"Il nostro accreditamento è legato al
Decreto ministeriale Donat-Cattin del 1988 che considera i
reparti di medicina interna come a bassa intensità, ma in questi
anni essa è aumentata in maniera notevole. Per poter fare un
lavoro migliore chiediamo che ci sia una rivalutazione
dell'intensità di cura dei nostri reparti, e che questi possano
essere considerati a intensità medio alta. Noi lo facciamo tutti
i giorni, pur avendo personale infermieristico medico legato a
un accreditamento a bassa intensità". Ad affermarlo Nicola
Montano, presidente della Società italiana di medicina interna
(Simi), nel corso della conferenza indetta su iniziativa di
Luciano Ciocchetti (FdI), vicepresidente della XII Commissione
Affari sociali della Camera, e organizzata da Simi, tenutasi
questa mattina presso la sala stampa di Montecitorio.
"Il medico internista si occupa non solo della fase acuta al
momento dell'accesso al pronto soccorso ma anche della fase
cronica, specialmente in caso di patologie complesse
multimorbide, considerando anche gli aspetti sociali e familiari
- sottolinea il past president Simi (Simi), Giorgio Sesti -. È
necessaria però una riorganizzazione dei reparti, puntando a un
modello ideale che è quello dei team multidisciplinari,
coordinati da internisti". Criticità sottolineate anche dal
vicepresidente Simi, Roberto Tarquini, che ricorda come "nel
2016 il Piano nazionale della cronicità (Pnc) abbia stabilito
principi quali presa in carico integrata, continuità
assistenziale e centralità della persona", il cui limite "è
stato considerare le singole malattie e non il paziente
pluripatologico, creando una frammentazione dei percorsi e una
non sostenibilità del modello".
"La Medicina Interna è al centro di una profonda
trasformazione - aggiunge in conclusione Ilenia Malavasi (Pd),
membro della Commissione Affari sociali -. La carenza di
personale e l'aumento del carico di lavoro minacciano la qualità
dell'assistenza, richiedendo urgenti investimenti e una
valorizzazione del ruolo degli internisti. Lo scorso anno avevo
accolto con interesse la proposta di un'indagine parlamentare
conoscitiva sulla situazione dei reparti che, tuttavia, al
momento non ha avuto seguito - spiega -. Penso che sia
necessario rilanciare questa necessità di conoscenza e
confronto, perché stiamo parlando di un ambito centrale
nell'organizzazione del nostro sistema sanitario".
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