Neonisidina - 1cpr

Dettagli:
Nome:Neonisidina - 1cpr
Codice Ministeriale:004558134
Principio attivo:Paracetamolo/Acido Acetilsalicilico/Caffeina
Codice ATC:N02BE51
Fascia:C
Prezzo:0.1
Glutine:Senza glutine
Lattosio:Contiene lattosio
Produttore:Pharmaidea Srl
SSN:Non concedibile
Ricetta:OTC - libera vendita art.96 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco da banco
Forma:Compresse
Contenitore:Blister opaco
Iva:10%
Temp. Conservazione:Nessuna particolare condizione di conservazione
Scadenza:48 mesi

Formulazioni

Neonisidina - 1cpr
Neonisidina - 2cpr
Neonisidina - 4cpr
Neonisidina - 12cpr

Indicazioni

Trattamento sintomatico di mal di testa, nevralgie, mal di denti, dolori mestruali, dolori articolari, stati febbrili e sindromi da raffreddamento.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. I prodotti a base di paracetamolo sono controindicati nei pazienticon manifesta insufficienza della glucosio-6-fosfato deidrogenasi ed in quelli affetti da grave anemia emolitica. Grave insufficienza epatocellulare. Il farmaco non dovrebbe essere usata in caso di ulcera gastrica o duodenale attiva, in pazienti con tendenza accertata alle emorragie (p. es. emofilia) o che presentino ipersensibilita' ai salicilatio al paracetamolo o ad altri componenti del prodotto. Pazienti asmati ci. L'uso di questo medicinale e' controindicato nei bambini e nei ragazzi di eta' inferiore a sedici anni. Per il rischio di sindrome di Reye, il prodotto non dovrebbe comunque essere usato nei bambini e negliadolescenti colpiti da varicella o da influenza. Per la presenza di c affeina, non somministrare ai bambini e ai ragazzi di eta' inferiore asedici anni. Basse dosi di acido acetilsalicilico (fino a 100 mg/die) . Gli studi clinici indicano che le dosi fino a 100 mg/die possono essere considerate sicure limitatamente ad un impiego in ambito ostetrico, che richiede un monitoraggio specialistico. Dosi di 100-500 mg/die di acido acetilsalicilico. Ci sono insufficienti dati clinici relativi all'uso di dosi superiori a 100 mg/die fino a 500 mg/die. Quindi, le raccomandazioni di seguito riportate per le dosi di 500 mg/die ed oltresi applicano anche a questo range di dosaggio. Dosi di 500 mg/die e o ltre di acido acetilsalicilico. L'inibizione della sintesi di prostaglandine puo' interessare negativamente la gravidanza e/o lo sviluppo embrio/fetale. Risultati di studi epidemiologici suggeriscono un aumentato rischio di aborto e di malformazione cardiaca e di gastroschisi dopo l'uso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine, nelle prime fasi di gravidanza. Il rischio assoluto di malformazioni cardiache era aumentato da meno dell'1%, fino a circa l'1,5%. E' stato stimato che il rischio aumenta con la dose e la durata della terapia. Negli animali, la somministrazione di inibitori della sintesi di prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita di pre e post-impianto e di mortalita' embrione-fetale. Inoltre, un aumento di incidenza di varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, e' stato riportato in animali a cui erano stati somministrati inibitori di sintesi delle prostaglandine, durante il periodo organogenetico. Durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza, l'acido acetilsalicilico non deve essere somministrato se non in casi strettamente necessari. Se l'acido acetilsalicilico e' usato da una donna in attesa di concepimento,o durante il primo e secondo trimestre di gravidanza, la dose e la du rata del trattamento devono essere mantenute le piu' basse possibili. Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi di prostaglandine possono esporre il feto a: tossicita' cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare); disfunzione renale, che puo' progredire in insufficienza renale con oligo-idroamnios; la madre e il neonato, alla fine della gravidanza, a: possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, ed effetto antiaggregante che puo' occorrere anche a dosi molto basse; inibizione delle contrazioni uterine risultanti in ritardo o prolungamento deltravaglio. Conseguentemente, l'acido acetilsalicilico alle dosi > 100 mg/die e' controindicato durante il terzo trimestre di gravidanza. La prolungata assunzione di elevate quantita' di caffeina puo' indurre l 'aborto spontaneo o la nascita prematura. Il paracetamolo e i salicilati vengono escreti nel latte materno. Anche la caffeina e' escreta nellatte materno e puo' influenzare lo stato ed il comportamento del bam bino. Se, durante l'allattamento, e' necessaria una terapia regolare con dosi piu' elevate di acido acetilsalicilico, si dovrebbe prendere in considerazione lo svezzamento.

Uso / Via di somministrazione

Analgesico e antipiretico.

Posologia

Adulti: da 1 a 4 compresse al giorno. L'assunzione per via orale deve avvenire a stomaco pieno. Non superare le dosi consigliate, in particolare i pazienti anziani dovrebbero attenersi ai dosaggi minimi sopraindicati.

Interazioni

Il farmaco puo' interagire con anticoagulanti, uricosurici, sulfaniluree ipoglicemizzanti. L'impiego pre-operatorio puo' ostacolare l'emostasi intraoperatoria. L'acido acetilsalicilico, uno dei componenti del farmaco, puo' potenziare l'effetto degli anticoagulanti (p. es. derivati della cumarina e dell'eparina). Puo' inoltre aumentare il rischio dieffetti collaterali gastrointestinali, quando somministrato contempor aneamente a farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS) o a corticosteroidi. L'effetto degli agenti ipoglicemizzanti e la tossicita' del metotrexato possono risultare aumentati dalla somministrazione concomitante di acido acetilsalicilico. Il prodotto puo' diminuire l'effetto natriuretico dello spironolattone e inibire l'effetto degli agenti uricosurici (p. es. probenecid, sulfinpirazone). I pazienti in trattamentocon rifampicina, cimetidina, o con farmaci antiepilettici quali glute timmide, fenobarbital, carbamazepina devono usare il paracetamolo con estrema cautela e solo sotto stretto controllo medico. La somministrazione di paracetamolo puo' interferire con la determinazione della uricemia (mediante il metodo dell'acido fosfotungstico) e con quella dellaglicemia (mediante il metodo della glucosio-ossidasi-perossidasi). Fa rmaci che rallentano lo svuotamento gastrico, come per esempio con la propantelina, riducono la velocita' di assorbimento del paracetamolo ene ritardano l'insorgenza dell'effetto. Farmaci invece che accelerano lo svuotamento gastrico, come la metoclopramide, portano ad un aument o della velocita' di assorbimento. L'associazione del paracetamolo concloramfenicolo puo' prolungare l'emivita del cloramfenicolo, aumentan done il rischio di tossicita'. Non e' stato possibile valutare la rilevanza clinica delle interazioni fra paracetamolo e warfarin e con i derivati della cumarina. Pertanto, l'uso prolungato di paracetamolo in pazienti in trattamento con anticoagulanti orali e' consigliabile soltanto sotto controllo medico. L'uso concomitante di paracetamolo e di AZT (zidovudina) potenzia il rischio di neutropenia indotta da quest'ultimo. Pertato, si dovrebbe assumere il farmaco insieme ad AZT soltanto sotto controllo del medico. La caffeina puo' antangonizzare l'effetto sedativo di diversi farmaci (es. barbiturici, antistaminici). Puo' anche aumentare l'effetto di tachicardia provocato da altri medicinali (es. simpaticomimetici, tiroxina). I contraccettivi orali, la cimetidinae il disulfiram, rallentano il metabolismo della caffeina nel fegato, i barbiturici ed il fumo lo aumentano. La caffeina riduce la escrezio ne della teofillina. La somministrazione concomitante di analgesici non aumenta il rischio che si sviluppi dipendenza. La somministrazione di antibiotici chinolonici puo' ritardare la eliminazione della caffeina.

Effetti indesiderati

L'acido acetilsalicilico puo' provocare disturbi epigastrici, nausea, vomito, ulcere gastroduodenali e gastrite erosiva che puo' portare a sanguinamento gastrointestinale grave. Tali effetti sono piu' probabilmente correlati alle dosi alte sebbene possano manifestarsi anche a basse dosi. Quando si usano prodotti contenenti acido acetilsalicilico per periodi prolungati, puo' verificarsi anemia da carenza di ferro a causa del ripetersi di sanguinamenti nel tratto digerente. Per la presenza di acido acetilsalicilico possono manifestarsi anche disturbi otovestibolari (ronzii, ecc.), vertigini, fenomeni emorragici (epistassi, gengivorragia, ecc.), prolungamento della gravidanza e del travaglio e riduzione della conta piastrinica. Occasionalmente, possono manifestarsi reazioni allergiche (broncocostrizione, reazioni cutanee). Con l'uso di paracetamolo sono state segnalate reazioni cutanee di vario tipo e gravita' inclusi rari casi di eruzioni cutanee su base allergica e casi di eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica. Sono state segnalate reazioni di ipersensibilita' quali ad esempio angioedema, edema alla laringe, shock anafilattico. Inoltre sonostati segnalati i seguenti effetti indesiderati: trombocitopenia, leu copenia, anemia, agranulocitosi, pancitopenia, alterazioni della funzionalita' epatica ed epatiti, alterazioni a carico del rene (insufficienza renale acuta, nefrite interstiziale, ematuria, anuria), reazioni gastrointestinali e vertigini. In casi di iperdosaggio, per la presenzadi paracetamolo, si puo' provocare citolisi epatica, che puo' evolver e verso la necrosi massiva e irreversibile. La caffeina e' uno stimolante del SNC e puo' causare agitazione, insonnia, tremore, sintomi dispeptici e tachicardia. Per la presenza di caffeina, in caso di sovradosaggio, si puo' verificare una sindrome di iperstimolazione con eccitazione, insonnia, ronzii, tremore muscolare, nausea, vomito, aumento della diuresi, tachicardia, extrasistolia, scotoma. Questa specialita' medicinale non deve essere utilizzata nei bambini e nei ragazzi di eta' inferiore a sedici anni (vedi controindicazioni); i soggetti di eta' superiore ai 70 anni di eta', soprattutto in presenza di terapie concomitanti, devono usare questo medicinale solo dopo aver consultato un medico. Dopo tre giorni di impiego alla dose massima o dopo 5-7 giorni di impiego continuativo senza risultati, consultare il medico. Se il dolore o la febbre persistono o peggiorano, se si manifestano sintomi nuovi o se sono presenti arrossamenti o gonfiori, si dovrebbe consultareun medico perche' questi potrebbero essere segni di un aggravamento d ella patologia in atto. Somministrare con cautela in soggetti con insufficienza renale od epatica. Durante il trattamento con paracetamolo prima di assumere qualsiasi altro farmaco controllare che non contenga lo stesso principio attivo, poiche' se il paracetamolo e' assunto in dosi elevate si possono verificare gravi reazioni avverse. Inoltre, prima di associare qualsiasi altro farmaco contattare il medico. Inoltre va consultato il medico da parte di pazienti con deficit della glucosio-6-fosfato-deidrogenasi, disturbi gastrici o intestinali cronici o ricorrenti, o compromessa funzionalita' renale, asma, rinite allergica epolipi nasali, ipersensibilita' ai farmaci antinfiammatori non steroi dei, disfunzione epatica (es. dovuta ad abuso cronico di alcool, epatite), sindrome di Gilbert, donne in stato di gravidanza. Dosi elevate oprolungate del prodotto possono provocare una epatopatia ad alto risc hio ed alterazioni a carico del rene e del sangue anche gravi. In casodi affezioni virali, quali influenza o varicella, consultare il medic o prima di somministrare il prodotto ai ragazzi; se durante il trattamento compaiono vomito prolungato e profonda sonnolenza, interrompere la somministrazione. sconsigliato l'uso del prodotto se il paziente e'in trattamento con altri antinfiammatori. Nei rari casi di reazione a llergiche la somministrazione deve essere sospesa. Medicinale contenente lattosio quindi non e' adatto per i soggetti con deficit di lattasi, galattosemia o sindrome da malassorbimento di glucosio/galattosio.