Salazopyrin En - 100cpr 500mg

Dettagli:
Nome:Salazopyrin En - 100cpr 500mg
Codice Ministeriale:012048031
Principio attivo:Sulfasalazina
Codice ATC:A07EC01
Fascia:A
Prezzo:14.91
Produttore:Pfizer Italia Srl
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Compresse gastroresistenti
Contenitore:Scatola
Iva:10%
Temp. Conservazione:Al riparo dall'umidità
Scadenza:60 mesi

Denominazione

SALAZOPYRIN EN 500 MG COMPRESSE GASTRORESISTENTI

Formulazioni

Salazopyrin En - 100cpr 500mg

Categoria farmacoterapeutica

Antinfiammatori intestinali.

Principi attivi

Sulfasalazina.

Eccipienti

Povidone, amido di mais, magnesio stearato, silice colloidale anidra, cellulosa acetato ftalato, glicole propilenico, cera gialla, cera carnauba, macrogol 20.000, glicerolo monostearato, talco.

Indicazioni

Colite ulcerosa: nel trattamento della colite ulcerosa di media e lieve gravita', come terapia aggiuntiva nella colite ulcerosa grave. Per la prevenzione delle ricadute della colite ulcerosa. Morbo di Crohn: specialmente nei pazienti con interessamento del colon. Artrite reumatoide.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo, ai metaboliti della sulfasalazina o ad uno qualsiasi degli eccipienti, ai sulfamidici o ai salicilati;insufficienza renale grave con iperazotemia; epatopatie gravi; tenden za accertata alle emorragie; nei bambini sotto i 2 anni; all'ultimo stadio di gravidanza e durante il periodo di allattamento, poiche' i sulfamidici passano la placenta e vengono escreti nel latte; nei neonati i sulfamidici sono in competizione con la bilirubina nei punti di legame con le proteine plasmatiche e pertanto possono causare ittero gravecon eritroblastosi; pazienti con porfiria non devono essere trattati con sulfamidici in quanto possono precipitare un attacco acuto.

Posologia

La posologia va regolata secondo la gravita' della malattia e la tolleranza del paziente al medicinale. Colite ulcerosa e morbo di Crohn: inizialmente si consiglia di aumentare gradualmente la dose nei primi due giorni. Adulti: 2-4 compresse 4 volte al di'. Bambini: 40-60 mg per chilo di peso corporeo nelle 24 ore. Suddivisi in 3-6 dosi. E' della massima importanza suddividere equamente le dosi. L'intervallo tra le dosi non deve eccedere le 8 ore durante il periodo notturno. In casi acuti di colite e diarrea e' preferibile cominciare con dosi massive raggiungendo un massimo di 16 compresse nelle 24 ore. In casi di nausea si deve ridurre la dose a meta' e sospendere per 2 giorni il trattamento e ricominciare poi con dosi inizialmente ridotte. Il medicinale va somministrato per due settimane: quindi si sospende la cura per una settimana. Il risultato della terapia va controllato con la rettoscopia. Talvolta e' necessario continuare il trattamento per parecchi mesi. Anche se la diarrea cessa dopo un paio di giorni, come spesso succede, la cura deve essere continuata fino a che gli esami rettoscopici siano soddisfacenti. In seguito bastera' una terapia di mantenimento con dosi ridotte, per es. 4 compresse. Al piu' piccolo segno di ricaduta si deve aumentare immediatamente la dose. >>Artrite reumatoide. Trattamento dell'artrite reumatoide che non ha risposto a farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS). Lo schema posologico raccomandato e' il seguente (n. compresse). >>Compresse al mattino. Settimana 2: 1 compressa; settimana 3: 1 compressa; settimana 4 e successive: 2 compresse. >>Compresse alla sera. Settimana 1: 1 compressa; settimana 2: 1 compressa; settimana 3: 2 compresse; settimana 4 e successive: 2 compresse.

Conservazione

Da conservarsi a temperatura ambiente ed in luogo asciutto.

Avvertenze

Sono state segnalate infezioni gravi, comprese sepsi e polmonite, associate alla mielosoppressione. I pazienti che sviluppano una nuova infezione mentre sono sottoposti a trattamento con sulfasalazina devono essere monitorati attentamente. La somministrazione di sulfasalazina deve essere interrotta se il paziente sviluppa un'infezione grave. Occorre prestare attenzione quando si consideri l'uso di sulfasalazina in pazienti con anamnesi di infezioni ricorrenti o croniche o con patologiesottostanti che potrebbero predisporre i pazienti alle infezioni. Pri ma di iniziare ad assumere le compresse di sulfasalazina e ogni seconda settimana durante i primi tre mesi di terapia, devono essere effettuati un emocromo completo con formula leucocitaria e la valutazione della funzionalita' epatica. Nel trimestre successivo al primo, gli stessi test dovranno essere effettuati una volta al mese e in seguito una volta ogni tre mesi, e come da indicazione clinica. La valutazione della funzionalita' renale (compreso l'esame delle urine) deve essere effettuata in tutti i pazienti all'inizio del trattamento e almeno ogni mese per i primi tre mesi di terapia. In seguito i pazienti dovranno essere sottoposti a monitoraggio clinico specifico. La presenza di sintomi clinici come mal di gola, febbre, pallore, porpora o ittero durante il trattamento con il farmaco puo' indicare mielosoppressione, emolisi, o epatotossicita'. Il trattamento deve essere interrotto fino a quando non sono noti i risultati delle analisi del sangue. Il medicinale non deve essere somministrato nei pazienti con disfunzioni epatiche o renali o con discrasia ematica, a meno che il potenziale beneficio non risulti superiore al rischio. Il farmaco deve essere somministrato concautela nei pazienti con allergie gravi o con asma bronchiale. Sono s tate segnalate reazioni gravi e potenzialmente letali da ipersensibilita' sistemica quali l'eruzione da farmaci con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS) in pazienti che assumevano vari tipi di farmaci compreso sulfasalazina. E' importante tenere presente che le manifestazioni precoci di ipersensibilita', quali febbre o linfoadenopatia, potrebbero insorgere anche se l'eruzione da farmaci non e' evidente. Se tali segni o sintomi clinici sono presenti, il paziente deve essere valutato immediatamente. La somministrazione di sulfasalazina deve essere sospesa qualora non sia possibile stabilire un'eziologia alternativa per i segni e sintomi clinici. Le reazioni gravi da ipersensibilita' possonoincludere l'interessamento di organi interni, quale epatite, nefrite, miocardite, sindrome simil-mononucleosica (cioe' pseudomononucleosi), anomalie ematologiche (compresa l'istiocitosi ematofagica) e/o polmon ite compresa l'infiltrazione eosinofila. Con l'uso del medicinale sonostate segnalate molto raramente reazioni cutanee gravi potenzialmente letali comprese dermatite esfoliativa, sindrome di Stevens-Johnson (S JS) e necrolisi epidermica tossica (TEN). Il rischio di questi eventi nei pazienti sembra essere maggiore all'inizio del ciclo di terapia: nella maggioranza dei casi l'esordio dell'evento si verifica nel primo mese di trattamento. I pazienti devono essere informati riguardo i segni e i sintomi e monitorati attentamente per le reazioni cutanee. La sulfasalazina deve essere sospesa ai primi segni di rash cutaneo, di lesioni a livello delle mucose, o di qualsiasi altro segno di ipersensibilita'. I migliori risultati nella gestione della SJS e della TEN si ottengono con una diagnosi precoce e l'immediata interruzione della terapia con qualsiasi farmaco sospetto. Una precoce sospensione e' associata ad una migliore prognosi. Se il paziente ha sviluppato SJS o TEN con l'uso del medicinale, esso non deve essere piu' riutilizzato in questo paziente. L'impiego del farmaco in bambini affetti da artrite giovanile ad esordio sistemico puo' comportare la manifestazione di reazioni come malattia da siero; pertanto l'uso del prodotto in questi pazienti non e' raccomandato. Il farmaco inibisce l'assorbimento ed il metabolismo dell'acido folico e puo' pertanto determinare un deficit di acido folico che puo' causare gravi patologie del sistema ematico (qualimacrocitosi e pancitopenia). Pazienti con deficienza della glucosio-6 -fosfato deidrogenasi vanno tenuti sotto stretta osservazione per segni di anemia emolitica. Poiche' il farmafco causa cristalluria e la formazione di calcoli renali, e' necessario un adeguato apporto di liquidi. La sulfasalazina puo' causare una colorazione giallo-arancione dell'urina. E' stata anche riscontrata una colorazione simile della cute. Per la presenza del derivato salicilico, la terapia concomitante con anticoagulanti richiede un costante controllo medico.

Interazioni

E' stato segnalato un ridotto assorbimento di folato e digossina se impiegati contemporaneamente a sulfasalazina. I livelli sierici di digossina sono risultati non terapeutici. La sulfasalazina puo' interagire con farmaci per il trattamento del gozzo, con certi diuretici ed ipoglicemizzanti orali. La sulfasalazina inibisce la tiopurina metiltransferasi (TPMT) e puo' indurre soppressione del midollo osseo e leucopenia, nei casi in cui viene somministrata insieme a tiopurina, 6-mercaptopurina o al suo profarmaco azatioprina. La somministrazione concomitante di sulfasalazina e metrotexato per via orale in pazienti affetti da artrite reumatoide non altera la farmacocinetica di questi medicinali.Tuttavia, e' stato riportato un aumento dell'incidenza degli eventi a vversi gastrointestinali, soprattutto della nausea. Nei pazienti esposti a sulfasalazina o al suo metabolita, mesalamina/mesalazina, sono stati segnalati alcuni casi di possibili interferenze nelle misurazioni con cromatografia liquida della normetanefrina urinaria, che hanno provocato risultati falso-positivi al test.

Effetti indesiderati

Nei pazienti trattati con il medicinale sono stati riscontrati i seguenti effetti indesiderati, riportati nella seguente tabella. All'interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravita'; utilizzando la seguente convenzione: molto comune >=1/10; comune da >=1/100 a <1/10; non comune da >=1/1000 a <1/100; raro da >=1/10.000 a <1000; molto raro <1/10.000; non nota. Infezioni ed Infestazioni. Non nota: meningite asettica, colite pseudomembranosa. Patologie del sistema Emolinfopoietico. Comune: leucopenia; Non comune: trombocitopenia; non nota: pancitopenia, agranulocitosi, anemia aplastica, pseudomononucleosi, anemia emolitica, macrocitosi, anemia megaloblastica, ipoprotrombinemia, meteglobinemia. Disturbi del sistema Immunitario. Non nota: anafilassi, malattia da siero.Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: inappetenza; non nota: carenza di folato. Disturbi psichiatrici. Non comune: depressio ne; non nota: insonnia, allucinazioni. Patologie del sistema Nervoso. Comune: vertigini, cefalea, alterazioni del gusto; non nota: encefalopatia, neuropatia periferica, alterazioni dell'olfatto, vertigini, emicranie, atassia, convulsioni, lesioni transitorie della colonna vertebrale, mielite trasversa. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Comune: tinnitus. Patologie cardiache. Non nota: pericardite, cianosi, miocardite allergica. Patologie vascolari. Non nota: pallore. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: tosse; non comune: dispnea; non nota: malattia polmonare interstiziale, infiltrazione eosinofila, alveolite fibrosante, dolore orofaringeo. Patologie Gastrointestinali. Molto comune: sofferenza gastrica, nausea; comune: dolore addominale, crisi diarroica, vomito; non nota: colite ulcerosa aggravata, pancreatite, stomatite, disfunzioni dell'assorbimento di acido folico, epigastralgia, parotite. Patologie epatobiliari. Non comune: ittero; non nota: insufficienza epatica, epatite fulminante, epatite, epatite colestatica, colestasi. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo.Comune: prurito, porpora; non comune: alopecia, orticaria; non nota: eruzione da farmaci con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS), sindrome di Stevens- Johnson, necrolisi tossica epidermica (TEN) (sindrome di Lyell), esantemi, dermatite esfoliativa, angioedema, pustoloderma tossico, lichen planus, fotosensibilita', eritema, infezione congiuntivale o sclerale, edema periorbitale. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: artralgia; non nota: lupus eritematoso sistemico (LES), sindrome di Sjogren, periartrite nodosa. Patologie renali e Urinarie. Comune: proteinuria; non nota: sindrome nefrosica, nefrite interstiziale, nefrolitiasi, presenza di sangue nelle urine, cristalluria. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Non nota: oligospermia reversibile. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: febbre; non comune: edema della faccia; non nota: colorazione gialla della pelle e liquidi organici. Esami diagnostici. Non comune: aumento degli enzimi epatici; non nota: induzione di autoanticorpi. I piu' comuni collaterali effetti indesiderati dovuti al trattamento con sulfasalazina sono: nausea, inappetenza, disturbi gastrici ed occasionalmente lieve aumento della temperatura. Nella maggior parte dei casi il trattamento puo' essere continuato se la posologia viene diminuita oppure se la somministrazione viene sospesa per alcuni giorni e poi ripresa gradualmente finoa raggiungere i livelli terapeutici. La gastroprotezione consente di migliorare significativamente la tollerabilita' di sulfasalazina. I sulfamidici presentano certe similarita' chimiche con alcuni farmaci peril trattamento del gozzo; con certi diuretici (acetazolamide ed i tia zidici) e farmaci ipoglicemizzanti per via orale. La comparsa di gozzo, l'aumento della diuresi ed ipoglicemia si sono manifestate raramente. Una sensibilizzazione crociata puo' esistere con questi farmaci. Nella valutazione delle complicazioni epatiche ed articolari si deve tener presente che queste sono spesso associate alla colite ulcerosa. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale e' importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.

Gravidanza e allattamento

Studi sulla riproduzione condotti su ratti e su conigli non hanno evidenziato alcun danno per il feto. La sulfasalazina per via orale inibisce l'assorbimento ed il metabolismo dell'acido folico e puo' pertanto determinare un deficit di acido folico. Sono stati segnalati casi di neonati con difetti del tubo neurale, la cui madre era stata esposta a sulfasalazina durante la gravidanza, sebbene il ruolo svolto dalla sulfasalazina in relazione a tali difetti non sia stato stabilito. Poiche' la possibilita' che vi sia un danno fetale non puo' essere completamente esclusa, il medicinale deve essere utilizzato durante la gravidanza solo in caso di effettiva necessita'. Sono stati riscontrati bassi livelli di sulfasalazina e di sulfapiridina nel latte materno. Deve essere usata cautela in particolare nell'allattamento di neonati prematuri o con deficit di glucosio-6-fosfato deidrogenasi (G-6-PD). Nei bambini allattati al seno da madri che assumevano sulfasalazina sono statiriportati casi di sangue nelle feci o diarrea. Nei casi in cui tale e sito e' stato segnalato, gli episodi di sangue nelle feci o diarrea nei bambini si sono risolti dopo che le madri hanno interrotto la terapia con sulfasalazina. Negli uomini trattati con il farmaco si possono verificare oligospermia ed infertilita'. Tali effetti sembrano essere reversibili entro 2-3 mesi dalla sospensione del trattamento.