La terapia mirata osimertinib, in combinazione con chemioterapia, migliora il controllo della malattia nei pazienti colpiti da tumore del polmone non a piccole cellule con mutazione del gene Egfr: a 4 anni è vivo il 49% dei pazienti. L'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha approvato la rimborsabilità della nuova combinazione per il trattamento di prima linea dei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule localmente avanzato (Stadio IIIB-IIIC) o metastatico (Stadio IV) e mutazioni del recettore del fattore di crescita epidermico (Egfrm). I passi avanti nella cura del carcinoma polmonare sono stati presentati a Milano in una conferenza stampa. Come evidenziato nello studio Flaura2, pubblicato nel 2023 sul The New England Journal of Medicine e per il quale sono stati presentati importanti aggiornamenti lo scorso settembre alla Conferenza Mondiale sul tumore del polmone, osimertinib con l'aggiunta di chemioterapia offre un miglioramento statisticamente significativo e clinicamente rilevante della sopravvivenza libera da progressione di malattia (Pfs) e della sopravvivenza globale (Os). In particolare, la combinazione di osimertinib più chemioterapia ha ridotto il rischio di progressione di malattia o di morte del 38% rispetto al solo osimertinib, con un vantaggio di quasi 9 mesi in più nella Pfs mediana. La sopravvivenza globale mediana ha raggiunto quasi quattro anni (47,5 mesi) nel braccio di combinazione rispetto a circa 3 anni (37,6 mesi) ottenuti con osimertinib in monoterapia. Aifa, inoltre, ha approvato la rimborsabilità di osimertinib in monoterapia per il trattamento dei pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule localmente avanzato, non resecabile, con mutazioni di Egfr, la cui malattia non è progredita durante o dopo la chemioradioterapia, offrendo così per la prima volta a questa popolazione la possibilità di accedere a una terapia target dopo la chemioradioterapia.
"L'approvazione della rimborsabilità di osimertinib in combinazione con la chemioterapia da parte di Aifa - spiega Filippo de Marinis, Direttore della Divisione di Oncologia Toracica dell'Istituto Europeo di Oncologia di Milano e Presidente di Aiot (Associazione Italiana di Oncologia Toracica) - permette, a questi pazienti con malattia avanzata, di avere a disposizione due opzioni terapeutiche in prima linea basate su osimertinib. I clinici, in questo modo, possono scegliere la cura più efficace in relazione alle caratteristiche di ogni paziente, mantenendo dunque un approccio personalizzato".
"Nel 2024, in Italia, sono stati stimati circa 45mila nuovi casi di tumore del polmone - afferma Silvia Novello, Presidente di Women Against Lung Cancer in Europe (Walce), Direttore dell'Oncologia Medica all'Ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano e Professore Ordinario di Oncologia Medica all'Università degli Studi di Torino -. Purtroppo, circa l'80% delle diagnosi avviene in fase avanzata, da qui l'importanza di opzioni terapeutiche sempre più efficaci per questi pazienti. La mutazione del gene Egfr è presente nel 15% circa dei casi di carcinoma polmonare non a piccole cellule, e con maggior frequenza nei non fumatori". Per i pazienti con questa tipologia di tumore del polmone in fase avanzata e con mutazione di Egfr, grazie alla nuova combinazione, conclude Novello, "è possibile parlare di sopravvivenza a lungo termine e queste persone possono essere reinserite nel contesto sociale e lavorativo. In questo setting, cominciamo a parlare di allungamento della sopravvivenza, caratterizzata dal mantenimento della qualità di vita".
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