Un evento per discutere i più recenti
approcci per la cura delle aritmie cardiache. Cardiochirurghi,
elettrofisiologi, cardiologi interventisti, anestesisti,
bioingegneri e infermieri dibatteranno sulle nuove frontiere
dell'intelligenza artificiale e della robotica nel trattamento
ibrido delle fibrillazioni atriali e ventricolari, che in Italia
affliggono oltre un milione di persone, al convegno
internazionale 'New Technologies and AI in Hybrid Cardiac
Ablation' organizzato da Humanitas Gavazzeni, Università degli
studi di Bergamo e Fondazione Humanitas per la Ricerca, che si
terrà il 12 e 13 settembre nell'Aula Magna dell'ateneo. L'evento
riunirà 45 relatori provenienti da centri di cura e ricerca
internazionali.
"Negli ultimi anni le malattie cardiovascolari continuano a
essere la prima causa di decessi in Italia, con una quota di
circa il 30% sul totale - sottolinea Alfonso Agnino,
responsabile scientifico dell'evento e dell'Unità di
Cardiochirurgia robotica e mininvasiva di Humanitas Gavazzeni -.
Oggi, però, viviamo un'epoca in cui intelligenza artificiale,
big data e medicina ibrida stanno rivoluzionando il paradigma
della cura. La robotica, in particolare, gioca un ruolo chiave.
Un approccio già in uso per la patologia mitralica e che stiamo
sperimentando, in combinazione con le tecniche di
elettrofisiologia, per la cura della fibrillazione atriale
persistente". Dal 2019 l'équipe di Agnino ha eseguito oltre 400
interventi con tecnologia robotica, da quelli per la valvola
mitralica alle patologie coronariche, fino ad arrivare
all'hybrid convergent, un approccio che unisce le competenze
elettrofisiologiche ed elettrochirurgiche.
"Nell'ambito delle patologie gravi, le aritmie cardiache
hanno un'incidenza più che rilevante: solo la fibrillazione
atriale è causa diretta di circa 1 ictus su 5 - spiega Eduardo
Celentano, responsabile scientifico del convegno e dell'unità di
Elettrofisiologia all'Humanitas Gavazzeni -. Anche in questo
caso, l'apporto dell'intelligenza artificiale nella pratica
elettrofisiologica sta aprendo nuove frontiere nei percorsi di
cura. Algoritmi predittivi, mappaggi elettrofisiologici avanzati
e sistemi di analisi dei dati consentono oggi di disegnare
procedure sempre più precise e personalizzate, riducendo le
recidive e aumentando l'efficacia complessiva degli interventi".
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