Obesità, 'con legge Pella Italia all'avanguardia nel mondo'

Zani, 'sfida che va affronta'. Fiao, 'ora piena attuazione'


"Il riconoscimento dell'obesità come malattia in termini di impatto clinico, economico e sociale per il trattamento e la gestione delle patologie ad essa correlate, rappresenta una sfida che, se non adeguatamente affrontata, condizionerà le generazioni future con importanti conseguenze negative sul sistema sanitario e sull'intera società": lo ha dichiarato Andrea Lenzi, presidente del Comitato nazionale per la biosicurezza, le biotecnologie e le scienze della vita della Presidenza del Consiglio dei Ministri, intervenendo al convegno 'L'obesità è una malattia: in Italia adesso è legge, nuove prospettive per i pazienti', tenutosi oggi a Roma.
    "Questa nuova legge - ha aggiunto - pone l'Italia in una posizione di primo piano a livello globale per il suo impegno istituzionale al contrasto della malattia, sia in termini di prevenzione che di cura". "L'approvazione di questa legge è una conquista, ma anche un punto di partenza - ha sottolineato Iris Zani, presidente della Federazione italiana associazioni obesità (Fiao) -: ora occorre lavorare per la sua piena attuazione, per assicurare pari dignità nell'accesso alle cure si deve approvare quanto prima il Piano nazionale cronicità e l'inserimento nei Lea. È essenziale considerare e trattare l'obesità come una malattia vera e propria piuttosto che come una semplice questione di scelte alimentari sbagliate o responsabilità individuali. Questa legge segna un'importante inversione di rotta". "L'approvazione di una legge come questa è un passo fondamentale per assicurare ai pazienti un accesso migliore alle cure e garantire finanziamenti che nei prossimi anni permetteranno di gestire le azioni di prevenzione, in particolare sulla popolazione più giovane e quindi a livello scolastico - aggiunge Eligio Linoci, vicepresidente della Fiao -. La legge consentirà di promuovere campagne di sensibilizzazione, sia verso i pazienti, che spesso non sono consapevoli di avere un problema e di dover chiedere aiuto, sia verso la collettività, per meglio comprendere questa malattia, che fino ad ora troppo spesso non è considerata tale".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Leggi su www.ansa.it