Tumore del seno, il Lazio chiede l'aggiornamento dei percorsi terapeutici

Il convegno "Per Amarla-Percorso e Rete Mammella Regione Lazio"


La politica scende in campo nel Lazio in favore della salute delle donne. Nello specifico per il tumore al seno, facendo rete e focalizzandosi sulla necessità di aggiornare i Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali, quelli che in ambito sanitario sono meglio noti come Pdta. Non solo: e' emersa anche la necessità di avere non reti oncologiche generiche, ma dedicate ai vari organi e apparati. Questi gli spunti concreti emersi dal convegno "Per Amarla - Percorso e Rete Mammella Regione Lazio" svoltosi presso la sede del Consiglio Regionale del Lazio. Ha fatto proprie queste richieste il presidente del Consiglio regionale del Lazio, Antonello Aurigemma.

"Questo - ha spiegato - e' un incontro per cercare di supportare chi lavora in questo settore. In questa giornata sono presenti tutti gli attori, chi cura le donne, chi riceve le cure, chi produce i farmaci, chi è incaricato di organizzare i Pdta, dei percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali, che ormai sono un po' datati, visto che sono stati realizzati oltre nove anni fa. In nove anni c'è stata un'evoluzione enorme, non solo da un punto di vista scientifico, ma anche tecnico, digitale. Aggiornarli, e la Regione può fare da 'pungolo' al ministero andrebbe "a vantaggio delle pazienti e anche a vantaggio di coloro che sono addetti alle cure".

    "Dall'ascolto di chi vive in prima linea questo problema-ha poi evidenziato - è emersa la necessità per la Regione Lazio di non affrontare una patologia come il cancro con una rete generica oncologica, ma di suddividerla per organi, partendo proprio dalla rete senologica che è stata un fiore all'occhiello della nostra Regione, ripristinandola con tutte le innovazioni e nuove tecniche". "Abbiamo 16 centri di senologia all'interno della Regione - ha poi messo in rilievo il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca - faremo di tutto per aumentare il numero e la qualità. Devo dire che è già una qualità molto alta, perché noi abbiamo uno degli indici di fuga più bassi di tutta Italia.

    Le persone che vanno a curarsi fuori Regione sono solo l'8% dei casi. Questo è il segno di una buona sanità che dobbiamo continuare a sostenere, a cui dare attenzione, da migliorare".
    "Il sistema - ha precisato Alessio D'Amato, presidente del gruppo consiliare: Insieme per il Lazio - Azione - deve necessariamente ruotare intorno alla donna e non viceversa, impegnandoci ognuno per propria competenza, a dare tutti quei servizi di supporto che vanno dalla prevenzione, le cure riabilitative sino al sostegno psicologico, collaborando con le associazioni di volontariato che hanno un loro spazio all'interno dei centri".  - “Dobbiamo fare sistema” , ha aggiunto e “abbiamo un’esperienza importante, tra i primi ad aver istituito le brest unit in Italia” - “il sistema deve necessariamente ruotare intorno alla donna e non viceversa, impegnandoci ognuno per propria competenza, a dare tutti quei servizi di supporto che vanno dalla prevenzione, le cure riabilitative sino al sostegno psicologico, collaborando con le associazioni di volontariato che hanno un loro spazio all’interno dei centri” “il modello che abbiamo lasciato in eredità è una metodologia di reclutamento attivo, dove le donne non solo tramite le lettere, ma possono verificare accedendo sul sito con il proprio codice fiscale se si è fatto lo screening oppure no” conclude “ sono favorevole ad una anticipazione dello screening”  

Mentre per Roberta della Casa, consigliera di Forza Italia " e' necessario un cambio di paradigma per la prevenzione senologica: abbassamento età per lo screening gratuito, maggiori investimenti su test genetici Brca per individuazione percorsi personalizzati e diffusione delle Breast Unit decentrate rispetto alla città di Roma per avvicinarsi a tutti i cittadini". 

“E' necessario un cambio di paradigma per la prevenzione senologica: abbassamento età per lo screening gratuito, maggiori investimenti su test genitici BRCA per individuazione percorsi personalizzati e diffusione delle Breast Unit decentrate rispetto alla città di Roma per avvicinarsi a tutti i cittadini”. Obiettivo è sostegno alla persona e non solo cura della patologia.

"C'è bisogno di fare tanta informazione sugli strumenti di prevenzione e di cura e, parallelamente, di continuare a sostenere la ricerca-ha precisato Emanuela Droghei, consigliera del Pd-. Nella passata legislatura abbiamo adottato diverse misure per migliorare la qualità della vita delle pazienti. Penso al sostegno fornito attraverso fondi alle ASL per l'acquisto delle parrucche e alla possibilità di favorire la ricostruzione immediata del seno, evitando così due interventi separati".
  Mentre la consigliera Alessia Savo, presidente della VII Commissione regionale Sanità, Politiche Sociali, Integrazione Sociosanitaria e Welfare ha concluso presentando la proposta di legge a cui sta lavorando che riguarda le Misure per il potenziamento dello screening di popolazione sul tumore mammario e istituzione del programma di valutazione del rischio per pazienti e famiglie con mutazioni geniche germinali.   

“Come presidente della VII Commissione regionale Sanità, Politiche Sociali, Integrazione Sociosanitaria e Welfare, ma soprattutto come medico e come donna, ho inteso sin da subito portare il mio contributo proprio per sensibilizzare donne, strutture sanitarie, istituzioni e società civile a una prevenzione consapevole e responsabile: la proposta di legge a cui sto lavorando riguarda le “Misure per il potenziamento dello screening di popolazione sul tumore mammario e istituzione del programma di valutazione del rischio per pazienti e famiglie con mutazioni geniche germinali”. “sono assolutamente convinta che attraverso un lavoro sinergico e di rete la nostra

istituzione metterà in campo importanti ed efficaci azioni di rafforzamento della prevenzione, della ricerca e dell’assistenza. In una parola: della salute. Oggi, in particolare, di quella delle donne.” “Amiamoci anche attraverso la prevenzione” -  ha detto  Eleonora Berni Fdi - “il tumore alla mammella è uno tra quelli più diffusi e dobbiamo comprendere l’importanza di trovare degli strumenti più efficaci a livello di comunicazione per coinvolgere le donne in un percorso di screening necessario per diagnosticare in modo precoce le patologie collegate al seno. Non basta inviare delle lettere dobbiamo lavorare di concerto con tutti gli attori del sistema salute per far comprendere l’importanza, soprattutto nei più giovani, di essere protagonisti attivi della propria salute”. E per  Emanuela Droghei del PD “c'è bisogno di fare tanta informazione sugli strumenti di prevenzione e di cura e, parallelamente, di continuare a sostenere la ricerca. Nella passata legislatura abbiamo adottato diverse misure per migliorare la qualità della vita delle pazienti. Penso al sostegno fornito attraverso fondi alle ASL per l'acquisto delle parrucche e alla possibilità di favorire la ricostruzione immediata del seno, evitando così due interventi separati. Accanto a queste due iniziative ce ne sono due altrettanto importanti come i tatuaggi medici per le cicatrici e l'istituzione di una giornata dedicata alla sensibilizzazione e all'informazione per tutte le cittadine e i cittadini del Lazio riguardo agli strumenti di prevenzione e cura. Ora credo sia importante migliorare l'organizzazione della rete a sostegno delle donne malate. Tanto è stato fatto ma tanto c’è ancora da fare”

Infine Orlando Angelo Tripodi, presidente della commissione Lavoro e vice in quella di Sanità alla Pisana : "L’impegno dei decisori politici a vari livelli istituzionali non può non partire dall’analisi delle realtà territoriali, mettendo in evidenza ombre e luci della Rete oncologica regionale. Dovremmo chiederci perché assistiamo al frequente problema delle liste d’attesa per sottoporsi ad esami diagnostici, nonostante le campagne di screening della Regione. Occorre rivedere se le campagne di screening funzionano davvero. In quanti si presentano all’appuntamento stabilito e quanti invece lo disertano rinunciando all’opportunità offerta dalla Regione? Se è vero che la prevenzione è il punto di partenza, è da qui dobbiamo ripensare, ampliare e studiare e magari riprogrammare le campagne di comunicazione e prevenzione, anche alla luce delle evidenze che la ricerca scientifica ha conseguito in materia di trattamenti farmacologici a intento curativo".

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