Quasi 8 italiani su 10 dichiarano di
soffrire di disturbi della vista, di cui metà di miopia e un
quinto di presbiopia. Difetti refrattivi o malattie oculari che
riducono la qualità della vita e che in assenza di comportamenti
e interventi appropriati rischiano di peggiorare nel tempo
ampliando esigenze e costi assistenziali. Un fenomeno aggravato
dalle difficoltà di accesso al Sistema sanitario nazionale per
le visitite oculistiche e specialistiche che, nell'esperienza
dei cittadini, sono sempre più componente della sanità a
pagamento. Nel rapporto realizzato dalla Fondazione OneSight
EssilorLuxottica Italia in collaborazione con il Censis dal
titolo dal titolo 'Vedere meglio, vivere meglio, tutti. La
relazione degli italiani con i disturbi visivi ed il sistema
sanitario', viene rilevato che su 100 tentativi di prenotazione
nel Servizio sanitario nazionale (Ssn), in 39 casi di fronte ai
tempi troppo lunghi di attesa per l'accesso alle prestazioni
oculistiche le persone scelgono di rivolgersi alla sanità a
pagamento, tra privato e intramoenia. Per gli esami
specialistici, su 100 tentativi di prenotazione in 40 casi i
cittadini hanno optato per la sanità a pagamento. Per le visite
oculistiche, dunque, il 62,8% degli italiani che ha almeno un
disturbo visivo di solito si rivolge al privato, il 32,8% al
Servizio sanitario e il 4,4% all'intramoenia. Per gli esami
specialistici, invece, le quote corrispondenti sono il 51,9% che
va nel privato, il 42,5% nel Servizio sanitario e il 5,6%
all'intramoenia. Per quanto riguarda i tempi di attesa, chi
prenota nel Servizio sanitario deve aspettare in media 102
giorni per le visite oculistiche e 92 giorni per gli esami
specialistici. E poi c'è un 26,2% di persone che dichiara di
aver provato a prenotare una visita oculistica nel pubblico
scoprendo che la lista d'attesa era bloccata o chiusa.
Ridotto è inoltre il ricorso ai punti di Pronto soccorso per
emergenze oculistiche dove, tra coloro che arrivano, nel triage
la grande maggioranza viene definita come non urgente e tanti,
scoraggiati dai tempi di attesa, vanno via per poi rivolgersi al
privato. Nel rapporto viene inoltre evidenziato l'impatto
sociale ed economico del fenomeno sulle famiglie. Il 31,2% degli
italiani non è in grado di fare prevenzione oculistica come
vorrebbe per ragioni economiche e il 24,2% degli italiani ha
dovuto tagliare altre spese importanti per accedere a visite
oculistiche, accertamenti diagnostici o strumenti correttivi.
Inoltre, il 19% degli italiani ha dovuto rinviare o rinunciare a
qualche spesa per prestazioni sanitarie o per strumenti
correttivi, da occhiali a lenti a contatto, perché in quel
momento non poteva sostenerne il costo.
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