Neulasta - 6mg 1sir 0,6ml Sc C/P

Dettagli:
Nome:Neulasta - 6mg 1sir 0,6ml Sc C/P
Codice Ministeriale:035716036
Principio attivo:Pegfilgrastim
Codice ATC:L03AA13
Fascia:A
Prezzo:1489.5
Lattosio:Contiene lattosio
Produttore:Amgen Srl
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RRL - vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti art.93 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Soluzione iniettabile
Contenitore:Siringa
Iva:10%
Temp. Conservazione:Da +2 a +8 gradi
Scadenza:36 mesi

Denominazione

NEULASTA 6 MG SOLUZIONE INIETTABILE

Formulazioni

Neulasta - 6mg 1sir 0,6ml Sc C/P

Categoria farmacoterapeutica

Immunostimolanti.

Principi attivi

Pegfilgrastim.

Eccipienti

Sodio acetato; sorbitolo (E420); polisorbato 20; acqua per preparazioni iniettabili. Il sodio acetato e' ottenuto per titolazione di acido acetico glaciale con sodio idrossido.

Indicazioni

Riduzione della durata della neutropenia e dell'incidenza di neutropenia febbrile in pazienti adulti trattati con chemioterapia citotossica per neoplasie (con l'eccezione della leucemia mieloide cronica e dellesindromi mielodisplastiche).

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.

Posologia

La terapia con il farmaco deve essere iniziata e seguita da medici conesperienza in oncologia e/o ematologia. Si raccomanda una dose di 6 m g (una singola siringa preriempita) di medicinale per ciascun ciclo dichemioterapia, somministrata almeno 24 ore dopo la chemioterapia cito tossica. Modo di somministrazione: il farmaco e' iniettato per via sottocutanea. L'iniezione deve essere effettuata nella coscia, nell'addome o nella parte superiore del braccio. Popolazione pediatrica: la sicurezza e l'efficacia del prodotto nei bambini non e' stata ancora stabilita; non puo' essere fatta alcuna raccomandazione riguardante la posologia. Pazienti con compromissione renale: non sono raccomandate variazioni di dose in pazienti con compromissione renale, inclusi quelli con malattia renale in stadio terminale.

Conservazione

Conservare in frigorifero (2 gradi C - 8 gradi C); il medicinale puo' essere conservato a temperatura ambiente (non oltre 30 gradi C) una sola volta e per un periodo massimo di 72 ore; il farmaco lasciato a temperatura ambiente per piu' di 72 ore deve essere gettato; non congelare; l'esposizione accidentale a temperature di congelamento, una sola volta per meno di 24 ore, non pregiudica la stabilita' del prodotto. Tenere il contenitore nell'imballaggio esterno per proteggere il medicinale dalla luce.

Avvertenze

Dati clinici limitati suggeriscono un effetto paragonabile di pegfilgrastim rispetto a filgrastim sul tempo di remissione da neutropenia severa in pazienti con leucemia mieloide acuta de novo. Tuttavia, gli effetti a lungo termine del farmaco nella leucemia mieloide acuta non sono stati stabiliti; quindi utilizzare il prodotto con cautela in tale popolazione di pazienti. Il fattore di stimolazione delle colonie granulocitarie puo' promuovere la crescita di cellule mieloidi in vitro e simili effetti possono essere osservati in vitro in alcune cellule non mieloidi. La sicurezza e l'efficacia del prodotto non sono state studiate nei pazienti con sindrome mielodisplastica, leucemia mieloide cronica e nei pazienti con leucemia mieloide acuta (LMA) secondaria; di conseguenza, non usare in tali pazienti. Si dovra' porre particolare attenzione per distinguere la diagnosi di trasformazione blastica della leucemia mieloide cronica da quella di leucemia mieloide acuta. L'efficacia e la sicurezza della somministrazione del farmaco in pazienti conLMA de novo di eta' < 55 anni con alterazione citogenetica t(15;17) n on sono state studiate. La sicurezza e l'efficacia del farmaco in pazienti che ricevono chemioterapia ad alte dosi non sono state studiate. Non usare questo medicinale per aumentare le dosi della chemioterapia citotossica oltre quanto previsto dagli schemi posologici standard. Sono state riportate reazioni avverse polmonari non comuni, in particolare polmonite interstiziale, in seguito alla somministrazione di G-CSF.I pazienti con una storia recente di infiltrati polmonari o polmonite potrebbero essere a piu' alto rischio. L'insorgenza di sintomi polmon ari come tosse, febbre e dispnea contemporaneamente a un quadro radiologico di infiltrati polmonari e un deterioramento della funzionalita' polmonare, associato a una conta elevata dei globuli bianchi, possono costituire i segni iniziali della sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS). In tali circostanze, interrompere la terapia e istituire l'idoneo trattamento. La glomerulonefrite e' stata riportata in pazienti che ricevono filgrastim e pegfilgrastim. Generalmente, gli eventi diglomerolunefrite si sono risolti dopo riduzione della dose o sospensi one di filgrastim e pegfilgrastim. Si raccomanda il monitoraggio dell'analisi delle urine. Sindrome da perdita capillare La sindrome da perdita capillare e' stata riportata dopo somministrazione di fattori stimolanti le colonie granulocitarie, ed e' caratterizzata da ipotensione,ipoalbuminemia, edema ed emoconcentrazione. I pazienti che sviluppano sintomi della sindrome da perdita capillare devono essere strettament e monitorati e ricevere il trattamento sintomatico standard, che puo' comprendere la necessita' di terapia intensiva. Sono stati segnalati casi non comuni, ma generalmente asintomatici, di splenomegalia e casi non comuni di rottura splenica, inclusi alcuni casi fatali, in seguitoalla somministrazione di pegfilgrastim. Pertanto, il volume della mil za deve essere attentamente monitorato. Considerare una diagnosi di rottura splenica nei pazienti che presentano dolore al quadrante superiore sinistro dell'addome o alla spalla. Il trattamento con il solo farmaco non preclude la trombocitopenia e l'anemia causate dal mantenimento di dosi piene di chemioterapia mielosoppressiva secondo lo schema previsto. Si raccomandano controlli regolari della conta piastrinica e dell'ematocrito. Particolare attenzione deve essere posta durante la somministrazione di agenti chemioterapici, singoli o in combinazione, che causano trombocitopenia grave. Crisi falcemiche sono state associateall'uso di pegfilgrastim in pazienti con tratto falcemico o affetti d a anemia falciforme. Pertanto, usare cautela nel prescrivere il medicinale a pazienti con tratto falcemico o affetti da anemia falciforme, dovra' mantenere controllati gli opportuni parametri clinici e di laboratorio e dovra' prestare attenzione alla possibile associazione tra questo medicinale e un ingrossamento della milza e una crisi vaso- occlusiva. Valori di globuli bianchi (WBC) pari o superiori a 100 x 10^9 /lsono stati osservati in meno dell'1% dei pazienti trattati con il far maco. Non sono stati riportati eventi avversi direttamente attribuibili a questo grado di leucocitosi. Tale incremento nella conta dei globuli bianchi e' transitorio, viene tipicamente osservato dopo 24 - 48 ore dalla somministrazione ed e' coerente con gli effetti farmacodinamici di questo medicinale. Coerentemente con gli effetti clinici e la possibilita' di leucocitosi, deve essere effettuata una conta dei globulibianchi (WBC) ad intervalli regolari durante la terapia. Se la conta dei leucociti supera il valore di 50 x 10^9 /l dopo il previsto nadir,la somministrazione di questo medicinale deve essere interrotta immed iatamente. In pazienti trattati con il medicinale sono state riportatereazioni di ipersensibilita', incluse reazioni anafilattiche, che si verificano all'inizio o successivamente al trattamento. Sospendere definitivamente il trattamento in pazienti con ipersensibilita' clinicamente significativa. Non somministrare il medicinale a pazienti con una storia di ipersensibilita' a pegfilgrastim o a filgrastim. Se si verifica una reazione allergica grave, deve essere somministrata un'appropriata terapia, seguita da un attento follow-up del paziente per diversigiorni. C'e' un rischio potenziale di immunogenicita'. La probabilita ' di generare anticorpi contro pegfilgrastim e' generalmente bassa. Con tutti i biologici e' atteso lo sviluppo di anticorpi leganti; tuttavia, ad oggi essi non sono stati associati ad attivita' neutralizzante.La sicurezza e l'efficacia del medicinale nella mobilizzazione delle cellule progenitrici ematopoietiche nei pazienti o in donatori sani non sono state adeguatamente valutate. Il cappuccio dell'ago della siringa preriempita contiene gomma naturale secca (un derivato del lattice)che potrebbe causare reazioni allergiche. L'aumentata attivita' emato poietica del midollo osseo in risposta alla terapia con fattore di crescita e' stata associata a referti radiologici ossei transitoriamente positivi. Questo aspetto deve essere considerato nell'interpretazione dei dati radiologici. Il prodotto contiene sorbitolo. Il farmaco contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio in 6 mg di dose, cioe' e' essenzialmente "privo di sodio". Al fine di migliorare la tracciabilita' dei fattori stimolanti le colonie granulocitarie (G-CSF), il nome commerciale del prodotto somministrato deve essere chiaramente registrato nellacartella del paziente.

Interazioni

Data la potenziale sensibilita' alla chemioterapia citotossica delle cellule mieloidi in rapida divisione, il farmaco deve essere somministrato almeno 24 ore dopo la somministrazione della chemioterapia citotossica. Negli studi clinici, la somministrazione del farmaco 14 giorni prima della chemioterapia si e' dimostrata sicura. Non e' stato valutato nei pazienti l'uso del medicinale in concomitanza con alcun chemioterapico. In modelli animali, si e' osservato che la somministrazione contemporanea del prodotto e 5- fluorouracile (5-FU) o altri antimetaboliti peggiora la mielosoppressione. Gli studi clinici non hanno indagato in modo specifico le possibili interazioni con altri fattori di crescita ematopoietici e con le citochine. Non e' stata studiata in modo specifico la potenziale interazione con il litio, il quale anch'esso promuove il rilascio di neutrofili. Non vi sono evidenze che tale interazione possa essere dannosa. La sicurezza ed efficacia del prodotto nonsono state valutate in pazienti che ricevevano una chemioterapia asso ciata a mielosoppressione ritardata, come le nitrosouree. Non sono stati effettuati studi specifici sulle interazioni o sul metabolismo; glistudi clinici non hanno peraltro evidenziato interazioni del farmaco con altri medicinali.

Effetti indesiderati

Le reazioni avverse riportate piu' di frequente sono state il dolore osseo (molto comune [>= 1/10]) e il dolore muscoloscheletrico (comune).Il dolore osseo era generalmente di entita' lieve o moderata, transit orio e nella maggior parte dei pazienti era controllabile con i comunianalgesici. Sono stati riportati casi di reazioni di ipersensibilita' , inclusi rash cutaneo, orticaria, angioedema, dispnea, eritema, vampate di calore e ipotensione, con la prima somministrazione o con somministrazioni successive di medicinale (non comuni [>= 1/1.000, < 1/100]). Reazioni allergiche gravi, inclusa l'anafilassi, possono manifestarsi in pazienti che ricevono il farmaco (non comuni). La sindrome da perdita capillare, che puo' essere pericolosa per la vita, se il trattamento viene ritardato, e' stata riportata come non comune ( >= 1/1.000 a< 1/100) nei pazienti con tumore sottoposti a chemioterapia in seguit o alla somministrazione di fattori stimolanti le colonie granulocitarie. La splenomegalia, generalmente asintomatica, e' non comune. Sono stati riportati casi non comuni di rottura splenica, inclusi alcuni casifatali, in seguito alla somministrazione di pegfilgrastim. Sono state riportate non comuni reazioni avverse polmonari comprendenti polmonit e interstiziale, edema polmonare, infiltrati polmonari e fibrosi polmonare. Casi non comuni, hanno avuto come conseguenza insufficienza respiratoria o sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) che possono essere fatali. In pazienti con tratto falcemico o affetti da anemia falciforme sono stati riportati casi isolati di crisi falcemiche (non comuni in tali pazienti). I dati riportati di seguito descrivono le reazioni avverse riportate negli studi clinici e nelle segnalazioni spontanee. Patologie del sistema emolinfopoietico. Comune: trombocitopenia, leucocitosi; non comune: crisi falcemiche, splenomegalia, rottura splenica. Disturbi del sistema immunitario. Non comune: reazioni di ipersensibilita'; anafilassi. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Non comune: aumento dell'acido urico. Patologie del sistema nervoso. Molto comune: cefalea. Patologie vascolari. Non comune: sindrome da perdita capillare. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Non comune: sindrome da distress respiratorio acuto; reazioni avverse polmonari (polmonite interstiziale, edema polmonare, infiltrati polmonari e fibrosi polmonare). Patologie gastrointestinali. Molto comune: nausea. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comune: sindrome di Sweet (dermatosi febbrile acuta); vasculite cutanea. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Molto comune: dolore osseo; comune: dolore muscoloscheletrico (mialgia, artralgia, dolore alle estremita', mal di schiena, dolore muscoloscheletrico, dolore al collo). Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: dolore al sito d'iniezione dolore toracico non di origine cardiaca; non comune: reazioni al sito d'iniezione. Esami diagnostici. Non comune: aumento della lattato deidrogenasi e della fosfatasi alcalina; aumento transitorio dei test di funzionalita' epatica ALT o AST. Patologie renali e urinarie. Non comune: glomerulonefrite. Sono stati riportati dei casi non comuni di Sindrome di Sweet, sebbene in alcuni casi possa avere contribuito la sottostante presenza dineoplasie ematologiche. Sono stati riportati eventi non comuni di vas culite cutanea in pazienti trattati con il medicinale. Il meccanismo che causa la vasculite nei pazienti trattati con il farmaco e' sconosciuto. Reazioni al sito di iniezione, comprendenti eritema al sito di iniezione (non comune (>= 1/1.000, < 1/100)) cosi' come il dolore al sito di iniezione (eventi comuni >= 1/100, < 1/10) si sono verificate al momento del trattamento iniziale o dei successivi trattamenti con il farmaco. Sono stati riportati casi comuni (>= 1/100, < 1/10) di leucocitosi (conta dei globuli bianchi [WBC] > 100 x 10^9 /l). Nei pazienti trattati con il farmaco dopo chemioterapia citotossica, aumenti reversibili, di grado lieve o moderato, non accompagnati da sintomi clinici, di acido urico e fosfatasi alcalina, sono non comuni; aumenti reversibili, di grado lieve o moderato, non accompagnati da sintomi clinici, di lattato deidrogenasi sono non comuni. Nausea e cefalea sono stati osservati molto comunemente nei pazienti che ricevevano chemioterapia. Casi non comuni, di aumento dei test di funzionalita' epatica (LFT) perALT (alanina aminotransferasi) o AST (aspartato aminotransferasi), so no stati osservati in pazienti che hanno ricevuto pegfilgrastim dopo la chemioterapia citotossica. Questi aumenti sono transitori e reversibili. Sono stati riportati casi comuni di trombocitopenia. Casi di sindrome da perdita capillare sono stati segnalati in fase post-marketing,con l'utilizzo di fattori stimolanti le colonie granulocitarie. Quest i sono generalmente accaduti in pazienti con malattie maligne avanzate, sepsi, che stanno assumendo piu' farmaci chemioterapici o sottopostiad aferesi. Popolazione pediatrica: l'esperienza nei bambini e' limit ata. E' stata osservata una frequenza piu' alta di reazioni avverse gravi nei bambini di eta' 0-5 anni (92%) rispetto a bambini di eta' superiore tra 6-11 anni e 12-21 anni rispettivamente (80% e 67%) e agli adulti. L'evento avverso piu' comune riportato e' stato il dolore osseo.La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dop o l'autorizzazione del medicinale e' importante, in quanto permette unmonitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.

Gravidanza e allattamento

I dati relativi all'uso di pegfilgrastim in donne in gravidanza non cisono o sono in numero limitato. Gli studi effettuati su animali hanno mostrato una tossicita' riproduttiva. Il medicinale non e' raccomanda to durante la gravidanza e in donne in eta' fertile che non usano misure contraccettive. Le donne che risultano essere in stato di gravidanza durante il trattamento con il farmaco sono incoraggiate ad arruolarsi nel programma di Sorveglianza della Gravidanza di Amgen. Esistono informazioni insufficienti sull'escrezione del farmaco/metaboliti nel latte materno. Il rischio per neonati/lattanti non puo' essere escluso. Deve essere presa la decisione se interrompere l'allattamento o interrompere la terapia/astenersi dalla terapia con il medicinale tenendo inconsiderazione il beneficio dell'allattamento per il bambino e il ben eficio della terapia per la donna. Le donne che allattano con latte materno durante il trattamento con il farmaco sono incoraggiate ad arruolarsi nel programma di Sorveglianza dell'Allattamento di Amgen. Pegfilgrastim non ha avuto effetti sulla performance riproduttiva o sulla fertilita' in ratti maschi o femmine alla dose cumulativa settimanale dicirca da 6 a 9 volte la dose piu' alta raccomandata nell'uomo (calcol ata in base alla superficie corporea).