La Puglia è la prima e unica Regione
in Italia ad adottare una legge per rendere strutturale la lotta
all'epatite C. Con voto unanime, il Consiglio regionale ha
approvato una norma che obbliga tutti i medici pubblici e
privati a proporre il test anti-Hcv ai cittadini nati prima del
1989 ogni volta che viene prescritto un esame del sangue, anche
di routine. Un provvedimento che cambia le regole della
prevenzione: non più screening su base volontaria, ma un sistema
che trasforma ogni prelievo in un'occasione di diagnosi precoce.
'Abbiamo i farmaci che guariscono, ma troppi non sanno di
essere malati - commenta Fabiano Amati, assessore regionale e
promotore della legge - il test può fare la differenza tra vita
e morte. Scovare i malati inconsapevoli è l'arma decisiva per
vincere questa guerra'.
L'epatite C è una malattia che può restare silente a lungo e
manifestarsi solo in fase avanzata, con conseguenze gravissime
come cirrosi epatica e carcinoma del fegato. In Italia si stima
che ci siano tra 600mila e 1,2 milioni persone con infezione da
virus dell'epatite, un record di casi sommersi. Fino a pochi
anni fa era una malattia difficilmente curabile oggi però
esistono terapie capaci di eradicare l'infezione, a condizione
che i pazienti vengano diagnosticati in tempo.
Con questa legge, la Puglia punta a debellare il virus entro
pochi anni, anticipando l'obiettivo fissato dall'Oms per il
2030. La sfida ora è trasformare la norma in una rivoluzione
culturale: un gesto semplice, un prelievo di sangue, che può
cambiare il destino di migliaia di persone. Se l'obiettivo è
l'eradicazione entro il 2030, la Puglia vuole dimostrare che il
futuro può cominciare oggi.
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