(ANSA) - ROMA, 12 FEB - Le donne sembrano avere il doppio
delle probabilità di sviluppare sintomi prolungati del Covid
rispetto agli uomini, ma solo fino a 60 anni, dopo di ché il
livello di rischio diventa simile. Anche l'età avanzata e un
indice di massa corporea più alto sembrano essere fattori di
rischio per avere il Long Covid, ma "recentemente, la
persistenza di sintomatologia in seguito alla diagnosi iniziale
di Covid-19 acuto è stata dimostrata anche in età pediatrica". A
fare il punto sulle conoscenze scientifiche disponibili è un
approfondimento pubblicato dall'Istituto Superiore di Sanità
(Iss). Simile ad alcune sindromi post-infettive che hanno
seguito i focolai di Chikungunya ed Ebola, il Long Covid è
caratterizzato da un serie di sintomi che persistono per più di
due mesi oltre il normale periodo di convalescenza, come
stanchezza persistente, mal di testa, mancanza di respiro,
perdita dell'olfatto, debolezza muscolare, febbre, tachicardia,
disturbi intestinali e rash cutanei. Su questa condizione,
precisano gli esperti Iss, "esistono pochi dati, divisi per
sesso, sull'incidenza e solo sulla popolazione adulta".
Rispetto ai fattori responsabili di questa sindrome una reazione
autoimmune indotta dal virus stesso. Il Sars-Cov-2, infatti,
"potrebbe presentare alcune similitudini con componenti
dell'organismo (mimetismo molecolare) e far quindi generare
anticorpi che possono reagire anche contro i nostri organi o
tessuti provocando le manifestazioni descritte. "L'ipotesi
autoimmune - conclude l'Iss - potrebbe giustificare la più
elevata incidenza di questa sindrome nel sesso femminile".
Infatti, la risposta immune è in genere più forte nelle donne e
determina negli uomini forme più gravi di malattia ma nelle
donne più frequenti reazioni autoimmuni. (ANSA).

Donne colpite il doppio da Long Covid, casi anche nei bimbi
Iss, maggior incidenza forse giustificata da risposta autoimmune
Leggi su www.ansa.it