L’annegamento può provocare la morte, che sopravviene per ipotermia dovuta all’immersione in acque fredde, per arresto cardiaco improvviso sempre a causa del freddo, per spasmi alla gola che bloccano le vie aeree e/o per inalazione di acqua con conseguente ostruzione delle vie aeree.
Un soggetto salvato da annegamento deve essere sempre sottoposto a visita medica, anche se sembra completamente ristabilito. L’acqua nei polmoni causa irritazione e i condotti aeriferi polmonari possono gonfiarsi anche a distanza di ore dall’evento. In questi casi si parla di annegamento secondario. È possibile che si debba trattare l’ipotermia che ha colpito il soggetto.

Cosa fare

  1. Se avete estratto il soggetto dall’acqua, aiutatelo a distendersi su una coperta o un cappotto, con la testa più bassa rispetto al resto del corpo per ridurre il rischio di inalazione d’acqua e favorirne la fuoriuscita.
  2. Trattate l’ipotermia sostituendo se possibile gli indumenti bagnati con altri asciutti e coprite il soggetto con una coperta o un cappotto asciutto. Se il soggetto è pienamente cosciente, dategli del cioccolato e/o una bevanda calda.
  3. Chiamate i soccorsi, anche se il soggetto sembra stare bene, per via del rischio di annegamento secondario. Monitorate i segni vitali: reattività respirazione e polso fino all’arrivo dei soccorsi.
  4. Se il soggetto non è cosciente provvedete ad aprire le vie aeree e controllate la respirazione.
  5. Se il soggetto non respira, praticare 5 insufflazioni polmonari prima di iniziare le compressioni toraciche. Se si è soli, praticare la Rianimazione Cardio Polmonare per un minuto prima di chiamare i soccorsi.