenza di ototossicita' o nefrotossicita' richiede l'interruzione della terapia o la variazione del dosaggio del farmaco. L'inattivazione dell'aminoglicoside e' clinicamente significativa solo in pazienti con grave insufficienza renale. L'inattivazione puo' continuare su campioni di liquidi biologici raccolti per analisi, provocando letture imprecise. Tali campioni devono essere adeguatamente trattati. L'alterazione della funzione renale e' caratterizzata da riduzione della CC (clearance della creatinina), dalla presenza di cellule o di cilindri nel sedimento, da oliguria, proteinuria, riduzione del peso specifico dell'urina, da aumento della ritenzione di azoto. Il riscontro di alterazioni della funzionalita' renale, vestibolare ed acustica impone la sospensione della terapia. Nei limiti possibili, occorrerebbe controllare la concentrazione sierica di amikacina ed evitare dimantenere a lungo tassi superiori ai 35 gamma/ml. Anche le urine dovr ebbero essere controllate, relativamente ai parametri prima citati. Sidovrebbe evitare la somministrazione, contemporanea o successiva, di altri antibiotici, per uso sistemico, orale o topico o di altri prodotti che siano notoriamente neurotossici o nefro-tossici, in particolare: kanamicina, gentamicina, tobramicina, neomicina, streptomicina, cefatoridina, viomicina, polimixina B, colistina, vancomicina. Altri fattori che possono aumentare il rischio di tossicita' sono l'eta' avanzatae la disidratazione. L'amikacina non dovrebbe essere somministrata in sieme con diuretici potenti. Infatti alcuni diuretici sono di per se' ototossici ed inoltre i diuretici, se somministrati per via endovenosa, aumentano la tossicita' degli aminoglicosidi, alterandone la concentrazione nel siero e nei tessuti. Reazioni allergiche: e' possibile allergia crociata con gli altri aminoglicosidi. La sensibilita' ai solfiti e' vista piu' frequente negli asmatici rispetto ai soggetti non asmatici. L'uso di amikacina puo' portare alla proliferazione di organisminon sensibili. E' stato riportato dopo somministrazione intravitreale di amikacina, infarto maculare che a volte porta alla perdita permane nte della vista. Cautela nei prematuri e nei neonati a causa della immaturita' renale di questi pazienti e il conseguente prolungamento dell'emivita plasmatica di questi farmaci.

Interazioni

Si dovrebbe evitare la somministrazione contemporanea o successiva, dialtri farmaci neurotossici, ototossici o nefrotossici, in particolare : bacitracina, kanamicina, cisplatino, amfotericina B, ciclosporina, tacrolimus, cefaloridina, paromomicina, gentamicina, tobramicina, neomicina, streptomicina, cefatoridina, viomicina, polimixina B, colistina,vancomicina o altri aminoglicosidi per uso topico o per via sistemica a causa di possibili effetti additivi. L'incremento della nefrotossic ita' e' stata riportata in seguito alla somministrazione parenterale di antibiotici aminoglicosidici e cefalosporine. Il concomitante uso dicefalosporine potrebbe causare un aumento dei livelli di creatinina s ierica. L'uso concomitante di amikacina solfato iniettabile con potenti diuretici (acido etacrinico o furosemide, mannitolo) deve essere evitata in quanto i diuretici da soli possono causare ototossicita'. Inoltre, quando somministrato per via endovenosa, i diuretici possono aumentare la tossicita' degli aminoglicosidi alterando le concentrazioni dell'antibiotico nel siero e nei tessuti. Una riduzione dell'attivita' sierica puo' verificarsi anche quando un farmaco aminoglicoside o penicillina-tipo e' somministrato in vivo mediante due vie di somministrazione separate. E' possibile un aumento del rischio di ipocalcemia quando aminoglicosidi sono somministrati con bifosfonati. Vi e' un aumentodel rischio di nefrotossicita' e possibilmente di ototossicita' quand o aminoglicosidi sono somministrati con composti del platino. La tiamina (vitamina B1), somministrata contemporaneamente, puo' essere inattivata dal componente reattivo del bisolfito di sodio della formulazionedi amikacina solfato. L'indometacina puo' aumentare la concentrazione plasmatica di amikacina nei neonati. C'e' il rischio di paralisi resp iratoria in pazienti trattati con anestetici, agenti che bloccano la funzione neuromuscolare, come ad esempio succinilcolina, decametonio, atracurio, rocuronio, vecuronio o in pazienti trattati con massicce trasfusioni di citrato anticoagulante. Questo medicinale contiene sodio metabisolfito pertanto raramente puo' causare gravi reazioni di ipersensibilita' e broncospasmo.

Effetti indesiderati

Come risulta dai paragrafi precedenti, i principali effetti collaterali che possono comparire in corso di terapia con amikacina sono: tossicita' a livello dell'VIII paio di nervi cranici (soprattutto ototossicita'). Tutti gli aminoglicosidi possono potenzialmente indurre ototossicita', tossicita' renale e il blocco neuromuscolare. Queste tossicita'si verificano piu' frequentemente in pazienti con compromissione dell a funzionalita' renale, in pazienti trattati con altri farmaci ototossici o nefrotossici e nei pazienti trattati per lunghi periodi e/o con dosi maggiori rispetto a quelle raccomandate. La tabella seguente e' redatta secondo la terminologia MedDRA, sistema organo- classe e frequenza, utilizzando le seguenti categorie di frequenza: molto comune (>=1/10), comune (>=1/100, <1/10), non comune (>=1/1000, <1/100), raro (>=1/10000, <1/1000), molto raro (<1/10000) e non nota (non puo' essere definita da dati disponibili. Infezioni ed infestazioni. Non comune: superinfezioni e colonizzazione da parte di batteri o lieviti. Malattie del sangue e del sistema linfatico. Raro: anemia, eosinofilia. Malattie del sistema immunitario. Non nota: risposta anafilattica (reazione anafilattica, shock anafilattico e reazioni anafilattoidi), ipersensibilita'. malattie del metabolismo e della nutrizione. Raro: ipomagnesemia. Malattie del sistema nervoso. Non nota: paralisi; raro: tremore, parestesia, cefalea, disturbi dell'equilibrio. Patologie dell'occhio. Raro: cecita', infarto della retina. Malattie dell'orecchio e del labirinto. Raro: tinnito, ipoacusia; non nota: sordita', sordita' neurosensoriale. Malattie vascolari. Raro: ipotensione. Malattie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Non nota: apnea, broncospasmo. Malattie gastrointestinali. Non comune: nausea, vomito. Malattie della pelle e deltessuto sottocutaneo. Non comune: eruzione cutanea; raro: prurito, or ticaria. Malattie muscoloscheletriche e del tessuto connettivo. Raro: artralgia, contrazioni muscolari. Malattie renali e disordini urinari.Non nota: insufficienza renale acuta, nefropatia tossica, presenza di cellule nelle urine; raro: oliguria, aumento della creatinina ematica , albuminuria, azotemia, presenza di globuli rossi, bianchi e cilindrinel sedimento urinario. Patologie sistemiche e condizioni relative al la sede di somministrazione. Raro: piressia o febbre iatrogena. L'amikacina non e' stata formulata per uso intravitreale. Cecita' e infarto della retina sono stati riportati come conseguenza della somministrazione intravitreale dell'amikacina. I cambiamenti della funzione renale sono usualmente reversibili quando il farmaco e' sospeso. Gli effetti tossici sull'ottavo nervo cranico possono provocare perdita dell'udito, perdita dell'equilibrio, o di entrambi. L'amikacina colpisce principalmente la funzione uditiva. Il danno cocleare comprende sordita' ad alta frequenza che di solito si verifica prima della perdita clinica dell'udito e puo' essere rilevata tramite test audiometrico.

Gravidanza e allattamento

L'amikacina non ha sino ad ora evidenziato nell'animale, influenze negative sulla gestazione e sul feto. Per quanto il rischio non sia chiaramente definito, non e' da escludere la possibilita' di danno fetale. Nelle donne in stato di gravidanza e nella primissima infanzia il prodotto va somministrato nei casi di effettiva necessita', sotto il diretto controllo del medico Ci sono studi limitati sull'uso di aminoglicosidi in gravidanza. Gli aminoglicosidi possono causare danni al feto. Gli aminoglicosidi attraversano la placenta e sono state riportate segnalazioni di sordita' totale, irreversibile, bilaterale congenita nei bambini le cui madri hanno ricevuto streptomicina durante la gravidanza. Anche se non sono stati riportati effetti negativi sul feto o in neonati, di donne trattate in gravidanza con altri aminoglicosidi, il potenziale danno dell'amikacina esiste. Se l'amikacina viene utilizzata durante la gravidanza o se la paziente rimane incinta durante l'assunzione di questo farmaco, la paziente deve essere informata del potenziale rischio per il feto. Non e' noto se l'amikacina venga secreta nel latte materno. Tuttavia e' necessario decidere se interrompere l'allattamento o interrompere la terapia. Si dovrebbe, comunque, come regola generale, non permettere l'allattamento a donne sotto terapia con farmaci che potrebbero passare nel latte. In studi sulla attivita' riproduttiva nei topi e nei ratti, non sono stati riportati effetti sulla fertilita' o sulla tossicita' fetale.