Un passo avanti nel trattamento della
leucemia linfatica cronica, il più comune tumore del sangue
negli adulti, grazie alla combinazione tra zanubrutinib e
venetoclax. Lo ha annunciato la casa farmaceutica BeOne
Medicines presentando i nuovi dati dello studio globale
registrativo di fase 3 'Sequoia al congresso annuale
dell'American society of clinical oncology (Asco), che si tiene
in questi giorni a Chicago. A quanto emerge, il trattamento con
zanubrutinib e venetoclax ha la capacità di determinare una
sopravvivenza libera da progressione e risposte globali profonde
e durature nell'intero spettro dei pazienti con leucemia
linfatica cronica, compresi i pazienti che presentano mutazioni
ad alto rischio. Il braccio D dello studio ha coinvolto 114
pazienti con leucemia linfatica cronica nuovi al trattamento o
con linfoma linfocitario a piccole cellule con o, infine, senza
delezioni del cromosoma 17p e mutazioni del gene TP53, correlate
a un alto rischio. Al follow-up mediano di 31,2 mesi, la
combinazione ha prodotto un tasso di sopravvivenza libera da
progressione a 24 mesi del 92% e un tasso di risposta globale
del 97%. Il tasso di sopravvivenza globale a 24 mesi è risultato
del 96%. Tra i pazienti con mutazioni del cromosoma 17p e TP53,
il 94% era libero da progressione a 24 mesi e l'87,6% era libero
da progressione a 36 mesi.
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