Tarceva - 30cpr Riv 100mg

Dettagli:
Nome:Tarceva - 30cpr Riv 100mg
Codice Ministeriale:036871022
Principio attivo:Erlotinib Cloridrato
Codice ATC:L01XE03
Fascia:H
Prezzo:2466.59
Lattosio:Contiene lattosio
Produttore:Roche Spa
SSN:Medicinale ospedaliero dispensabile in farmacia a totale carico del cittadino
Ricetta:RNRL - vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti art.93 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco ospedaliero esitabile in farmacia
Forma:Compresse rivestite
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Nessuna particolare condizione di conservazione
Scadenza:48 mesi

Denominazione

TARCEVA 100 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM

Formulazioni

Tarceva - 30cpr Riv 100mg

Categoria farmacoterapeutica

Antineoplastici.

Principi attivi

Erlotinib (come erlotinib cloridrato).

Eccipienti

Nucleo della compressa: lattosio monoidrato; cellulosa microcristallina (E460); sodio amido glicolato tipo A; sodio laurilsolfato; magnesio stearato (E470 b). Rivestimento della compressa: idrossipropilcellulosa (E463); titanio diossido (E171); macrogol; ipromellosa (E464).

Indicazioni

Carcinoma Polmonare Non a Piccole Cellule (Non-Small Cell Lung Cancer,NSCLC): trattamento di prima linea dei pazienti con carcinoma polmona re non a piccole cellule (NSCLC) localmente avanzato o metastatico conmutazioni attivanti dell'EGFR. Il medicinale e' anche indicato in mon oterapia come trattamento di mantenimento in pazienti con NSCLC localmente avanzato o metastatico con malattia stabile dopo 4 cicli di una prima linea di chemioterapia standard a base di platino; trattamento dipazienti affetti da NSCLC localmente avanzato o metastatico, dopo fal limento di almeno un precedente regime chemioterapico. Nel prescrivereil farmaco, devono essere tenuti in considerazione i fattori associat i ad un aumento della sopravvivenza. Il trattamento non ha dimostrato vantaggi in termini di sopravvivenza o altri effetti clinicamente rilevanti in pazienti con tumori Epidermal Growth Factor Receptor (EGFR)-IHC negativi. Carcinoma pancreatico: il farmaco in associazione con la gemcitabina e' indicato nel trattamento di pazienti affetti da carcinoma pancreatico metastatico. Nel prescrivere il medicinale, devono essere tenuti in considerazione i fattori associati ad un aumento della sopravvivenza. Non e' stato dimostrato alcun vantaggio in termini di sopravvivenza per i pazienti con malattia localmente avanzata.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' a erlotinib o ad uno qualsiasi degli eccipienti.

Posologia

Il trattamento con il farmaco deve essere effettuato sotto la supervisione di un medico esperto nell'impiego di terapie antineoplastiche. Pazienti con carcinoma Polmonare Non a Piccole Cellule: prima di iniziare la terapia in pazienti chemio-naive con NSCLC avanzato o metastaticodeve essere effettuato il test della mutazione EGFR. La dose giornali era raccomandata e' di 150 mg da assumere almeno un'ora prima o due ore dopo l'assunzione di cibo. Pazienti con carcinoma pancreatico: la dose giornaliera raccomandata e' di 100 mg da assumere almeno un'ora prima o due ore dopo l'assunzione di cibo, in associazione con gemcitabina. In pazienti in cui non si sviluppa un rash cutaneo nelle prime 4-8 settimane di terapia deve essere rivalutato se continuare il trattamento con il farmaco. Qualora fosse necessario modificare la dose, deve essere ridotta di 50 mg per volta. Il medicinale e' disponibile nei dosaggi da 25 mg, 100 mg e 150 mg. L'uso concomitante di substrati e modulatori del CYP3A4 puo' rendere necessaria una modifica della posologia. Pazienti con insufficienza epatica: l'eliminazione di erlotinib avviene attraverso il metabolismo epatico e l'escrezione biliare. Sebbene l'esposizione a erlotinib sia risultata simile in pazienti con moderata compromissione della funzione epatica (punteggio di Child-Pugh di 7-9) e in pazienti con funzione epatica adeguata, si deve procedere con cautela nel somministrare il farmaco a pazienti con insufficienza epatica. Se si verificano reazioni avverse gravi, si deve considerare una riduzione del dosaggio o l'interruzione del trattamento con il medicinale. La sicurezza e l'efficacia di erlotinib non sono state studiate in pazienti con disfunzione epatica grave (AST/SGOT e ALT/SGPT > 5 x ULN). Non e' raccomandato l'impiego del farmaco in pazienti affetti da grave disfunzione epatica. Pazienti con insufficienza renale: la sicurezza e l'efficacia di erlotinib non sono state studiate in pazienti coninsufficienza renale (creatininemia >1,5 volte il limite superiore de l valore normale). Sulla base dei dati di farmacocinetica, nei pazienti con insufficienza renale lieve o moderata non e' necessario modificare la posologia. Non e' raccomandato l'impiego del farmaco in pazientiaffetti da grave insufficienza renale. Popolazione pediatrica: la sic urezza e l'efficacia di erlotinib in pazienti di eta' inferiore a 18 anni non sono state stabilite. Non e' raccomandato l'impiego del prodotto in pazienti pediatrici. Fumatori: e' stato dimostrato che il fumo di sigaretta riduce l'esposizione a erlotinib del 50-60 %. La dose massima tollerata del farmaco nei pazienti con NSCLC che fumano sigarette e' risultata pari a 300 mg. L'efficacia e la sicurezza a lungo terminedi una dose piu' elevata rispetto a quelle iniziali raccomandate, non sono state determinate nei pazienti che continuano a fumare. Pertanto , ai fumatori si deve raccomandare di smettere di fumare, perche' le concentrazioni plasmatiche di erlotinib nei fumatori sono ridotte rispetto a quelle dei non fumatori.

Conservazione

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.

Avvertenze

Valutazione dello stato di mutazione dell'EGFR: per valutare lo stato di mutazione dell'EGFR di un paziente e' importante che venga scelta una metodologia ben convalidata e robusta per evitare determinazioni falsamente negative o falsamente positive. Fumatori: raccomandare di smettere di fumare, perche' le concentrazioni plasmatiche di erlotinib sono ridotte nei fumatori. Il grado di riduzione potrebbe essere clinicamente significativo. Interstiziopatia polmonare (ILD): non comunemente, sono stati segnalati casi di eventi tipo interstiziopatia polmonare (ILD), a volte fatali, nei pazienti che assumevano il farmaco per il trattamento del carcinoma polmonare non a piccole cellule, del carcinoma pancreatico o di altri tumori solidi in fase avanzata. Tra le diagnosi riportate nei pazienti sospettati di avere eventi ILD-simili sono comparse la polmonite, la polmonite da radiazioni, la polmonite da ipersensibilita', la polmonite interstiziale, l'interstiziopatia polmonare, la bronchiolite obliterante, la fibrosi polmonare, la sindrome da stress respiratorio acuto, l'alveolite e l'infiltrazione polmonareFrequente e' risultata la presenza di fattori di confondimento o concorrenti, quali la chemioterapia concomitante o precedente, la precedente radioterapia, la preesistente pneumopatia parenchimale, le metastasi o le infezioni polmonari. Nei pazienti in cui insorgono in modo acuto sintomi polmonari inspiegati nuovi e/o progressivi, quali dispnea, tosse e febbre, si deve interrompere la somministrazione del farmaco in attesadella valutazione diagnostica. Pazienti trattati contemporaneamente c on erlotinib e gemcitabina devono essere monitorati attentamente per la possibilita' di sviluppare tossicita' ILD- simile. In caso di diagnosi di ILD, occorre sospendere il prodotto e intraprendere un trattamento adeguato secondo necessita'. Diarrea, disidratazione, sbilanciamento degli elettroliti ed insufficienza renale: nel 50 % circa dei pazienti trattati si e' manifestata diarrea (inclusi casi molto rari ad esito fatale); la diarrea di intensita' moderata o grave deve essere trattata, ad esempio con loperamide. In alcuni casi puo' essere necessario ridurre la dose. Negli studi clinici le dosi sono state ridotte di 50 mg per volta. Le riduzioni di dose di 25 mg per volta non sono state studiate. In caso di diarrea grave o persistente, nausea, anoressia o vomito associato a disidratazione, si deve interrompere la somministrazione e approntare i provvedimenti adeguati al trattamento della disidratazione. Sono stati riportati rari casi di ipopotassemia ed insufficienza renale (inclusi casi ad esito fatale). Alcuni casi erano secondari ad una disidratazione severa causata da diarrea, vomito e/o anoressia, mentre altri erano dovuti alla chemioterapia concomitante. Nei casidi diarrea piu' grave o persistente, o che porti a disidratazione, pa rticolarmente nei gruppi di pazienti con fattori di rischio aggravantisi deve interrompere la somministrazione e approntare provvedimenti a deguati atti alla reidratazione intensiva del paziente per via endovenosa. Inoltre, la funzione renale e gli elettroliti sierici, incluso ilpotassio, devono essere monitorati nei pazienti a rischio di disidrat azione. Sono stati riportati rari casi di insufficienza epatica (inclusi casi fatali). La patologia epatica pre-esistente o la co-somministrazione di farmaci epatotossici sono stati considerati fattori confondenti. In tali pazienti, prendere in considerazione un esame periodico della funzionalita' epatica. Interrompere la somministrazione del farmaco se le alterazioni della funzionalita' epatica sono severe. L'uso non e' raccomandato in pazienti con grave disfunzione epatica. Nei pazienti che assumono il farmaco aumenta il rischio di sviluppare una perforazione gastrointestinale, evento osservato con frequenza non comune (inclusi alcuni casi ad esito fatale). Il rischio e' piu' elevato nei pazienti che assumono in concomitanza agenti antiangiogenici, corticosteroidi, FANS, e/o chemioterapia a base di taxani, o con precedenti anamnestici di ulcera peptica o malattia diverticolare. Interrompere definitivamente il trattamento nei pazienti che sviluppano una perforazione gastrointestinale. Sono stati riportati disturbi cutanei di tipo bolloso, vescicolare ed esfoliativo, compresi casi molto rari indicativi della sindrome di Stevens-Johnson/necrolisi epidermica tossica, che inalcuni casi sono stati fatali. Interrompere il trattamento o sospende rlo se il paziente sviluppa gravi disturbi di tipo bolloso, vescicolare o esfoliativo. I pazienti con alterazioni cutanee di tipo bolloso edesfoliativo devono essere valutati per la presenza di infezioni cutan ee e trattati in accordo alle linee guida locali. Patologie oculari: ipazienti che presentano segni o sintomi suggestivi di cheratite come un' infiammazione acuta degli occhi o un peggioramento della stessa, lacrimazione, fotofobia, vista offuscata, dolore all'occhio e/o occhio rosso, devono essere riferiti prontamente ad uno specialista in oftalmologia. Se viene confermata una diagnosi di cheratite ulcerativa, interrompere il trattamento o sospenderlo. Se viene diagnosticata una cheratite, dovranno essere considerati attentamente i benefici ed i rischidi continuare il trattamento. Utilizzare con cautela in pazienti con una storia di cheratite, cheratite ulcerativa o grave occhio secco. L'utilizzo di lenti a contatto e' anch'esso un fattore di rischio per cheratite ed ulcerazione. Sono stati riportati casi molto rari di perforazione o ulcerazione della cornea. I potenti induttori del CYP3A4 possono ridurre l'efficacia di erlotinib mentre i potenti inibitori del CYP3A4 possono portare ad un aumento della tossicita'. Evitare il trattamento concomitante con queste sostanze. Altre forme d'interazione: erlotinib e' caratterizzato da una diminuzione di solubilita' a valori dipH superiori a 5. Medicinali che alterano il pH del tratto gastro-int estinale (GI) superiore, come gli inibitori della pompa protonica, gliantagonisti H2 e gli antiacidi, possono alterare la solubilita' di er lotinib e quindi la sua biodisponibilita'. Aumentare la dose del farmaco, quando somministrato in concomitanza con questi medicinali, potrebbe non compensare la riduzione di esposizione. L'associazione di erlotinib con inibitori della pompa protonica deve essere evitata. Gli effetti della somministrazione concomitante di erlotinib con antagonisti H2 ed antiacidi non sono noti, tuttavia, e' probabile che vi sia una ridotta biodisponibilita'. Pertanto deve essere evitata la somministrazione concomitante di queste associazioni. Se si considera necessario l'uso di antiacidi in corso di terapia con il farmaco, questi devono essere assunti almeno 4 ore prima o 2 ore dopo la somministrazione giornaliera della dose del prodotto. Le compresse contengono lattosio.

Interazioni

Erlotinib ed altri substrati del CYP: erlotinib e' un potente inibitore del CYP1A1 e un moderato inibitore del CYP3A4 e del CYP2C8, nonche' un forte inibitore della glucuronazione in vitro da parte dell'UGT1A1.A causa dell'espressione molto ridotta del CYP1A1 nei tessuti umani, non e' nota la rilevanza fisiologica della forte inibizione del CYP1A1. Procedere con cautela nel somministrare ciprofloxacina o potenti inibitori del CYP1A2 (ad es. fluvoxamina) in associazione con erlotinib. In caso si osservino reazioni avverse correlate ad erlotinib, si puo' ridurre il dosaggio di erlotinib. Sono improbabili significative interazioni con la clearance di altri substrati del CYP3A4. L'inibizione della glucuronazione puo' provocare interazioni con i medicinali che sono substrati dell'UGT1A1 e la cui clearance avviene esclusivamente attraverso questa via. I pazienti con ridotti livelli di espressione dell'UGT1A1 o con alterazioni genetiche della glucuronazione possono presentare un aumento delle concentrazioni sieriche di bilirubina e devono essere trattati con cautela. Nell'uomo erlotinib viene metabolizzato nel fegato dai citocromi epatici, soprattutto dal CYP3A4 e in misura minore dal CYP1A2. Anche il metabolismo extraepatico, mediato dal CYP3A4 nell'intestino, dal CYP1A1 nel polmone e dal CYP1B1 nel tessuto tumorale, fornisce un potenziale contributo alla clearance metabolica di erlotinib. Sono possibili interazioni con i principi attivi che vengono metabolizzati da questi enzimi o che su di essi agiscono da inibitori oda induttori. I potenti inibitori dell'attivita' del CYP3A4 riducono il metabolismo di erlotinib e fanno aumentare le concentrazioni plasmatiche di erlotinib. Percio' si deve procedere con cautela nel somministrare erlotinib in associazione a un potente inibitore del CYP3A4, come gli antifungini azolici, gli inibitori della proteasi, l'eritromicina o la claritromicina. Se necessario, occorre ridurre la dose di erlotinib, soprattutto in presenza di tossicita'. Evitare la co- somministrazione con induttori del CYP3A4. Per i pazienti che necessitano un trattamento concomitante con il prodotto ed un potente induttore del CYP3A4, come la rifampicina, deve essere considerato un aumento della dosea 300 mg, mentre la loro sicurezza (che includa la funzionalita' rena le ed epatica e gli elettroliti sierici) e' strettamente monitorata e,se ben tollerato per piu' di 2 settimane, potrebbe essere preso in co nsiderazione un ulteriore aumento della dose a 450 mg con un monitoraggio rigoroso della sicurezza. Una riduzione dell'esposizione puo' verificarsi anche con altri induttori come la fenitoina, la carbamazepina,i barbiturici o l'erba di San Giovanni (Hypericum perforatum). Si dev e procedere con cautela quando questi principi attivi sono associati aerlotinib. Quando possibile, devono essere presi in considerazione tr attamenti alternativi privi di una potente attivita' induttiva sul CYP3A4. Erlotinib ed anticoagulanti derivati cumarinici: sono stati riportati casi di interazione che hanno determinato un incremento dell'INRedi eventi emorragici, in alcuni casi fatali. Monitorare i pazienti. E rlotinib e statine: puo' aumentare il rischio di una miopatia indotta da statina, inclusa la rabdomiolisi, che e' stata osservata raramente.Erlotinib e fumatori: incoraggiare i pazienti che ancora fumano a sme ttere di fumare il prima possibile, prima dell'inizio della terapia, altrimenti le concentrazioni plasmatiche di erlotinib vengono ridotte. L'effetto clinico della ridotta esposizione non e' stato definitivamente accertato, ma puo' essere clinicamente significativo. Erlotinib ed inibitori della glicoproteina P: la co- somministrazione di inibitori della glicoproteina P potrebbe portare a una alterata distribuzione e/o alterata eliminazione di erlotinib. Le conseguenze di tale interazione per, ad esempio, la tossicita' a carico del SNC, non sono state accertate. Si deve procedere con cautela in tali situazioni. Erlotinib edi medicinali che alterano il pH: erlotinib e' caratterizzato da una d iminuzione di solubilita' a valori di pH superiori a 5. L'associazionedi erlotinib con inibitori della pompa protonica deve essere evitata. Se si considera necessario l'uso di antiacidi in corso di terapia, qu esti devono essere assunti almeno 4 ore prima o 2 ore dopo la somministrazione giornaliera della dose del medicinale. Se si prende in considerazione l'impiego della ranitidina, si devono somministrare i due farmaci in modo sfalsato: il prodotto deve essere assunto almeno 2 ore prima o 10 ore dopo la somministrazione di ranitidina. Erlotinib e gemcitabina: non sono stati osservati effetti significativi della gemcitabina sulla farmacocinetica di erlotinib, ne' effetti significativi di erlotinib sulla farmacocinetica della gemcitabina. Erlotinib e Carboplatino/paclitaxel: erlotinib aumenta le concentrazioni del platino. Nellapratica clinica potrebbero esserci altri co-fattori che determinano u n aumento dell'esposizione al carboplatino, come l'insufficienza renale. Non sono stati osservati effetti significativi di carboplatino o paclitaxel sulla farmacocinetica di erlotinib. Erlotinib e capecitabina:non vi sono stati effetti significativi di erlotinib sulla farmacocin etica di capecitabina. Erlotinib e gli inibitori del proteasoma: gli inibitori del proteasoma incluso bortezomib potrebbero influenzare l'attivita' di inibitori di EGFR incluso erlotinib. Quest'influenza e' supportata da una limitata disponibilita' di dati clinici e preclinici che evidenziano la degradazione di EGFR attraverso il proteasoma.

Effetti indesiderati

Reazioni avverse che si sono verificate tra i pazienti trattati con ilfarmaco rispetto al gruppo placebo. Frequenze effetti indesiderati: m olto comune (>=1/10); comune (>=1/100, <1/10); non comune (>=1/1.000, <1/100); raro (>=1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000), compresesegnalazioni isolate. Infezioni ed infestazioni: infezione. Disturbi del metabolismo e della nutrizione :anoressia. Patologie dell'occhio: cheratocongiuntivite secca, congiuntivite. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: dispnea, tosse. Patologie gastrointestinali: diarrea, nausea, vomito, stomatite, dolore addominale. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: rash, prurito, cute secca. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: affaticamento. Reazioni avverse molto comuni nei pazienti trattati con 100 mg del farmaco piu' gemcitabina. Infezioni ed infestazioni: infezione. Disturbi del metabolismo e della nutrizione: diminuzione di peso. Disturbi psichiatrici: depressione. Patologie del sistema nervoso: neuropatia, cefalea. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: tosse. Patologie gastrointestinali: diarrea, stomatite, dispepsia, flatulenza. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: rash, alopecia. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: affaticamento, piressia, brividi. Reazioni avverse per categoria difrequenza. Patologie dell'occhio. Comune: cheratite, congiuntivite; n on comune: alterazioni delle ciglia; molto raro: perforazione corneale, ulcerazione corneale, uveite. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: epistassi, interstiziopatia polmonare grave. Patologie gastrointestinali. Molto comune: diarrea; comune: sanguinamento gastrointestinale; non comune: perforazioni gastrointestinali. Patologie epatobiliari. Molto comune: valori anomali dei test di funzionalita' epatica; raro: insufficienza epatica. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: alopecia, secchezza della cute, paronichia,follicolite, acne/dermatite acneiforme, fissurazioni cutanee; non com une: irsutismo, alterazioni delle sopracciglia, unghie fragili e che si staccano, lievi reazioni cutanee come iperpigmentazione; raro: eritrodisestesia palmoplantare o sindrome manopiede; molto raro: sindrome di Stevens- Johnson/necrolisi epidermica tossica. Disordini renali e urinarie. Comune: insufficienza renale; non comune: nefrite, proteinuria. Segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione.

Gravidanza e allattamento

Non ci sono dati adeguati riguardo all'uso di erlotinib nelle donne ingravidanza. Gli studi effettuati su animali non hanno evidenziato ter atogenicita' o parti anomali. Tuttavia, un effetto negativo sulla gravidanza non puo' essere escluso in quanto studi su ratti e conigli hanno mostrato una letalita' embrio/fetale aumentata. Il rischio potenziale per gli esseri umani non e' noto. Si deve raccomandare alle donne ineta' fertile di evitare la gravidanza durante il trattamento con il m edicinale. Durante il trattamento e per almeno 2 settimane dopo la fine del trattamento si devono usare metodi contraccettivi adeguati. Nelle donne in gravidanza il trattamento va proseguito solo nei casi in cui il potenziale beneficio per la madre superi il rischio per il feto. Non e' noto se erlotinib venga escreto nel latte umano. A causa del danno potenziale per il neonato, si deve raccomandare alle madri di non allattare al seno durante il trattamento con il medicinale. Gli studi effettuati su animali non hanno evidenziato una ridotta fertilita'. Tuttavia, un effetto negativo sulla fertilita' non puo' essere escluso in quanto studi su animali hanno mostrato effetti sui parametri riproduttivi. Il rischio potenziale per gli esseri umani non e' noto.