Migliorare la diagnosi precoce e
personalizzare la risposta terapeutica nei pazienti più
complessi: è l'obiettivo di alcuni progetti di ricerca condotti
all'Asl Città di Torino, con particolare attenzione a patologie
a forte impatto immunologico e renale.
Uno degli studi ha riguardato la vasculite crioglobulinemica,
una malattia rara che colpisce i piccoli vasi sanguigni a causa
della presenza di crioglobuline, proteine anomale che si
accumulano e causano infiammazioni.
La ricerca ha identificato una possibile nuova forma della
malattia: l'ipocrioglobulinemia, caratterizzata da livelli molto
bassi di crioglobuline.
Su 237 pazienti seguiti tra il 2008 e il 2021, molti non
presentavano i marker tradizionali, ma mostravano sintomi
clinici e lesioni simili alla crioglobulinemia mista. Nell'80%
dei casi sono stati riscontrati segni di vasculite, come
glomerulonefrite e neuropatia periferica.
La risposta alla terapia con anticorpi monoclonali anti-Cd20
rafforza l'ipotesi che si tratti di una condizione clinica
distinta, riconoscibile con tecniche di laboratorio più
sensibili.
Un secondo studio ha valutato un protocollo intensivo nei
casi più gravi di vasculite anca-associata, con compromissione
renale e polmonare. Il trattamento ha portato a remissione
clinica nel 93% dei pazienti, con recupero della funzione renale
nel 60% dei soggetti inizialmente in dialisi, evitando terapie
immunosoppressive a lungo termine.
Il nuovo schema terapeutico ha anche ridotto la dose
cumulativa di ciclofosfamide, diminuendo i rischi legati alla
tossicità.
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