A Capri convegno sul tumore mammario, 'prevenzione è essenziale'

Affrontato anche il tema della personalizzazione della cura


Personalizzazione delle terapie, prevenzione, comunicazione, sostenibilità e multidisciplinarietà: gli elementi al centro della 19ª edizione del convegno "Carcinoma mammario: evoluzione del panorama terapeutico. Opzioni e criteri di scelta" organizzato a Capri da Gamma Congressi. Due giorni di confronto e dibattito tra i principali esperti italiani di oncologia e radioterapia per fare il punto sulle più recenti innovazioni nel trattamento del tumore al seno. Il confronto ha toccato i temi più attuali della cura e della ricerca. "Rimane straordinariamente importante prevenire, perché se tante persone lo fanno, il beneficio non è solo del singolo, ma anche della collettività," ha ricordato Cecilia Nisticò, oncologa e responsabile scientifica del convegno. Durante il convegno è emerso con forza il ruolo degli stili di vita nel controllo del carcinoma mammario, prima dell'intervento di Lucio Fortunato, chirurgo senologo, che ha invece illustrato come la chirurgia senologica si sia evoluta verso approcci più conservativi e rispettosi dell'identità femminile. "Il futuro è conservare, non togliere. Oggi possiamo unire l'efficacia oncologica con la salvaguardia del seno grazie alle tecniche oncoplastiche e alla valutazione intraoperatoria del linfonodo sentinella, che riduce gli interventi inutili", ha dichiarato Fortunato. Anche Pier Carlo Gentile, radioterapista, ha posto l'accento sulla trasformazione della radioterapia sempre più precisa sicura e breve, mentre sul fronte farmacologico, l'oncologo Paolo Pronzato ha analizzato i progressi ottenuti con le nuove terapie sistemiche. "Abbiamo a disposizione farmaci a bersaglio molecolare — le parole di Pronzato — che ci permettono di personalizzare il trattamento in base al profilo biologico del tumore". Un tema trasversale che ha toccato i differenti gruppi di lavoro è stato quello della comunicazione, intesa sia nel rapporto tra medico e paziente sia all'interno del gruppo di lavoro multidisciplinare.In molti degli interventi si è sottolineato come una comunicazione chiara, empatica e continua sia fondamentale per rafforzare la fiducia, migliorare l'adesione alle terapie e contrastare il rischio di medicina difensiva, che può indebolire il rapporto di cura e rallentare le decisioni cliniche.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Leggi su www.ansa.it