Spesso considerata solo una condizione estetica, la vitiligine è una patologia cronica autoimmune della pelle, frequentemente associata a comorbidità, tra cui disturbi della tiroide e diabete. In Italia, ne sono affette circa 330mila persone. È ancora molta la disinformazione che circonda questa malattia, che influisce anche sulla salute psicologica di chi ne è affetto. In occasione della Giornata mondiale della vitiligine, che ricorre oggi, 25 giugno, Elma Research ha condotto un'indagine su 141 persone colpite dalla patologia. È emerso che per il 78% del campione, questa malattia ha un significativo impatto sulla salute psicologica, sulla sfera sociale, relazionale e lavorativa. In particolare, prevale il forte senso di rassegnazione, spesso collegato a una gestione non ottimale della patologia. Sono ancora molte infatti - il 42% del campione - le persone con vitiligine che non si fanno seguire da un medico. Questo comporta disinformazione e scarsa conoscenza delle nuove possibilità di trattamento: il 61% dei pazienti intervistati non ha consapevolezza delle nuove opzioni disponibili. Inoltre, tra le convinzioni errate più diffuse vi sono quelle secondo cui la malattia sia contagiosa, causata dallo stress o si limiti a un semplice problema estetico. In questo scenario, prende il via la campagna 'Vitiligine, è tempo di essere liberi. Oltre i falsi miti, verso nuove possibilità', promossa da Incyte Italia, con il patrocinio di Apiafco (Associazione psoriasici italiani amici della fondazione Corazza) e Psoriasi&Co, ha l'obiettivo di promuovere - attraverso due webinar nell'ambito dei quali i pazienti e le persone interessate possono confrontarsi con alcuni esperti - una corretta informazione e incoraggiare il dialogo con gli specialisti di riferimento, aspetto fondamentale per una gestione ottimale della patologia.
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