Più di un italiano su 4 soffre di
colesterolo alto, fattore di rischio per le malattie
cardiovascolari, tra le principali cause di morte nei Paesi
occidentali. I cambiamenti nella propria quotidianità
contribuiscono per abbassare i livelli: adottare uno stile di
vita sano, fare esercizio fisico regolare, seguire una dieta
equilibrata, ed ora le evidenze scientifiche parlano anche
dell'importanza perdere peso. A confermarlo, uno studio
pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism in
cui i ricercatori della Mayo Clinic, negli Stati Uniti,
riferiscono che per ogni chilo perso, si riduce il colesterolo
di 1,28 mg/dL. È da questa consapevolezza che nasce la campagna
di informazione contro il colesterolo: "E tu, hai a cuore il tuo
cuore?", promossa dalla Fondazione Cuore e Circolazione "Il
Cuore Siamo Noi" della Società Italiana di Cardiologia (SIC),
annunciata in occasione della Giornata mondiale del cuore, e che
verrà presentata il 2 ottobre al Senato.
"Il tema che affronteremo durante il convegno è quanto mai
attuale e importante, ma ancora troppo sottovalutato", dichiara
la Senatrice Clotilde Minasi, Commissione Affari sociali e
Sanità.
"Lo spot TV andrà in onda sulle reti RAI e Mediaset dal prossimo
autunno, per promuovere su scala nazionale il messaggio della
prevenzione del colesterolo come pilastro della tutela della
salute cardiovascolare - afferma Francesco Barillà, Presidente
della Fondazione Cuore e Circolazione "Il Cuore Siamo Noi" della
Società Italiana di Cardiologia".
"Un'indagine condotta a livello globale da ricercatori italiani
e pubblicata su Nature Reviews Cardiology, ha riscontrato che,
il colesterolo alto ha comportato disabilità in oltre 98 milioni
di individui e ha provocato 4,4 milioni di decessi, con un
enorme carico sanitario", sottolinea Pasquale Perrone Filardi,
Presidente SIC.
La ricerca pubblicata sul Journal of Clinical Endocrinology &
Metabolism ha valutato l'associazione tra perdita di peso e
variazioni del profilo lipidico, colesterolo totale, LDL, HDL e
trigliceridi, in adulti sovrappeso od obesi. Gli autori hanno
analizzato 73 studi clinici per un totale di 32.496
partecipanti, con età media di 48 anni e peso medio di 101,6 kg.
"I risultati hanno mostrato una relazione proporzionale tra
perdita di peso e miglioramento del profilo lipidico. In
particolare, dopo 12 mesi di interventi sullo stile di vita,
ogni chilogrammo perso era associato a una riduzione media di 4
mg/dL dei trigliceridi, 1,28 mg/dL del colesterolo LDL e a un
incremento di 0,46 mg/dL del colesterolo HDL, quello "buono".
Arrivano anche le nuove linee guida per la gestione e il
trattamento delle dislipidemie, prodotte dall'impegno congiunto
della European Society of Cardiology (ESC) e la European
Atherosclerosis Society (EAS).
Il colesterolo totale non viene infatti più considerato un
parametro utile ma sul colesterolo "cattivo" e la
Lipoproteina(a) un tipo particolare di particella lipidica
simile al colesterolo LDL, ma molto più pericolosa e per questo
denominata anche colesterolo "super cattivo".
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