Malato di Parkinson, 'lo stop al divieto di ricerca sui blastocisti ci toglie la speranza'

Lettera aperta a Schillaci-Bernini


 "Il divieto di ricerca sulle blastocisti ci toglie anche la speranza". Lo scrive un malato di Parkinson, Maurizio Fravilli, in una lettera aperta e un video-appello indirizzato ai ministri della Salute e della Ricerca, Orazio Schillaci e Annamaria Bernini. Lo rende noto l'Associazione Luca Coscioni.

A vent'anni dall'approvazione della Legge 40 sulla Procreazione medicalmente assistita, la legge presenta ancora molti divieti "discriminatori che violano il diritto alla salute e alcune libertà fondamentali sancite dalla nostra Costituzione", afferma l'associazione. Tra i divieti ancora in vigore c'è quello che "non consente di donare alla ricerca le blastocisti (che sono agglomerati di cellule tutte uguali prima dell'impianto e che sono definite impropriamente dalla legge 40 'embrioni') non idonee a una gravidanza, oltre al divieto di accedere alla procreazione medicalmente assistita (Pma) per le persone single e per le coppie dello stesso sesso e a quello di accedere alla surrogazione di maternità". Maurizio Fravili, 68 anni e affetto da Parkinson, ha scritto a Schillaci e Bernini per chiedere la rimozione del divieto di donare alla ricerca scientifica le blastocisti non idonee a una gravidanza.

"Sono Maurizio Fravili, ho 68 anni e nel 2020 mi è stato diagnosticato il Parkinson. Il progredire di questa malattia è sconosciuto e, come purtroppo sappiamo, oggi incurabile. Ma ci sono delle speranze per il futuro ed è la ricerca scientifica - scrive Maurizio - che potrebbe dare risposte a me e altri malati, in un prossimo futuro, non lontano. Gli embrioni crioconservati non idonei per una gravidanza attualmente sono conservati presso i centri di Pma senza alcuna destinazione, potrebbero essere utilizzati dalla scienza anche in Italia per migliorare non solo la mia, ma tantissime altre vite. Oggi - prosegue - sono a chiedervi, nelle Vostre vesti di Ministri prima, ma anche come persone, di utilizzare i Vostri poteri per rimuovere questo illogico e ingiustificato divieto. Vi chiedo di portare in Parlamento e in tutte le sedi competenti la mia voce, portabandiera di tutti i malati che oggi non hanno alcuna speranza, malati oggi invisibili e non solo incurabili". 

"Sono trascorsi vent’anni dall’entrata in vigore della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita ma sono ancora tanti i divieti in vigore che impediscono a molte persone di diventare genitori e di fare famiglia, e a tante altre di beneficiare dei progressi della ricerca scientifica - dichiara Filomena Gallo, Avvocata e Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni -. Per questo chiediamo al Ministro della Salute, Orazio Schillaci, di intervenire su alcuni aspetti che, nelle sue funzioni, potrebbe risolvere senza l’intervento del Parlamento, e cioè di inserire nella riforma dei Lea anche la diagnostica preimpianto e di prevedere un idoneo rimborso alle donatrici di gameti, come avviene nei Paesi da cui l’Italia importa gameti per l’eterologa, fermo restando il divieto di commercializzazione. Chiediamo anche di modificare il decreto che governa la raccolta dei dati del Registro Nazionale Pma per fornire dati aggiornati e disaggregati per i cicli di Pma, di censire il numero delle blastocisti non idonee a una gravidanza e attualmente crioconservate presso i Centri di procreazione medicalmente assistita e di conoscere il destino delle blastocisti crioconservate e che risultano in stato di abbandono".   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Leggi su www.ansa.it