Malattie rare, 5 anni per la diagnosi ma per donne 1 anno in più

L'indagine "Da rara a riconosciuta" su pazienti e caregiver


In media in Europa una persona affetta da malattia rara aspetta 4 anni e 8 mesi per ricevere una diagnosi. Una media che, tuttavia, nasconde una forte differenza tra i generi: se per un uomo l'attesa è di 'soli' 3,7 anni per le donne si sale a 5,4. Questi i dati rilevati da Eurordis, network europeo delle associazioni malattie rare, ma per restituire un quadro nazionale più aggiornato è nata "Da rara a riconosciuta", survey che si focalizza proprio sul ritardo diagnostico nel nostro Paese.
    L'indagine è realizzata da Women in Rare, Think Tank nazionale dedicato all'impatto delle malattie rare sulla vita delle donne, ideato e promosso da Alexion, AstraZeneca Rare Disease, in partnership con Uniamo - Federazione Italiana Malattie Rare, e in collaborazione con Fondazione Onda e con il contributo di un Comitato scientifico di esperti impegnati nell'ecosistema delle malattie rare, tra cui clinici e rappresentanti istituzionali. L'indagine si svolge con la partecipazione di Censis e Altems, partner tecnici del progetto.
    "La prima indagine condotta nell'ambito del progetto aveva già evidenziato una prima differenza nel ritardo diagnostico, con una difficoltà maggiore per le donne di arrivare in tempi brevi alla diagnosi. Con questa nuova indagine vogliamo dare voce ai diretti protagonisti, cioè alle persone che hanno una malattia rara e ai loro caregiver, per cercare di analizzare la loro condizione con una particolare attenzione alla dimensione delle differenze di genere", spiega Ketty Vaccaro, responsabile dell'area Ricerca biomedica e salute della Fondazione Censis, che ha messo a punto l'indagine e ne elaborerà il report finale.
    "L'obiettivo è scavare più a fondo e cercare di comprendere meglio caratteristiche, cause e conseguenze di questo ritardo diagnostico in termini di condizione clinica e presenza di maggiori complicanze legate a una diagnosi tardiva. Con Altems, inoltre, sarà realizzata anche un'analisi dei costi legati non solo al singolo e alle famiglie, ma anche dei costi sociali per far emergere l'impatto del ritardo diagnostico sull'intera collettività".
    L'indagine è disponibile sul portale Uniamo fino alla metà di ottobre (https://uniamo.org/senza-categoria/da-rara-a-riconosciuta-ripar te-piu-voci-piu-forza-piu-risposte/). "È aperta a tutti i malati rari e loro caregiver ed è importante un'ampia adesione", aggiunge Vaccaro. "Sottolineo che è fondamentale che partecipino sia uomini sia donne per aiutarci a comprendere se esistono differenze tra i generi e da cosa derivino".
   

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