Pradaxa - 60x1cps 150mg

Dettagli:
Nome:Pradaxa - 60x1cps 150mg
Codice Ministeriale:038451112
Principio attivo:Dabigatran Etexilato Mesilato
Codice ATC:B01AE07
Fascia:A
Prezzo:110.53
Produttore:Boehringer Ingelheim It.Spa
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RRL - vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti art.93 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Capsule rigide
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Al riparo dall'umidità
Scadenza:36 mesi

Denominazione

PRADAXA 150 MG CAPSULE RIGIDE

Formulazioni

Pradaxa - 30x1cps 150mg
Pradaxa - 60x1cps 150mg
Pradaxa - Fl 60cps 150mg

Categoria farmacoterapeutica

Antitrombotici, inibitori diretti della trombina.

Principi attivi

Ogni capsula rigida contiene 150 mg di dabigatran etexilato (come mesilato).

Eccipienti

Contenuto della capsula: acido tartarico; gomma arabica; ipromellosa; dimeticone 350; talco; idrossipropilcellulosa. Capsula: carragenina; potassio cloruro; titanio diossido; indigo carminio (E132); giallo tramonto (E110); ipromellosa; acqua depurata. Inchiostro nero per stampa: gommalacca; alcool N-butilico; alcool isopropilico; etanolo denaturatoindustriale; ferro ossido nero (E172); acqua depurata; glicole propil enico.

Indicazioni

Prevenzione di ictus e embolia sistemica in pazienti adulti con fibrillazione atriale non valvolare con uno o piu' dei seguenti fattori di rischio: precedente ictus, attacco ischemico transitorio o embolia sistemica (ES); frazione di eiezione del ventricolo sinistro <40%; insufficienza cardiaca sintomatica, >= Classe 2 della classificazione della New York Heart Association (NYHA); eta' >= 75 anni; eta' >= 65 anni associata con una delle seguenti condizioni: diabete mellito, coronaropatia o ipertensione.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati. Pazienti con grave insufficienza renale (CLCr < 30 ml/min). Sanguinamento attivo clinicamente significativo. Lesioni o condizioni che comportino un rischio significativo di sanguinamento maggiore come ulcera gastrointestinale in corso o recente, presenza di neoplasiead elevato rischio di sanguinamento, recente lesione cerebrale o spin ale, recente intervento chirurgico a livello cerebrale, spinale od oftalmico, recente emorragia intracranica, varici esofagee accertate o sospette, malformazioni arterovenose, aneurismi vascolari o anomalie vascolari maggiori intraspinali o intracerebrali. Trattamento concomitante con ogni altro anticoagulante come eparina non frazionata (ENF), eparine a basso peso molecolare (enoxaparina, dalteparina ecc.), derivatidell'eparina (fondaparinux ecc.), anticoagulanti orali (warfarin, riv aroxaban, apixaban ecc.) fatta eccezione per l'eventualita' di un cambio di terapia a o dal farmaco o quando l'ENF e' somministrata alle dosi necessarie per mantenere pervio un catetere centrale venoso o arterioso. Insufficienza epatica o malattia epatica che possa avere un qualsiasi impatto sulla sopravvivenza. Trattamento concomitante con ketoconazolo ad uso sistemico, ciclosporina, itraconazolo, tacrolimus e dronedarone. Protesi valvolari cardiache che richiedano trattamento anticoagulante.

Posologia

La dose giornaliera raccomandata e' di 300 mg (1 cps da 150 mg 2 volteal giorno). La terapia deve essere continuata a lungo termine. Per i seguenti 2 gruppi la dose giornaliera raccomandata e' di 220 mg (1 cpsda 110 mg 2 volte al giorno): pazienti di eta' >= a 80 anni; pazienti in trattamento concomitante con verapamil. Per i seguenti gruppi la d ose giornaliera di 300 mg o di 220 mg deve essere identificata su baseindividuale valutando il rischio tromboembolico e il rischio di sangu inamento: pazienti di eta' compresa tra 75 e 80 anni; pazienti con insufficienza renale moderata; pazienti con gastrite, esofagite o reflusso gastroesofageo; altri pazienti ad aumentato rischio di sanguinamento. In caso di intolleranza a dabigatran, istruire i pazienti affinche' contattino il proprio medico, che li possa trasferire ad opzioni terapeutiche alternative accettabili per la prevenzione di ictus e ES associati a fibrillazione atriale. >>Prevenzione di ictus in pazienti con fibrillazione atriale. Pazienti anziani: i pazienti di eta' compresa tra 75 e 80 anni devono essere trattati con una dose giornaliera di 300 mg assunti come una cps da 150 mg due volte al giorno. Su base individuale e a discrezione del medico, puo' essere presa in considerazione una dose giornaliera di 220 mg assunti come una cps da 110 mg due volteal giorno, quando il rischio tromboembolico sia basso ed il rischio d i sanguinamento elevato. Trattare i pazienti di eta' >=80 anni con unadose giornaliera di 220 mg (1 cps da 110 mg 2 volte al giorno), per l 'aumentato rischio di sanguinamento presente in questa popolazione. Valutare la funzionalita' renale calcolando la CLCr prima dell'inizio del trattamento per escludere pazienti con grave insufficienza renale. Durante il trattamento valutare la funzionalita' renale almeno una volta l'anno o piu' frequentemente come necessario in alcune condizioni cliniche che lascino prevedere un declino o un deterioramento della funzionalita' renale. Pazienti a rischio di sanguinamento: sottoporre ad un'attenta osservazione clinica i pazienti con un aumentato rischio di sanguinamento. L'aggiustamento della dose deve essere deciso a discrezione del medico, dopo la valutazione del beneficio e del rischio potenziale per singolo paziente. Un test di coagulazione puo' aiutare ad identificare i pazienti con un maggior rischio di sanguinamento dovuto aun'aumentata esposizione a dabigatran. Quando e' identificata un'ecce ssiva esposizione a dabigatran in pazienti ad elevato rischio di sanguinamento, si raccomanda una dose pari a 220 mg (1 cps da 110 mg 2 volte al giorno). Quando si verifica un sanguinamento clinicamente rilevante, interrompere il trattamento. Per i soggetti con gastrite, esofagite o reflusso grastroesofageo, la dose di 220 mg (1 cps da 110 mg 2 volte al giorno) puo' essere presa in considerazione a causa dell'elevatorischio di sanguinamento gastro-intestinale maggiore. Valutazione del la funzione renale. In tutti i pazienti: valutare la funzione renale calcolando la CLCr prima dell'inizio del trattamento per escludere i pazienti con insufficienza renale grave. Il farmaco e' controindicato nei pazienti con insufficienza renale grave; valutare la funzione renaleanche quando si sospetti una riduzione della funzione renale durante il trattamento. Ulteriori requisiti per i pazienti con insufficienza renale da lieve a moderata e per i pazienti di eta' > 75 anni: valutarela funzione renale durante il trattamento almeno una volte all'anno o piu' frequentemente come richiesto in certe situazioni cliniche quand o si sospetti una riduzione od un peggioramento della funzione renale.Insufficienza renale: il trattamento con il farmaco in pazienti con i nsufficienza renale grave e' controindicato. Non e' necessario un aggiustamento della dose in pazienti con insufficienza renale lieve. Ancheper i pazienti con insufficienza renale moderata la dose raccomandata e' pari a 300 mg (1 cps da 150 mg 2 volte al giorno). Tuttavia, per i pazienti ad elevato rischio di sanguinamento, deve essere considerata una riduzione della dose a 220 mg (1 cps da 110 mg 2 volte al giorno) . Si raccomanda un attento monitoraggio clinico nei pazienti con insufficienza renale. Uso concomitante con inibitori della P - glicoproteina (P-gp) da deboli a moderati: non e' necessario alcun aggiustamento della dose in caso di uso concomitante con amiodarone o chinidina. Nei pazienti in trattamento sia con dabigatran etexilato che con verapamil, la dose di dabigatran deve essere ridotta a 220 mg (1 cps da 110 mg 2 volte al giorno). In tal caso il farmaco e verapamil devono essere assunti insieme. Peso: non e' necessario un aggiustamento della dose, ma si raccomanda uno stretto controllo clinico in pazienti con peso corporeo < 50 kg. Genere: non e' necessario un aggiustamento della dose. Insufficienza epatica: i pazienti con enzimi epatici elevati al di sopra del doppio del limite superiore dei valori normali, sono stati esclusi dagli studi clinici in cui si valutava la prevenzione di ictus e ES associati a fibrillazione atriale. Non c'e' esperienza sul trattamento di questa sottopopolazione di pazienti, e pertanto l'uso non e' raccomandato. E' controindicato in caso di insufficienza epatica o di malattia epatica che possa avere un qualsiasi impatto sulla sopravvivenza. Switching. Dal trattamento con il farmaco ad un anticoagulante parenterale: attendere 12 ore dall'ultima dose prima di passare da dabigatran etexilato ad un anticoagulante parenterale. Da anticoagulanti parenterali al farmaco: dabigatran etexilato deve essere somministrato 0-2 ore prima che sia dovuta la dose successiva della terapia originaria oal momento della sospensione in caso di trattamento continuo. Dal far maco ad antagonisti della vitamina K(AVK). L'inizio della terapia con l'AVK deve essere stabilito sulla base della CLCr secondo le seguenti indicazioni: CLCr >=50 ml/min, iniziare l'AVK 3 giorni prima della sospensione di dabigatran etexilato; CLCr >=30-< 50 ml/min, iniziare l'AVK 2 giorni prima della sospensione di dabigatran etexilato. Poiche' ilprodotto puo' determinare un INR elevato, il test di INR non deve ess ere effettuato finche' non siano trascorsi almeno 2 giorni dalla sospensione del farmaco. Da AVK al medicinale: l'AVK deve essere sospeso. Dabigatran etexilato puo' essere somministrato non appena INR sia < 2. Cardioversione: i pazienti sottoposti a cardioversione possono continuare il trattamento con dabigatran. Popolazione pediatrica: non c'e' unuso rilevante nella popolazione pediatrica. Mancata assunzione di una dose: la dose dimenticata puo' essere assunta fino a 6 ore prima dell 'assunzione della dose successiva. Dopo di che, omettere la dose dimenticata. Non raddoppiare le dosi per compensare la dimenticanza della dose. Modo di somministrazione: inghiottire il farmaco intero con acqua, con o senza cibo. Non aprire le capsule.

Conservazione

Blister: conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall'umidita'. Flacone: conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall'umidita'. Tenere il flacone ben chiuso.

Avvertenze

Non c'e' esperienza sul trattamento di pazienti con enzimi epatici elevati, al di sopra del doppio del limite superiore dei valori normali. L'uso non e' raccomandato. Utilizzare con cautela in condizioni di aumentato rischio di sanguinamento ed in situazioni che prevedono l'uso concomitante con sostanze che alterano l'emostasi attraverso l'inibizione della aggregazione piastrinica. Un sanguinamento si puo' verificarein qualsiasi sito corporeo durante la terapia. Un'immotivata caduta d ei valori di emoglobina e/o dell'ematocrito o della pressione arteriosa deve indurre alla ricerca del sito di sanguinamento. Fattori quali una ridotta funzionalita' renale, eta' >=75 anni, basso peso corporeo <50 kg, co-somministrazione di inibitori della P-gp da deboli a moderati sono associati ad un aumento dei livelli plasmatici di dabigatran. L'uso concomitante di ticagrelor aumenta l'esposizione a dabigatran e puo' determinare interazione farmacodinamica, che puo' risultare in un aumentato rischio di sanguinamento. In pazienti con fibrillazione atriale considerare una dose di 220 mg (1 cps da 110 mg 2 volte al giorno)e seguire la posologia raccomandata. La somministrazione di un IPP pu o' essere considerata per prevenire il sanguinamento gastrointestinale. Il rischio di sanguinamento puo' aumentare in pazienti trattati contestualmente con SSRI o con SNRI. Un'attenta osservazione clinica e' raccomandata durante il trattamento, soprattutto se i fattori di rischiosono combinati. La presenza di lesioni, condizioni, procedure e/o tra ttamento con farmaci, che aumentano significativamente il rischio di sanguinamento maggiore richiede un'accurata valutazione del rapporto rischio-beneficio. Di norma il farmaco non richiede un monitoraggio di routine dei parametri di coagulazione. Tuttavia puo' essere utile la valutazione dell'effetto anticoagulante correlato a dabigatran per evitare un'esposizione eccessivamente alta a dabigatran in presenza di ulteriori fattori di rischio. Il test INR non e' attendibile nei pazienti in trattamento e sono stati riportati falsi positivi di innalzamento dell'INR. Pertanto non effettuare il test INR. Il tempo di trombina su plasma diluito (dTT), il tempo di aggregazione dell'ecarina (ECT), il tempo di tromboplastina parziale attivata (aPTT) possono fornire informazioni utili, ma i test non sono standardizzati e i risultati devono essere interpretati con cautela. Valori limite di soglia al tempo di valle dei test di coagulazione che possono essere associati ad un aumentato rischio di sanguinamento. dTT (ng/ml) >200; ECT [x-volte maggioredel limite superiore della norma] >3; aPTT [x-volte maggiore del limi te superiore della norma] >2; INR: non effettuare. I pazienti che sviluppano un'insufficienza renale acuta devono sospendere l'assunzione. Idati in pazienti di peso < 50 kg sono limitati. Quando si verifica un grave sanguinamento sospendere il trattamento e indagare l'origine de l sanguinamento. Medicinali che possono accrescere il rischio di emorragia non devono essere co-somministrati o somministrare con cautela. Puo' essere considerato l'utilizzo di medicinali fibrinolitici per il trattamento dell'ictus ischemico acuto se il paziente presenta un dTT, ECT o un aPTT al di sotto del limite superiore dei valori normali, in accordo all'intervallo di riferimento locale. Con la co- somministrazione di induttori della P-gp si puo' prevedere una riduzione delle concentrazioni plasmatiche di dabigatran, pertanto deve essere evitata. I pazienti in trattamento con dabigatran etexilato che vengono sottoposti a intervento chirurgico o a procedure invasive sono esposti a un aumentato rischio di sanguinamento. Pertanto gli interventi chirurgici possono richiedere la sospensione temporanea di dabigatran etexilato. Quando il trattamento viene temporaneamente sospeso a causa di interventi si raccomanda cautela ed un monitoraggio dell'attivita' anticoagulante. La clearance di dabigatran in pazienti con insufficienza renale puo' richiedere maggior tempo. In tali casi un test di coagulazione puo'aiutare a determinare se la emostasi sia ancora compromessa. Fase pre -operatoria. Regole di sospensione prima di procedure invasive o chirurgiche. Elevato rischio di sanguinamento o chirurgia maggiore. Clcr >=80 ml/min, emivita stimata circa 13 ore, sospensione di dabigatran prima della chirurgia elettiva: 2 giorni; clcr >=50 <80 ml/min, emivita stimata circa 15 ore, sospensione di dabigatran prima della chirurgia elettiva: 2-3 giorni; clcr >=30 <50 ml/min, emivita stimata circa 18 ore, sospensione di dabigatran prima della chirurgia elettiva: 4 giorni. Rischio standard. Clcr >=80 ml/min, emivita stimata circa 13 ore, sospensione di dabigatran prima della chirurgia elettiva: 24 ore; clcr >=50 <80 ml/min, emivita stimata circa 15 ore, sospensione di dabigatran prima della chirurgia elettiva: 1-2 giorni; clcr >=30 <50 ml/min, emivita stimata circa 18 ore, sospensione di dabigatran prima della chirurgia elettiva: 2-3 giorni (>48 ore). Se e' richiesto un intervento urgente, sospendere temporaneamente dabigatran etexilato. Rimandare l'intervento, se possibile almeno fino a 12 ore dopo l'ultima dose assunta. Se l'intervento non puo' essere rimandato puo' verificarsi un maggior rischio di sanguinamento. Procedure quali l'anestesia spinale richiedono funzioni emostatiche normali. Il rischio di ematoma spinale o epidurale puo' essere aumentato nei casi di iniezione traumatica o ripetuta e dall'uso prolungato di cateteri epidurali. Dopo la rimozione di un catetere, deve trascorrere un intervallo di almeno 2 ore prima della somministrazione della prima dose di dabigatran etexilato. Questi pazienti richiedono un'osservazione frequente dei segni neurologici e sintomi di ematoma spinale o epidurale. Trattare con cautela i pazienti ad elevato rischio di sanguinamento o i pazienti a rischio di sovraesposizione, in particolare i pazienti con insufficienza renale moderata.Il trattamento puo' riprendere dopo che sia stata raggiunta una emost asi normale. Pazienti ad alto rischio di mortalita' dovuta a chirurgiae con fattori di rischio intrinseco di eventi tromboembolici: i dati disponibili per dabigatran sono limitati, trattare con cautela questi pazienti. L'incidenza totale di infarto miocardico (IM) era rispettivamente 0,82, 0,81 e 0,64 %/anno per dabigatran etexilato 110 mg 2 volteal giorno, dabigatran etexilato 150 mg 2 volte al giorno e warfarin. Il maggior rischio assoluto di IM e' stato osservato nei pazienti con precedente IM, pazienti di eta' >=65 anni con diabete o coronaropatia,pazienti con frazione di eiezione del ventricolo sinistro < 40%, pazi enti con disfunzione renale moderata. Inoltre e' stato osservato un maggior rischio di IM nei pazienti che assumevano in concomitanza ASA piu' clopidogrel o clopidogrel solo. Il farmaco contiene il colorante giallo tramonto che puo' causare reazioni allergiche.

Interazioni

Con i seguenti trattamenti che possono incrementare il rischio di sanguinamento quando utilizzati in concomitanza al farmaco non c'e' esperienza o e' limitata: anticoagulanti come eparina non frazionata (ENF), eparine a basso peso molecolare (EBPM) e derivati dell'eparina, medicinali trombolitici e antagonisti della vitamina K, rivaroxaban o altri anticoagulanti orali e antiaggreganti piastrinici quali antagonisti del recettore della GPIIb/IIIa, ticlopidina, prasugrel, ticagrelor, destrano e sulfinpirazone. In pazienti con fibrillazione atriale, l'uso concomitante di altri anticoagulanti orali o parenterali aumenta l'incidenza di sanguinamenti maggiori, sia con dabigatran etexilato che con warfarin, soprattutto durante il passaggio da un anticoagulante ad un altro. L'ENF puo' essere somministrata alle dosi necessarie per mantenere pervio un catetere centrale venoso o arterioso. In pazienti con fibrillazione atriale, l'uso concomitante di antiaggreganti, ASA o clopidogrel, approssimativamente raddoppia l'incidenza di sanguinamenti maggiori sia con dabigatran etexilato che con warfarin. Clopidogrel: in volontari sani, giovani, di sesso maschile la co- somministrazione di dabigatran etexilato e clopidogrel non determinava un ulteriore prolungamento dei tempi di sanguinamento capillare rispetto a clopidogrel in monoterapia. Inoltre, l'AUCt,ss e la Cmax,ss e le misure di coagulazione per l'effetto di dabigatran o l'inibizione dell'aggregazione piastrinica come misura dell'effetto di clopidogrel sono rimaste essenzialmente immodificate confrontando il trattamento combinato e i rispettivi mono-trattamenti. Con una dose di carico di 300 mg o 600 mg di clopidogrel, l'AUCt,ss e la Cmax,ss di dabigatran erano aumentate di circa il 30-40%. ASA: la co-somministrazione di ASA e di 150 mg di dabigatran etexilato 2 volte al giorno puo' aumentare il rischio di ogni tipo di sanguinamento dal 12% al 18% e 24% con 81 mg e 325 mg di ASA rispettivamente. FANS: a causa del rischio di emorragia, soprattutto con FANS con emivita di eliminazione >12 ore, si raccomanda la stretta osservazione di segni di sanguinamento. EBPM: l'uso concomitante di EBPM quali enoxaparina e dabigatran etexilato non e' stato valutato in modo specifico. Dopo il passaggio da un trattamento di 3 giorni con 40 mg di enoxaparina somministrati una volta giorno per via s.c., 24 ore dopo la somministrazione dell'ultima dose di enoxaparina l'esposizione a dabigatran era lievemente inferiore rispetto a quella successiva alla somministrazione di dabigatran etexilato da solo (dose singola da 220 mg). E'stata osservata una maggiore attivita' anti- FXa/FIIa dopo la sommini strazione di dabigatran etexilato preceduta dal pre-trattamento con enoxaparina rispetto al trattamento con dabigatran etexilato da solo. Siritiene che cio' sia dovuto ad un effetto trainante del trattamento c on enoxaparina ed e' considerato non clinicamente rilevante. I risultati di altri test di attivita' anti-coagulante correlata a dabigatran non erano modificati in modo significativo dal pre-trattamento con enoxaparina. Dabigatran etexilato e dabigatran non hanno effetti in vitro sugli enzimi umani del citocromo P450; non sono attese interazioni conmedicinali correlati e dabigatran. La co-somministrazione con inibito ri della P-gp e' probabile che determini un aumento delle concentrazioni plasmatiche di dabigatran. Se non diversamente prescritto, e' richiesto uno stretto controllo. I seguenti potenti inibitori della P-gp sono controindicati. Gli inibitori della P-gp da deboli a moderati devono essere utilizzati con cautela. Ketoconazolo: ketoconazolo dopo una dose singola orale di 400 mg ha aumentato i valori totali di AUC0-infine Cmax di dabigatran rispettivamente del 138% e 135%, e rispettivamen te del 153% e 149%, dopo dosi multiple orali di 400 mg di ketoconazolouna volta al giorno. Il tempo al picco, l'emivita terminale e il temp o medio di permanenza non sono stati alterati dal ketoconazolo, l'uso concomitante con ketoconazolo sistemico e' controindicato. Dronedarone: il trattamento concomitante con dronedarone e' controindicato. Amiodarone: si raccomanda un attento controllo quando dabigatran etexilato e' associato a amiodarone. Chinidina: si raccomanda un attento controllo quando dabigatran etexilato e' associato a chinidina. Verapamil: per i pazienti trattati con dabigatran etexilato e verapamil, ridurre ladose a 220 mg (1 cps da 110 mg 2 volte al giorno). Si raccomanda un a ttento controllo quando dabigatran etexilato e' associato a verapamil.Non e' stata osservata un'interazione significativa quando verapamil e' stato somministrato 2 ore dopo l'assunzione di dabigatran etexilato. Cio' e' spiegato dall'assorbimento completo di dabigatran dopo 2 ore. Claritromicina: effettuare un attento controllo quando dabigatran etexilato e' associato alla claritromicina. Ticagrelor: quando una dose singola di 75 mg di dabigatran etexilato e' stata co-somministrata a una dose iniziale di 180 mg di ticagrelor, l'AUC e la Cmax di dabigatran sono aumentate rispettivamente di 1,73 e di 1,95 volte. Dopo somministrazione multipla di 90 mg di ticagrelor b.i.d. l'aumento dell'esposizione a dabigatran e' di 1,56 e di 1,46 volte rispettivamente per l'AUC e la Cmax. I seguenti potenti inibitori della P-gp non sono stati studiati clinicamente, ma sulla base dei dati in vitro e' atteso un effetto simile a quello del ketoconazolo: itraconazolo, tacrolimus e ciclosporina, che sono controindicati. Non sono disponibili dati per posaconazolo, il cui uso in associazione al farmaco non e' raccomandato. La co- somministrazione di un induttore della P-gp puo' ridurre le concentrazioni di dabigatran e deve essere evitata. Rifampicina: la pre-somministrazione dell'induttore rifampicina ad una dose di 600 mg una volta al giorno per 7 giorni ha ridotto il picco totale di dabigatran e l'esposizione totale. L'effetto induttore era diminuito determinando un'esposizione a dabigatran vicina al valore di riferimento entro il settimo giorno successivo alla sospensione del trattamento con rifampicina. Dopo ulteriori 7 giorni non sono stati osservati incrementi della biodisponibilita'. Gli inibitori della proteasi quali ritonavir e le sueassociazioni con altri inibitori della proteasi influiscono sulla P- gp; non sono raccomandati per il trattamento concomitante. Digossina: non sono state osservate ne' modifiche sulla digossina ne' alterazionicliniche significative dell'esposizione a dabigatran. Gli SSRI e gli SNRI hanno incrementato il rischio di sanguinamento in tutti i gruppi di trattamento dello studio RE-LY. Pantoprazolo: pantoprazolo ed altriPPI sono stati co- somministrati con il farmaco, il trattamento conco mitante con PPI non ha manifestato di ridurre l'efficacia del prodotto. Ranitidina: la co-somministrazione di ranitidina non ha effetti clinicamente rilevanti sull'assorbimento di dabigatran.

Effetti indesiderati

Reazioni avverse identificate nel programma di studi di prevenzione diictus tromboembolico e ES in pazienti con fibrillazione atriale. Molt o comune (>= 1/10); comune (>= 1/100, < 1/10); non comune (>= 1/1.000,< 1/100); raro (>= 1/10.000, < 1/1.000); molto raro (>= 1/10.000); no n nota. Patologie del sistema emolinfopoietico. Comune: anemia; non comune: calo dell'emoglobina, trombocitopenia; raro: calo dell'ematocrito. Disturbi del sistema immunitario. Non comune: ipersensiblita' al medicinale, rash cutaneo, prurito; raro: reazione anafilattica, angioedema, orticaria; non nota: broncospasmo. Patologie del sistema nervoso. Emorragia intracranica. Patologie vascolari. Non comune: ematoma, emorragia. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: epistassi; non comune: emottisi. Patologie gastrointestinali. Comune: emorragia gastrointestinale, dolore addominale, diarrea, dispepsia, nausea; non comune: emorragia rettale, emorragia emorroidale, ulcera gastrointestinale, gastroesofagite, malattia da reflusso gastroesofageo, vomito, disfagia. Patologie epatobiliari. Non comune: funzionalita' epatica alterata/test di funzionalita' epatica alterati, aumento dell'alanina aminotransferasi, aumento dell'aspartato aminotransferasi; raro: aumento degli enzimi epatici, iperbilirubinemia. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: emorragia cutanea. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Raro: emartrosi. Patologie renali e urinarie. Comune: emorragia genitourinaria, inclusa ematuria. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Raro: emorragia al sito di iniezione, emorragia la sito di inserzione del catetere. Traumatismo, avvelenamento e complicazioni daprocedura. Raro: emorragia traumatica, emorragia al sito di incisione . Sanguinamento. Eventi di sanguinamento suddivisi da maggiori a qualsiasi, riscontrati nello studio principale che valutava la prevenzione di ictus e ES in pazienti con fibrillazione atriale: sanguinamento maggiore, sanguinamento intracranico, sanguinamento GI, sanguinamento fatale, sanguinamento minore, qualsiasi sanguinamento. Il sanguinamento maggiore e' stato definito dalla rispondenza ad uno o piu' dei seguenticriteri: sanguinamento associato ad una riduzione dell'emoglobina di almeno 20 g/l o che ha richiesto una trasfusione di almeno 2 unita' dieritrociti o di sangue intero. Sanguinamento sintomatico in un'area o organo critici: intraoculare, intracranica, intraspinale o intramusco lare con sindrome compartimentale, sanguinamento retroperitoneale, sanguinamento intra-articolare o sanguinamento pericardico. I sanguinamenti maggiori sono stati classificati come pericolosi per la vita del paziente se rispondenti ad uno o piu' dei seguenti criteri: Sanguinamento fatale, sanguinamento intracranico sintomatico; riduzione dell'emoglobina di almeno 50 g/l; trasfusione di almeno 4 unita' di eritrociti odi sangue intero; sanguinamento associato ad ipotensione che abbia ri chiesto l'uso di medicinali inotropi somministrati per via endovenosa;sanguinamento che abbia richiesto un intervento chirurgico. I soggett i randomizzati a dabigatran etexilato 110 mg due volte al giorno o 150mg due volte al giorno erano esposti a un rischio significativamente minore di sanguinamenti pericolosi per la vita e sanguinamenti intracranici rispetto ai soggetti trattati con warfarin [p< 0,05]. Entrambe le dosi di dabigatran etexilato mostravano anche un'incidenza di sanguinamento totale inferiore in modo statisticamente significativo. I soggetti randomizzati a dabigatran etexilato 110 mg due volte al giorno erano esposti a un rischio significativamente minore di sanguinamenti maggiori rispetto ai soggetti trattati con warfarin (hazard ratio 0,80 [p< 0,0026]). I soggetti randomizzati a dabigatran etexilato 150 mg duevolte al giorno erano esposti a un rischio significativamente maggior e di sanguinamenti GI rispetto ai soggetti trattati con warfarin (hazard ratio 1,47 [p< 0,0008]). Questi effetti sono stati riscontrati principalmente in pazienti di eta' >= 75 anni. I benefici clinici di dabigatran etexilato riguardo alla prevenzione dell'ictus e della ES e allariduzione del rischio di ICH rispetto a warfarin si mantengono nei va ri sottogruppi sottogruppi individuali, ad es. insufficienza renale, eta', uso concomitante di medicinali quali medicinali anti-aggreganti oinibitori della P-gp. Mentre certi sottogruppi di pazienti sono espos ti ad un aumentato rischio di sanguinamento maggiore quando trattati con un anti-coagulante, il rischio di sanguinamento in eccesso per dabigatran etexilato e' dovuto al sanguinamento GI, tipicamente riscontrato entro i primi 3-6 mesi successivi all'inizio della terapia. Infarto miocardico: nello studio RE-LY, in confronto a warfarin l'incidenza annuale di infarto miocardico per dabigatran etexilato era aumentate dal0,64 % (warfarin) all'0,82 % (dabigatran etexilato 110 mg due volte a l giorno) / 0,81 % (dabigatran etexilato 150 mg due volte al giorno).

Gravidanza e allattamento

Le donne in eta' fertile devono evitare una gravidanza durante il trattamento con dabigatran etexilato. E' disponibile un limitato numero didati riguardanti l'uso di dabigatran etexilato in donne in gravidanza . Gli studi condotti su animali hanno evidenziato una tossicita' riproduttiva. Il rischio potenziale per gli esseri umani non e' noto. Il farmaco non deve essere utilizzato durante la gravidanza se non quando chiaramente necessario. Non vi sono dati clinici riguardanti gli effetti di dabigatran sui lattanti durante l'allattamento. L'allattamento deve essere sospeso durante il trattamento. Non sono disponibili dati nell'uomo. Negli studi condotti sugli animali e' stato osservato un effetto sulla fertilita' femminile in forma di diminuzione degli impianti e aumento di perdite pre-impianto ad una dose di 70 mg/kg (esposizioneplasmatica 5 volte superiore rispetto a quella dei pazienti). Non son o stati osservati altri effetti sulla fertilita' femminile. Non e' stata riscontrata alcuna influenza sulla fertilita' maschile. A dosi tossiche per le madri (esposizione plasmatica da 5 a 10 volte superiore rispetto a quella dei pazienti), nei ratti e nei conigli e' stato osservato un calo del peso corporeo del feto e della vitalita' embriofetale con aumento delle modificazioni fetali. Negli studi pre e post-natali e' stato osservato un aumento della mortalita' fetale a dosi che eranotossiche per le madri (una dose corrispondente ad un'esposizione plas matica 4 volte superiore rispetto a quella dei pazienti).