L'inquinamento incide sulla salute mentale a Roma

Studio, ridurlo porta a un calo fino al 30% di questa condizione


 L'inquinamento atmosferico danneggia la nostra salute, anche quella mentale e ridurlo può portare ad una diminuzione fino al 30% di questa condizione. Lo sostiene una ricerca condotta del dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario regionale del Lazio, di cui dà notizia il Guardian. Il team di ricercatori guidato da Federica Nobile si è basato sui dati del censimento di oltre 1,7 milioni di adulti che vivevano a Roma nel 2011 e li ha confrontati con i dati dell'assicurazione medica e sanitaria pubblica. Sono state scansionate le cartelle cliniche per i successivi otto anni e confrontate con i dati sull'inquinamento atmosferico e sul rumore del traffico, ma anche con altri fattori come la povertà e la disoccupazione.
    E' emerso che le persone che vivono in aree con un maggiore inquinamento hanno maggiori probabilità di sviluppare schizofrenia, depressione e disturbi d'ansia. Ciò è stato confermato dall'analisi delle prescrizioni di farmaci: nelle persone di età compresa tra 30 e 64 anni risulta un nesso più chiaro. Secondo lo studio, ridurre l'inquinamento a Roma del 10% potrebbe ridurre queste condizioni di salute mentale del 10-30%.
    "La nostra scoperta sottolinea l'importanza fondamentale dell'attuazione di misure rigorose per ridurre l'esposizione umana agli inquinanti atmosferici. Questi sono fondamentali non solo per la salvaguardia dai disturbi fisici ma anche per preservare il benessere mentale", dice Francesco Forastiere del Cnr e dell'Imperial College di Londra che ha partecipato alla ricerca. "L'esposizione media annuale dei residenti di Roma al PM2,5 è tre volte superiore a quanto suggerito dall'Oms. Ridurre l'inquinamento atmosferico secondo le linee guida dell'Organizzazione mondiale della sanità potrebbe non solo migliorare la salute mentale, ma anche ridurre la domanda di servizi psichiatrici post-pandemia, già sovraccarichi", osserva Ioannis Bakolis, del King's College London, non coinvolto nello studio ma interpellato dal Guardian. 

"Dobbiamo prendere atto -  spiega il direttore del dipartimento di salute mentale dell'Asl Roma 2, Massimo Cozza - che il cambiamento climatico rappresenta un nuovo rischio importante per la salute mentale dei cittadini a fronte del quale è ancora più necessaria l'implementazione delle risorse per il servizio pubblico. Si conferma che i disturbi mentali hanno diversi determinanti biologici, psicologici e sociali, con un ruolo sempre più di grande rilevanza dell' ambiente".
   

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