Donare il proprio corpo alla
scienza è "un grande gesto di generosità" sia da parte di chi
decide di farlo sia dei familiari della persona che intraprende
questa strada. Su questo sono concordi il cardinale Matteo
Zuppi, il presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de
Pascale, l'ex capitano della nazionale di calco italiana,
Giorgio Chiellini, oltre a medici e ricercatori che hanno
partecipato all'incontro "Donare il corpo alla scienza. La
potenza della generosità", promosso dal Centro anatomico
dell'Università di Bologna in collaborazione con la Regione, con
il sostegno del ministero della Salute e il patrocinio della
Società italiana di anatomia e istologia. Sul tema è partita una
campagna di sensibilizzazione nazionale.
Il Centro Anatomico dell'Alma Mater, riconosciuto nel 2022
come centro di riferimento nazionale e diretto dalla
professoressa Lucia Manzoli, ordinaria di Anatomia
all'Università di Bologna, già da anni è attrezzato per poter
ricevere le salme di chi sceglie - con un atto pubblico o una
scrittura privata autenticata, depositati presso le Ausl di
residenza - di mettersi a disposizione della ricerca. Al
momento, spiega la professoressa Manzoli, le donazioni sono una
decina all'anno. La legge prevede che "dopo un anno il corpo
venga restituito ai familiari, in condizioni dignitose, per la
tumulazione o la cremazione". Nel frattempo, però, medici,
ricercatori e studenti hanno l'opportunità di svolgere dei test.
"L'arricchimento è poter fare esercitazioni e utilizzare
macchinari su un corpo reale, e questo aumenta le opportunità di
ricerca e di didattica", spiega il rettore dell'Università di
Bologna, Giovanni Molari. Chiara Gibertoni, direttrice generale
dell'Irccs Policlinico Sant'Orsola, ha sottolineato che
l'intelligenza artificiale non è fungibile rispetto alla ricerca
sul campo.
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