La 'senescenza' cellulare può arrestare il tumore alla prostata

Il trattamento va affiancato al farmaco specifico


Nel cancro alla prostata la senescenza cellulare può inizialmente arrestare la proliferazione delle cellule tumorali; tuttavia, in specifiche circostanze può promuovere la resistenza alla terapia e facilitare la diffusione di metastasi. E' quanto emerso da una ricerca del Veneto istituto di medicina molecolare, e dell'Istituto Oncologico di Ricerca (Ior) di Bellinzona affiliato all'Università della Svizzera italiana.
    Secondo lo studio gli agonisti del recettore dell'acido retinoico inibiscono la proliferazione delle cellule tumorali della prostata e possono essere combinati con docetaxel, attualmente uno dei farmaci di elezione per la cura del cancro della ghiandola. L'effetto combinato di questa classe di farmaci con docetaxel sembra essere rivoluzionario. Sono stati, infatti, identificato un deficit metabolico nella via di produzione dell'acido retinoico nel cancro alla prostata. La combinazione di questi agonisti con docetaxel ha un effetto sinergico nell'inibizione della proliferazione tumorale.
    Il cancro alla prostata è il secondo tumore più comune tra gli uomini. Approcci come la prostatectomia radicale, la chemioterapia, la radioterapia e la terapia ormonale sono spesso efficaci inizialmente, ma in seguito possono insorgere resistenze alle cure. Nonostante molte ricerche siano in corso sul cancro alla prostata, i meccanismi sottostanti la resistenza alla terapia sono tutt'ora poco compresi. Buona parte dei trattamenti attualmente utilizzati in clinica, in una prima fase induce un arresto irreversibile della crescita cellulare, noto come senescenza cellulare.
   

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