"La situazione è catastrofica". È
iniziato così l'intervento in collegamento dalla Striscia di
Gaza di un'infermiera italiana, Amanda Prezioso. Da gennaio a
marzo del 2025 ha lavorato a Gaza nei presidi sanitari di
Emergency, la clinica ad al-Qarara e di supporto all'Ambulatorio
di al-Mawasi a Khan Younis e dal giugno 2025 è tornata a Gaza.
La sua testimonianza è stata trasmessa ieri sera durante il
primo di tre giorni promossi da Cgil a Trieste per riflettere su
vari temi, tra i quali la guerra. E prima del suo intervento è
stato trasmesso un audio molto toccante, sempre da Gaza, con i
rumori della quotidianità, pesantamente segnata dal conflitto.
Prezioso ha raccontato che "le strade sono vuote. Gli
spostamenti sono continui, costanti, le evacuazioni sono
pressoché quotidiane. Sono poche le persone che vivono ancora in
una casa, che comunque tendenzialmente è danneggiata, se non
parzialmente distrutta, quindi la maggior parte abita in tenda e
nei campi per sfollati. È lì - ha spiegato - che si trova anche
la nostra clinica, in mezzo alle tende". Amanda Prezioso ha
spiegato che all'inizio dell'anno raggiungevano la clinica "un
centinaio di persone al giorno, adesso ne vediamo più del
triplo". Il suo impegno, così come quello di altri colleghi, è
indirizzato "ad alleggerire il lavoro degli ospedali - ha detto
- ne funzionano attualmente sei, ma tutto il sistema sanitario è
collassato. Noi abbiamo quattro medici palestinesi, una
ginecologa, un'ostetrica, abbiamo cinque infermieri, curiamo
patologie croniche e acute, dolori di vario tipo, infezioni e
tanti feriti, che arrivano ogni giorno e che si sono fatti male,
purtroppo, anche durante la distribuzione del cibo. E poi ci
sono molti bambini - ha aggiunto - che mostrano segni di
sindrome post traumatica da stress".
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