In Italia 800mila casi di scompenso cardiaco, 'sfida per sanità'

Convention Anmco a Roma. Grimaldi, centrale una corretta terapia


Lo scompenso cardiaco è una patologia cronica in forte aumento che registra 800mila casi nel nostro Paese e rappresenta a livello mondiale la principale causa di ospedalizzazione nelle persone di età superiore ai 65 anni. Tra le cause più frequenti, la cardiopatia ischemica, le coronaropatie, l'ipertensione, il diabete, un pregresso infarto ed alcune malattie congenite. Ma anche aritmie, malattie del pericardio e dell'endocardio o problemi alle valvole cardiache possono scatenare questa patologia. Il tema è al centro della Convention nazionale centri scompenso cardiaco dell'Anmco (Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri, aderente alla Federazione delle Società Medico-Scientifiche italiane, Fism) in corso a Roma fino a domani. "Essendo la destinazione finale di varie malattie cardiache, la prevalenza dello scompenso cardiaco aumenta progressivamente con l'età, arrivando intorno al 10% nel paziente con oltre 65 anni e raggiunge nell'ultraottantenne addirittura una prevalenza del 20%. Oggi una corretta terapia può cambiare la traiettoria della storia naturale della malattia, garantendo una migliore sopravvivenza, riduzione delle ospedalizzazioni e migliore qualità di vita", spiega Massimo Grimaldi, presidente dell'Anmco e direttore della cardiologia dell'ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti (BA). "L'insufficienza cardiaca è davvero una sfida per la sanità, è fondamentale una diagnosi precoce perché oggi abbiamo a disposizione dei farmaci raccomandati, i cosiddetti quattro pilastri terapeutici - aggiunge Fabrizio Oliva, past president dell'Anmco e direttore della cardiologia 1 dell'ospedale Niguarda di Milano -. I dati dello studio 'Bring Up 3 Scompenso', ultima puntata di ricerca osservazionale Anmco, ci hanno dimostrato la capacità da parte del cardiologo italiano di utilizzare questi quattro trattamenti in percentuale elevata, con numeri superiori a tutti i registri recentemente pubblicati in ambito internazionale. Allo studio ha partecipato un numero molto elevato di centri cardiologici italiani fornendo così un quadro completo della realtà cardiologica del nostro paese.
    Questa ricerca osservazionale rappresenta un'esperienza unica a livello nazionale ed europeo. Questo testimonia ancora una volta come la partecipazione associativa sia il motore per il miglioramento della qualità delle prestazioni sanitarie e per il raggiungimento di importanti obiettivi di ricerca scientifica".
   
   

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