Il Tribunale di Gorizia ha
condannato Fincantieri al risarcimento di circa un milione di
euro ai familiari di un operaio morto di mesotelioma pleurico a
poco più di 70 anni, per anni saldatore nel cantiere di
Monfalcone, a contatto con materiali contenenti amianto e senza
adeguate protezioni. Lo rende noto l'Osservatorio nazionale
sull'amianto precisando che "la perizia medico-legale ha
confermato il nesso diretto tra l'esposizione professionale alle
fibre killer e la malattia che lo ha condotto alla morte".
Il Tribunale, puntualizza l'Osservatorio, ha "ritenuto
esclusivamente responsabile Fincantieri, che non ha dimostrato
di aver adottato misure tecniche e organizzative idonee".
Secondo la sentenza, "è mancata la vigilanza sull'uso dei
dispositivi di protezione e non sono state adottate misure
organizzative per confinare le lavorazioni nocive".
L'Ona per bocca del suo presidente, Ezio Bonanni, che ha
assistito i familiari dell' uomo, è convinto che "l'amianto stia
ancora uccidendo in Italia". Ogni anno si stimano "oltre 7.000
decessi per patologie asbesto-correlate, in primis mesotelioma,
tumore del polmone e asbestosi. Un tributo altissimo, frutto di
decenni di esposizioni nei cantieri navali, nelle fabbriche e
persino negli edifici pubblici", prosegue Bonanni, per il quale
"l'amianto è la più grande emergenza ambientale e sanitaria del
nostro Paese".
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