Neocibalgina - 12cpr

Dettagli:
Nome:Neocibalgina - 12cpr
Codice Ministeriale:021332059
Principio attivo:Paracetamolo/Acido Acetilsalicilico/Caffeina
Codice ATC:N02BE51
Fascia:C
Prezzo:5.32
Produttore:Glaxosmithkline C.Health.Spa
SSN:Non concedibile
Ricetta:OTC - libera vendita art.96 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco da banco
Forma:Compresse
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non superiore a +30, conservare il prodotto nella confezione originale
Scadenza:60 mesi

Denominazione

NEO-CIBALGINA COMPRESSE

Formulazioni

Neocibalgina - 12cpr

Categoria farmacoterapeutica

Analgesici e antipiretici.

Principi attivi

Acido acetilsalicilico, paracetamolo, caffeina.

Eccipienti

Cellulosa microcristallina; glicerolo distearato (tipo I); amido di mais.

Indicazioni

Trattamento sintomatico di mal di testa, nevralgie, mal di denti, dolori mestruali, dolori articolari, stati febbrili e sindromi da raffreddamento.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' ai principi attivi, i salicilati o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati; accertata tendenza alle emorragie; gastropatie (ad esempio: ulcera gastro-duodenale); asma; insufficienza renale; ultimi 3 mesi della gravidanza; l'uso di questo medicinale e' controindicato nei bambini e nei ragazzi di eta' inferiore a sedici anni; i prodotti a base di paracetamolo sono controindicati nei pazienti con manifesta insufficienza della glucosio-6-fosfato deidrogenasi ed in quelli affetti da grave anemia emolitica; grave insufficienza epato-cellulare; dose > 100 mg/die durante il terzo trimestre di gravidanza.

Posologia

Adulti e bambini oltre i 16 anni: da 1 a 4 compresse pro die. Non superare le dosi consigliate; in particolare i pazienti anziani dovrebberoattenersi ai dosaggi minimi sopraindicati. L'assunzione del prodotto deve avvenire a stomaco pieno.

Conservazione

Conservare a temperatura non superiore ai 30 gradi C; conservare nellaconfezione originale per tenerlo al riparo dell'umidita'.

Avvertenze

Non utilizzare per trattamenti protratti. Inoltre va consultato il medico da parte di pazienti con disturbi gastrici o intestinali cronici oricorrenti o da parte di donne in stato di gravidanza. Dosi elevate o prolungate del prodotto possono provocare una epatopatia ad alto risc hio e alterazioni a carico del rene e del sangue anche gravi. Questa specialita' medicinale non deve essere utilizzata nei bambini e nei ragazzi di eta' inferiore a 16 anni. In caso di affezioni virali quali influenza o varicella, consultare il medico prima di somministrare il prodotto ai ragazzi. Se durante il trattamento compaiono vomito prolungato e profonda sonnolenza, interrompere la somministrazione e consultare il medico. Somministrare con cautela nei soggetti con insufficienza renale o epatica. Durante il trattamento con paracetamolo prima di assumere qualsiasi altro farmaco controllare che non contenga lo stesso principio attivo, poiche' se il paracetamolo e' assunto in dosi elevatesi possono verificare gravi reazioni avverse. Invitare il paziente a contattare il medico prima di associare qualsiasi altro farmaco. Nei rari casi di reazioni allergiche la somministrazione deve essere sospesa. L'impiego pre-operatorio puo' ostacolare l'emostasi intraoperatoria. E' sconsigliato l'uso del prodotto se il paziente e' in trattamento con altri antinfiammatori. I soggetti di eta' superiore ai 70 anni di eta', soprattutto in presenza di terapie concomitanti, devono usare questo medicinale solo dopo aver consultato un medico.

Interazioni

Il farmaco puo' interagire con anticoagulanti, uricosurici, sulfaniluree ipoglicemizzanti. Puo' potenziare il rischio di emorragie gastrointestinali in caso di contemporaneo trattamento con corticosteroidi e gli effetti o le manifestazioni secondarie di tutti gli antireumatici non steroidei. Consultare il medico in caso di assunzione contemporanea di altri farmaci. Usare con estrema cautela e sotto stretto controllo durante il trattamento cronico con farmaci che possono determinare l'induzione delle monossigenasi epatiche o in caso di esposizione a sostanze che possono avere tale effetto (per esempio rifampicina, cimetidina, antiepilettici quali glutetimmide, fenobarbital, carbamazepina). Lasomministrazione di paracetamolo puo' interferire con la determinazio ne della uricemia (mediante il metodo dell'acido fosfotungstico) e conquella della glicemia (mediante il metodo della glucosio-ossidasi-per ossidasi).

Effetti indesiderati

Possono manifestarsi fenomeni emorragici o reazioni di ipersensibilita' quali manifestazioni cutanee, spasmi bronchiali. Per la presenza di acido acetilsalicilico possono manifestarsi anche disturbi otovestibolari (ronzii, ecc.), fenomeni emorragici (epistassi, gengivorragia, ecc.) ritardo di parto e riduzione della conta piastrinica. Con l'uso di paracetamolo sono state segnalate reazioni cutanee di vario tipo e gravita' inclusi casi di eritema multiforme, sindrome di Stevens Johnson e necrolisi epidermica. Reazioni cutanee gravi sono state segnalate incasi molto rari. Sono state segnalate reazioni di ipersensibilita' qu ali ad esempio angioedema, edema della laringe, shock anafilattico. Inoltre sono stati segnalati i seguenti effetti indesiderati: trombocitopenia, leucopenia, anemia, agranulocitosi, alterazioni della funzionalita' epatica ed epatiti, alterazioni a carico del rene (insufficienza renale acuta, nefrite interstiziale, ematuria, anuria) reazioni gastrointestinali e vertigini. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale e' importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.

Gravidanza e allattamento

Basse dosi (fino a 100 mg/die): gli studi clinici indicano che le dosifino a 100 mg/die possono essere considerate sicure limitatamente ad un impiego in ambito ostetrico, che richiede un monitoraggio specialistico. Dosi di 100-500 mg/die: ci sono insufficienti dati clinici relativi all'uso di dosi superiori a 100 mg/die fino a 500 mg/die. Quindi, le raccomandazioni di seguito riportate per le dosi di 500 mg/die ed oltre si applicano anche a questo range di dosaggio. Dosi di 500 mg/diee oltre: l'inibizione della sintesi di prostaglandine puo' interessar e negativamente la gravidanza e/o lo sviluppo embrio/fetale. Risultatidi studi epidemiologici suggeriscono un aumentato rischio di aborto e di malformazione cardiaca e di gastroschisi dopo l'uso di un inibitor e della sintesi delle prostaglandine, nelle prime fasi della gravidanza. E' stato stimato che il rischio aumenta con la dose e la durata della terapia. Negli animali, la somministrazione di inibitori della sintesi di prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita di pre e post-impianto e di mortalita' embrione-fetale. Inoltre, un aumento di incidenza di varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, e' stato riportato in animali a cui erano stati somministrati inibitori di sintesi delle prostaglandine, durante il periodo organogenetico. Durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza, l'acido acetilsalicilico non deve essere somministrato se non in casi strettamente necessari. Se l'acido acetilsalicilico e' usato da una donna in attesa di concepimento, o durante il primo e secondo trimestre di gravidanza, la dose e la durata del trattamento devono essere mantenute le piu' basse possibili. Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi di prostaglandine possono esporre il feto a: tossicita' cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare); disfunzione renale, che puo' progredirein insufficienza renale con oligo-idroamnios; la madre e il neonato, alla fine della gravidanza, a: possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, ed effetto antiaggregante che puo' occorrere anche a dosimolto basse; inibizione delle contrazioni uterine risultanti in ritar do o prolungamento del travaglio. Conseguentemente, l'acido acetilsalicilico alle dosi > 100 mg/die e' controindicato durante il terzo trimestre di gravidanza.