Vascoman - 28cpr 10mg

Dettagli:
Nome:Vascoman - 28cpr 10mg
Codice Ministeriale:029200033
Principio attivo:Manidipina Cloridrato
Codice ATC:C08CA11
Fascia:A
Prezzo:7.45
Produttore:Takeda Italia Spa
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Compresse
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Al riparo dalla luce
Scadenza:36 mesi

Denominazione

VASCOMAN COMPRESSE

Formulazioni

Vascoman - 28cpr 10mg
Vascoman - 28cpr 20mg

Categoria farmacoterapeutica

Calcioantagonisti selettivi con prevalente effetto vascolare.

Principi attivi

Manidipina cloridrato.

Eccipienti

Lattosio monoidrato, amido di mais, idrossipropilcellulosa a bassa sostituzione (L-HPC-31), idrossipropilcellulosa (HPC-L), magnesio stearato, riboflavina (E 101).

Indicazioni

Ipertensione essenziale lieve-moderata.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo manidipina o ad altre diidropiridine o agli eccipienti del prodotto. Eta' pediatrica. Angina pectoris instabile ed infarto miocardico da meno di 4 settimane. Insufficienza cardiaca non trattata. Disfunzioni renali di grado severo (clearance della creatinina <10 ml/min). Disfunzioni epatiche di grado moderato-severo.

Posologia

La dose iniziale raccomandata e' di 10 mg una volta al giorno. Dopo 2-4 settimane di trattamento, qualora l'effetto antiipertensivo fosse insufficiente, si consiglia di aumentare il dosaggio alla dose abituale di mantenimento di 20 mg una volta al giorno. In considerazione del rallentamento dei processi metabolici nei pazienti anziani, la dose raccomandata e' di 10 mg una volta al giorno. Tale dosaggio risulta adeguato nella maggior parte dei pazienti anziani; incrementi di dose richiedono attenta valutazione del rischio/beneficio su base individuale. L'incremento della dose da 10 a 20 mg una volta al giorno deve essere attentamente valutato nei pazienti con disfunzioni renali lievi-moderate. Data l'ampia metabolizzazione a livello epatico della manidipina, nei pazienti con disfunzioni epatiche lievi non deve essere superata la dose di 10 mg una volta al giorno. Il prodotto e' controindicato in eta' pediatrica. La compressa deve essere ingerita al mattino dopo colazione, senza masticarla, con poco liquido.

Conservazione

Conservare il blister nell'astuccio di cartoncino al riparo dalla luce.

Avvertenze

Nei pazienti con insufficienza epatica lieve la somministrazione del prodotto deve avvenire con cautela poiche' l'effetto antiipertensivo potrebbe essere aumentato. In considerazione del rallentamento dei processi metabolici nei pazienti anziani, e' richiesto un aggiustamento deldosaggio. Manidipina deve essere somministrata con cautela in pazient i con disfunzione ventricolare sinistra, in pazienti con ostruzione all'eiezione ventricolare sinistra, in pazienti con insufficienza cardiaca destra ed in pazienti con disfunzione del nodo del seno (se non e' impiantato un pace-maker). Poiche' non sono disponibili studi su pazienti coronarici stabili, e' richiesta cautela nell'utilizzo in tali pazienti a causa di un possibile aumentato rischio coronarico. Poiche' non sono disponibili studi di interazione in vivo sugli effetti di farmaci inibitori o induttori del CYP3A4 sulla farmacocinetica della manidipina, il medicinale non deve essere somministrato in concomitanza ad inibitori del citocromo CYP3A4 (come antiproteasi, cimetidina, ketoconazolo, itraconazolo, eritromicina, claritromicina) e induttori del citocromo CYP3A4 (come fenitoina, carbamazepina, fenobarbitale e rifampicina). Particolare cautela deve essere posta nel prescrivere manidipina in concomitanza con altri substrati del CYP3A4, quali ad esempio terfenadina, astemizolo, chinidina ed antiaritmici di classe III come l'amiodarone. Pazienti con rare malattie ereditarie di intolleranza al galattosio, deficit di lattasi di Lapp o malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo farmaco.

Interazioni

L'effetto antiipertensivo di manidipina puo' essere potenziato dall'associazione con diuretici, beta-bloccanti e in genere con altri farmaciantiipertensivi. Studi in vitro hanno dimostrato che il potenziale ef fetto inibitorio della manidipina sul citocromo P450 puo' essere considerato clinicamente irrilevante. Analogamente ad altri calcio-antagonisti a struttura diidropiridinica, e' probabile che il metabolismo della manidipina sia catalizzato dal citocromo P450 3A4. Poiche' non sono disponibili studi di interazione in vivo sugli effetti di farmaci inibitori od induttori del citocromo CYP3A4 sulla farmacocinetica di manidipina, il prodotto non deve essere somministrato con gli inibitori delCYP3A4, quali antiproteasi, cimetidina, ketoconazolo, itraconazolo, e ritromicina e claritromicina, come pure con gli induttori del CYP3A4, quali fenitoina, carbamazepina, fenobarbitale e rifampicina. E' richiesta cautela nella prescrizione concomitante di manidipina ed altri substrati del CYP3A4, quali terfenadina, astemizolo, chinidina e farmaci antiaritmici di classe III come amiodarone. Inoltre la somministrazione concomitante di calcio antagonisti in associazione a digossina puo' determinare un aumento dei livelli del glucoside. Analogamente agli altri antiipertensivi ad attivita' vasodilatatrice, l'assunzione concomitante di alcol richiede cautela in quanto potrebbe potenziarne l'effetto. Il metabolismo delle diidropiridine puo' essere inibito dal succo di pompelmo, con conseguente aumento della loro biodisponibilita' ed aumento del loro effetto ipotensivo. Pertanto manidipina non deve essere assunta contemporaneamente al succo di pompelmo. Non sono stati identificati fenomeni di interazione con gli ipoglicemizzanti orali.

Effetti indesiderati

Le reazioni avverse piu' comuni (>1% e <10%) sono palpitazioni, vampate di calore, mal di testa, edema, vertigini e capogiri. Tutte queste reazioni avverse sono attribuibili alle proprieta' vasodilatatrici della manidipina. Queste sono reazioni dose-dipendenti e solitamente si risolvono spontaneamente con la prosecuzione del trattamento. Durante laterapia con il prodotto ed altre diidropiridine sono stati osservati gli effetti indesiderati di seguito riportati, con le frequenze: moltocomune (>=1/10), comune (>=1/100 e <1/10), non comune (>=1/1.000 e <1 /100), raro (>=1/10.000 e <1/1.000), molto raro (<1/10.000 inclusi casi isolati), non noto non nota (la frequenza non puo' essere definita sulla base dei dati disponibili). Patologie del sistema nervoso. Comune: vertigini, capogiri, mal di testa; non comune: parestesia; raro: sonnolenza. Patologie cardiache. Comune: palpitazioni; non comune: tachicardia; raro: dolore al torace, angina pectoris; molto raro: infarto del miocardio; in pazienti con angina pectoris pre-esistente, puo' verificarsi un aumento della frequenza o della durata o dell'intensita' di questi attacchi. Patologie vascolari. Comune: vampate di calore; non comune: ipotensione; raro: ipertensione. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Non comune: dispnea. Patologie gastrointestinali.Non comune: nausea, vomito, costipazione, bocca secca, disordini gast rointestinali; raro: gastralgia, dolori addominali, diarrea, anoressia; molto raro: gengiviti ed iperplasia gengivale, che generalmente cessano all'interruzione della terapia ma richiedono attente cure odontoiatriche. Patologie epatobiliari. Raro: itterizia. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comune: rash cutanei, eczema; raro: eritema, prurito; non noto: eritema multiforme, dermatite esfoliativa. Patologie sistemiche e relative alla sede di somministrazione. Comune: edema; non comune: astenia; raro: irritabilita'. Esami diagnostici. Non comune: aumenti reversibili nei livelli di SGOT, SGPT, LDH, gamma-GT, fosfatasi alcalina, azotemia e creatininemia; raro: aumento della bilirubina.

Gravidanza e allattamento

Non risultano disponibili dati clinici su donne esposte in gravidanza.Gli studi effettuati con manidipina nell'animale hanno fornito inform azioni insufficienti sullo sviluppo embrio-fetale. Poiche' altri analoghi diidropiridinici sono risultati teratogeni nell'animale ed il rischio potenziale per la specie umana e' sconosciuto, per motivi di sicurezza manidipina non deve essere somministrata in gravidanza. Manidipina ed i suoi metaboliti sono escreti in elevate quantita' nel latte di femmina di ratto nel corso dell'allattamento. Poiche' non e' noto se manidipina e' escreta nel latte umano, l'uso di manidipina cloridrato deve essere evitato durante l'allattamento. Se il trattamento con manidipina cloridrato fosse insostituibile, occorre interrompere l'allattamento al seno.