Elisabetta, 3 anni a letto e ora disabile per diagnosi sbagliata

Una malattia rara degli occhi scambiata per sclerosi multipla


(V. 'Cinque anni per una diagnosi...' delle 10.48) "Se avessi avuto la diagnosi corretta, anche solo undici anni fa, forse non sarei disabile.
    Forse non avrei passato tre anni a letto paralizzata, con una diagnosi sbagliata di sclerosi multipla. Solo in seguito ho scoperto che si trattava di neuromielite ottica, una malattia rara spesso confusa con altre patologie neurologiche. Ma la mia esperienza può essere utile ad altre persone". A parlare è Elisabetta Lilli, presidente dell'Associazione italiana neuromielite ottica, che ha partecipato alla prima edizione di Women in Rare, progetto promosso da Alexion, AstraZeneca Rare Disease, insieme a Uniamo (Federazione Italiana Malattie Rare) e con la collaborazione di Fondazione Onda.
    "Mi è stata diagnosticata la sclerosi multipla nel 1994, dopo aver perso la vista da un occhio. Per vent'anni - racconta Elisabetta, che vive a Pisa - ho convissuto con quella diagnosi, riuscendo a vivere una vita quasi normale. Poi, all'improvviso, nel 2014 le ricadute sono diventate continue. Una mattina mi sono svegliata e non sentivo più il pavimento sotto i piedi. Da un giorno all'altro mi sono ritrovata a letto. E lì sono rimasta per tre anni". In pochi giorni, la perdita dell'autonomia, il dolore fisico e psicologico, la solitudine. "Ero in un baratro.
    Ma poi qualcosa dentro di me ha resistito. Ho scelto di lottare.
    Anche se continuavo a essere rimbalzata tra ospedali, terapie inefficaci e dubbi".
    La risposta è arrivata tardi: neuromielite ottica, una patologia autoimmune rara che interessa il nervo ottico e il midollo spinale, colpendo in Italia circa 2.000 persone, in prevalenza donne. Sebbene non esista una cura definitiva, trattamenti specifici e tempestivi possono migliorare molto la qualità della vita. Elisabetta ha vissuto sulla sua pelle come il tempo perso costi caro. "Quando finalmente ho avuto la diagnosi giusta è stato un punto di svolta. Ho conosciuto altre donne con questa malattia". Da lì è nata Ainmo, l'associazione che oggi presied. "Combattiamo insieme - conclude - per ottenere diagnosi precoci e una presa in carico multidisciplinare".
   
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Leggi su www.ansa.it