• Che cosa è l'orchiepididimite?

    Si definisce orchiepididimite, un processo infiammatorio, generalmente acuto, meno frequentemente cronico, che interessa il testicolo (orchite) e l'epididimo (epididimite). L'epididimo è la struttura canalicolare che sovrasta il testicolo ed ha la funzione di trasportare gli spermatozoi e completarne il processo maturativo.

  • Quant e persone colpisce?

    Le orchiti e le epididimiti possono colpire qualsiasi età ma presentano un picco di incidenza tra i 20 e i 39 anni. È stato valutato che queste infiammazioni colpiscono circa 250.000 persone all'anno in Italia con un picco di età compreso tra i 20 e i 45 anni.

  • Come faccio a sapere se ho l'orchiepididimite?

    L'esordio della sintomatologia è brusco con dolore di solito intenso a carico dell'emiscroto (scroto = sacco cutaneo che contiene i testicoli) interessato ed irradiazione lungo il cordone spermatico fino al fianco omolaterale. Può essere presente febbre elevata (39º-40º) con brivido e frequentemente disturbi urinari, tipo pollachiuria (minzione più frequente), bruciore minzionale e stranguria (dolore alla minzione). L'epididimo in poche ore aumenta notevolmente di volume sino a raggiungere due, tre volte le dimensioni normali; inizialmente l'organo è ancora distinguibile dalla gonade, ma ben presto tende a formare un'unica massa con quest'ultima. L'emiscroto interessato appare arrossato e la sua palpazione risveglia un violento dolore. Il dolore spontaneo nella fase conclamata si riduce, accentuandosi però nella stazione eretta, verosimilmente per la trazione da parte del contenuto scrotale aumentato di peso sugli elementi del funicolo.
    È presente una modesta reazione di difesa a livello della fossa iliaca omolaterale in corrispondenza del decorso del canale deferente. Può manifestarsi anche la presenza di una secrezione uretrale biancastra o opalescente, corpuscolata.

  • Quali sono le cause?

    Si distinguono le forme batteriche o virali dalle abatteriche. L'organismo infettante (nelle forme batteriche) può di solito venire identificato mediante urinocoltura (analisi delle urine) e/o spermiocoltura (coltura del liquido seminale, in cui oltre ai germi comuni si specificherà la ricerca per Chlamydia Trachomatis e Neisseria Gonorrhoeae). Negli uomini di età inferiore ai 35 anni, la maggior parte dei casi è dovuta a un'infezione da germi trasmessi per via sessuale, soprattutto Neisseria Gonorrhoeae (20%) e Chlamydia trachomatis (50%). Nei pazienti di età inferiore ai 30 anni, bisogna escludere la torsione testicolare (condizione uro-andrologica di urgenza, conseguente alla rotazione del testicolo sul proprio asse vascolare, la diagnosi differenziale andrà necessariamente posta attraverso una ecografia con eco-colordoppler ai testicoli) che può presentarsi con sintomi simili. Altri batteri che possono determinare una infezione sono la famiglia delle enterobacteriaceae (E. Coli, Pseudomonas Aeruginosa, enterococchi). Esistono inoltre forme di orchiepididimite non legate a infezioni batteriche, la cui causa è sconosiuta ma sono rare. I sintomi sono sovrapponibili alla forma batterica. L'orchite secondaria al virus della parotite (malattia esantematica infantile "orecchioni"), rappresenta una comune complicanza nel 20-30% dei casi in et&agave; post-puberale; tale complicanza può costituire, se non correttamente trattata, causa di infertilità

  • Quali sono le possibili conseguenze?

    La maggior parte dei casi con un trattamento adeguato non tende a sviluppare complicanze a lungo termine ed a provocare una infertilità secondaria. Se non adeguatamente curate, la forme acute possono portare ad una serie di complicazioni. Queste includono la cronicizzazione della malattia stessa (orchiepididimite cronica), l'ascessualizzazione (ovvero la formazione di una cavità neo formata contenente materiale purulento), un danno permanente a carico del tessuto funzionale del testicolo e/o dell'epididimo (con conseguente infertilità e/o ipogonadismo, ossia la riduzione della produzione di ormoni da parte del testicolo, tra cui il testosterone), ed una diffusione dell'infezione ad organi contigui (prostata, vescicole seminali, condotti deferenti...) o distanti per via ematogena (attraverso la corrente sanguigna).

  • Quali sono le possibili cure?

    La terapia consiste nella somministrazione di antinfiammatori/analgesici e terapia antibiotica, possibilmente mirata (ossia dopo aver isolato il batterio/virus responsabile si effettua un antibiogramma che testa la responsività al principio attivo dell'antibiotico) per almeno 7-10 giorni. È consigliabile il riposo a letto, con impacchi freddi sullo scroto. Solo in caso di formazione di un ascesso, o di un infarto testicolare (occlusione acuta dei vasi sanguigni del testicolo), è richiesto l'intervento chirurgico. In generale, è sempre indicata una completa valutazione specialistica urologica.