Perjeta - Ev 1f 420mg 30mg/Ml

Dettagli:
Nome:Perjeta - Ev 1f 420mg 30mg/Ml
Codice Ministeriale:042682017
Principio attivo:Pertuzumab
Codice ATC:L01XC13
Fascia:H
Prezzo:4762.94
Produttore:Roche Spa
SSN:Non concedibile
Ricetta:OSP1 - uso ospedaliero art.92 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco solo uso ospedaliero
Forma:Concentrato per soluzione per infusione
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Da +2 a +8 e al riparo dalla luce
Scadenza:24 mesi

Denominazione

PERJETA 420 MG CONCENTRATO PER SOLUZIONE PER INFUSIONE (medicinale sottoposto a monitoraggio addizionale)

Formulazioni

Perjeta - Ev 1f 420mg 30mg/Ml

Categoria farmacoterapeutica

Medicinali antineoplastici, anticorpi monoclonali.

Principi attivi

Pertuzumab.

Eccipienti

Acido acetico glaciale, l-istidina, saccarosio, polisorbato 20, acqua per preparazioni iniettabili.

Indicazioni

Carcinoma mammario metastatico: in associazione con trastuzumab e docetaxel in pazienti adulti con carcinoma mammario HER2 positivo, non operabile, metastatico o localmente recidivato, non trattati in precedenza con terapia anti-HER2 o chemioterapia per la malattia metastatica. Trattamento neoadiuvante del carcinoma mammario: in associazione con trastuzumab e chemioterapia per il trattamento neoadiuvante di pazienti adulti con carcinoma mammario HER2 positivo, localmente avanzato, infiammatorio o allo stadio iniziale ad alto rischio di recidiva.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' al pertuzumab o ad uno qualsiasi degli eccipienti.

Posologia

Il prodotto deve essere somministrato da personale sanitario preparatoa gestire l'anafilassi e in un ambiente in cui siano immediatamente d isponibili le apparecchiature per la rianimazione. I pazienti trattatidevono presentare uno stato di tumore HER2 positivo, definito da un p unteggio all'immunoistochimica (IHC) di 3+ e/o un rapporto >= 2,0 secondo la valutazione mediante ibridazione in situ (ISH) eseguita con un test convalidato. La dose di carico iniziale raccomandata e' di 840 mgda somministrare per infusione endovenosa in 60 minuti, seguita succe ssivamente da una dose di mantenimento di 420 mg somministrata ogni 3 settimane nell'arco di 30-60 minuti. Per quanto riguarda il trastuzumab da somministrare in combinazione, la dose di carico iniziale raccomandata di trastuzumab e' di 8 mg/kg di peso corporeo somministrato per infusione endovenosa seguita successivamente da una dose di mantenimento di 6 mg/kg di peso corporeo ogni 3 settimane. Per quanto riguarda il docetaxel da somministrare in combinazione, la dose iniziale raccomandata di docetaxel e' di 75 mg/m^2, da somministrare successivamente ogni 3 settimane. La dose di docetaxel puo' essere aumentata progressivamente fino a 100 mg/m^2 nei cicli successivi, se la dose iniziale e' ben tollerata. I medicinali devono essere somministrati in sequenza e non miscelati nella stessa sacca di infusione. Il farmaco e trastuzumab possono essere somministrati in qualsiasi ordine. Quando il pazienteviene trattato con docetaxel, questo deve essere somministrato dopo. Si raccomanda un periodo di osservazione di 30-60 minuti dopo ogni infusione e prima dell'inizio delle successive infusioni di trastuzumab odocetaxel. Carcinoma mammario metastatico: i pazienti dovrebbero esse re trattati fino alla progressione della malattia o allo sviluppo di tossicita' non gestibile. Trattamento neoadiuvante del carcinoma mammario: il farmaco deve essere somministrato da 3 a 6 cicli in associazione con trastuzumab e chemioterapia nell'ambito di un regime neoadiuvante per il trattamento del carcinoma mammario in fase iniziale. Dopo l'intervento chirurgico i pazienti devono essere sottoposti a terapia adiuvante a base di trastuzumab per completare 1 anno di trattamento. Dosi ritardate/omesse: se il periodo di tempo trascorso tra due infusionisuccessive e' inferiore a 6 settimane, la dose da 420 mg dovrebbe ess ere somministrata appena possibile senza considerare la successiva dose pianificata. Se il periodo di tempo trascorso tra due infusioni successive e' di 6 settimane o superiore, dovrebbe essere somministrata nuovamente la dose di carico iniziale di 840 mg in infusione endovenosa da 60 minuti, seguita successivamente da una dose di mantenimento di 420 mg somministrata ogni 3 settimane nell'arco di 30-60 minuti. Adattamento della dose: non sono raccomandate riduzioni della dose. I pazienti possono continuare la terapia durante i periodi di mielosoppressione reversibile indotta da chemioterapia ma devono essere attentamente monitorati per potenziali complicanze neutropeniche che potrebbero insorgere in questo lasso di tempo. Per le modifiche della dose di docetaxel e di altri chemioterapici, vedere il relativo riassunto delle caratteristiche del prodotto (RCP). Per trastuzumab non sono raccomandate riduzioni della dose. Se il trattamento con trastuzumab viene interrotto si deve sospendere anche la terapia con il medicinale. Se viene interrotto il trattamento con docetaxel, il trattamento con il farmaco e trastuzumab puo' continuare fino alla progressione della malattia o allo sviluppo di tossicita' non gestibile nel setting metastatico. Disfunzione del ventricolo sinistro: il trattamento in associazione con trastuzumab deve essere sospeso per almeno 3 settimane in caso di: - segnie sintomi suggestivi di insufficienza cardiaca congestizia (il tratta mento con Perjeta deve essere interrotto se l'insufficienza cardiaca congestizia viene confermata); - una diminuzione della frazione di eiezione ventricolare sinistra (LVEF) fino a meno del 40%; - LVEF di 40%-45% associata a una diminuzione di >=10 punti % al di sotto dei valori pre-trattamento. La somministrazione puo' essere ripresa se la LVEF e'ritornata a >45% o 40-45% associata ad una riduzione di <10 punti % a l di sotto del valore pre-trattamento. Se dopo una nuova valutazione entro circa 3 settimane, la LVEF non e' migliorata o e' ulteriormente peggiorata, occorre prendere in seria considerazione la sospensione. Reazioni all'infusione: la velocita' di infusione puo' essere rallentatao l'infusione puo' essere interrotta se il paziente sviluppa una reaz ione all'infusione. L'infusione puo' essere ripresa quando i sintomi si sono risolti. Il trattamento puo' comprendere ossigeno, beta agonisti, antistaminici, somministrazione rapida di liquidi per via EV e antipiretici puo' aiutare ad alleviare i sintomi. Reazioni di ipersensibilita'/anafilassi: l'infusione deve essere immediatamente sospesa se il paziente manifesta una reazione di grado 4 NCI-CTCAE (anafilassi), broncospasmo o grave sindrome da distress respiratorio. Pazienti anziani:sono disponibili dati limitati sulla sicurezza e l'efficacia in pazie nti di eta' >=65 anni. Non sono state osservate differenze significative nella sicurezza e nell'efficacia tra i pazienti anziani di eta' compresa tra i 65 e i 75 anni e i pazienti adulti di eta' <65 anni. Non e' necessario un aggiustamento della dose nei pazienti anziani di eta' >=65 anni. I dati in pazienti di eta' >75 anni sono molto limitati. Pazienti con funzionalita' renale compromessa: non sono necessari aggiustamenti della dose in pazienti con compromissione della funzionalita' renale lieve o moderata. Non e' possibile fornire raccomandazioni per la dose in pazienti con grave compromissione della funzionalita' renale a causa dei limitati dati farmacocinetici disponibili. Pazienti con funzionalita' epatica compromessa: la sicurezza e l'efficacia non sonostate studiate in pazienti con compromissione della funzionalita' epa tica. Non e' possibile fornire specifiche raccomandazioni per la dose.Popolazione pediatrica: la sicurezza e l'efficacia non sono state sta bilite nei bambini e negli adolescenti al di sotto dei 18 anni di eta'. Non vi e' un impiego rilevante nella popolazione pediatrica per il trattamento del carcinoma mammario. Modo di somministrazione: infusioneendovenosa. Non deve essere somministrato in push o bolo endovenoso. Per la dose iniziale, la durata di infusione raccomandata e' di 60 minuti. Se la prima infusione e' ben tollerata, quelle successive possonoessere somministrate nell'arco di 30-60 minuti.

Conservazione

Conservare in frigorifero (2 gradi C. - 8 gradi C.). Non congelare. Conservare il flaconcino nell'astuccio esterno per proteggerlo dalla luce.

Avvertenze

Per migliorare la tracciabilita' dei prodotti medicinali biologici, ilnome commerciale e il numero di lotto del prodotto somministrato devo no essere registrati (o dichiarati) chiaramente nella cartella clinicadel paziente. Disfunzione del ventricolo sinistro (inclusa insufficie nza cardiaca congestizia): sono state riferite diminuzioni della LVEF con medicinali che bloccano l'attivita' di HER2. I pazienti trattati in precedenza con antracicline o radioterapia nell'area del torace possono essere a maggior rischio di diminuzione della LVEF. Nello studio registrativo CLEOPATRA condotto in pazienti affette da carcinoma mammario metastatico, il farmaco in associazione con trastuzumab e docetaxelnon e' stato associato a un aumento dell'incidenza di disfunzione sis tolica ventricolare sinistra sintomatica (LVD) o diminuzioni della LVEF rispetto al placebo, trastuzumab e docetaxel. Nel setting neoadiuvante (NEOSPHERE) l'incidenza di LVD e' risultata superiore nei gruppi trattati rispetto a quanto osservato nei gruppi a cui non e' stato somministrato il farmaco. E' stata inoltre riscontrata una maggiore incidenza di riduzione della LVEF nelle pazienti trattate in associazione contrastuzumab e docetaxel; in tutte le pazienti la LVEF e' tornata a va lori >=50%. Il medicinale non e' stato valutato in pazienti con: valore pre-trattamento della LVEF <=50%, anamnesi di insufficienza cardiacacongestizia (CHF), diminuzioni della LVEF fino a <50% durante la tera pia adiuvante precedente con trastuzumab o condizioni che potrebbero compromettere la funzionalita' del ventricolo sinistro, quali ipertensione non controllata, infarto miocardico recente, grave aritmia cardiaca che necessiti di trattamento o precedente esposizione ad una dose cumulativa di antracicline >360 mg/m^2 di doxorubicina o equivalente. E'opportuno valutare la LVEF prima dell'inizio del trattamento e durant e il trattamento (ogni 3 cicli nel setting metastatico e ogni 2 cicli nel setting neoadiuvante) per assicurare che la LVEF rientri entro i limiti normali istituzionali. Se la LVEF e' <40% o 40-45% associata a >=10 punti % al di sotto del valore pre-trattamento, il prodotto e trastuzumab devono essere sospesi e deve essere eseguita una nuova valutazione della LVEF entro circa 3 settimane. Se la LVEF non e' migliorata o e' ulteriormente peggiorata, si deve sospendere il trattamento, a meno che si ritenga che i benefici per il singolo paziente superino i rischi. Il rischio cardiaco deve essere attentamente valutato e bilanciato con la necessita' medica del singolo paziente prima di utilizzare il prodotto in associazione con un'antraciclina. I dati di sicurezza disponibili dallo studio TRYPHAENA relativi alla somministrazione sequenziale o concomitante con epirubicina, come parte del regime FEC sono limitati. Non vi sono dati disponibili sulla sicurezza riguardanti l'uso con doxorubicina. Sebbene non riportato nello studio, sulla base delle attivita' farmacologiche di pertuzumab ed antracicline, l'uso concomitante di questi farmaci potrebbe portare ad un aumento del rischio di tossicita' cardiaca rispetto all'uso sequenziale. In questo studio sono stati trattati con una bassa dose cumulativa di epirubicina, (valea dire fino a 300 mg / m^2) soltanto pazienti naive alla chemioterapi a, non sottoposti a chemioterapia aggiuntiva dopo l'intervento chirurgico. Reazioni all'infusione: il farmaco e' stato associato a reazioni correlate all'infusione. Si raccomanda l'attenta osservazione del paziente durante la prima infusione e nei 60 minuti successivi, nonche' durante le infusioni seguenti e nei 30-60 minuti successivi. Se si verifica una reazione all'infusione significativa, l'infusione deve essere rallentata o interrotta e devono essere somministrate terapie mediche appropriate. I pazienti devono essere sottoposti ad attenta valutazione clinica ed essere strettamente monitorati fino alla completa risoluzione dei segni e dei sintomi. Nei pazienti che manifestano gravi reazioni all'infusione occorre prendere in considerazione l'interruzione permanente del trattamento. La valutazione clinica deve fondarsi sulla gravita' della precedente reazione e sulla risposta alla terapia somministrata. Reazioni di ipersensibilita'/anafilassi: i pazienti devono essere sottoposti a stretta osservazione al fine di rilevare l'insorgenza di reazioni di ipersensibilita'. In studi clinici e' stata riscontrata ipersensibilita' grave, anafilassi compresa. I medicinali per il trattamento di tali reazioni devono essere pertanto sempre disponibili per l'uso immediato, unitamente alle attrezzature di emergenza. La somministrazione deve essere definitivamente interrotta in caso di reazioni di ipersensibilita' di grado 4 NCI-CTCAE (anafilassi), broncospasmo o sindrome da distress respiratorio acuto. Il prodotto e' controindicato in pazienti con ipersensibilita' nota a pertuzumab o a uno qualsiasi dei suoi eccipienti. Neutropenia febbrile: i pazienti trattati con trastuzumab e docetaxel, oltre al medicinale, sono a maggior rischio disviluppare neutropenia febbrile rispetto ai pazienti trattati con pla cebo, trastuzumab e docetaxel, soprattutto durante i primi 3 cicli di trattamento. Nello studio CLEOPATRA condotto sul carcinoma mammario metastatico, la conta dei neutrofili al nadir era simile nei pazienti del gruppo trattato e nei pazienti del gruppo trattato con placebo. La piu' alta incidenza di neutropenia febbrile nei pazienti trattati era associata ad una piu' elevata incidenza di mucosite e diarrea in questipazienti. Deve essere considerato un trattamento sintomatico per la m ucosite e la diarrea. Non e' stato riferito alcun evento di neutropenia febbrile dopo l'interruzione del trattamento con docetaxel.

Interazioni

In un sottostudio dello studio registrativo randomizzato CLEOPATRA nelcarcinoma mammario metastatico, condotto su 37 pazienti, non sono sta te osservate interazioni farmacocinetiche tra pertuzumab e trastuzumabo tra pertuzumab e docetaxel. Inoltre, l'analisi farmacocinetica di p opolazione non ha mostrato evidenza di interazione farmacologica tra pertuzumab e trastuzumab o tra pertuzumab e docetaxel. L'assenza di interazioni farmacologiche e' stata confermata dai dati farmacocinetici dello studio NEOSPHERE nel setting neoadiuvante. In quattro studi sono stati valutati gli effetti di pertuzumab sulla farmacocinetica di farmaci citotossici somministrati in concomitanza, docetaxel, gemcitabina,erlotinib e capecitabina. Non si e' evidenziata alcuna interazione fa rmacocinetica tra pertuzumab e questi farmaci. La farmacocinetica di pertuzumab in questi studi e' risultata sovrapponibile a quella osservata negli studi che prevedevano trattamenti in monoterapia.

Effetti indesiderati

Poiche' il farmaco e' somministrato con trastuzumab e chemioterapia, e' difficile stabilire la relazione causale di un evento avverso a un medicinale specifico. Le reazioni avverse da farmaco sono riportate di seguito in base alla classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA e le seguenti categorie di frequenza: molto comune (>= 1/10), comune (>= 1/100, < 1/10), non comune (>= 1/1.000, < 1/100), rara (>=1/10.000, <1/1.000), molto rara (<1/10.000), non nota (la frequenza non puo'essere definita sulla base dei dati disponibili). All'interno di cias cuna classe di frequenza e della Classe sistemico organica (SOC), le reazioni avverse sono riferite in ordine di gravita' decrescente. Infezioni ed infestazioni. Molto comune: infezione delle vie aeree superiori, rinofaringite; comune: paronichia. Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comune: neutropenia febbrile, neutropenia, leucopenia, anemia. Disturbi del sistema immunitario. Molto comune: ipersensibilita'/reazione anafilattica, reazione all'infusione/sindrome da rilascio di citochine. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Molto comune: riduzione dell'appetito. Disturbi psichiatrici. Molto comune: insonnia. Patologie del sistema nervoso. Molto comune: neuropatia periferica, cefalea, disgeusia; comune: neuropatia periferica sensitiva, capogiri. Patologie dell'occhio: aumento della lacrimazione. Patologie cardiache. Comune: disfunzione del ventricolo sinistro. Patologie respiratorie, toraciche mediastiniche. Molto comune: tosse; comune: versamento pleurico, dispnea; non comune: pneumopatia interstiziale. Patologie gastrointestinali. Molto comune: diarrea, vomito, stomatite, nausea, stipsi, dispepsia. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Moltocomune: alopecia, eruzione cutanea, alterazioni ungueali, comune: pru rito, pelle secca. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Molto comune: mialgia, artralgia. Patologie sistemichee condizioni elative alla sede di somministrazione. Molto comune: muc osite/infiammazione delle mucose, dolore, edema, piressia, affaticamento, astenia, comune: brividi.

Gravidanza e allattamento

Le donne in eta' fertile devono usare metodi contraccettivi efficaci durante il trattamento e nei 6 mesi successivi all'ultima dose. I dati sull'uso di pertuzumab nelle donne in gravidanza sono limitati. Studi sugli animali hanno mostrato una tossicita' a livello della riproduzione. Il farmaco non e' raccomandato durante la gravidanza e nelle donnepotenzialmente fertili che non fanno uso di contraccettivi. Poiche' l e IgG umane vengono secrete nel latte materno e il potenziale di assorbimento e danno per il neonato non e' noto, deve essere sospeso l'allattamento al seno oppure il trattamento, tenendo conto del beneficio dell'allattamento al seno per il bambino e del beneficio della terapia con Perjeta per la madre. Non sono stati condotti studi specifici suglianimali per valutare l'effetto di pertuzumab sulla fertilita'. In mer ito al rischio di effetti avversi sul sistema riproduttivo maschile sono disponibili solo dati molto limitati provenienti da studi di tossicita' a dose ripetuta. Non sono stati osservati effetti avversi nelle scimmie cynomolgus sessualmente mature esposte al pertuzumab.