Farmaci, c'è un possibile legame tra gastroprotettori e demenza

(EMBARGO: 22) Rischio riscontrato solo con assunzione prolungata


(EMBARGO ore 22:00) L'assunzione prolungata di inibitori di pompa protonica, una delle più diffuse tipologie di farmaci gastroprotettori, potrebbe aumentare il rischio di sviluppare demenza nel corso del tempo. È quanto suggerisce uno studio coordinato da ricercatori dell'University of Minnesota di Minneapolis e pubblicato su Neurology, rivista dell'American Academy of Neurology. I ricercatori avvertono, comunque, che lo studio non dimostra che questa classe di farmaci causi demenze.
    Gli inibitori di pompa protonica sono farmaci molto diffusi.
    "L'uso a lungo termine è stato collegato in studi precedenti a un rischio più elevato di ictus, fratture ossee e malattie renali croniche", ha affermato in una nota una delle autrici dello studio, Kamakshi Lakshminarayan. Nel nuovo studio si è voluto capire se sono collegati anche a un rischio più alto di demenza.
    La ricerca ha coinvolto quasi 6mila persone con un età media di 75 anni. Dopo 5 anni e mezzo, circa il 10% aveva sviluppato una forma di demenza. Tra quanti avevano assunto i farmaci gastroprotettori per più di 4,4 anni, il rischio di problemi cognitivi era più alto di circa il 30% rispetto alle persone che non avevano mai preso i medicinali. Il fenomeno non è stato osservato in chi aveva assunto gli inibitori di pompa per brevi periodi.
    I ricercatori sono molto cauti: la tipologia di studio non permette di dimostrare un rapporto di causa-effetto tra l'assunzione di inibitori di pompa protonica e demenza. Inoltre, i numeri sono molto piccoli e tra quanti avevano assunto i farmaci per lunghi periodi solo 58 si sono ammalati. "Servono ulteriori ricerche per confermare i nostri risultati ed esplorare le ragioni del possibile legame tra l'uso a lungo termine di inibitori di pompa protonica e un più alto rischio di demenza", ha affermato Lakshminarayan.
   

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