Mozobil - Sc 1fl 24mg 20mg/Ml

Dettagli:
Nome:Mozobil - Sc 1fl 24mg 20mg/Ml
Codice Ministeriale:039587011
Principio attivo:Plerixafor
Codice ATC:L03AX16
Fascia:H
Prezzo:9257.16
Lattosio:Contiene lattosio
Produttore:Genzyme Srl
SSN:Non concedibile
Ricetta:OSP1 - uso ospedaliero art.92 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco solo uso ospedaliero
Forma:Soluzione iniettabile
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Nessuna particolare condizione di conservazione
Scadenza:36 mesi

Denominazione

MOZOBIL 20 MG/ML SOLUZIONE INIETTABILE

Formulazioni

Mozobil - Sc 1fl 24mg 20mg/Ml

Categoria farmacoterapeutica

Immunostimolanti.

Principi attivi

Plerixafor.

Eccipienti

Sodio cloruro; acido cloridrico, concentrato (aggiustamento del pH); sodio idrossido, (aggiustamento del pH); acqua per preparazioni iniettabili.

Indicazioni

Il medicinale e' indicato in combinazione con il fattore stimolante lecolonie dei granulociti (G-CSF)per incrementare la mobilizzazione del le cellule staminali ematopoietiche nel sangue periferico per la raccolta e il conseguente trapianto autologo in pazienti adulti con linfomae mieloma multiplo con una scarsa mobilizzazione cellulare.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.

Posologia

La terapia deve essere iniziata e supervisionata da un medico esperto in oncologia e/o ematologia. Le procedure di mobilizzazione e aferesi devono essere eseguite in collaborazione con un centro oncologico-ematologico con un'esperienza soddisfacente in questo campo e in cui il monitoraggio delle cellule progenitrici ematopoietiche possa essere realizzato correttamente. La dose raccomandata di plerixafor e' 0,24 mg/kgdi peso corporeo/die. Deve essere somministrato mediante iniezione so ttocutanea da 6 a 11 ore prima dell'inizio di ogni aferesi dopo 4 giorni di pre-trattamento con G-CSF. Negli studi clinici, il medicinale e'stato comunemente utilizzato per un periodo compreso tra 2 e 4 giorni consecutivi (e fino a 7). Il peso utilizzato per calcolare la dose di plerixafor deve essere ottenuto entro 1 settimana precedente alla pri ma dose di plerixafor. Negli studi clinici, la dose di plerixafor e' stata calcolata in base al peso corporeo nei pazienti fino al 175% del peso corporeo ideale. La dose di plerixafor e il trattamento dei pazienti con un peso superiore al 175% del peso corporeo ideale non e' stata esaminata. Il peso corporeo ideale puo' essere determinato utilizzando le seguenti equazioni. Maschio (kg): 50 + 2,3 x ((Altezza (cm) x 0,394) - 60); femmina (kg): 45,5 + 2,3 x ((Altezza (cm) x 0,394) - 60). Considerando l'incremento dell'esposizione con l'aumento del peso corporeo, la dose di plerixafor non deve eccedere 40 mg/die. Prodotti medicinali concomitanti raccomandati: negli studi clinici pivotal a supporto dell'utilizzo del farmaco, tutti i pazienti hanno ricevuto dosi mattutine giornaliere di 10 mg/kg di G-CSF per 4 giorni consecutivi primadella dose iniziale di plerixafor e per ogni mattina prima dell'afere si. Insufficienza renale: i pazienti con clearance della creatinina di20-50 ml/min devono ricevere una dose ridotta di plerixafor di un ter zo a 0,16 mg/kg/die. I dati clinici relativi a tale aggiustamento della dose sono limitati. L'esperienza clinica e' al momento insufficienteper fornire delle raccomandazioni su posologie alternative per i pazi enti con clearance della creatinina <20ml/min, cosi' come per i pazienti in emodialisi. Considerando l'incremento dell'esposizione con l'aumento del peso corporeo, la dose non deve superare 27 mg/die qualora laclearance della creatinina risulti inferiore a 50 ml/min. Popolazione pediatrica: l'esperienza nei bambini e' limitata. La sicurezza e l'ef ficacia del prodotto nei bambini con meno di 18 anni non sono state stabilite. Pazienti anziani (> 65 anni): nei pazienti anziani con una funzionalita' renale normale non sono necessarie variazioni di dose. Si raccomanda l'aggiustamento della dose nei pazienti anziani con clearance della creatinina <= 50 ml/min. In generale, si deve scegliere con cura la dose per pazienti anziani data la frequenza maggiore di diminuzione della funzionalita' renale con l'avanzare dell'eta'. Modo di somministrazione: il farmaco e' per iniezione sottocutanea. Ciascun flaconcino e' monouso. Le fiale devono essere ispezionate visivamente prima della somministrazione e non devono essere utilizzate in presenza di particolato o scolorimento. Dato che il medicinale si presenta come unaformulazione sterile e priva di conservanti, si deve seguire la tecni ca asettica in fase di trasferimento del contenuto del flaconcino in una siringa adatta alla somministrazione sottocutanea.

Conservazione

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.

Avvertenze

Mobilizzazione potenziale di cellule tumorali in pazienti con linfoma e mieloma multiplo: l'effetto della potenziale reinfusione delle cellule tumorali non e' stato adeguatamente studiato. Utilizzando il farmaco insieme al G-CSF per la mobilizzazione delle cellule staminali ematopoietiche in pazienti con linfoma o mieloma multiplo, cellule tumoralipossono essere rilasciate dal midollo e successivamente raccolte nel prodotto della leucaferesi. La rilevanza clinica del rischio teorico di mobilizzazione di cellule tumorali non e' stata completamente chiarita. In studi clinici su pazienti con linfoma non Hodgkin e mieloma multiplo, la mobilizzazione di cellule tumorali non e' stata osservata con plerixafor. Mobilizzazione di cellule tumorali in pazienti affetti da leucemia: in un programma di uso compassionevole, il medicinale e G-CSF sono stati somministrati in pazienti con leucemia mieloide acuta eleucemia plasmacellulare. In alcuni casi, tali pazienti hanno manifes tato un incremento nel numero di cellule leucemiche in circolazione. Allo scopo di mobilizzare le cellule staminali ematopoietiche, plerixafor puo' causare la mobilizzazione di cellule leucemiche e la conseguente contaminazione del prodotto dell'aferesi. Pertanto, plerixafor non e' raccomandato per la mobilizzazione e la raccolta di cellule staminali ematopoietiche in pazienti affetti da leucemia. >>Effetti ematologici. Iperleucocitosi: la somministrazione del prodotto insieme a G-CSF aumenta i leucociti in circolazione, cosi' come le popolazioni di cellule staminali ematopoietiche. I conteggi dei globuli bianchi devono essere monitorati durante la terapia con il prodotto. E' opportuno affidarsi al giudizio clinico in fase di somministrazione del medicinale inpazienti con conteggi dei neutrofili nel sangue periferico superiori a 50 x 10^9/L. La trombocitopenia e' una complicazione conosciuta dell'aferesi ed e' stata osservata in pazienti ai quali e' stato somministrato il farmaco. I conteggi delle piastrine devono essere monitorati in tutti i pazienti ai quali viene somministrato il medicinale e che vengono sottoposti ad aferesi. Reazioni allergiche: il prodotto e' statoeccezionalmente associato a potenziali reazioni sistemiche correlate all'iniezione sottocutanea, come orticaria, gonfiore periorbitale, dispnea o ipossia. I sintomi hanno risposto ai trattamenti (ad es. antistaminici, corticosteroidi, idratazione od ossigeno supplementare) o si sono risolti spontaneamente. Dall'esperienza post-marketing in tutto il mondo sono stati segnalati casi di reazioni anafilattiche, compreso shock anafilattico. Si devono adottare le dovute precauzioni per la possibilita' di tali reazioni. Reazioni vasovagali: a seguito di iniezioni sottocutanee possono verificarsi reazioni vasovagali, ipotensione ortostatica e/o sincope. Devono essere prese le dovute precauzioni datala possibilita' di tali reazioni. Splenomegalia: in studi preclinici, aumenti del peso della milza assoluti o relativi associati all'ematop oiesi extramidollare sono stati osservati a seguito della somministrazione sottocutanea giornaliera prolungata (da 2 a 4 settimane) di plerixafor nei ratti a dosi circa 4 volte superiori rispetto alla dose raccomandata nell'uomo. L'effetto di plerixafor sulle dimensioni della milza nei pazienti non e' stato valutato specificatamente in studi clinici. La possibilita' che plerixafor in combinazione con G-CSF possa causare un ingrossamento splenico non puo' essere esclusa. Data la rara eventualita' di una rottura splenica a seguito della somministrazione diG-CSF, i soggetti che ricevono il medicinale in combinazione con G-CS F e riportano un dolore addominale sul lato superiore sinistro e/o dolore scapolare o alle spalle devono essere valutati relativamente all'integrita' splenica. Il prodotto contiene meno di 1 mmol di sodio (23 mg) per dose, pertanto e' essenzialmente "privo di sodio".

Interazioni

Non sono stati effettuati studi di interazione. Gli esami in vitro hanno mostrato che plerixafor non e' stato metabolizzato dagli enzimi CYPP450 e che non ha inibito ne' indotto gli enzimi CYP P450. In uno stu dio in vitro , plerixafor non ha agito come substrato o inibitore della P-glicoproteina. In studi clinici su pazienti affetti da linfoma nonHodgkin, l'aggiunta di rituximab a un regime di mobilizzazione di ple rixafor e G-CSF non ha avuto impatto sulla sicurezza dei pazienti o sulla produzione di cellule CD34+.

Effetti indesiderati

Le reazioni avverse vengono elencate in base alla classificazione sistemica organica e alla frequenza. Le frequenze vengono definite in basealla seguente convenzione: molto comune (>= 1/10); comune (da >= 1/10 0 a < 1/10); non comune (da >= 1/1.000 a < 1/100): raro (da >= 1/10.000 a < 1/1.000); molto raro (< 1/10.000); non nota >>Reazioni avverse occorse piu' frequentemente con il farmaco rispetto al placebo e considerate come correlate al farmaco durante la mobilizzazione e l'aferesi negli studi di fase III. Disturbi del sistema immunitario. Non comune:reazione allergica, reazioni anafilattiche, incluso shock anafilattic o. Disturbi psichiatrici. Comune: insonnia. Patologie del sistema nervoso. Comune: capogiri, emicrania. Patologie gastrointestinali. Molto comune: diarrea, nausea; comune: vomito, dolore addominale, disturbi gastrici, dispepsia, gonfiore addominale, stipsi, flatulenza, ipoestesiaorale, secchezza della bocca. Patologie della cute e del tessuto sott ocutaneo. Comune: iperidrosi, eritema. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: artralgia, dolore muscoloscheletrico. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comune: reazioni al sito di iniezione e infusione; comune: affaticamento, malessere. La frequenza delle reazioni allergiche presentata e' basata sulle reazioni avverse che si sono verificate negli studi di oncologia. Gli eventi hanno incluso uno o piu' dei seguenti disturbi: orticaria, gonfiore periorbitale, dispnea o ipossia.Tali eventi sono stati in genere lievi o moderati e si sono verificat i entro circa 30 min dalla somministrazione del farmaco. Le reazioni avverse riportate in pazienti con linfoma e mieloma multiplo che hanno assunto il medicinale negli studi controllati di Fase III e in studi non controllati, incluso uno studio di Fase II sul farmaco come monoterapia per la mobilizzazione delle cellule staminali ematopoietiche, sono simili. Non e' stata osservata alcuna differenza nell'incidenza delle reazioni avverse per i pazienti oncologici dovuta a malattia, eta' osesso. Infarto miocardico: negli studi clinici, 7 dei 679 pazienti on cologici sono stati colpiti da infarto miocardico dopo la mobilizzazione delle cellule staminali ematopoietiche con plerixafor e G-CSF. Tutti gli eventi sono avvenuti almeno 14 giorni dopo l'ultima somministrazione del farmaco. Inoltre, due pazienti oncologici di sesso femminile nel programma di uso compassionevole sono stati colpiti da infarto miocardico dopo la mobilizzazione delle cellule staminali ematopoietiche con plerixafor e G-CSF. Uno di questi eventi si e' verificato 4 giornidopo l'ultima somministrazione del medicinale. La mancanza di un rapp orto temporale in 8 dei 9 pazienti, unita al profilo di rischio dei pazienti con infarto miocardico, non suggerisce che il farmaco conferisca un rischio indipendente di infarto miocardico in pazienti che ricevono anche il G-CSF. Iperleucocitosi: sono stati osservati conteggi dei globuli bianchi di 100 x 10^9/l o superiori nel giorno precedente o inqualunque giorno di aferesi, nel 7% dei pazienti che hanno ricevuto i l prodotto e nell'1% dei pazienti che hanno ricevuto placebo negli studi di Fase III. Non sono stati osservati complicazioni o sintomi clinici di leucostasi. Reazioni vasovagali: negli studi clinici del farmacosu volontari sani e oncologici, meno dell' 1% dei soggetti ha manifes tato reazioni vasovagali (ipotensione ortostatica e/o sincope), a seguito della somministrazione sottocutanea di dosi di plerixafor <= 0,24 mg/kg. La maggioranza di tali eventi si e' verificata entro 1 ora dalla somministrazione del medicinale. Patologie gastrointestinali: negli studi clinici del prodotto su pazienti oncologici, sono stati riportati rari eventi gastrointestinali gravi, inclusi diarrea, nausea, vomitoe dolore addominale. Parestesia: la parestesia e' stata osservata com unemente in pazienti oncologici sottoposti a trapianto autologo in seguito ai molteplici interventi per la malattia. Negli studi di Fase IIIcontrollati con placebo, l'incidenza delle parestesia e' stata rispet tivamente del 20,6% e del 21,2% nei gruppi plerixafor e placebo. Pazienti anziani: nei due studi clinici controllati con placebo di plerixafor, il 24% dei pazienti aveva un'eta' >= 65 anni. Non e' stata osservata alcuna differenza significativa nell'incidenza delle reazioni avverse in tali pazienti anziani, se confrontata con quella dei pazienti piu' giovani. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale e' importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto rischio/beneficio del medicinale stesso.

Gravidanza e allattamento

Le donne in eta' fertile devono ricorrere a un metodo contraccettivo efficace durante il trattamento. Non vi sono dati sufficienti riguardanti l'uso di plerixafor in donne in gravidanza. Il meccanismo farmacodinamico di azione suggerisce che plerixafor puo' causare malformazioni congenite se somministrato durante la gravidanza. Gli studi su animalihanno mostrato teratogenicita'. Il medicinale non deve essere utilizz ato durante la gravidanza, a meno che le condizioni cliniche della donna non richiedano un trattamento con plerixafor. Non e' noto se plerixafor venga escreto nel latte umano. Pertanto, non e' possibile escludere un rischio per il lattante. L'allattamento deve essere dunque interrotto durante il trattamento con il farmaco. Gli effetti di plerixaforsulla fertilita' maschile e femminile non sono noti.