Iss, nasce centro IA e tecnologie innovative per la salute

Sei aree di competenza, dalla telemedicina alle nuove terapie


Sei aree di competenza che rappresentano altrettanti pilastri della sanità del futuro, con l'obiettivo di costruire un ecosistema in cui l'innovazione sia intesa non solo come progresso tecnico, ma come strumento di equità, sostenibilità e partecipazione. Queste le caratteristiche del neonato Centro Nazionale Intelligenza Artificiale e Tecnologie Innovative per la Salute (Iatis) dell'Istituto superiore di sanità (Iss), il cui avvio viene annunciato oggi in occasione di una Lezione Magistrale del Cardinale Pietro Parolin dal titolo 'Etica dell'Intelligenza Artificiale'.

Il Centro si articolerà in sei aree di competenza che rappresentano altrettanti pilastri della sanità del futuro. La prima, dedicata a telemedicina, ingegneria biomedica e medicina digitale, svilupperà piattaforme per la gestione integrata dei pazienti e dispositivi per il monitoraggio a distanza, costruendo una sanità più accessibile e di prossimità. L'area di nanotecnologie e terapie innovative aprirà la strada a protesi su misura e dispositivi terapeutici intelligenti, frutto di stampa 3D e materiali avanzati. Quella di chimica e fisica per la medicina integrerà imaging, medicina nucleare e Ia per migliorare diagnosi precoci e terapie personalizzate. L'area di intelligenza artificiale e robotica svilupperà algoritmi e sistemi automatizzati per la chirurgia e la riabilitazione, con una costante attenzione alla sicurezza e alla trasparenza.

L'area di Health technology assessment e dispositivi medici garantirà che ogni innovazione sia valutata in base a criteri di efficacia, sicurezza, sostenibilità ed equità, fornendo supporto tecnico-scientifico a istituzioni nazionali e internazionali.

Infine, l'area di biomedicina spaziale e subacquea studierà le risposte del corpo umano in condizioni estreme, producendo conoscenze utili anche per l'emergenza e la medicina territoriale. 

Parolin, 'Con IA in medicina rischio disumanizzazione cura'

Con l'intelligenza artificiale sono disponibili "sistemi in grado di accelerare la scoperta di nuovi farmaci, analizzando in poco tempo una mole di dati che richiederebbe decenni di lavoro a un gruppo di ricercatori; piattaforme che possono personalizzare le terapie oncologiche sulla base del profilo genetico del singolo paziente, massimizzando l'efficacia e riducendo gli effetti collaterali. Strumenti per ottimizzare la gestione delle risorse ospedaliere, garantendo un accesso più equo alle cure anche nelle regioni più remote e povere del pianeta. Ed è questa proprio l'intelligenza artificiale che vogliamo, uno strumento potente al servizio della vita, un alleato dell'uomo nella lotta contro la malattia e la sofferenza". Lo ha affermato il Segretario di Stato della Santa Sede, il cardinale Pietro Parolin, durante la lezione magistrale da lui tenuta oggi all'Istituto superiore di sanità dal titolo 'Etica dell'intelligenza artificiale'. 

   "Tuttavia - ha aggiunto -, accanto a queste luci dobbiamo riconoscere le ombre, i pericoli che richiedono un discernimento etico rigoroso. Il primo, il più grande rischio, è la disumanizzazione della cura, una disgregazione dell'atto medico, un'unica composizione esistenziale tra medico e paziente in una serie di calcoli e processi tecnici. La relazione medica non è un semplice scambio di informazioni tra un fornitore di servizi e un utente, è un'alleanza terapeutica, un patto di fiducia tra due persone, il medico con la sua scienza e la sua coscienza e il paziente con la sua fragilità e la sua speranza. Un algoritmo può fornire una diagnosi ma non può offrire una parola di conforto". 

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