Myelostim 34 - 5f 33,6miu+5f 1ml

Dettagli:
Nome:Myelostim 34 - 5f 33,6miu+5f 1ml
Codice Ministeriale:029059021
Principio attivo:Lenograstim
Codice ATC:L03AA10
Fascia:H
Prezzo:608.49
Lattosio:Senza lattosio
Produttore:Italfarmaco Spa
SSN:Non concedibile
Ricetta:OSP1 - uso ospedaliero art.92 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco solo uso ospedaliero
Forma:Preparazione iniettabile
Contenitore:Scatola
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non conservare al di sopra di +30 gradi centigradi
Scadenza:30 mesi

Formulazioni

Myelostim 34 - 5f 33,6miu+5f 1ml

Categoria farmacoterapeutica

Myelostim 34 contiene lenograstim, una glicoproteina ricombinante (rHuG-CSF) equivalente al fattore umano di stimolazione delle colonie granulocitarie isolata dalla linea cellulare umana CHU-2. Lenograstim e' prodotto tramite tecnica DNA ricombinante in cellule ovariche dell'hamster cinese (CHO).

Controindicazioni / effetti secondari

Il prodotto non deve essere somministrato a pazienti o soggetti con riconosciuta ipersensibilita' al prodotto o ai suoi costituenti. Myelostim 34 non deve essere usato per aumentare l'intensita' della dose della chemioterapia citotossica al di la' del dosaggio stabilito e degli schemi posologici consueti, poiche' Myelostim 34 puo' ridurre la mielotossicita' ma non la tossicita' globale dei farmaci citotossici. Il farmaco non deve essere somministrato contemporaneamente a chemioterapia citotossica.. Il prodotto non deve essere somministrato a pazienti: con neoplasia mieloide diversa dalla leucemia mieloide acuta "de novo"; con leucemia mieloide acuta "de novo" sotto i 55 anni di eta' e/o con leucemia mieloide acuta "de novo" con citogenetica favorevole, cioe' t(8;21), t(15;17) and inv. (16).

Posologia

La dose raccomandata di Myelostim 34 e' 150 mcg (19,2 MIU) per mq al giorno, terapeuticamente equivalenti a 5 mcg (0,64 MIU) per kg al giorno in caso di: trapianto di midollo osseo, chemioterapia citotossica convenzionale, mobilizzazione delle PBPC dopo chemioterapia. Myelostim 33,6 MIU/flaconcino puo' essere utilizzato in pazienti con superficie corporea fino a 1,8 mq. Per la mobilizzazione delle PBPC con Myelostim 34 da solo, la dose raccomandata e' di 10 mcg (1,28 MIU) per kg al giorno. ADULTI. NEL TRAPIANTO DI MIDOLLO OSSEO: Il farmaco dev'essere somministrato quotidianamente alla dose raccomandata di 150 mcg (19,2 MIU) per mq al giorno in infusione endovenosa della durata di 30 minuti, diluito in soluzione salina isotonica o sottoforma di iniezione sottocutanea, a decorrere dal giorno successivo al trapianto. La somministrazione deve essere continuata fino a che non venga superata l'attesa concentrazione minima di neutrofili (nadir) e la conta degli stessi non sia rientrata in limiti stabili compatibili con l'interruzione del trattamento, fino a un massimo, se necessario, di 28 giorni consecutivi di terapia. Si prevede che entro 14 giorni dal trapianto di midollo osseo nel 50% dei pazienti si raggiunga un normale livello di neutrofili. IN CORSO DI CHEMIOTERAPIA CITOTOSSICA: alla dose raccomandata di 150 mcg (19,2 MIU) per mq al giorno dev'essere somministrato quotidianamente per iniezione sottocutanea iniziando il giorno successivo il completamento della chemioterapia. La somministrazione quotidiana di Myelostim 34 deve essere continuata fino a che non venga superato l'atteso nadir e la conta dei neutrofili non abbia raggiunto valori stabili compatibili con la cessazione del trattamento, fino ad un massimo, se necessario, di 28 giorni consecutivi di terapia. Anche se si puo' verificare un incremento transitorio dei neutrofili entro i primi due giorni di terapia, il trattamento non deve essere interrotto poiche' si osserva generalmente una comparsa piu' precoce del nadir ed un piu' rapido ritorno alla norma con la continuazione del trattamento. NELLA MOBILIZZAZIONE DELLE CELLULE PROGENITRICI DEL SANGUE PERIFERICO (PBPC). DOPO CHEMIOTERAPIA, Myelostim 34 deve essere somministrato quotidianamente alla dose raccomandata di 150 mcg (19,2 MIU) per mq al giorno per iniezione sottocutanea a cominciare dal giorno successivo il completamento della chemioterapia fino a quando non venga superato l'atteso nadir e la conta dei neutrofili ritorni entro limiti compatibili con la cessazione del trattamento. Le leucaferesi devono essere effettuate nel periodo successivo al nadir, quando la conta leucocitaria e' in aumento, o dopo la determinazione del contenuto di cellule CD34+ nel sangue con un metodo convalidato. Nei pazienti che non hanno ricevuto una chemioterapia intensiva, spesso e' sufficiente una singola leucaferesi per ottenere una raccolta minima accettabile (> 2,0 x 106 CD34+ cellule per kg). NELLA MOBILIZZAZIONE DI PBPC CON MYELOSTIM 34 USATO DA SOLO, questo deve essere somministrato quotidianamente alla dose raccomandata di 10 mcg (1,28 MIU) per kg al giorno come iniezione sottocutanea per 4-6 giorni. La leucaferesi deve essere effettuata tra il 5ø e il 7ø giorno. Nei pazienti che non hanno ricevuto una chemioterapia intensiva , spesso e' sufficiente una singola leucaferesi per ottenere una raccolta minima accettabile (> 2,0 x 106 CD34+ cellule per kg). Nei donatori sani una dose giornaliera di 10 mcg/kg somministrata per via sottocutanea per 5-6 giorni permette una raccolta di cellule CD34+ >3x106/kg di peso corporeo, con una singola leucaferesi nell'83% dei soggetti e con due leucaferesi nel 97% dei soggetti. La terapia dovrebbe essere effettuata solo in collaborazione con centri specializzati di oncologia e/o ematologia. ANZIANO. Negli studi clinici con il farmaco e' stato incluso un piccolo numero di pazienti con eta' fino a 70 anni ma non sono stati condotti studi mirati nell'anziano e quindi non si possono raccomandare dosi specifiche. BAMBINO. La sicurezza e l'efficacia del prodotto sono state verificate in pazienti con eta' maggiore di due anni nel trapianto di midollo osseo.

Avvertenze

I fattori di stimolazione delle colonie granulocitarie possono stimolare la crescita delle cellule mieloidi in vitro; effetti simili sono stati osservati in alcune cellule non mieloidi. La sicurezza e l'efficacia della somministrazione di Myelostim 34 nei pazienti con mielodisplasia o leucemia mieloide acuta secondaria, o leucemia mieloide cronica non sono state stabilite. Percio' non deve essere usato in queste indicazioni. Particolare attenzione deve essere usata nel distinguere la diagnosi di trasformazione blastica della leucemia mieloide cronica e la leucemia mieloide acuta. Gli studi clinici non hanno stabilito se possa influenzare la progressione della sindrome mielodisplastica a leucemia mieloide acuta. Particolare cautela dovrebbe essere esercitata nell'impiego di questo farmaco in tutte le condizioni pre-neoplastiche mieloidi. Dato che alcuni tumori con caratteristiche non specifiche possono in casi eccezionali esprimere un recettore G-CSF, particolare cautela dovrebbe essere posta nel caso di inattese recidive di tumori, osservate in concomitanza con la terapia con rHuG-CSF.Una conta leucocitaria superiore a 50x109/l non e' stata osservata in nessuno dei 174 pazienti inseriti negli studi clinici e trattati con 5 mcg/kg/die (0.64 milioni di Unita'/kg/die) a seguito di trapianto di midollo osseo. Una conta di globuli bianchi uguale o superiore a 70x109/l e' stata osservata in meno del 5% dei pazienti sottoposti a chemioterapia citotossica trattati con Myelostim 34 alla dose di 5 mcg/kg/die. Non sono stati riportati eventi avversi direttamente attribuibili a questo grado di leucocitosi. A causa dei rischi potenziali associati ad una grave leucocitosi, la conta dei globuli bianchi dovrebbe essere comunque effettuata ad intervalli regolari durante la terapia con Myelostim 34. Se il numero dei leucociti supera i 50x109/l dopo l'atteso nadir, deve essere interrotto immediatamente.Durante la mobilizzazione delle PBPC, deve essere interrotto se la conta dei leucociti aumenta a valori > 70 x 109/l.Rari eventi avversi a livello polmonare (>0,01% e <0,1%), in particolare polmonite interstiziale dopo somministrazione di G-CSFs, sono stati riportati.I pazienti con una recente storia di infiltrati polmonari o polmoniti, possono essere ad alto rischio di questi eventi.La comparsa di sintomi polmonari o segni come tosse, febbre e dispnea in associazione a segni radiologici di infiltrati polmonari ed il peggioramento delle funzioni polmonari possono essere segni preliminari della sindrome da distress respiratorio acuto. Il trattamento deve essere immediatamente interrotto e deve essere somministrato un trattamento adeguato.In trapianto di midollo osseo:Occorre prestare attenzione al recupero delle piastrine poiche' in studi in doppio cieco controllati verso placebo il numero delle piastrine era piu' basso nel gruppo trattato rispetto a quello trattato con placebo.L'effetto del prodotto sulla incidenza e gravita' della malattia "Graft vs Host" acuta e cronica non e' stato ancora ben determinato.L'uso del medicinale non e' raccomandato nel periodo compreso fra le 24 ore precedenti e le 24 ore successive la fine della chemioterapia.La sua sicurezza e l'efficacia non sono ancora state verificate in corso di intensificazione della chemioterapia. Non dovrebbe essere utilizzato per ridurre al di sotto dei limiti stabiliti gli intervalli fra cicli di chemioterapia e/o per incrementare la dose dei chemioterapici. La tossicita' a carico delle cellule non mieloidi ha rappresentato un fattore limitante negli studi di fase II di intensificazione della chemioterapia con Myelostim 34.La mobilizzazione delle PBPC e' stata superiore quando il farmaco veniva usato dopo chemioterapia rispetto a quando veniva usato da solo. Tuttavia la scelta tra i due metodi di mobilizzazione dovrebbe essere effettuata in relazione agli obiettivi globali del trattamento per ogni singolo paziente.I pazienti che sono stati sottoposti a terapia mielosoppressiva intensiva e/o a radioterapia, potrebbero non mostrare una mobilizzazione sufficiente per raggiungere la raccolta minima accettabile (> 2,0 x 106 CD34+/kg) e quindi un recupero ematologico adeguato.Il programma di trapianto di PBPC dovrebbe essere definito nelle fasi iniziali del trattamento del paziente e prima della somministrazione di chemioterapia ad alte dosi dovrebbe essere posta particolare attenzione al numero di PBPC mobilizzate. Se la raccolta e' bassa, il trapianto di PBPC dovrebbe essere sostituito da altre forme di trattamento.I risultati dell'analisi delle cellule CD34+ ottenuti con la citometria a flusso variano da laboratorio a laboratorio.La raccolta minima di cellule CD34+ non e' ben definita.La mobilizzazione delle cellule progenitrici del sangue periferico deve essere presa in considerazione solo nell'ambito delle delimitazioni previste dalla legge, in accordo con le normative locali per le donazioni di midollo osseo, quando applicabili. L'efficacia e la sicurezza non sono state valutate in donatori di eta' superiore a 60 anni, pertanto, per tali soggetti, questa procedura non e' raccomandata. Non devono essere presi in considerazione i donatori minorenni.La procedura di mobilizzazione delle PBPC deve essere considerata per donatori che rientrano nei criteri clinici e di laboratorio di idoneita' alla donazione di midollo osseo, specialmente in riferimento ai normali valori ematologici.Leucocitosi (WBC > 50 x 109/l) e' stata osservata nel 24% dei soggetti studiati. E' stata osservata trombocitopenia (piastrine < 100 x 109/l) correlata all'aferesi nel 42% dei soggetti in studio e sono stati occasionalmente rilevati valori < 50 x 109/l dopo leucaferesi, tutti reversibili, senza la comparsa di eventi clinici avversi correlati.Percio' la leucaferesi non deve essere condotta in donatori trattati con anticoagulanti o con noti difetti dell'emostasi. Se e' necessaria piu' di una leucaferesi, deve essere posta particolare attenzione ai donatori con piastrine < 100 x 109/l prima dell'aferesi; in generale le aferesi non devono essere effettuate se le piastrine sono < 75 x 109/l.Se possibile non deve essere inserito un catetere venoso centrale, tenendo in considerazione, nella selezione dei donatori, la facilita' di accesso venoso.Il trapianto di cellule staminali allogeniche puo' essere associato ad un aumentato rischio di GVH cronico ed i dati a lungo termine sulla funzionalita' del trapianto sono scarsi.Si sono osservati casi di splenomegalia e casi molto rari di rottura della milza sia in donatori sani che in pazienti in seguito a somministrazione dei fattori stimolanti le colonie granulocitarie.Pertanto le dimensioni della milza devono essere monitorate attentamente.Nel caso vengano riportati dolori alla parte superiore sinistra dell'addome o dolore alla punta della spalla, una diagnosi di rottura della milza deve essere sospettata.

Interazioni

Data la sensibilita' alla chemioterapia citotossica delle cellule mieloidi che si moltiplicano rapidamente, l'uso di Myelostim 34 non e' raccomandato nel periodo compreso fra le 24 ore precedenti e le 24 ore successive la fine della chemioterapia. Possibili interazioni con altri fattori di crescita emopoietici e citochine devono essere ancora studiate mediante specifiche ricerche cliniche.

Effetti indesiderati

NEL TRAPIANTO DI MIDOLLO OSSEO: In studi clinici in doppio cieco controllati con placebo, la media della conta delle piastrine e' risultata piu' bassa nei pazienti trattati con Myelostim 34 rispetto ai controlli senza aumento dell'incidenza di reazioni avverse di tipo emorragico e il numero mediano di giorni tra il trapianto di midollo osseo e l'ultima trasfusione di piastrine e' risultato simile nei due gruppi. I piu' frequenti eventi avversi segnalati in studi controllati con placebo (15% in almeno uno dei gruppi di trattamento) si sono verificati con uguale frequenza nei pazienti trattati con questo farmaco e nei controlli. Queste reazioni avverse erano quelle generalmente rilevate durante le terapie di condizionamento. Si trattava di infezioni o infiammazioni del cavo orale, febbre, diarrea, rash cutanei, dolore addominale, vomito, alopecia, sepsi ed infezione. NEUTROPENIA DA CHEMIOTERAPIA: Non e' stata stabilita la sicurezza d'uso di Myelostim 34 con agenti antineoplastici caratterizzati da tossicita' cumulativa sul midollo osseo o predominante nei confronti della linea megacariocitaria (nitrosourea, mitomicina). La somministrazione di Myelostim 34 potrebbe anche aumentare la tossicita' di tali agenti, in particolare nei confronti delle piastrine. Gli eventi avversi riportati piu' di frequente negli studi sono stati i medesimi nei pazienti trattati con il prodotto o nei controlli. Gli effetti collaterali piu' comunemente segnalati sono stati alopecia, nausea, vomito, febbre e cefalea, simili a quelli osservati nei pazienti con tumore sottoposti a chemioterapia.Un lieve aumento di incidenza di dolore osseo (circa 10%) e di reazioni nel punto di iniezione (circa 5%) sono stati riportati nei pazienti trattati con Myelostim. NELLA MOBILIZZAZIONE DI CELLULE PROGENITRICI DEL SANGUE PERIFERICO: Quando Myelostim 34 viene somministrato a soggetti sani, gli eventi avversi m aggiormente riportati in clinica sono cefalea nel 30%, dolore alle ossa nel 23%, rachialgia nel 17,5%, astenia nell'11%, dolore addominale nel 6% e dolore nel 6% dei soggetti. Il rischio di insorgenza di dolore e' aumentato nei soggetti con alti valori di picco di globuli bianchi, specialmente con valori >50x109/l. E' stata riportata leucocitosi con valori >50x109/l nel 24% dei donatori e trombocitopenia (piastrine <100x109/l) correlata all'aferesi, nel 42%. Aumenti transitori di AST e/o ALT sono stati osservati nel 12% dei soggetti e di fosfatasi alcalina nel 16% dei soggetti. Sono stati osservati casi isolati di rottura della milza in donatori sani che abbiano ricevuto G-CSFs. ALTRI EFFETTI INDESIDERATI: ALTERAZIONI DEL SISTEMA IMMUNITARIO: In casi molto rari, durante il trattamento con il farmaco sono state riportate reazioni allergiche che includono casi isolati di shock anafilattico. ALTERAZIONI DELL'APPARATO RESPIRATORIO, DEL TORACE E DEL MEDIASTINO: sono stati riportati rari effetti indesiderati a livello polmonare, che includono polmonite interstiziale, edema polmonare, infiltrati polmonari e fibrosi polmonare. Alcuni casi riportati hanno determinato insufficienza respiratoria o sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) che puo' essere fatale. ALTERAZIONE DELLA CUTE E DEL TESSUTO SOTTOCUTANEO: Sono stati riportati molto raramente casi di vasculite cutanea in pazienti trattati con Myelostim 34. Sono stati riportati rarissimi casi di sindrome di Sweet, eritema nodoso e pioderma gangrenoso, che sono stati descritti principalmente in pazienti con neoplasie ematologiche, condizione nota per essere associata con dermatosi neutrofila, ma anche in pazienti con neutropenia non associata a neoplasia. Sono stati riportati rarissimi casi di sindrome di Lyell. INDAGINI DIAGNOSTICHE: sono stati riportati molto frequentemente, durante il trattamento con lenograstim, aumenti transitori di LDH; frequentemente sono stati riportati aumenti transitori di AST, ALT, e/o fosfatasi alcalina. Nella maggior parte dei casi, le alterazioni della funzionalita' epatica migliorano dopo l'interruzione del trattamento con lenograstim. MILZA: Si sono osservati casi, comuni ma generalmente asintomatici, di splenomegalia e casi molto rari di rottura della milza sia in donatori sani che in pazienti in trattamento con G-CSFs.

Gravidanza e allattamento

Non ci sono dati adeguati relativi all'uso di lenograstim in donne in gravidanza. Studi nell'animale hanno mostrato tossicita' riproduttiva. Il potenziale rischio nell'uomo e' sconosciuto. Non deve essere usato in gravidanza se non strettamente necessario. Non e' raccomandato in donne che allattano, in quanto non e' noto se Myelostim 34 venga escreto nel latte materno.