Per le persone con malattia cronica
la terapia nutrizionale, con un contenimento delle proteine, può
portare possibili risparmi per 33 milioni di euro in due anni,
fino a 400 milioni in 10 anni. Ma l'80% dei pazienti con
malattia renale cronica non è mai stato informato delle
potenzialità della terapia nutrizionale conservativa.
Ogni paziente in dialisi costa al Sistema Sanitario Nazionale
50.000 euro all'anno, mentre un protocollo nutrizionale a basso
contenuto proteico con supplementi a base di chetoanaloghi -
capace di ritardare significativamente la progressione della
malattia renale cronica e posticipare l'ingresso in dialisi
anche di diversi anni - costa appena 1.200 euro annui.
Attualmente i 50.000 pazienti dializzati in Italia, (che
corrispondono allo 0,1% della popolazione), assorbono circa 2,5
miliardi di euro l'anno, pari al 2% delle risorse dell'intero
Sistema Sanitario Nazionale. Eppure, una soluzione esiste ed è
sia alla portata dei sanitari che efficace per i pazienti.
È quanto fotografato dalla nuova indagine condotta
dall'Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e Trapianto
(ANED), e realizzata con il contributo non condizionante di
Fresenius Kabi, appena pubblicata sul Giornale di Clinica
Nefrologica e Dialisi. Se la dieta più restrittiva in termini
proteici fosse adottata da un ulteriore 40% dei pazienti, si
potrebbero risparmiare 33 milioni di euro in due anni, che
diventerebbero 210 milioni di euro già alla fine dei primi 5
anni e 420 milioni a 10 anni.
"Con una spesa 40 volte inferiore si potrebbe non solo
migliorare drasticamente la qualità di vita di migliaia di
pazienti, ma anche generare risparmi milionari per le casse
pubbliche", dichiara Antonio Santoro, direttore del comitato
scientifico Aned.
La malattia renale cronica interessa circa il 6% della
popolazione italiana, mentre sono circa 50.000 le persone
attualmente in dialisi.
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